> “Cuori Neri” il libro di Luca Telese - Memoria degli anni ’70 e guerra speculare dei miti
30 aprile 2006, 23:42
Caro Aladino Govoni,
apprezzo il tuo intervento, ma vedo che alla fine continui a chiamare bombaroli e squdristi, a parte chi lo era sul serio, ragazzi che la pensavano in maniera diversa da quelli di sinistra.
Vedi questa è l’unica cosa che profondamente mi disturba della sinistra:
sempre buona, sempre giusta, sempre vittima.
Forse è il caso di avere un po più di onestà intellettuale e considerare le vicende con più obbiettività e direi anche serenità visto il decorso del tempo.
Purtroppo i cuori rossi hanno avuto senz’altro più considerazioni di chi è stato perennemente chiuso nelle fogne, anche da morto.
Esistono uomini, idee, storie ed esistono anche Caino e Abele, purtroppo.
Mi scuso se il mio messaggio può rivelarsi velatamente revisionista, ti prego di non considerarlo tale, ma solo un invito alla riflessione.
Facci caso se non ci fossesro stati Panza prima e Telese poi, antifascisti patentati, così si dice, tante storie sarebbero rimaste nel ghetto della memoria, mentre sono un pezzo della carta d’identità di questo paese.
Caro Aladino Govoni,
apprezzo il tuo intervento, ma vedo che alla fine continui a chiamare bombaroli e squdristi, a parte chi lo era sul serio, ragazzi che la pensavano in maniera diversa da quelli di sinistra.
Vedi questa è l’unica cosa che profondamente mi disturba della sinistra:
sempre buona, sempre giusta, sempre vittima.
Forse è il caso di avere un po più di onestà intellettuale e considerare le vicende con più obbiettività e direi anche serenità visto il decorso del tempo.
Purtroppo i cuori rossi hanno avuto senz’altro più considerazioni di chi è stato perennemente chiuso nelle fogne, anche da morto.
Esistono uomini, idee, storie ed esistono anche Caino e Abele, purtroppo.
Mi scuso se il mio messaggio può rivelarsi velatamente revisionista, ti prego di non considerarlo tale, ma solo un invito alla riflessione.
Facci caso se non ci fossesro stati Panza prima e Telese poi, antifascisti patentati, così si dice, tante storie sarebbero rimaste nel ghetto della memoria, mentre sono un pezzo della carta d’identità di questo paese.
Un saluto.
Claudio.