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13 febbraio 2006, 21:32

LA DEMOCRAZIA E’ IN MARCIA!
a cura di Paolo De Gregorio – 12 febbraio 2006

Giungono confortanti notizie sull’”espandersi della democrazia”: la divisione Pianificazioni del Pentagono ha stanziato oltre un miliardo di dollari per migliorare 16 installazioni dal Medio Oriente all’Asia. Sono in corso lavori per ampliare basi Usa in Kuwait, Emirati, Qatar, Afghanistan: si allungano le piste, si ampliano zone di stazionamento, si accrescono i depositi creando una formidabile rete di supporto, che si integra con il dispositivo presente in Iraq, in caso di aggravamento della crisi con l’Iran.
In Iraq invece si è deciso di costruire nel deserto, abbastanza lontano dalle città, nelle località di Mosul, Al Kut, Um Al Kasr, Rawah, dei forti o superbasi, estese decine di kilometri quadrati, completamente autosufficienti, per fornire tutto ciò che occorre a migliaia di soldati che resteranno per anni nella regione, pronti a far uscire colonne blindate ed elicotteri per sostenere l’esercito irakeno, a cui spetterà il lavoro sporco di repressione sul territorio.
C’è da pensare che questi portatori sani di democrazia vogliono rimanere in queste zone abbastanza a lungo, visto che hanno previsto cinema, piscine, supermercati, fast food, saloni con Tv satellitari, campi di basket e di football, il tutto protetto da un perimetro di difesa con eleganti torrette, comode trincee, filo spinato firmato da Armani, sensori anti infiltrazione e quanto altro serve per dormire sonni tranquilli.
Il dichiarato e accorato desiderio di Bush di lasciare tutto il potere agli irakeni e portar via le truppe sembra accantonato, il territorio irakeno comincia a far gola ai “dottor Stranamore” del Pentagono, che si divertono un mondo a piantare bandierine a stelle e strisce ovunque, 850 non gli bastano, e, quanto ad andarsene sono oltre 50 anni che sono in Corea, Giappone, Germania, ma dobbiamo convincerci che lo fanno per altruismo e poi sono tipi che si affezionano.
Il desiderio, manifestato da Ahmadinejad, nel giorno del suo insediamento al potere in Iran, fu semplicemente quello di non avere alcun rapporto con gli Usa.
Ma gli americani non possono esaudire questo desiderio. Essi sono terrorizzati dal grave pericolo di avere, tra 10 anni, a “soli 5.000 km” dalla loro patria, un paese che possiede qualche bomba nucleare, mentre, già ora, a pochi km dalla terra iraniana, incrociano sommergibili Usa, armati di missili nucleari, capaci di cancellare in pochi minuti l’Iran dalle carte geografiche.
La “minaccia atomica iraniana” assomiglia troppo alle “armi di distruzione di massa” in mano a Saddam Hussein.
La “democrazia” e il “libero mercato” di fronte al 50% di tutto il petrolio mondiale, da agnelli si fanno lupi.
Paolo De Gregorio