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Via tutti, non solo Baccini

Publie le giovedì 2 febbraio 2006 par Open-Publishing

Dazibao Governi

CRISI NELLA MAGGIORANZA PER IL DECRETO MILLEPROROGHE. IL MINISTRO DELLA
FUNZIONE PUBBLICA MINACCIA DIMISSIONI. PECCATO SIA IL SOLO

«Se questo è il testo del maxiemendamento presentato dal Governo al dl “milleproroghe” e su cui è stata posta la fiducia, non resterò un minuto di più al Governo». Con queste parole il ministro della funzione pubblica Baccini, candidato dell’Udc alle primarie romane della Cdl, ha liquidato il maxiemendamento in discussione al Senato. Quando si dice la chiarezza.

Baccini è irritato perché nel maxiemendamento, che ha accorpato al già voluminoso ed eterogeneo decreto originale anche altri decreti come quello sulle missioni militari all’estero, quello sull’Iraq, il dl sul risparmio e quello sul processo civile, non lo hanno accontentato.

Nel nuovo “milleproroghe” (ma adesso lo dovremmo rinominare “diecimilaproroghe”) invece non trovano spazio tutte le nuove norme della riforma della pubblica amministrazione a cui Baccini teneva molto.

Il ministro della funzione pubblica è stato il più coraggioso. Ma nei corridoi di Palazzo Madama e in quelli dei ministeri gli scontenti sono molti di più, se il sottosegretario Ventucci, come riferiscono le agenzie, si è trovato «subissato di domande».

La scena somiglia molto ad un assalto alla diligenza. Il “milleproroghe” è uno degli ultimi atti di questo governo e quindi gli appetiti sono tanti e, come ha ammesso Ventucci, pressanti.

Ora, il ministro Baccini ha molte ragione dalla sua parte. Ha ragione soprattutto nel volersi dimettere (anche se dubitiamo che ciò accadrà).

Non sarebbe male se la stessa decisione fosse presa anche da tutti i ministri, viceministri, sottosegretari, presidenti di commissione e relativi sottopancia governativi.

La proroga è la cifra di questo governo che è già riuscito prorogare se stesso di 15 giorni: ora si capisce bene a cosa servivano. E del resto gli scontenti ne hanno ben donde: nel provvedimento c’è davvero di tutto, dalle incredibili norme che legalizzano le tangenti ai partiti (ne parliamo nell’articolo di spalla qui accanto), alle missioni militari in Iraq e in altri paesi, fino a norme minutissime su qualsiasi argomento si possa immaginare. Per la serie “non ci facciamo mancare nulla”

Rivolgiamo un (sappiamo già inutile) appello a chi nella maggioranza ha ancora un minimo di rispetto non diciamo per le istituzioni, ma per la propria immagine: dimettetevi, tutti.

Sciogliamo le camere, subito. Se necessario, come diceva la sigla della trasmissione televisiva Tunnel anche con i caschi blu.

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