Home > Lettere dall’estero /1

Lettere dall’estero /1

Publie le giovedì 13 aprile 2006 par Open-Publishing

Ecco una selezione delle lettere arrivate dopo l’articolo di Vittorio Zucconi. Per motivi di spazio, non è stato possibile pubblicarle tutte

http://www.repubblica.it

Una vittoria molto significativa

L’articolo mi è piaciuto molto. Debbo dire che è stata una grande allegria vedere i risultati del voto degli italiani all’estero. Adesso che abbiamo avuto un peso così determinante sarebbe opportuno che alcuni desideri nostri siano concretizzati. Il primo è quello che si ritirino immediatamente le truppe dall’Iraq. Il secondo riguarda la chiusura del programma televisivo Porta a Porta che ha fatto parte della propaganda berlusconiana esplicita in questi anni.

Vedrei con piacere che Bruno Vespa sia promosso a corrispondente della Rai a Bagdad per fargli capire quanto sia orribile quella guerra che ha appoggiato e su cui ha scherzato. Se rifiutasse potrebbe essere inviato a Cabul dove potrebbe studiare il commercio di eroina esploso dopo l’invasione americana nell’Afganistan. Invio a tutti gli italiani che vivono lontano dall’Italia un abbraccio per questa vittoria tanto significativa.

Andrea Vicentini (Curitiba, Brasile)

Tra politica e ricerca scientifica

Caro Zucconi, mi scusi la familiarità ma leggendo il Suo articolo mi sono sentito in assoluta sintonia, condivido ogni virgola del Suo scritto, tranne il riferimento a Scajola: non è ex-ministro, ma è ministro in carica, prontamente reinsediato non appena l’eco del "... quel rompicoglioni" si è
affievolita. Anch’io sono stato a lungo italiano all’estero, prima in Svezia, poi negli USA, per il mio lavoro di farmacologo, che oggi svolgo all’Univ. di Milano, cercando di non demeritare.

Un collega svedese cui avevo inviato i risultati di nostri esperimenti mi ha risposto: "... Exciting data! Let’s hope for Prodi! It would aid Italy’s standing in the European community." Come vede, stima per la nostra ricerca sperimentale, ma poi il commento sulla situazione politica... speaks by itself. Grazie per i Suoi scritti, buon lavoro

Giancarlo Folco

Apprezzamenti

Caro direttore o meglio diretur Ho apprezzato il suo pezzo di noi elettori all’estero. Grazie per il vostro lavoro.

Max Novelli (Pittsburgh)

Aboliamo il voto all’estero

Sig. Zucconi, ma le sembra una cosa ragionevole che il voto degli italiani all’estero deve decidere il modo di essere governati dei residenti in Italia, ma le sembra giusto che io residente in Canada da piu di 50 anni posso cancellare con il mio voto quello di mio zio o cugino residenti in italia da sempre, le sembra giusto che io abbia represantetion without taxation, e poi questi nostri deputati cosa posson fare per noi? cosa possono fare per i nostri anziani, per i nostri bambini, per le nostre tasse, per i nostri ospedali? io credo che i 200 mila dollari , spese di viaggio, uffici, etc. etc. possono essere spesi molto meglio, per finire voglio dirle che io non ho votato, e la mia coscienza e tranquilla. lei dovrebbe incominciare una petizione per far abolire il voto all’estero. un saluto affettuoso

Peppino Maffei (Montreal)

Noi della sinistra, come la Juventus

Caro direttore, intanto grazie a lei e tutti gli italiani all’estero ci avete salvato. Però anche stavolta gli eventi mi hanno impedito di gioire fino in fondo, di uscire in piazza e gridare ce l’abbiamo fatta, perché noi della sinistra siamo come la Juventus con la coppa dei campioni, è sempre favorita, non la vince quasi mai e quelle due volte che l’ha vinta? Una è stata ai rigori e dell’altra non può vantarsene per eventi più grandi e gravi accaduti prima della finale.

