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25 gennaio 2006, 16:08

Ora non vorrei sembrarti cinica e rovinare così una amicizia appena nata;-)
ma debbo confessarti che questa storia boccaccesca di orge tra frati e
monache mi ha divertito assai
Finalmente!!! in questo clima falsamente perbenista, di pipponi moralistici
del Papa ogni giorno, una storia finalmente che ricorda i racconti del
Boccaccia;-))))).
ci voleva proprio;-))))).

Non so quanto in questa storia poi ci capi lo stupro, forse sono prevenuta
verso le monache, soggetti a me personalmente molto antipatiche, io sono più
propensa a pensare a vendette personali, magari anche a gelosie.
Del resto i conventi sono luoghi dediti a tutte le cosiddette perversioni
anche se per me la perversioni peggiore resta l’ipocrisia.
Mi piace sottolineare che il Fratoccio in questione era un tipo che aveva
fatto molta TV, un tipo alla Don Mazzi, del resto ora oltre i cuochi, gli
sbirri e i santi in Tv vanno alla grande frati e monache;-)))))))
E qui ci sarebbe magari da fare qualche considerazione sulla vera ed enorme
ed invadente perversione che è la TV, con tutti i suoi generi, dai TG farsa,
ai Grandi Fratelli,
alle trasmissioni contenitori, dove i politici di destra e "sinistri" vanno
a fare quello per cui sono vocati, i pagliacci in sostanza.
Credo che sia evidente come il degrado morale intellettuale e di dignità
personale passi alla grande attraverso questo media, sopratutto.
Una notizia in merito; ho letto da qualche parte che ora per gli sponsali
non si usa più fare il solito filmino di alcuni anni fa, ora va di moda,
farsi la doppia intervista in stile Iene, il confessionale tipo Grande
Fratello e così via.
Una cosa terribilmente cafona per me, ancora più del filmino classico,
magari colla mia solita cattiveria mi dico: però! almeno ora è chiaro che il
matrimonio è una buffonata;-)))))))).

Ma ora vengo alla sostanza del tuo discorso.
E’ indubitabile che le donne subiscano anche una oppressione legata alla
società patriarcale, però credo che dobbiamo chiarirci sul fatto che tale
doppia oppressione vale ora solo per le proletarie, per le sottoproletarie e
per le donne del terzo mondo.
Io non credo ad un generico soggetto rivoluzionario "di genere" o di specie
o di categoria o di appartenenza che non sia basato su dati concreti di
sudditanza economica, che poi diventa anche sudditanza culturale, se non hai
"i mezzi" per farti una cultura sempre sudditanza economica è.
Per essere chiara una donna non perché è donna è progressista o addirittura
rivoluzionaria, come un/una nero/a può essere un/una borghese nero/a, magari
inserito/a in posti di comando del potere amerikano (vedi Condorella) o un
proletario di New Orleans lasciato a marcire nell’acqua.
Stessa cosa per gli omosessuali, un omosessuale può essere un padrone di
merda, senza fare nomi, o un femminiello dei bassi napoletani.
E’ evidente che tutti questi soggetti, o categorie, o generi (termine che in
effetti aborro, infatti ci vedo un che di razzista in questo termine)
avranno diverse conseguenze
e diversi atteggiamenti in merito alla loro appartenenza.

Quindi per me le appartenenze "categoriali" sono sempre negative in
sostanza, sempre una chiusura e un deviare dai problemi sostanziali, come
qualsiasi forma di corporativismo, che è poi la negazione della corporeità.

Chiariamoci, anche per le donne, come per tutto il resto credo che la lotta
può essere solo rivoluzionaria per essere efficace
solo cambiando questo mondo si possono affrontare e risolvere i problemi di
uomini e donne.

Per questo ti dico che in effetti la proposta di questo papiro proposto da
Patrizia non so che senso abbia.
Le donne debbono lottare su cose concrete e su problemi
reali con la propria autodeterminazione.
Indipendentemente pure dal fatto di essere donne: a proposito di acqua il
problema dell’acqua riguarda tutti uomini donne vecchi bambini animali
piante.....

In sostanza Dorià Serra se ne uscito con un elzeviro in cui criticava il
fatto che si dicesse che al Grande fratello andava "una cinesina", ipocrisia
"sinistra";-))))))
ma perché una cinese che va al grande fratello non è ina-ina-ina?, come una
berga-masch—ina, una roman-ina una somal-ina?
Cerchiamo di affrontare il problema reale, in merito alle donne, e che è
quello che hanno accetta in pieno il modello maschile di potere, che vonno’
essè sbirre, soldati, guardie carcerarie.
Tra l’altro so sempre le peggio!!!!!!

fuori dalla mitologia del femmineo

con affetto
vittoria