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Elezioni della Costa Caribe: Tra scioperi e proposte fantasiose

Publie le venerdì 3 marzo 2006 par Open-Publishing

Dazibao Elezioni-Eletti America Latina Giorgio Trucchi

di Giorgio Trucchi

Elezioni della Costa Caribe
Mancano qualche giorno alle Elezioni Regionali della Costa Atlantica o Caribe del Nicaragua.

I principali partiti della Costa Pacifica continuano un’incessante campagna elettorale, mentre i partiti indigenisti sono praticamente scomparsi dai mezzi di comunicazione.
Ben poco si sa dei propri programmi e dell’enorme sforzo che stanno compiendo per non essere schiacciati dal potere economico e mediatico dei partiti tradizionali.

Il Consiglio degli Anziani della Mosquitia ha convocato i candidati degli otto partiti politici che parteciperanno alle elezioni per sottoscrivere un’Agenda Indigena, che riconosca i diritti storici delle popolazioni locali e per godere di una vera autonomia.

L’Agenda si basa sulla lotta delle popolazioni indigene per la difesa del territorio, della cultura e delle risorse naturali.

Secondo Camelias Henríquez, Presidente del Consiglio degli Anziani, "all’interno delle nuove relazioni internazionali, la protezione della biodiversità, dell’ambiente, della cultura deve essere accompagnata dal riconoscimento delle Popolazioni Indigene come un esempio nella convivenza con la natura".

Chiedono che l’utilizzo dei loro territori venga reinvestito a beneficio delle popolazioni locali e che le nuove autorità elette elaborino un piano economico che abbia come asse centrale la riforestazione, la promozione dell’istruzione e della sanità e la creazione di posti di lavoro.

Alle forze politiche chiedono un appoggio affinché le popolazioni indigene godano di una vera autonomia, che tenga in considerazione i diritti storici.
Nonostante l’importanza dell’evento, all’incontro si è presentato solo il Movimiento de Unidad Costeña (PAMUC). Le altre forze politiche non hanno nemmeno giustificato la loro assenza.

Parallelamente, i rettori di alcune importanti università della Costa Caribe hanno indetto una conferenza stampa in cui hanno ribadito l’importanza della Legge di Autonomia.

Il rettore della Bluefields Indian Caribe University (BICU), Faran Dometz, si è lamentato che "questo processo elettorale si sia convertito in uno strumento politico per far prevalere interessi di partito, a beneficio di candidature nazionali, relegando in secondo piano la Legge di Autonomia.

Tutti i principali partiti di carattere nazionale e i loro candidati alle elezioni presidenziali di novembre, si sono inseriti in queste elezioni senza presentare alcun programma regionale che incorpori la demarcazione dei territori indigeni, processi di autonomia nell’istruzione, sanità interculturale, economia comunitaria, sviluppo economico con identità locale e una proposta concreta di consolidamento istituzionale dell’autonomia".

A pochi giorni dal voto, è sempre più evidente l’interesse dei grandi partiti per trasformare queste elezioni regionali in una prova di forza e in una passerella dei propri candidati in vista delle Presidenziali di novembre.

Sciopero del Settore Sanità
Ancora senza vie d’uscita il dramma che si sta vivendo in Nicaragua dopo più di tre mesi di sciopero dei medici e del personale sanitario per gli aumenti salariali.

Durante l’ultima settimana, la protesta ha portato all’occupazione della maggior parte degli ospedali del paese e in molti casi, al rifiuto di dare assistenza a chi si presenta al Pronto Soccorso.

Il Governo continua un estenuante braccio di ferro con i settori in protesta, ma fino ad ora le posizioni restano molto lontane.

Un ulteriore ostacolo alla soluzione è rappresentato dalla posizione della Federación de Médicos che continua a rifiutare qualsiasi trattativa con il Governo in cui partecipi anche la Federazione dei Lavoratori della Sanità (Fetsalud).

L’ultima proposta del Governo ha sollevato numerose critiche nel paese, ma ha trovato il consenso dell’Impresa privata e di alcuni partiti.

In pratica si vorrebbe lanciare un "Piano di Ritiro Volontario" con cui ridurrebbero ai minimi termini o si sopprimerebbero alcune istituzioni dello Stato, prima di tutte l’Instituto de Fomento Municipal (Inifom).

La riduzione coinvolgerebbe circa 1500 posti di lavoro e le persone che volontariamente rinunceranno al lavoro, riceveranno l’equivalente di 30 mensilità come buonuscita.

Con i fondi ricavati da questa diminuzione del personale statale si ricaverebbero i fondi per dare risposta alle richieste del settore sanitario.
La proposta di Fetsalud di tagliare i megasalari di cui godono gli alti funzionari pubblici, non ha invece trovato nessun consenso da parte del Governo.

Il rischio di un altro sciopero dei Trasporti "pubblici"

Dopo l’ultimo sciopero di otto giorni dei trasporti pubblici di Managua (autobus in mano a cooperative che monopolizzano questo settore), alcuni partiti politici, tra cui il Fsln, il Governo, il Comune di Managua e le cooperative dei Trasporti avevano firmato un accordo con cui si sarebbe approvata una Legge per tassare dell 3 per cento le utilità delle compagnie petrolifere multinazionali presenti nel paese.

Con questa tassazione, si garantiva un ennesimo sussidio alle cooperative che da anni sono criticate per l’utilizzo dubbio che viene fatto di questi fondi e soprattutto, per le condizioni fatiscenti degli autobus e l’atteggiamento vergognoso nei confronti dei passeggeri.

Contro tale decisione erano insorti i partiti di destra, tra cui il Plc, lo stesso Governo, l’impresa privata e le multinazionali.

Queste ultime avevano detto che un taglio del 3 per cento degli utili rappresentava una confisca e che avrebbe danneggiato irreparabilmente la loro attività, dato che, secondo loro, il mercato era in crisi e che attualmente avevano solo un guadagno del 2 per cento.

L’accordo prevedeva anche che la legge sarebbe stata approvata dopo 10 giorni ed ora, a più di due settimane dalla firma e con l’intera settimana di sospensione delle attività parlamentari per le elezioni regionali, i rappresentati dei trasporti hanno già minacciato di iniziare un nuovo sciopero, non garantendo questa volta un atteggiamento pacifico.