Noi di sinistra abbiamo vinto due volte, del ’96 non possiamo vantarci perché dopo i nostri cari eletti hanno pensato bene di buttare tutto a mare e questa volta abbiamo vinto all’ultimo rigore. Però una piccola perfida soddisfazione ce la possiamo togliere, il Cavaliere ha perso per quella porcata di legge elettorale che quel genio di Calderoli ha firmato (non l’ha mica scritta lui non sarebbe capace di scrivere neanche le porcate).

Un’ultima cosa, il Cavaliere questa sera ha contestato il voto e i suoi amici americani lo sostengono non riconoscendo fino adesso il risultato. Penso che la situazione sia seria per la prima volta questa sera non ho visto Berlusconi come una macchietta ma ho considerato seriamente cio che dice e fa e sinceramente ho paura.

A. Dieni

Una campagna politica di ripicche da asilo nido

Caro direttore, ho avuto il piacere e pure il dispiacere di godermi la campagna politica sulla RAI dal Libano. Da italiano innanzitutto e da italiano all’estero vorrei dire una paio di cose. Da italiano vorrei dire che sono stanca e disillusa. È ora di finirla con una campagna politica di ripicche da asilo nido. Berlusconi e la destra devono accettare il voto degli italiani e andare a casa. O meglio fare quello che ogni partito all’opposizione dovrebbe fare in modo giusto, adeguato e consono alle regole di un paese democratico come ho fiducia il mio paese lo sia ancora.

All’estero ci stanno ridendo dietro e sta storia sta diventando una pagliacciata da pessima farsa. La nostra classe politica e soprattutto quella di destra si sta comportando in modo infantile e ciò non aiuta certo a dare dell’Italia l’idea di un paese maturo e affidabile. Se veramente, come dicevano i loro slogan, vogliono andare avanti e dar forza all’Italia, si facciano da parte. Da Italiano all’estero voglio far notare quanto malaccorti e stolti i nostri politici siano e quanto poco conoscano chi come me ha lasciato il paese. Le nuove generazioni di Italiani all’estero non sono più i poveri e derelitti che con un sacco di poca roba andarono a cercare fortuna. Anzi sono professionisti con titoli di studio che hanno lasciato un paese che dava loro ben poche possibilità di carriera.

Noi la casa in Italia non l’abbiamo, le tasse in Inghilterra dove vivo la gente le paga e soprattutto è un paese dove mi hanno dato la possibilità di fare un dottorato di ricerca senza inutili concorsi, scartoffie burocratiche e esimi calci nel fondo schiena. Al contrario dell’Italia, in Inghilterra con un dottorato posso cercarmi un lavoro e fare carriera, in Italia non saprei che fare. Però ciò non vuol dire che gli interessi del mio paese e il suo benessere non mi stiano a cuore. Anzi. Negli ultimi mesi non ho fatto che dovermi mangiare a denti stretti i commenti scherzosi, ma anche velenosi dei miei nuovi compratrioti. Insomma, non solo siamo il vecchio malato d’Europa, ne siamo pure lo zimbello. Da italiano e da italiano all’estero vorrei consigliare di darci una raddrizzata. Ci sono voluti anni per gente come me per cambiare la mentalità degli stranieri, e di dover tornare ad essere una specie di Pulcinella proprio non mi va. Distinti saluti,

Cristina Devecchi

Speriamo non torni il disinteresse

Caro Zucconi, di solito non sono il tipo che scrive a chiunque gli salti in testa, men che meno a chi non conosce. Devo però esprimerLe la mia ammirazione per il Suo articolo di fondo sugli italiani all’estero. Lei ha fatto una, cento, mille volte centro descrivendo la realtá ed il pensiero di noi italiani dell’AIRE. Mi congratulo con Lei, nella speranza che la ribalta da noi conquistata in occasione delle elezioni non sia presto cancellata dal disinteresse che abbiamo sperimentato finora. Cordialmente,

Marco Rizzi

Mi sono sentito responsabile di aver contato qualcosa

Gent. direttore, ho letto oggi il suo articolo sugli italiani all’estero e mi sono sentito per la prima volta, da quando voto per le elezioni politiche italiane, responsabile di aver contato qualcosa sulle sorti del paese che ho abbandonato 7 anni fa. Vivo in UK e sono un cardiochirurgo e ricercatore universitario e non c’è bisogno di raccontarle l’abissale differenza tra la mia soddisfazione professionale in UK e la misera mentalità accademico/mafiosa che mi ha fatto abbandonare l’Italia.

