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"Silvio mi diede 10 mila euro e trovavamo pure la marjuana"

Publie le mercoledì 3 novembre 2010 par Open-Publishing
2 commenti

IL DOCUMENTO

I verbali dei racconti di Nadia Macrì ai magistrati di Palermo. Gli incontri ad Arcore e a Villa Certosa. "L’erba da fumare in Sardegna veniva trasportata con il jet privato del presidente". Tirato in ballo anche il sindaco di Parma. Perla Genovesi mi presentò a Brunetta

PALERMO - "Lui diceva, "avanti la prossima". E qualche volta stavamo tutte insieme nella piscina dove veniva consumato il rapporto sessuale". Nadia Macrì, 27 anni compiuti il 7 aprile, era ormai sicura di poter raggiungere presto il suo sogno: entrare al Grande Fratello. Ai magistrati di Palermo ha raccontato: "Sono stata tre volte da Berlusconi, ma solo in due occasioni abbiamo avuto rapporti sessuali. Una volta in Sardegna e una volta ad Arcore. Per le prestazioni mi diede 10.000 euro ed altri piccoli regali. È accaduto nella Pasqua 2009, in Sardegna e nell’aprile 2010, ad Arcore. I soldi me li ha dati personalmente Berlusconi, in una busta".

Ha riempito quasi 300 pagine di verbale Nadia Macrì, ex cubista ed ex ragazza immagine a Milano, ex socia di un bar in via Giovanni XXIII a Reggio Emilia dall’insegna significativa, "Le veline". La sua vita cominciò a cambiare quasi per caso: "Ho conosciuto Lele Mora tramite un certo Federico, che ho incontrato per strada - racconta - Federico si occupa della sicurezza di Lele Mora". Così Nadia Macrì si ritrovò nel bel mondo delle feste milanesi. "Ho lavorato anche per Mora", ha spiegato.

Il Primo Incontro

La giovane dice ai pm: "La prima volta che sono andata ad Arcore mi sono recata prima a casa di Lele Mora, a Milano, in via Monza, dove c’erano altre ragazze. Da lì siamo andate allo studio del giornalista di Rete 4
Emilio Fede. Era lui che faceva una sorta di selezione: ci chiedeva il nome, ma poi siamo andate tutte e sette nella villa del presidente, con un’auto privata". Quella sera c’era una grande festa a casa Berlusconi. "C’erano persone famose, cantanti, imprenditori, avvocati, notai. Tuttavia - spiega la testimone - poi gli altri andavano via e solo noi ragazze ci alternavamo con il presidente". Ma quella volta non accadde nulla fra Nadia e Silvio Berlusconi. "La sera che l’ho conosciuto - questo ha messo a verbale Nadia Mcrì - non abbiamo avuto rapporti sessuali. Ricevetti comunque in dono dei piccoli gioielli, tipo Swarovski".

A Villa Certosa

Quella sera, a Milano, il presidente invitò la sua giovane ospite in Sardegna. Il giorno dopo, lei corse a fare un biglietto per Olbia. "Si verificò poco prima del terremoto, nel periodo di Pasqua - racconta la testimone della Procura - nella villa in Sardegna eravamo circa 25 ragazze. Nelle stanze c’era dell’erba da fumare, che veniva trasportata con il jet privato del presidente". In ogni stanza venivano ospitate due ragazze, per ognuna c’era una spinello. "Ho visto altri invitati fumare - dice Nadia Macrì - il presidente mai".

Di nuovo a Milano

"Circa sei mesi fa, ad Arcore, c’è stato un altro incontro". È ancora Nadia Macrì che spiega a verbale. "Tale contatto mi fu procurato dal sindaco di Parma. Quando io ho bisogno di soldi vado proprio a Parma: lì c’è un bell’hotel vicino alla stazione ed un giorno io mi sono seduta al bar. Lì ho incontrato due uomini, il sindaco di Parma e il suo segretario. Il segretario mi disse che ero stata fortunata, perché quello era il sindaco e che avevo fatto colpo. Dopo, siamo andati in una villa e lì abbiamo avuto un rapporto sessuale per cui ho avuto 500 euro". Nadia Macrì pretendeva qualcosa di più: "Chiesi al sindaco se poteva mettermi di nuovo in contatto con Berlusconi e lui mi disse che in effetti qualche giorno dopo il presidente si sarebbe recato a Parma. Qualche giorno dopo Berlusconi mi chiamò ed organizzammo di incontrarci ad Arcore". Ma quello fu l’ultimo incontro. Racconta Nadia Macrì che il presidente restò male per una sua battuta. "Mi chiese, "cosa fa lei nella vita?". Gli risposi: "Presidente, cosa vuole che faccio, le marchette". Allora lui fece uscire l’altra ragazza e mi riprese: "Questo lei non deve dirlo"". Quel giorno Nadia aveva bevuto un po’ troppo, è lei stessa ad ammetterlo: "Ero ubriaca. Dopo la mia risposta lui si arrabbiò. Mi disse che io parlo troppo".

