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> Alle radici dell’odio tragedie incomparabili sull’orlo di una foiba

15 febbraio 2005, 11:13

Come al solito,i fascisti tornati al potere grazie a Fini e Berlusconi,sconvolgono la storia a loro uso e oltraggiono la memoria delle vittime dei partigiani di Tito.
Le vittime non erano solo fascisti: erano presi di mira tutti coloro che si opponevano al disegno dell’annessione della Venezia Giulia alla Jugoslavia, compresi molti antifascisti, membri del Cln che avevano fatto la Resistenza al fianco dei loro assassini. La "caccia al fascista", infatti, si esercitò, perfino con maggiore precisione, nei confronti di antifascisti, i componenti dei Comitati di Liberazione Nazionale di Trieste e di Gorizia, e gli esponenti della Resistenza liberaldemocratica e del movimento autonomistico di Fiume. Dunque, infoibati perché italiani. Lo sostiene anche lo storico Giovanni Berardelli: "La loro principale colpa era quella di essere, per la loro nazionalità, un ostacolo da rimuovere al programma di Tito di annessione del Friuli e della Venezia Giulia". Da cui l’odierna accusa di genocidio o di pulizia etnica.
"Le foibe - sintetizza lo storico triestino Roberto Spazzali - furono il prodotto di odii diversi: etnico, nazionale e ideologico. Furono la risoluzione brutale di un tentativo rivoluzionario di annessione territoriale. Chi non ci stava, veniva eliminato".
E i fascisti,gli SS italiani sfuggiti alla giustizia,strumentalizzano questa immane tragedia e ne approfittano per varare una legge che metta sullo stesso piano ,loro ,i carnefici,ai partigiani che hanno perduto la vita per combattere il nazifascismo e liberare l’Italia.