Quando ho sentito che Berlusconi era stato sconfitto anche grazie ai voti di noi italiani all’estero mi sono sentito bene, ho avuto quasi un momento di nostalgia per un paese che francamente non fosse per gli amici e la famiglia, non l’ho sento più mio. Soprattutto per questo la devo ringraziare, perché leggere le sue righe mi ha fatto risvegliare, anche se per pochi minuti, un attaccamento all’Italia che pensavo fosse solo cenere dentro di me!! Cordiali saluti.

Massimo Caputo

I "coglioni" italiani all’estero

Carissimo Vittorio, vorrei ringraziarla, anche a nome di altri Italiani residenti a Londra, per il suo impeccabile articolo sul voto degli Italiani all’estero. Lei ha giustamente commentato su come la figura dell’emigrante sia cambiata con gli anni e di come si sia "evoluta". Vivendo in una città come Londra, "melting pot", siamo esposti a culture, politica, religioni e ideologie che danno l’opportunità di riflettere sulla propria esperienza e di arricchirsi moralmente e personalmente.

Il suo articolo è lodabile per aver riconosciuto la nostra coscienza politica, mia e di tutti coloro che hanno votato per Romano Prodi e per chi lui rappresenta. Mai, da quando mi sono trasferita a Londra, ho sentito le elezioni Italiane così a cuore. Purtroppo ho molto amaro in bocca; questo dovuto a tutti quegli elettori che hanno dimostrato di non aver rispetto per loro stessi come cittadini Italiani, dando fiducia e votando per un Berlusconi che tratta lo Stato Italiano come una sua ditta e gli Italiani come i suoi dipendenti. Un leader che offende invece di convincere, che imbarazza invece di farsi riconoscere come primo cittadino. Con orgoglio dico di appartenere al "partito dei coglioni Italiani all’estero". Vivo da 15 anni a Londra e lavoro come dirigente in una scuola elementare inglese. Cordiali saluti,

Manuela Biasotto

Situazione vergognosa

Io vivo in Florida e non ho mai ricevuto la scheda per votare , motivo? Mi è stato riferito dai quei parassiti del consolato di Miami che il nulla osta proveniente dal comune di Gubbio (roccaforte comunista) è arrivato con 2 giorni di ritardo...!!!!!!!!!! ... E CIOE’ TROPPO TARDI PER POTER VOTARE..!!!!!!! LA STESSA COSA E’ SUCCESSA AD UN MIO AMICO ANCHE LUI RESIDENTE IN FLORIDA ED ISCRITTO A FORZA-ITALIA... ANCHE A LUI HANNO DATO LA STESSA "VERSIONE".... E GUARDA CASO SIAMO ENTRAMBI ISCRITTI AL PARTITO DI FORZA ITALIA..!! TUTTO CIO’ E’ VERGOGNOSO!

Graziano

Sono gli italiani che col loro lavoro in Italia fanno l’Italia

Buona giornata a lei, sig. Direttore. Sono una sua ascoltatrice su Radio Capital. Riguardo alla frase da lei espressa "L’Italia fuori dall’Italia è, piuttosto, una comunità più raffinata ed evoluta dell’Italia stessa in Italia, perché esposta al confronto con mondi, culture e media diversi" vorrei esprimere la mia modesta opinione di italiana in Italia: non mi ritengo né meno raffinata ed evoluta dei miei connazionali residenti all’estero che, grosso modo, appartengono a due categorie: i ricercatori da lei menzionati, non finanziati in questo Stato da ben prima del governo Berlusconi, e coloro che sono emigrati parecchi decenni orsono che non possono, per quanto raffinati ed evoluti, giudicare l’andamento e la vita quotidiana di una Patria lontana anche nel tempo.

