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Viso pallido Cofferati: gli indiani dell’Alma Mater hanno disseppellito le asce di guerra

Publie le domenica 30 ottobre 2005 par Open-Publishing
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Tex Willer: ho creato un mostro

Bologna. Oggi pomeriggio, alle ore 17, una decina di pellerossa navajo sono usciti dalla riserva Barilla in Piazza Scaravilli per reclamare un incontro con il viso pallido Cofferati. Ad accompagnarli un drago cinese: alchimie di una globalizzazione sempre più meticcia.

Il colorato corteo, in cui non mancavano piume, volti dipinti e pipe dal dubbio contenuto, si è diretto verso Fort D’Accurs scandendo slogan in una lingua sconosciuta ai pistoleros della giunta: "diritti", "casa", "reddito", "salario garantito", "saperi liberi" ecc.

Giunti davanti al Fortino un gruppo di "visi pallidi" vestiti di blu (pare che si chiamino "tutori dell’ordine"), manovrati da un nero burattinaio dalle sembianze simili alla Nera Signora (er procuratore) hanno aggredito la moltitudine piumata-colorata-festante. Il bilancio è di numerosi pellerossa feriti.

Il noto ranger Tex Willer, a cui si ispira lo stesso Cofferati, è intervenuto dissociandosi dall’operato del suo ammiratore di Fort D’Accurs. Il noto personaggio bonelliano ci ha dichiarato: "non si fa così, io sono stato sempre amico dei navajo, lui invece li attacca e rimuove le loro capanne sul Reno’s River con enormi cavalli di ferro giallo". "Troppe persone - ha aggiunto Tex - stanno strumentalizzando le mie imprese improvvisandosi sceriffi dell’ultim’ora, a partire da quel tizio dalla faccia da primate che vive nella Capanna Bianca".

In seguito all’aggressione gli indiani, che volevano portare al grande viso pallido una pipa della pace, hanno annunciato che avrebbero disseppellito le asce di guerra. E così, armati di chitarre, e tamburi, hanno occupato Major Square dandosi ad oscene danze guerresche mentre il drago si aggirava minaccioso e furioso, spaventando i cittadini.

Il drago, però, tiene a precisare: "non sono cattivo, è che ho una faccia da drago e non uso vivident per rinfrescarmi l’alito".

Al ritorno alla riserva Barilla i navajo hanno bloccato le diligenze in transito.


Riportiamo in seguito il dialogo tra Tex e Cofferati e il messaggio del portavoce degli indiani:

Tex: -Oh no!Ancora tu!Sono quarant’anni che mi perseguiti...e che sono in analisi per colpa tua!!

Vai in giro a infangare il mio nome..ma ora basta manigoldo:sono qui per regolare i conti!

Ko- ffe-ra-ti: - Ma..come...io...no...Tex!! Tu sei il mio guru! Me l’hai insegnato tu che bisogna sgominare i cattivi !! E quelli dell’altro giorno erano veramente cattivi! Molto peggio dei ladri di bestiame! Io devo difendere la legge!!!

Tex: Ma non hai proprio capito niente!! Quelli erano indiani, erano quelli deboli, i poveri senza casa, gente affamata, vittime degli abusi e dei soprusi del potere!! Sono loro quelli da difendere!

Koffe: Ma no, Tex, tu non sai, qui siamo invasi dal degrado!!! Lavavetri che molestano le persone ai semafori, indiani che costruiscono riserve abusive sui nostri fiumi, cacche di cani, banditi che pretendono di mangiare con la loro caccia ai bufali a meno di 5 euro e ottanta, fannulloni che bivaccano e rumoreggiano per le strade della contea!

Tex: Koffi, l’unico degrado che vedo qui è quello di un viso pallido che abusa del suo potere!

Ti sei messo dalla parte dei proprietari di saloon, degli stivali a stella, vecchi monolenti proprietari di banche, degli schiavisti e degli sfruttatori! Sono loro i veri banditi! Sono loro che dovresti combattere!! L’avevi anche promesso! Ti sei dimenticato che anche tu eri un indiano!

Ko-ffe: io... no, io...no!!! Mai...

Tex: si, mi ricordo quando cavalcavamo le praterie di questa contea e dicevi che saresti stato uno sceriffo diverso, di quelli che ascoltano davvero e non quelli che si chiudono nei loro fortini, di quelli che si fanno carico dei problemi della contea e provano a risolverli affrontandoli alla radice, e non reprimendo e zittendo chi ha qualcosa da dire con i tuoi metodi da sceriffo texano!!!

Sei rimasto al numero tre, quando ancora figlio di coloni massacravo i figli di questa terra!

Ma io sono cambiato, e sono dalla parte dei navajos, degli indiani!

Messaggio del portavoce degli indinai navajos alla città di bologna:

Sguazzano nel fango.!!! Dietro ai loro manganelli e alle nostre ferite la mano invisibile di un viso pallido. Le bugie hanno gambe corte, i bugiardi di corto hanno qualcos’altro. Nessun personalismo.

Ottimismo funambolico, ma equilibrato.

Contribuisci alla causa della fluttuanza del genere. Liberiamo l’amore. Facciamo l’amore.Perché scriviamo, dove ci indirizziamo in base a cosa ci scegliamo? Cofferati regalerà preservativi? Amorosi mi amerà? Chissà. Bologna rinasce. Bologna rinasce tra le cosce stanche delle squaw. Suda di piacere. Ricorda la Pantera, gli indiani metropolitani, Geronimo l’autonomo, Toro Precario. Creare ancora! Una nuova energia tocca lo stomaco di tutti! Si canta, si balla. Mi ricordo le facoltà occupate, riserve di liberazione, sporche di poesie, insulti, grida di contestazione, arse dall’acqua di fuoco. La rinascita, il drago, la mescolanza amorosa, il cuore, l’ironia. Una nuova rivoluzione è in atto,ed è allegra! gli spiriti onirici del nostro delirio, la nostra ansia di riprendere il mondo che ci è stato rubato, noi che cambiamo, nomadi di queste terre ricominciamo a pensare, ad abbattere i tabù del pensiero e del determinabile, noi siamo molto fai da te. Il desiderio arde e ci eccita, il
raggiungimento ci fa godere. Amiamo la libertà. E vogliamo tutto.

Assemblea delle e degli occupanti dell’ ex aula Barilla

...dove c’è Barilla...c’è casa?

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