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Le quattro giornate di Napoli

2 ottobre 2007, 19:02

da www.nonsolotigullio.com/tipidabar

È un’esperienza unica avere in famiglia qualcuno che ha vissuto dal vero i grandi eventi storici, ma se sono drammatici se ne può solo rivivere qualche attimo, non di più e in varie puntate. Mia madre con mia sorella piccola hanno vissuto questa storia non proprio a Napoli ma nelle retrovie del salernitano e il suo racconto finisce dopo neanche 5 minuti fra le lacrime: perchè insistere a farle delle domande? E così ho solo qualche frase, raccolte in vari anni: la famiglia di contadini uccisi, i bambini portati in spalla o per mano dai nonni sui monti, i morti per le strade, l’ultimo chilo di pasta conservato da Natale fino a Pasqua, la ricerca dei biscotti buttati dagli americani sulla spiaggia, la bomba presa in mano da mia sorella come se fosse un giocattolo nel terreno davanti casa e mio zio ragazzino che intuito il pericolo la convince a dargliela e va a portarla "abbasc’ u vallone addò nun ce stà nisciun’" e là esplode, per fortuna senza danni, i baratti fra contadini e pescatori. Rimangono fotografie da involontaria modella taglia 40-42 che mio padre, pacifista obbligato alla guerra terrà sempre con sè dalle sabbie di Marsa Matrouh alle nebbie dei campi di prigionia agricoli inglesi, e quelle dal fronte, fra cui una dove si fa intravedere accoccolato fra le dune del deserto: lì pesava 35 chili, non per anoressia ma per fame, e quello dello zio deportato in Germania che tornerà peggio di tutti gli altri pieno di scabbia, zecche e pulci..
Solo brandelli di storia ma veri, che difendo dai revisionismi e che oggi mi fanno tifare per il popolo della Birmania.
(dalla sezione ieri avvenne)