L’incontro con Brunetta

All’inizio di tutta questa storia, Nadia Macrì racconta di essere entrata nel mondo luccicante della politica italiana solo per bisogno. Doveva risolvere un problema di affidamento del figlio. "La mia amica Perla Genovesi mi fece conoscere un avvocato di Roma tramite Renato Brunetta", ha spiegato. Era il 2006. "Io e Perla andammo nello studio di Brunetta. La sera, andai con Brunetta dall’avvocato Taormina e gli consegnai tutta la documentazione. Il giorno dopo, andai a casa di Brunetta: per una prestazione sessuale mi regalò vestiti, gioielli e circa 300 euro. Io speravo di mantenerla quella relazione, per guadagnare un po’ di soldi, ma la cosa non durò". Alla fine, Nadia Macrì restò con i suoi problemi: "L’avvocato Taormina non si è nemmeno presentato all’udienza - accusa la giovane - né mi ha mai restituito la documentazione che gli avevo lasciato".

(03 novembre 2010)

http://www.repubblica.it/politica/2010/11/03/news/verbali_nadia_macr-8690452/?ref=HREA-1

Messaggi

  • “Nadia? Brunetta la conosce molto bene”

    L’avvocato Taormina: "Brunetta accompagnò più volte l’escort nel mio studio. Lei e Nadia cercavano di coinvolgermi. Lasciai l’incaricò"
    Ma quale conoscenza occasionale. Ma quale opera di bene. Quando Carlo Taormina, ex sottosegretario del governo Berlusconi, legge le parole del ministro Renato Brunetta sull’ennesima ragazza che emerge dal passato del premier e ora anche di un suo ministro, sbotta in una fragorosa risata.

    Avvocato, Brunetta ha dichiarato: “La signora Nadia Macrì mi è stata presentata quattro anni fa, nel corso di un convegno. In lacrime mi espose le sue difficoltà. La conoscenza si è esaurita in quell’unica occasione (…). Per i suoi problemi gli indicai l’avvocato Taormina. Non l’ho più rivista né sentita (…)”.

    Balle

    Come balle?

    Renato Brunetta è venuto nel mio studio ad accompagnare questa ragazza molto appariscente e devo dire anche provocante nei modi non una volta ma più volte.

    Come la presentò?

    Mi disse che era una sua amica, un angelo, che dovevo difendere in una situazione personale molto delicata che riguardava un problema di affidamento di minore. Brunetta la seguiva come se fosse una sua problematica personale, altro che conoscenza di un giorno.

    Lei ha conosciuto anche Perla Genovesi, la ragazza che ha raccontato ai pm di Palermo la storia delle serate con la sua amica Nadia e gli incontri sessuali a pagamento da parte di Berlusconi?

    Sì Perla e Nadia erano amiche. La prima era una collaboratrice molto fidata del parlamentare di Forza Italia Enrico Pianetta e insieme a Nadia facevano una grande vita notturna. Ricordo che cercavano di coinvolgermi con continui sms e io, che sono un tipo morigerato, non sono mai andato alle loro serate.

    Perla Genovesi ha rischiato l’arresto per traffico di droga. A quelle serate, secondo lei, girava cocaina? Si facevano festini alla presenza anche dei politici?

    Non lo so. Quelle ragazze erano scatenate, dei tipi border-line. Ma io non sono mai andato alle loro uscite e quindi non so cosa facessero. Né so se già allora conoscessero Berlusconi.

    Perché Brunetta dovrebbe nascondere un’amicizia così stretta?

    Non lo so. Comunque, l’ho assistita legalmente e aiutata per mesi gratis proprio perché Renato me l’aveva presentata come una sua amica carissima. E mi telefonava in continuazione perché io portassi a compimento l’opera ottenendo dal tribunale quello che la ragazza desiderava tanto.

    Come è finito il rapporto?

    Professionale beninteso. Perché solo questo tipo di rapporto ho avuto con la signora Nadia.

    Certo, certo, professionale.

    Dopo un colloquio con un magistrato di Modena che mi spiegò bene i termini della sua situazione legale, ho preferito lasciare la difesa. Io sono un avvocato all’antica. E forse anche un politico troppo all’antica. Ho lasciato il partito di Berlusconi e ho fondato la Lega Italia con il mio amico Tancredi Cimmino anche per questo. Ho visto troppe cose che non mi piacevano. Se non eri una donna attraente e se non eri gentile con chi comandava nel Pdl, in quel partito non c’era spazio.

    Lei quindi è d’accordo con Guzzanti che parla di “mignottocrazia”?

    L’immoralità riguardava non solo le donne ma anche gli uomini con certe tendenze. Questo clima da basso impero e la soppressione dei meriti mi hanno indotto ad andarmene.

    Marco Lillo

    da il Fatto Quotidiano del 4 novembre 2010

  • Penso che il parlamento italiano, oggi sia più appropiato chiamarlo bordello. Non c’è più decoro e hanno la faccia tosta di non vergognarsi più di niente di tutte le malefatte che arrecano al nostro paese, in primis per le politiche antisociali...però devono sapere gli ologarchi, che c’è un inizio e una fine, e questo può darci fiducia...