Mi ritengo offesa sia come Italiana, che come Italiana che ha votato per quel centrodestra (metà della popolazione votante) che non fa riferimento solo a Berlusconi, come i mass media vogliono far credere, ma si identifica nei piccoli commercianti, artigiani, liberi professionisti e dipendenti e con la stragrande maggioranza del ceto medio, che vorrebbe veder riconosciuta la propria capacità lavorativa senza essere imbavagliato da un sistema che ogni volta che sale al potere, appiattisce questa categoria di lavoratori, in nome di una ideologia stanca che la storia ha già sconfitto.

Sono comunque gli italiani, forse poco raffinati ed evoluti, che con il loro lavoro quotidiano in ITALIA, costruiscono l’ITALIA, non coloro che , profumatamente stipendiati e residenti all’estero come lei, pontificano su ciò che accade oltre oceano. Tanto le dovevo. La figlia di un emigrante degli anni bui del dopoguerra.

Claudia

È finita l’epoca degli scatoloni di cartone

Gent. sig. Vittorio, ho avuto modo di leggere il suo articolo sul sito di Repubblica, testata che ringrazio per avermi dato la possibilità di capire qualcosa di ciò che stava e sta succedendo in Italia. Per lunghi periodi sono all’estero per lavoro (sono un architetto) e anch’io come tanti, spesso preferisco capire un po’ meno un chiaro giornale straniero che capire tutto di un contorto quotidiano italiano. Ho apprezzato molto il suo commento sugli Italiani all’estero e in particolare concordo pienamente con il fastidio che prova nel commentare la programmazione di reti come Rai International, peggio di una tv privata del lombardo veneto (pubblicità comprese): nemmeno un programma in inglese, un sottotitolo, un commento su cosa si sta facendo nella ricerca anche grazie al contributo di cervelli italiani in fuga più o meno temporanea.

La scarsa attenzione del governo italiano verso i concittadini espatriati dimostra semplicemente l’arretratezza delle istituzioni (nessuno si senta escluso) che hanno più che mai perso il contatto con il mondo reale, con la vita. Credo che l’epoca degli scatoloni di cartone sia finita da un pezzo e l’immagine degli Italiani come popolo di sagre e ricette di cucina mi sta davvero stretta. Nemmeno gli americani USA credono più a quest’immagine dell’Italia pizzaemandolino, con la canottiera di Alberto sordi e le corna di Totò (vabbè, lasciamo perdere). Persino nei taglienti serials come i "Sopranos" in cui si prende in giro una italianità tutta da fumetto, i figli vanno a scuola e sono americani come tutti gli altri.

Ho molti amici all’estero, e se qualcuno per caso lavora nel commercio e in attività tradizionali (pochi), certamente la maggior parte è impegnata in progetti di ricerca in università come la Columbia o l’MIT, in grandi società con ruoli tutt’altro che marginali, in attività dove si premia il pensiero più che il pomodoro. Nell’équipe di ogni premio Nobel c’è lavoro italiano che dovrebbe almeno farci inorgoglire di fronte alla quasi totale assenza di riconoscimenti internazionali per la ricerca italiana fatta in Italia. Dovremmo ricordarci che ricerca e università, nel mondo contemporaneo, si traducono immediatamente in brevetti, competitività, sviluppo, magari facendo qualche servizio televisivo, qualche titolo di giornale, istituendo qualche borsa di studio per il rientro.

Tralascio volutamente ogni considerazione sul voto, sui risultati, in Italia come altrove. Proviamo a fare un passo avanti con quotidiani italiani in lingua inglese e tv nazionali fatte per l’estero, non solo per gli Italiani all’estero o addirittura per la loro immagine iconica. Vorrei aggiungere la mia alla voce di migliaia di altri Italiani che non ne possono più, che vogliono essere rappresentati davvero da istituzioni moderne, che riprendano in mano la ricerca, le università, la cultura, in patria come altrove. Grazie,

Giorgio

Violazione della privacy?

