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> Le lacune dell’informazione italiana sulla situazione in Libano

8 settembre 2006, 13:37

Beh, comunque nel 1982 non ci fu un solo morto tra i militari italiani, la maggior parte dei feriti fu dovuto al passaggio su mine preesistenti dell’epoca della guerra civile e soprattutto il compito assegnato alla missione di Angioni era indiscutibile ed inattaccabile, cioè quello di proteggere i campi dei profughi palestinesi dagli attacchi dei falangisti.

E questo è quello che fu fatto, anche con notevole efficienza.

Non ricordo se furono coinvolti anche militari di leva, se anche fosse dubito che non fossero volontari e comunque oggi la leva non esiste più.

Ma al di là di queste disquisizioni storiche, mi sembrava calzante il paragone con la missione di Angioni soprattutto per dimostrare una oggettiva discontinuità e differenza con le più recenti storie di Kossovo, Afghanistan ed Irak.

Queste ultime, Onu o non Onu, non possono assolutamente essere considerate missioni di pace, quella in Libano invece si.

Che poi si tratti di una missione di pace pericolosissima, magnificata invece con leggerezza e trionfalismo dai Prodi e dai D’Alema, sono io il primo ad averlo detto.

Cosi’ come ho detto che il tutto nasce dalla oggettiva sconfitta sul campo degli israeliani.

Rimane il fatto, al di là di queste considerazioni, che la stragrande maggioranza degli italiani ( e la quasi totalità del cosiddetto "popolo di sinistra") a questa missione è largamente favorevole.

Il che non la rende "tout court" giusta nè tantomeno meno pericolosa, ma è cosa che impedisce una mobilitazione contro la stessa missione che non sia ultraminoritaria e totalmente "ideologica".

Cosa con cui è necessario fare i conti .......

Keoma