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> No all’indulto "globale" ragionate sulle vostre contraddizioni.... effettivamnete

29 luglio 2006, 17:25

Dal Corriere:

IL PROVVEDIMENTO SVUOTERA’ LE CARCERI DI MOLTI DETENUTI PER REATI MINORI. MA ANCHE DI ALTRI BALZATI ALL’ONORE DELLE CRONACHE
Liberi tanti protagonisti di scandali e delitti
Più vicina la libertà per Pietro Maso che uccise i genitori e per Erika De Nardo protagonista del massacro di Novi
29/7/2006
Paolo Colonnello

MILANO «Cosa vuole che le dica?». Il procuratore aggiunto Corrado Carnevale, coordinatore del pool reati contro la pubblica amministrazione, allarga le braccia sconsolato. Gesto eloquente, vale più di tante parole. Perché con l’indulto incombente, anni di inchieste, scandali finanziari, corruzioni varie, se ne stanno per andare al macero. «Il rischio - dice un pm che ovviamente non vuole essere nominato - è che si spendano un sacco di soldi per portare avanti istruttorie e dibattimenti e alla fine i tribunali siano costretti a dichiarare che nonostante le colpevolezze acclarate, nessuna condanna è applicabile».

Tre anni d’indulto, in casi come quelli di corruzione (anche giudiziaria) o di falsi in bilancio o aggiotaggio, sono sostanzialmente un colpo di spugna. Non tanto sulle dichiarazioni di colpevolezza: quelle, se accertate, rimangono; quanto sulla certezza della pena, praticamente nulla. «Ma sì - continua il pm -, tanto varrebbe fare una legge che preveda per i reati dei cosiddetti “colletti bianchi” le punizioni che si danno ai bambini delle elementari: mezz’ora dietro la lavagna, 15 minuti con la faccia rivolta al muro, cinque minuti senza parlare... E via cazzeggiando». In concreto: personaggi come l’ex patron di Parmalat, Calisto Tanzi, attualmente sotto processo che, nel peggiore dei casi, potrebbe rischiare un massimo di 5 anni con la continuazione dei reati e si vedrebbe ridotta la pena a non più di due anni, che verrebbero inevitabilmente accompagnati dalla condizionale. In pratica, per un default da 14 miliardi di euro, e la rovina di qualche migliaio di risparmiatori, l’unico carcere scontato diventerebbe quello preventivo di 6 mesi. Sempre in ambito Parmalat, la stessa sorte, anzi migliore, toccherebbe all’ex direttore generale dell’azienda di Collecchio, Fausto Tonna: condannato, con patteggiamento, a tre anni di reclusione, se li vedrebbe azzerati. Più o meno identico destino anche per i «furbetti del quartierino»: da Fiorani in giù, il rischio concreto (comunque già molto remoto) di dover pagare personalmente per i reati commessi sarebbe sostanzialmente nullo. Idem per i due processi che attendono l’ex premier Silvio Berlusconi: i fondi neri Mediaset e la corruzione in atti giudiziari insieme a David Mills. Si tratta di reati che potrebbero prevedere al massimo sette anni di reclusione e che, ammesso (e non concessso) venissero comminati da un tribunale, si ridurrebbero della metà. Sempre che prima non intervenga la prescrizione in base alla ex Cirielli. Unico tra i vari imputati «eccellenti» a rappresentare un’anomalia è Cesare Previti. Il deputato (in realtà non ancora ex) di Forza Italia, avvocato di Berlusconi, è finora, insieme al suo collega Attilio Pacifico, tra i pochi ad essere stato condannato definitivamente (sei anni di reclusione) e a versare in condizioni restrittive agli arresti domiciliari. L’indulto ridurrebbe della metà la pena, consentendogli subito l’affidamento ai servizi sociali e in sostanza una ritrovata libertà.