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L’Udc se ne va, governo in crisi. Berlusconi ora minaccia tutti: «Non vi libererete di me»

Publie le sabato 16 aprile 2005 par Open-Publishing

Dazibao Governi

di red

La crisi è aperta. L’Udc, accogliendo la proposta del segretario e vicepremier Marco Follini, esce dal governo. Tutti i ministri centristi si dimettono. Li segue immediatamente anche il Nuovo Psi di Gianni De Michelis, che non ha ministri ma solo qualche sottosegretario.

Insomma, il governo Berlusconi non esiste più. E questa volta non basterà un’operazione di maquillage per nascondere le ferite. Il presidente della Repubblica non lo accetterebbe. Serve un nuovo esecutivo, una crisi formale. E sarà una crisi non pilotata, al buio.

La rottura di Follini, che prima di muoversi ha ottenuto la benedizione di Pierferdinando Casini, è esplicita: «O noi esprimiamo una delega in bianco al leader della coalizione, oppure ci assumiamo la nostra responsabilità», in nome di «un interesse generale del paese che dobbiamo cercare di coltivare».

Questo il prezzo pagato dal premier per la sua ostinazione ad andare avanti come se nulla fosse cambiato. Fini ha piegato la testa, Casini e Follini no.

La replica di Berlusconi
Dopo una mattinata di frenetiche trattative e incontri, su e giù fra palazzo Chigi e via del Plebiscito, Berlusconi ha scelto di replicare alla mossa degli alleati ostentando sicurezza: «Non ho preclusioni. Sono serenissimo». E poi, con una battuta: ;Temo che non vi libererete troppo facilmente di me ...».

Si va verso un governo bis? «Vediamo... perchè la soluzione è tutta in movimento. Io guardo alla sostanza delle cose, vediamo qual è. E, se c’è l’interesse del Paese che deve prevalere, io prenderò le decisioni più opportune». La proposta a cui sta lavorando il premier è, in sostanza, quella di una riedizione del suo attuale governo. Prima però tutti gli alleati dovrebbero firmare un patto di legislatura.

Mentre Ciampi, rientrato a Roma dalla Bulgaria, attende un segnale da palazzo Chigi, il presidente del consiglio prende tempo e si smarca dagli obblighi istituzionale: «Il presidente della Repubblica? Non so se lo vedrò in giornata». Secondo alcune fonti della maggioranza, il presidente del Consiglio, per calmare le fibrillazioni interne al centrodestra, sarebbe disponibile ad assumere l’interim dei ministeri lasciati dai centristi (Funzione pubblica, Rapporti con il Parlamento e Politiche regionali), in attesa di un incontro al Quirinale all’inizio della prossima settimana.

La Lega, intanto, attacca: «Ora attendiamo una risposta dall’Udc - afferma Roberto Calderoli - o rientrano a tutti gli effetti nella compagine di governo o si va al voto anticipato. Ma, in questo caso, ci presenteremo con chi c’è. La Cdl non sarà più quella del 2001». Replica l’ex ministro centrista Mario Baccini: «Le minacce di Calderoli non ci fanno nè caldo nè freddo».

La scelta dell’Udc
Usciamo dal governo «garantiamo la governabilità», ha detto in direzione il segretario dell’Udc. In sostanza un appoggio esterno. La proposta stata approvata da tutto il partito. Ma non è mancato qualche mugugno. L’unico «no» è venuto dal ministro per i rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi. Dubbioso anche Buttiglione. Alla fine è stato approvato un documento che «ribadisce il mandato al segretario nazionale per adoperarsi per la costituzione di un nuovo governo della Cdl presieduto da Silvio Berlusconi, chiede che si mantenga l’appoggio parlamentare alla Cdl e vincola il segretario a impegnarsi per rilanciare con più forze l’alleanza per arrivare alla vittoria nel 2006».

Di fronte alle prime offerte di Berlusconi, Follini ha tuttavia scelto di resistere. Rifiutandosi di partecipare alla riunione dei segretari della Cdl chiamati a firmare un documento contenente un’azione di rilancio per la fine della legislatura.

http://www.unita.it/index.asp?SEZIO...