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Cindy Sheehan: "Mi incatenerò alla Casa Bianca". Pacifisti in piazza

Publie le venerdì 28 ottobre 2005 par Open-Publishing

Dazibao Movimenti Guerre-Conflitti USA

Più di mille le manifestazioni negli Stati Uniti contro la guerra in Iraq. Si riunisce la giuria che deciderà del Cia-gate, la Casa Bianca con il fiato sospeso

di Martino Mazzonis

Duemila morti, duemila bare avvolte nella bandiera, duemila madri in lacrime, duemila funerali con la tromba che suona il silenzio. Se in passato si fosse chiesto a un presidente che lanciava una guerra di invasione di firmare per avere "solo" duemila morti nelle proprie fila, chiunque sarebbe stato ben contento di siglare un contratto del genere. Non è così per George W. Bush, che più di due anni fa ha annunciato che la sua campagna d’Iraq era finita e che oggi si trova a dover fare i conti con il morto numero 2000 - ma ieri un altro marine è morto in un incidente d’auto e siamo a 2001.

In fondo, come spiega il tabloid conservatore e trash della Grande Mela, il New York Post, a Iwo Jima, durante la guerra con il Giappone, i morti furono più di duemila e settecento. E non parliamo dei 58mila del Vietnam o della Corea. Oggi i tempi sono cambiati, le ultime guerre sono state meno terribili e meno avversate dall’opinione pubblica, fino al Kosovo la maggior parte delle operazioni aveva riguardato l’aeronautica.

C’è di più, con l’annuncio ufficiale del Pentagono della morte del sergente George Alexander, ferito a Samarra all’inizio del mese, i pacifisti hanno ripreso la parola. I giovani morti americani vengono da tutti e ciascuno degli Stati americani - e anche da Portorico, da Guam e da qualsiasi territorio con qualsiasi status - e manifestazioni grandi o piccole si terranno in ogni stato. Gli appuntamenti sono più di mille, dall’accensione di candele, a veglie e sit-in davanti alle principali sedi del Governo e ai memoriali militari. L’appuntamento era per il tardo pomeriggio, nelle prime ore del mattino in Italia.

A chiamare gli americani a raccolta c’è di nuovo Cindy Sheehan, la madre di Casey, uno dei duemila, che invita «ad andare a sedersi davanti all’ufficio del proprio senatore e non muoversi più. Ora ne abbiamo abbastanza». La donna che ha aspettato per settimane di essere ricevuta dal presidente ha inoltre annunciato che lei sarà davanti alla Casa Bianca e che cercherà di farsi arrestare sdraiandosi per bloccare il traffico o incatenandosi ai cancelli. «Serve una disobbedienza civile pacifica e non violenta in tutto il Paese - ha spiegato - George Bush continua a giustificare le sue politiche disastrose affermando che dobbiamo uccidere ancora la gente proprio perché tanta gente è stata già uccisa. Io chiedo al presidente di spiegarmi la nobile causa per la quale mio figlio, altri duemila soldati americani e decine di migliaia di civili iracheni sono morti».

La parola d’ordine dei pacifisti Usa è sempre la stessa: «Bring them home» - Riportateli a casa. A Washington non farà piacere nemmeno la scelta del New York Times di pubblicare le foto di tutti i caduti, da Joseph Acevedo di Brooklyn di New York fino a Ian Zook di Port St. Lucie - le fototessera si possono vedere anche su www.nyt.com Manifestazioni e pressioni non cambieranno la posizione del presidente: «Le morti ci spezzano il cuore, ma bisogna vincere la guerra contro il terrorismo» è il messaggio ribadito ancora ieri. La lotta al terrore è anche al centro delle discussioni in corso al Congresso e al Senato, che stanno analizzando la revisione del Patriot act. Tra le altre cose, il testo in esame allarga le maglie per l’utilizzo della pena di morte. A cercare di rassicurare l’opinione pubblica ci ha pensato l’ambasciatore Usa a Baghdad, spiegando che dopo l’approvazione della Costituzione, nel 2006, si potrà rimandare a casa qualche migliaio di soldati.

Ci vorrà qualcosa di più. Non sono solo i pacifisti democratici o di sinistra a essere stanchi, è la società americana tutta ad essere profondamente colpita. Uno di motivi, spiega il Washington Post è che stavolta sono stati mandati a morire tanti membri della Guardia Nazionale. Non giovani che hanno firmato un anno o militari di carriera, ma pompieri, poliziotti e cittadini qualunque. Le bare contengono adulti, padri di famiglia, persone sposate, conosciute nel quartiere. Gli over 30 uccisi in Iraq sono un terzo del totale così come quelli con figli, gli sposati sono il 40 per cento.

L’aumento del numero di morti si spiega, secondo gli esperti, con il tipo di armi usate dai ribelli. Le bombe lanciate contro i blindati sono di migliore fattura rispetto ai primi mesi dell’occupazione. Si tratta di ordigni fatti in casa usando tritolo iraniano - più potente di quello che circola in Iraq - e gli involucri di vecchi missili in dotazione all’esercito di Saddam.

Mentre l’America piange i suoi caduti e protesta contro la guerra, Patrick Fitzgerald, il magistrato che indaga sul Cia-gate si riuniva con la giuria. Il suo mandato dei giurati scade domani ed è possibile che già oggi, Fitzgerald, metta sotto accusa Karl Rove e Lewis Scooter Libby o chieda una proproga dei tempi di indagine.

http://www.liberazione.it/giornale/051027/LB12D6B4.asp