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Manifestazione 19 ottobre a Roma: manuale di autodifesa legale

par Davide Falcioni

Publie le venerdì 18 ottobre 2013 par Davide Falcioni - Open-Publishing

Qualche consiglio per affrontare controlli, perquisizioni e arresti durante le manifestazioni di piazza.

La piazza è piena e tu ti trovi lì a manifestare, quando arriva un poliziotto e ti chiede i documenti. Che si fa? Oppure: hai organizzato una macchina con dei compagni e volete partecipare a un corteo, ma un carabiniere chiede di perquisire il veicolo. O magari sei capitato in mezzo a degli scontri e vieni “catturato” e trasportato in caserma. Come ci si deve comportare? Sono domande legittime. In uno stato di diritto gli abusi delle forze dell’ordine sono illegali ed è bene che chi si appresta a partecipare a una manifestazione conosca almeno alcune norme basilari di “autodifesa legale”, ovvero sappia quali sono i suoi diritti e li faccia valere nel caso ce ne sia il bisogno. Ma è fondamentale anche l’approccio con il quale si devono affrontare certe situazioni. In rete esistono numerosi “manuali” che fanno al caso, realizzati da partiti, associazioni o movimenti con la consulenza di avvocati.

Ad esempio: il sito antirep inizia dando alcuni consigli di “buon senso”, partendo proprio dall’equipaggiamento. Ok a vestiti comodi, scarpe robuste ma leggere, documenti validi, acqua e occhialini da nuoto. Questi ultimi, in particolare, servono qualora le forze dell’ordine diano il via al lancio di lacrimogeni. Portate anche limoni, se ne avete: quando gli occhi bruciano possono essere molto utili. Meglio invece lasciare a casa tutto ciò che può essere – o apparire – pericoloso. Una banale catena per legare la bicicletta può essere sufficiente a creare più di qualche problema.

In caso si venga fermati dalle forze dell’ordine: niente di più facile durante una manifestazione di un controllo di polizia o carabinieri. In tal caso bisogna esibire un documento e se vi è bisogno confermare le generalità. “Ogni altro tipo di trattenimento (ad es. hanno già trascritto i vostri dati personali ma non vi restituiscono il documento, oppure perdono tempo e non forniscono spiegazioni) – spiega antirep – è da considerare illegittimo. Chiedete espressamente a che titolo vi trattengono e le eventuali contestazioni che vi muovono. Se dopo queste osservazioni ancora non vi lasciano andare chiedete immediatamente l’intervento di un avvocato di vostra fiducia”.

In caso di perquisizioni: E’ cosa assai comune che – in caso di controllo – gli agenti vogliano procedere a una perquisizione. Spiega antirep: “Ricordate che prima della perquisizione vi deve essere data la possibilità di essere assistiti da un avvocato. Come donna possiedi il diritto di farti perquisire da una poliziotta. Nel caso ignorassero questo diritto minacciali di denunciarli: menziona il nome dell’avvocato, a volte li impressiona. Alla fine vi sarà dato un verbale da firmare: a meno che il vostro legale, presente materialmente all’atto (non si danno consigli al telefono, insomma), non vi dica di firmare non dovete mai firmare nulla e per nessun motivo”.

Vale la pena di dare un’occhiata anche al manuale di autodifesa legale prodotto dai Carc con la consulenza di numerosi avvocati che negli anni ne hanno preso le difese. “Ai sensi dell’art. 103 D.P.-R. 309/1990 possono fermarti se c’è in corso un’operazione di polizia finalizzata alla ricerca di droga e stupefacenti e se c’è il ragionevole sospetto che tu possa essere in possesso di tali sostanze. La perquisizione riguarderà i tuoi effetti personali, la tua macchina e i tuoi bagagli. Al termine di essa deve esserti data copia del verbale di perquisizione”.

Inoltre, in caso di fermo di identificazione, “Se ti rifiuti di dichiarare le tue generalità (nome, cognome, luogo e data di nascita), allora possono SEMPRE costringerti a seguirli al posto di polizia, mentre non sarebbero autorizzati a farlo nel caso tu fornisca i tuoi dati a voce, senza però esibire carta d’identità, patente o quant’altro, perchè mentre il rifiuto di declinare le proprie generalità è un reato, non lo è affatto il rifiuto di mostrare il proprio documento di identificazione. Possono costringerti a seguirli anche quando essi ritengano che gli indizi che hai dato a voce siano insufficienti o che i documenti che hai mostrato siano falsi”.

In caso di arresto - Speriamo non accada mai, ma meglio sapere cosa fare in caso di arresto o fermo: il primo avviene in flagranza di reato, mentre il secondo “quando sono presenti due presupposti irrinunciabili: 1. pericolo di fuga, attuale e concreto, legato anche all’impossibilità di una identificazione certa della “persona gravemente indiziata”; 2. che si tratti di reati puniti con la pena dell’ergastolo o di reati che prevedono una pena minima superiore a due anni e una pena massima superiore a sei anni”.

I Carc spiegano: ” Sia il fermo che l’arresto possono avere durata massima di 96 ore (4 giorni). Se non ti rimettono immediatamente in libertà, nelle successive 48 ore dall’arresto o dal fermo il PM deve chiederne la convalida al giudice, il quale è tenuto a provvedervi nelle successive 48 ore. Dopo massimo 4 giorni devi essere rimesso in libertà. Nel caso tu sia incensurato o che l’arresto sia avvenuto per fatti non particolarmente gravi è possibile che il PM autorizzi la scarcerazione immediata. In questa evenienza potresti essere liberato dopo una sola notte. Ricordati che in stato di fermo o arresto solo il PM o il giudice possono interrogarti!”.

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