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No Gelmini-day: La grande protesta

Publie le giovedì 9 ottobre 2008 par Open-Publishing
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No Gelmini-day: La grande protesta

di Perla Pugi

Appuntamento al 30 ottobre con lo sciopero generale nazionale contro la riforma Gelmini. Una data che è stata decisa a unanimità da tutti i sindacati rappresentativi del settore (Uil, Cisl, Flc - Cgil, Snals - Confsal e Gilda) che, proprio stamani, si sono visti rifiutare l’ennesimo tentativo di conciliazione

Nei vari siti web gestiti dalle associazioni di insegnanti e/o di genitori, già si preparano per il prossimo e importante appuntamento, quello dove si riuniranno per una nuova manifestazione in pieno stile No Gelmini-day cui avevano aderito più di cento scuole. Nonostante il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, minimizzi la situazione definendo queste proteste "piccole frange che non guardano ai problemi nel merito", appare chiaro a tutti che i disagi emersi con il decreto legge Gelmini stanno diventando sempre più un’urgenza da risolvere per milioni di famiglie italiane.

Il comitato genitori, che guiderà la manifestazione del 30 ottobre, continua a dichiararsi contrario ai tagli dei finanziamenti alla scuola statale e al licenziamento di 200.000 lavoratori tra insegnanti, segretari, assistenti amministrativi, assistenti tecnici e collaboratori scolastici per un totale di 44.500 congedi in tre anni. Il ministro parla di un ricollocamento dei licenziati, ma sempre in modo nebuloso e poco rassicurante. Inoltre, il piano programmatico Gelmini-Tremonti prevede anche una riduzione netta di ore di scuola e di materie sia alle elementari e alle medie inferiori sia alle scuole superiori. Come se questo non bastasse a creare malumori ci si mette anche la proposta della commissione cultura guidata da Valentina Aprea (Pdl) che con un disegno di legge AC 953 intitolato: "Norme per l’autogoverno delle istituzioni scolastiche e la libertà di scelta educativa delle famiglie, nonché per la riforma dello stato giuridico dei docenti" presenta non pochi, discutibili, elementi di novità. Se venisse approvato, il provvedimento di Aprea, rivoluzionerebbe il sistema scolastico italiano facendo sparire i consigli di circolo e di istituto, che nelle funzioni verrebbero sostituiti dai consigli di amministrazione presieduti da un dirigente scolastico. In questo modo, verrebbero esclusi la rappresentanza del personale amministrativo, tecnico e quello ausiliario dalla composizione del consiglio di amministrazione con solo dei rappresentanti esterni previsti e scelti in ambito educativo. I consigli di amministrazione, poi, avrebbero la facoltà di decidere se trasformare le scuole pubbliche in fondazioni private con, quindi, la possibilità di partecipazioni aziendali nella gestione dell’istituto scolastico. Anche quella didattica.

Le famiglie, però, non si limitano solo a gridare il proprio "no" ad alcune proposte, chiedono la stabilizzazione dei precari (circa ottantamila insegnanti disoccupati provenienti dalla Scuola di Specializzazione all’Insegnamento), al rispetto del tetto massimo di alunni per classe (attualmente 25 studenti per aula), al rispetto del tetto massimo di 20 alunni per classe con la presenza di un solo bambino diversamente abile, a un adeguamento del numero di insegnanti di sostegno, alla garanzia del tempo pieno e prolungato e all’insegnamento della lingua inglese con personale qualificato. Ma, soprattutto, i genitori e i bambini rifiutano a gran voce il maestro unico.

