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In battaglia con il Duce ....

Publie le domenica 19 marzo 2006 par Open-Publishing

Dazibao Governi

Dimmi come parli, e ti dirò chi sei

di Marco Bracconi

Chissà che effetto farebbe all’elettore indeciso un bel "Credere obbedire combattere" buttato lì da Berlusconi nell’appello finale del prossimo duello tv con Prodi. O altre amenità su aratri, solchi e perfide Albioni.

La domanda è retorica, perché il massimo che si può pretendere dal premier è un meno altisonante "Più case per tutti", sempre ammesso che il prossimo 3 aprile non usi il suo tempo per contestare le regole del gioco.

Per fortuna a ricordarci della nostra illustre tradizione c’è l’ex ministro della Salute Francesco Storace, fresco di dimissioni per lo scandalo spie ma assai attivo nella sua campagna elettorale da capolista al Senato.

Forse commosso davanti alla base entusiasta di An, l’ex ministro si è lanciato in un inno alla volontà e alla fede: "Vince sempre chi più crede". Ottimo slogan, soprattutto in tempi incerti come quelli che vive al momento la Cdl. Anche se - l’ex Governatore lo riconoscerà - quando c’era Lui non portò poi tutta questa fortuna.

"Vince sempre chi più crede" è infatti un verso dell’ultima strofa dell’inno dei "Battaglioni del duce", noti anche anche "Battaglioni M". Trattasi dei reparti d’assalto costituiti da Benito Mussolini nel 1941 che furono impegnati in forze nei Balcani. Poi è finita come è finita.

Tanto per non fare come il Tg1 con Montezemolo, e contestualizzare il tutto, ecco l’ultima strofa dell’inno fascistissimo: "Contro Giuda contro l’oro / sarà il sangue a far la storia / ti daremo la Vittoria / Duce, o l’ultimo respir / Battaglioni del lavoro / Battaglioni della fede / vince sempre chi più crede / chi più a lungo sa patir".

Enzo Biagi, giocando con il cognome del gerarca Achille Starace, disse che l’ex Epurator era "un refuso della storia". Ma se non avessero litigato tanto, oggi la Mussolini lo difenderebbe. Al grido di meglio refusi che froci.

http://www.repubblica.it/2006/c/spe...