Gentile Direttore, grazie per il suo articolo sul voto degli italiani all’estero. Mi ha fatto piacere aver contribuito (come cittadino elettore) alla vittoria del centrosinistra. Nella sua analisi però dimentica che (almeno qui nel NA) se la casa delle libertà si fosse presentata unita avrebbe probabilmente vinto al senato. Vorrei anche richiamare la sua attenzione anche sul fatto che io ho personalmente ricevuto messaggi elettorali da due candidati del centro-destra: segno che qualcuno nei consolati si è preoccupato di rendere pubbliche le liste dell’anagrafe. Mi chiedo se questa non sia una violazione del diritto alla privacy (o peggio interesse privato in atti pubblici). Distinti saluti,

Marco Fiorentino

Rimbocchiamoci le maniche e ricominciamo!

Zuc, GRAZIE!!!! Letto l’articolo su di noi... su di tutti noi (ehm ancora non ho capito se "tecnicamente" dovertici/potertici contare o meno), non esito a dirti che m’è (quasi) scappata la lacrimuccia... non foss’altro che che stavo qui a lavoro e non potevo farmela scappare di fronte ai miei colleghi tedeschi, inglesi, svizzeri, svedesi, francesi, che insistentemente mi chiedevano "why that tearful face?"... Come poter spiegare quello che ho provato leggendoti? Eh si abbiamo vinto!! Ma non le elezioni ma abbiamo vinto l’idea di "italianopizzaemandolino" che prima ancora che gli "altri" (stranieri) ci mettevamo addosso "da soli" (o meglio italiani ad altri italiani)! E riappropriamoci e ricominciamo - finalmente - a dire: "Forza, Italia... rimbocchiamoci le maniche e ricominciamo"!

PS: dalla mia ultima sono passato dalla "Höflichkeitsform" alla "Unhöflichkeitsform"... come si dice da queste parti, spero Tu non me ne voglia, ma - davvero - dopo l’articolo mi sono (ancora di più) Tuo amico!! (e al diavolo questa maledetta tastiera che mi costringe a estenuanti esercizi da pianista per mettere ’sti benedetti accenti.

Andrea De Simone

Tra l’arresto di Provenzano e la vittoria della sinistra

Egr. Dott. Zucconi, da siciliano (all’estero) sono molto felice per la cattura del boss Provenzano e, specialmente, per la reazione dei siciliani che lo hanno accolto al grido di "bastardo". I siciliani hanno dimostrato di saper ripagare lo stato con la fiducia quando le istituzioni sono realmente presenti. Ricordiamoci che in Sicilia ben altre iniziative contro la mafia sono state prese (commercianti a Capo d’Orlando, presidente del Gela calcio e sindaco contro il racket delle estorsioni etc. etc.), ma adesso io mi chiedo: si continuerà fino al punto di arrestare coloro i quali hanno reso possibile una latitanza di 43 anni? Lo spero, anche se ne dubito fortemente dato che di sicuro tanti politici sono implicati!

Un’altra domanda... che sembra fuori luogo ma forse non lo è: questa sinistra che ha vinto di pochissimo le elezioni, avrà il coraggio di cambiare sul serio? O avrà nuovamente paura di non ferire la chiesa o altri interessi? Sa, quel piccolissimo margine di voti della sinistra la dice lunga sugli italiani che fino all’ultimo si offrono al miglior offerente (Berlusconi: "abolisco l’Ici....!"). Il fatto è che tra arresto di Provenzano e vittoria della sinistra... Beh ci avevo creduto un po’! Saluti...

Marco

Voglia di vedere un cambiamento

Gentile direttore, sono un ricercatore italiano emigrato in Francia da ormai quasi nove anni. Come molte migliaia di nostri connazionali all’estero ho avuto la possibilità di votare per la prima volta. Ed è anche la prima volta che sento di aver fatto qualcosa di utile per il mio paese, visto l’apporto determinante dato da noi italiani all’estero per la vittoria del centrosinistra. Immagino che questo mio messaggio sia simile a migliaia di altri che lei avrà ricevuto in questi ultimi giorni, ma ho deciso di scriverle soprattutto per ringraziarla del suo articolo di oggi "Save private Prodi".