Maestro unico che, nel decreto legge, viene definito "un elemento di rinforzo del rapporto educativo tra docente e alunno, semplifica e valorizza la relazione fra scuola e famiglia. Nell’arco di vita intercorrente dai sei ai dieci anni si avverte il bisogno di una figura unica di riferimento con cui l’alunno possa avere un rapporto continuo e diretto". Molti genitori, però, contestano la Gelmini dichiarando che oggi, alla soglia del 2009, moltissimi bambini frequentano l’asilo nido, e poi la scuola d’infanzia, già dalla più tenera età. In questi luoghi hanno interazioni con diverse figure di riferimento. Dato che molti genitori lavorano anche oltre il normale orario di asilo, spesso i bambini all’uscita della scuola vengono affidati ai nonni e alle baby sitter. Quindi, l’idea di proporre ai bambini come figura di riferimento una sola persona è quanto meno anacronistica. Un pensiero, questo, comune tra i genitori e che trova concorde anche la pedagogista Maria Rita Esposito che spiega come il bambino, dai sei anni in su, abbia "una molteplicità di interessi e di bisogni di apprendimento che ne qualificano lo sviluppo e questo viene ben accolto nell’interazione con diversi maestri che operano con differenti metodologie e modalità relazionali". Siamo certi che per i bambini del 2008 avere un unico docente di scuola primaria rappresenti un’esigenza formativa? Maria Rita Esposito sottolinea il contrario, che "ci potrebbe essere il rischio che, invece, questi bambini del terzo millennio siano del tutto disabituati alla figura unica di riferimento".

Mentre gli studenti, le famiglie e il personale della scuola organizzano la partecipazione alla manifestazione indetta il 30 ottobre, con prova generale il 17 ottobre quando scenderanno in piazza gli aderenti ai Cobas che hanno deciso di muoversi autonomamente, il Parlamento discute sull’iniziativa di distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni delle scuole italiane, come previsto da un ordine del giorno del decreto legge Gelmini.

Prendendo come spunto un ordine del giorno del Pd che impegna il governo a distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni, la Lega, scatenando una bagarre, si è mostrata ancora una volta come un’anomalia all’interno della maggioranza. Infatti, il Governo ha dato parere favorevole e i deputati del Pdl hanno espresso voto a favore solo la Lega che si è astenuta abbandonando l’aula.

"Quando si parla di simboli fondamentali della Repubblica come l’Inno, la bandiera o la Costituzione gli esponenti della Lega faticano a nascondere il loro imbarazzo", ha osservato Roberto Zaccaria, deputato del Pd e vice presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera.

Messaggi

  • Ma certo: massifichiamo l’informazione sui giornali di Confindustria e massacriamo la scuola!Quello stronzo di B farà sparire 4200 scuole e quella stronza della Gelmini infila la relativa legge in un decreto sulla sanità. Se non è malafede questa!
    Addio scuole di piccoli Comuni e isole! Che i genitori si arrangino! Godrà il Papa che vedrà aumentare gli interni nei collegi privati. Abbiamo un capo religioso che quando vede un premier italiano si preoccupa solo delle sue scuole private e di tasse da esentare. Una follia! Ma dov’è che il Vangelo diceva di ammazzare l’istruzione e l’informazione?
    Guardate la faccia di tolla di questa gente: cancellano 4200 scuole e lo fanno nel Decreto-legge 154 "Disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le autonomie locali"!
    Belli anche i leghisti! Quelli che le autonomie locali le dovevano difendere! E come lo fanno? Cancellando l’ICI e riducendo le spese sanitarie che tengono in vita i Comuni e eliminando 4200 scuole! Tanto l’istruzione non conta! Per essere di dx basta seguire i propri istinti, cultura e informazione ostacolano. Più bifolchi siamo, più gli asini avanzano, il figlio di Bossi docet. E si può sempre fare come il padre, che ha millantato titoli di studio mai avuti. E se no come fa la cultura di dx a crescere? E il decreto Tremonti dice che se un Comune si rifiuta di applicare questa barbarie deve essere chiuso! Bel rispetto alle autonomie locali!
    I posti da tagliare saranno 132.000! E’ finito il tempo del milione di posti di lavoro in più, ora siamo al milione di posti di lavoro in meno. E questi fetenti dei tg che continuare a ripetere come zombi che si sciopera "contro i grembiulini e i voti numerici"! Ma chiudeteli ’sti servi del regime!
    La Gelmini nega. Ha imparato da B: massacrare il paese e poi negare. Non sta capita neanche lei? E qualche imbecille ripete che siamo contro B per pura invidia! Il nazismo fa schifo, non invidia!

    viviana