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DISCONTINUITA’. CHE PAROLA E’ MAI QUESTA?

Publie le domenica 17 aprile 2005 par Open-Publishing

Dazibao Governi

di Viviana Vivarelli

La vita dell’uomo e’ piena di eventi e ce ne sono alcuni che rendono irripetibili i passi precedenti.

La sfiducia dell’Udc e la comparsata di Berlusconi a Ballaro’ hanno infranto una presunzione di assolutezza, svelando la fragilita’ di un impero. Da quel momento in poi tutto e’ diventato possibile. Da allora lo splendido solipsismo di Berlusconi e’ stato visto come un segnale di debolezza e non piu’ tollerato, ma il confronto possibile riduce le sue dimensioni, ridicolizzandone trucchetti e sicumera.

Nel confronto ci sono persone che crescono di statura mostrando levatura morale, altre che si ’rimpicciniscono’, rivelando una trama corta e asfittica. Cosi’, nei cori, si nasce voce solista o si e’ soverchiati dagli altri.

Sfidando il confronto, Berlusconi ha perso il piedistallo, e’ sceso a terra, diventando un candidato qualsiasi, del tutto sostituibile. Perdendo la claque, e’ come se fosse sceso dai tacchi perdendo il megafono. Persino la faccia e’ sembrata piu’ piccola, da meluzza di cera, immodestita. Viceversa l’estetico Rutelli e quel marpione di D’alema e persino il biologico Alemanno sono sembrati crescere di statura o, almeno, naturalmente umani.

Sono stati ben altri gli allenamenti agonistici o, perlomeno, le convinzioni.

Ora Ciampi presidia il Colle, ripassandosi la parte, in attesa dell’incontro fatidico in cui dovra’ dimissionare il governo, e tutti i capipartito corrono in subbuglio come mosconi impazziti in frenetici scontri senza fine. Berlusconi invece, inspiegabilmente, scompare, abbandona il campo per tre giorni! Lascia il fido Letta a calmare gli animi, e ... pluffft!!! Sparito! Come una bolla di sapone spompata che deve riprendere fiato. O come un massone esecutivo che deve ricevere gli ordini di loggia. Riapparira’ per la difficile giornata di lunedi’, di nuovo col trucco a posto e i pettorali ispessiti, ticchettando sui tacchetti, col sorriso da squalo.

Certo, la sfiducia potra’ aprire un Berlusconi bis, viscido come le sabbie mobili, e tirato a nuovo come una baracca rifatta, dove tutti si sprecheranno in rassicurazioni a cui nessuno prestera’ fede e dove tutti si sorrideranno con grandi inchini guardati in cagnesco. La maretta dell’uno o dell’altro ’alleato’ sara’ ormai garantita, come una febbricola fissa a rischio di febbre da cavallo, e tutto l’insieme ne risultera’ debilitato e sconnesso come una casa con la crepa nelle fondamenta. E se pensiamo a quanto sono distanti le posizioni per esempio, di un Tabacci da un Castelli, o di un Alemanno da un Marzano, siamo sicuri che ne vedremo di sorci verdi! Se Prodi si e’ voluto dare il nome di ’Unione’, la casa delle liberta’ e’ ormai per tutti la casa della Disunione.

E le percentuali fanno ben sperare, se per un Mannheimer l’UDC da sola prenderebbe il 3% di voti in piu’, cosa che dice come pesa ormai all’identita’ di ognuno il capestro di Berlusconi.

Intanto godiamoci la buona performace di Tabacci che sembra un galeotto liberato, finora oscurato dal re Sole, e che invece ha una luce sua niente male per un democristiano doc. E questo Alemanno fresco come un prugnolo che non ha nessun servilismo per il padron dalle belle braghe bianche.

Vorrei anche spendere due parole su tre personaggi di contorno: quel Giovanardi piu’ realista del re, che ha una cortigianeria pari a Biondi, e che ha svilito il suo ruolo di ministro a portavoce alla Tajani, con la sua incompatibilita’ genetica e mentale con un Follini o un Tabacci, e quei Fini e Casini che si sono defilati alla chetichella, scomparendo dal gran palco mediatico (Fini, dove aver promesso a Follini appoggio e rimangiandosi la parola) e Casini in cagnesco silenzioso chissa’ dove (mentre il suo capo mandava proclami anche dalla Bulgaria).

Se Casini stara’ facendo progetti su future balene bianche dove far brillare la sua autorita’ presidenziale, Fini ha mostrato la sua costante natura di infedele alleato, inaffidabile per Berlusconi, inaffidabile per Follini, inaffidabile per i suoi, offuscando il proprio ruolo di capopartito.

E il serissimo Fisichella dove sara’ sparito? il costituzionalista dissidente?

Prodi & soci assistono quasi senza fiatare all’autodissoluzione di FI che da’ loro una mano insperata. Ma in questi 60 giorni utili che ormai si consumeranno fino alla fine della legislatura, non potrebbero almeno creare qualche diversivo necessario per affrettare la consunzione del tempo e cosi’ fare lo sgambetto alle riforme berlusconiane ancora a meta’ guado, col fine che nessuna di esse riesca ad arrivare al traguardo?

Sara’ pur possibile anche in parlamento una qualche forma di prescrizione per scadenza dei termini?