Mi sono riconosciuto nella sua analisi e ritengo che essa fornisca una visione abbastanza realistica della nostra vita all’estero e della passione, della nostalgia, della voglia di vedere un cambiamento in Italia che, credo, ci ccomuna. Sperando in un futuro migliore, ancora grazie.

Jacopo Vizioli

Radio Kabul?

Il signor Vittorio Zucconi afferma il falso quando scrive che RAI INTERNATIONAL non trasmette la diretta dei confronti BERLUSCONI - PRODI. Gli italiani all’estero quando leggono Repubblica su internet si chiedono se stanno leggendo la versione cartacea di Rai Tre, nota anche come radio KABUL. Regards

Maurizio Fadda (Sudafrica)

Clown grossier

Caro direttore, grazie, grazie ed ancora grazie per aver saputo interpretrare quei sentimenti che io italiano all’estero da 30 anni non riuscivo a tradurre in parole. La mia frustrazione è andata via via crescendo in questi ultimi anni soprattutto a causa della ricorrente domanda che i miei amici stranieri mi ponevano. "Perché voi italiani accettate che a capo del governo ci sia un clown grossier"? Non sono mai riuscito a trovare una risposta che convincesse me prima ancora degli altri. Il risultato delle elezioni ha dato il via ad una variante della vecchia domanda: "Di frontre all’evidenza di un paese allo sfascio e di una volgarità dilagante (volgarità fatta non solo di parolacce ma di idee che offendono l’intelligenza umana) com’é possibile che lo scarto dei risultati elattorali sia così basso?". Cosa rispondere? Cosa rispondermi?

Il suo articolo non mi aiuta a trovare una risposta ma a fare la diagnosi di come molti politici continuano a vedere gli italiani all’estero. Il suo articolo mi dà certezza (e consolazione) di aver fatto bene di scegliere di vivere fuori dall’Italia perché, così facendo, ho dovuto confrontarmi con altri mondi, culture e media diversi. Continuo ad essere italiano e, malgrado tutto, ad amare l’Italia. Vorrei soltanto che la persona che rappresenta tutti gli italiani sia tutt’altro che un clown grossier. Con simpatia ed ammirazione La saluto e Le auguro una buona Pasqua.

Arcangelo Milella

Gli italiani all’estero non sono più quelli di un tempo

Lei veramente crede che se Tremaglia avesse potuto prevedere l’esito delle votazioni non avrebbe lottato ugualmente per il voto degli italiani all’estero? E lei si ritiene un membro di quella "comunità più raffinata ed evoluta dell’Italia stessa in Italia, perché esposta al confronto con mondi, culture e media diversi"? I compagnucci di merende ora al potere si dannavano per dare il voto agli immigrati (chissà perché?), ma agli italiani all’estero ha dovuto pensare quello "scioccone illuso di Tremaglia".

Tremaglia non passerà alla storia "come l’artefice della strombatura di Berlusconi", passerà alla storia come quello che ha permesso di votare agli italiani all’estero. E poi basta con questa storia della fuga di cervelli all’estero: i cervelli all’estero se ne vanno per soldi, come i calciatori, e come lei! Se vi sentite patrioti tornate a casa e cercate di cambiare qui quello che c’è da cambiare invece di gracchiare boiate da oltreoceano! Distinti saluti

Paolo Pellegrini

Il contributo degli italiani all’estero

Gentile Dr. Zucconi, Come Italiano all’estero le scrivo per complimentarmi per l’energia e l’ironia del suo ultimo articolo "Saving Private Prodi". Aggiungerei che spero che il suo appello sarà sentito anche dalla sinistra che forse in futuro saprà essere non solo riconoscente ma anche opportunista nell’approffittare di quello che i connazionali all’estero possono ancora contribuire all’Italia.

