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Francia : gli stranieri sono le prime vittime delle violenze poliziesche

Publie le mercoledì 8 dicembre 2004 par Open-Publishing

Dazibao Polizia Europa


I controlli d’identità sono i più propizi agli abusi, secondo il rapporto
della commissione Cittadini-Giustizia-Polizia per gli anni 2002-2004.


di Piotr Smolar

In un quartiere di Parigi, un venditore abusivo di origine indiana é arrestato
violentemente da un poliziotto, che lo afferra per il collo della camicia. La
sua testa urta il tetto di una macchina. Una donna cerca di interporsi; spintonata
anche lei mentre l’uomo viene condotto al commissariato sotto lo sguardo di numerosi
funzionari di polizia che non aprono bocca.

E’ uno degli episodi citati nel primo rapporto sull’attività della commissione Cittadini-Giustizia-Polizia, che doveva essere reso pubblico venerdi’ 3 dicembre. Il 60% delle vittime di violenze poliziesche sono, secondo il rapporto, cittadini stranieri. "Nel rimanente 40% dei casi, le vittime sono di nazionalità francese ma, salvo alcune eccezioni, il loro nome o il loro aspetto puo’ far pensare che siano di origine straniera."

Insediata nel luglio 2002, la commissione é composta dalla Lega dei diritti dell’uomo (LDH), dal Movimento contro il razzismo e per l’amicizia fra i popoli (MRAP), dal Sindacato degli Avvocati di Francia (SAF) e dal Sindacato della Magistratura (SM). Fra luglio 2002 e giugno 2004, quando Nicolas Sarkozy era ministro dell’interno, ha ricevuto quasi 200 fascicoli relativi a violenze illegittime, fra cui solo 50 sono stati giudicati abbastanza completi per essere esaminati.

La maggior parte delle vittime sono uomini (78%), senza che si colpisca una classe sociale piuttosto che un’altra. Nel 50% dei casi, i fatti avvengono di notte, essenzialmente sulla pubblica via (54%), o all’interno del commissariato (24%). Nel 28% dei casi, gli atti di violenza avvengono dopo un movimento o un proposito imputato alla vittima dal o dai poliziotti, senza che necessariamente un’infrazione sia stata precedentemente commessa.

"CULTURA DEL RISULTATO"

"Le operazioni di polizia propizie agli abusi che portano ad atti di violenza sono per lo più i controlli di identità" rileva il rapporto, che riporta dei casi, verificatisi a Tolosa, di fermi "in base ai caratteri somatici" o di banali controlli d’identità, accompagnati da umiliazioni, propositi razzisti e xenofobi".

La commissione nota che "da un anno, le vittime si rivolgono più sistematicamente" all’Ispettorato generale della polizia nazionale (IGPN) e all’Ispettorato generale dei servizi (IGS), anche se nella maggior parte dei casi", il carattere illegittimo dei fatti non viene accettato. Inoltre, il rapporto critica la Commissione nazionale di deontologia della sicurezza (CNDS), autorità amministrativa indipendente, que non ha trasmesso alla Procura nessuno dei 16 fascicoli sulle violenze esaminati nel 2003.

La commissione desidera "ricordare alle Procure le loro prerogative di sorveglianza e di controllo dell’azione poliziesca. "A suo parere, "i magistrati devono badare a non accordare sistematicamente un credito assoluto alla parola delle forze dell’ordine". Essa interroga le autorità politiche sulla famosa "cultura del risultato", che avrebbe come conseguenza un aumento importante del numero di processi per oltraggio e ribellione. Invita anche a rimettere in causa "la legalità dei controlli di identità effettuati a titolo preventivo e la cui moltiplicazione provoca ulteriore turbamento dell’ordine pubblico di cui garantisce il mantenimento".

Tradotto dal francese da Karl&Rosa

http://www.lemonde.fr/web/article/0,1-0@2-3226,36-389586,0.html