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> Pietro Folena lascia il partito dei DS

21 agosto 2005, 17:53

non so perchè intervengo forse perchè ho letto il post di un mio amico così avvelenato...
il partito come qualunque delle realtà più o meno associative agisce per ottenere i suoi scopi (per Forza italia i soldi, per Rifondazione l’abolizione della proprietà privata - unicuique suum).
se l’elettorato cambia (non si manifesta più per la fame in Angola ma perchè hanno retrocesso il Genoa in serie c), il partito deve plasmare il suo programma sulla nuova mentalità della gente cercando di rimanere fedele ai suoi valori guida, che comunque passano in secondo piano (insomma di "raccattare i cocci").
in questo discorso c’è un errore di fondo, ovvero non si tengono minimamente in considerazione tutti i tesserati che, come Marco, si aspettano un certo modo di fare politica più o meno affine a quanto il partito ha sempre detto.
a questo punto giustamente è bene staccarsi dalla suddetta realtà perchè non più in grado di rappresentarci.
ma quanto si possono cambiare le cose essendone fuori? gli strumenti che si possono utilizzare, la presa che si può avere non essendo associati, tesserati o quantaltro non sarà mai abbastanza forte da "scutugliare", si dice a napoli, i vertici.
non posso dare lezioni di vita, non posso permettermelo, mai tesserata e meno che 29enne, ma nella mia piccola realtà (comprendente di 1100 studenti circa) le idee e le mentalità cambiano e bisogna lottare, perdere e lottare ancora per ottenere o cogliere anche la vittora più trascurabile.
anche se il più angusto degli spazi non sembra sufficiente per smuovere le acque non per questo bisogna abbandonarlo del tutto, e lo dico pur non condividendo la scelta di militare in una giovanile...
dette queste perle, mi scuso per l’intromissione.
Susanna Fontana ;)