Il mio contributo come membro dell commissione scientifica di Telethon, che è una fondazione seria che sostiene la ricerca scientifica in Italia a scapito di un governo inesistente, è un modo per aiutare i miei colleghi ricercatori in Italia. Spero che il governo Prodi saprà attingere a questo tipo di risorse oltre ai voti per il bene del nostro paese. Cordiali saluti e complimenti ancora a lei e agli altri colleghi della redazione di Repubblica.

Marino Zerial

La speranza di un futuro meno incerto

Caro Direttore, poche parole per ringraziarLa e ringraziare tutti i concittadini residenti all’estero per avere, in modo decisivo, contribuito a liberare il paese dall’insano governo di SB! Avete dimostrato di conoscere e tifare per l’Italia molto più degli Italiani che effettivamente vi risiedono. Ancora un affettuoso ringraziamento, e ora, speriamo in un futuro meno incerto e in un posto di lavoro a tempo indeterminato! Con stima e simpatia

Raffaele Maffi

Un’immagine diversa

Sono un insegnante che ha amici in varie parti del mondo, finalmente posso sperare di diffondere una immagine diversa ringrazio tutti i concittadini che vivono fuori dell’Italia.

Franco Ciocca

Anche all’estero un’Italia divisa

Caro Vittorio, Il tuo commento su gli Italiani all’estero pubblicato su Repubblica mi ha fatto molto piacere. Sono d’accordo con te che la popolazione italiana all’estero si sta lentamente modificando. Ora c’è un incremento di italiani che emigrano per i motivi che tu citi nell’articolo (ricercatori, professionals, businessman, etc.) comunque rimane alta la percentuale di italiani magari di seconda o terza generazione che mantengono lo stereotipo dell’italiano emigrato 50 anni fa. La mia esperienza personale qui in Canada mi ha portato ad incontrare "italiani" che continuano a vivere nel passato.

Penso che anche all’estero ci sia un Italia divisa e noi nuovi emigrati abbiamo grossi problemi di comunicazione e comprensione con gli italiani all’estero di seconda o terza generazione. Penso che il voto sia biased in quanto la maggior parte dei votanti sono appunto gli italiani di cui parli nell’articolo ma non è un campione rappresentativo di tutti gli italiani all’estero. Scusami per la lunghezza di questa lettera e mi piacerebbe sapere la tua opinione in proposito. Distinti saluti.

Fabrizio Giuliani

Di Italiano voglio solo il nome

Egregio Signore, sono dal 1984 fuori dell’Italia e dopo 13 anni in Francia e d’Italiano ho ormai solo il nome. Il buffone internazionale che ha governato l’Italia negli ultimi 5 anni ha contribuito moltissimo alla mia disaffezione dell’Italia. Ma non è tutto, perché coco-the-clown al potere qualcuno l’ha votato. Purtroppo, l’Italiano medio, oggi come ieri, odia la cultura, la scienza, le arti, tutto quello che non si può monetizzare facilmente o non "serve".

La considerazione, lo status che uno scienziato o un intellettuale ha qui in Francia è inimmaginabile in Italia. Basti osservare come qui la maggioranza della popolazione abbia sostenuto la lotta dei laboratori di ricerca contro i tagli nel budget del governo lo scorso anno. In Italia, ci avrebbero detto: "Andate a lavorare fannulloni!!". E dopo 5 anni di stagnazione, ancora votano al 50 % per coco the clown! È francamente una vergogna, un’onta per un paese che si crede civile.

Dunque caro signore, non condivido per niente i suoi sentimenti di sollievo: In Italia di Berlusconi che ne sono almeno 20 milioni e non se ne andranno via magicamente con un voto della circoscrizione estero.

Inoltre, visti i risultati dei Berlusconites della sua circoscrizione, Stati Uniti, ho la sensazione che gli stereotipi di cui parla nel suo articolo abbiano ancora un grande futuro davanti a loro, almeno a New York e nel Texas: Che questi signori non hanno avuto bisogno di vedere the international buffon tutte le sere alla televisione per votarlo! Cordiali Saluti
PS: Vive la république et vive la France!

Massimo Marchi

(13 aprile 2006)

http://www.repubblica.it/2005/b/rub...