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Publie le domenica 18 giugno 2006 par Open-Publishing

Dazibao Musica-Opera Doriana Goracci

di Doriana Goracci

La mia maladigestione della sinistra , della forma partitica si fà sempre più intensa. Ieri sono rientrata dopo un pomeriggio di banchetto per il NO, in una piazza di un paese, ombelico dell’Italia come tutti i paesi, dove contemporaneamente si sono svolte una mostra eccezionale dello storico Comitato Donne, su 700 e più santini raccattati in ogni dove, con Fulvio Ricci storico dell’arte, direi etnosociologo e concerto di uno straordinario e giovane Gruppo "Taranta Power" gruppo misto del sud che canta e suona antiche tamorre e tarante, fermatosi,come tutta la vita del paese, come è stato imposto a tutti noi (saremmo stati una cinquantina?), all’arrivo (a centinaia) della processione pro corpus domini in cui capintesta l’amministrazione "civica" composta da

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ci siamo ritrovati catapultati con la banda, ai tempi di peppone e doncamillo, pane amore e fantasia, peccato che sotto le cotte rosse e le palandrane dei maschi che reggevano ombrellini di pizzo e baldacchini, spuntavano scarpe da ginnastica bianche e il ghigno di disprezzo per quei dissacratori, ospitati dal comune stesso.
Poi tutti spariti nelle case a seguire la partita, solidali ed insieme.

Ma l’Italia è anche questa, D’Elia sarà a Viterbo per confutare sul no, ma dentro, dentro nelle sale dove ci conosciamo e riconosciamo tutti e non fuori sulla piazza, non fuori come dovrebbero stare quelli che comunicano , in maniera ragionevole e chiara, le ragioni del no. Quì non so quanti andranno a votare,e se sanno che si può farlo...

La passione per il maxigioco, non ci farà seguire come in questi giorni, il risultato di una disperante partita, già purtroppo segnata da "squadre" comprate.

Ma almeno non facciamoci sfondare la porta, le porte e gli occhi spalanchiamoli noi, perchè l’Italia è anche questa, e per strada non possono rimanere solo i giovani di Reggio, i giovani e meno giovani, i migranti, i diversi, i contro di sempre... ad essere "caricati" di prima mattina o di sera, fa lo stesso.

Piantiamola di guardare la vita da uno schermo, magari maxi.