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Prima narrazione da Mumbay world Social Forum

Publie le martedì 20 gennaio 2004 par Open-Publishing

Forum Sociale

Prima narrazione da Mumbay world Social Forum (dove
non e’ stato facile trovare un cybercafe perche’ siamo
fuori citta’) 0ggi e’ domenica 18, tutti gli indiani
maschi sono sulle spiagge a giocare a cricket e le
donne? Non sappiamo, sono tutte al forum.

16 GENNAIO H 16 INAUGURAZIONE AL MAIDAN

Gia’ siamo consapevoli di tre miracoli indiani:
1. Si sopravvive nel traffico impressionante, caotico
fluido-serpeggiante tutto clacson: al primo viaggio
hai sensazioni da autoscontro, specie sui riscio’
senza porte a tre ruote, poi una rassegnata fiduciosa
incoscienza)
2. Le donne hanno sari colorati che rimangono freschi
ariosi stirati e puliti fino a notte, malgrado smog
denso e palpabile, trafico polvere fango ecc
3. La costruzione delle strutture del forum, ospitato
al Nesco ground ex zona industriale: la sera prima non
c’era quasi niente di pronto; il pomeriggio dopo c’era
una cittadella, una selva di strutture, muri
scenografici palchi padiglioni, frutto di lavoro di
mani legno bambu’ juta corda. Tutto naturale e
riciclabile. L’unico muro di metallo e’ in una sala
espositiva, dedicato agli USA e aperto su una raccolta
di testimonianze foto poster delle mobilitazioni per
la pace. Anche l’immensa piazza del Maidan che
ospitera’ centinaia di migliaia di persone per
l’inaugurazione e’ tutta moquettata di juta.

INAUGURAZIONE H 16
Dopo gurppo rock pakistano e danze tribali
sudafricane, Shanti del Comitato di accoglienza ci da
il benvenuto nella citta’ da dove nel 1884 e’ partito
il movimento contro l’impero britannico "ce la faremo
entro la fine di questo secolo a costruire l’altro
mondo possibile".
Chico Whitaker del Brazil "Abbiamo voluto rischiare
nel portare il Forum Mundial da Porto Alegre all’India
e qui e’ meraviglioso" (qualcun’altro dira’ che questo
sembra il primo forum mondiale per ampiezza entusismo
gioia)
Parla il "capitano" Laxmi Seghal, una signora di 93
anni, eroina nazionale " il vento del cambiamento ha
attraversato due oceani e due continenti".
Arundati Roy scrittrice fa un discorso duro e
appassionato e "la butta in politica": "Attenzione
ache Bush vuole un altro mondo, quello del nuovo
secolo americano." Parla di popolazioni represse,
cacciate, impoverite, di nuovi razzismi e genocidi
anche in India, con il governo che minimizza. L’Iraq
e’ il culmine della globalizzazione violenta: noi
dobbiamo non solo sostenere la resistenza
all’occupazione, ma diventare la resistenza e per
vincere dobbiamo essere d’accordo su qualcosa da fare,
come chiudere le aziende USA che si arricchiscono con
la guerra. "Noi siamo in guerra".
Parlano poi Amir Riketi del Fronte democratico
iracheno e Jeremy Corbyn del Labour Party GB, che
ricorda le grandi manifestazioni del 2003.
Shirin Ebadi, l-avvocata iraniana Premio Nobel per la
pace, ricorda I conflitti in Israele Palestina, in
Cecenia, le violazioni dei diritti ,anche quelle
indotte dalla lotta al terrorismo, e chiede il
osstegno internazinale ai difensori dei diritti civili
in Iran, soprattutto donne e giovani.
Mustafa Barghouti del Medical Relief palestinese: "
Come Palestinesi siano riconoscenti all’India che ci
ha ispirato e ci ispira. Gandhi e Mandela erano poveri
ma hanno vinto. I palestinesi sono sicuri di vincere,
ricchi della loro resistenza e di essere vivi."
Siamo una folla sterminata e ai margini pregano monaci
tibetani e disabili protestano per la disattenzione
che il movimento riserva loro: "Non ridete di noi,
ridete con noi".

SABATO 17 GENNAIO
Gia’ al secondo giorno possiamo dire che abbiamo
attraversato l’India, anzi che l’India ci ha
attraversato. L’India e’ qui. Le strade del Nesco
Ground sono un palcoscenico continuo di cortei
presidi danze di gruppo, adivasi (comunita’ indigene
tribali complete di donne uomini bambini anziani/e) e
dalit (le caste non ci sono piu’ per legge ma
esistono), bambini?e di strada, donne donne donne
colori colori colori,dovunque cartelloni striscioni
disegni ironie tamburi campanelle acqua da bere cibi
speziati, un immenso mecato di banchetti solidali di
associazioni telai tessuti microeconomia cooperativa.
Un fiume di vita che ci travolge/coinvolge non
violento e ci porta con se’. Per andare alle
conferenze bisogna staccarsi a forza, ma poi e’ bello
anche’, c’e’ lo stesso mare di umanita’.
Del resto qui abita un sesto dell’umanita’.

Conferenza "DONNE E GLOBALIZZAZIONE"

Un concentrato di donne , belle eleganti fiere, con
voci sonanti.
La moderatrice canta, sventola stoffe, parla due
lingue, ci invita ad autoapplaudirci perche’ siamo
tante e forti." Siamo noi la speranza".

Lilian sudamericana, a lungo prigioniera politica,
parla anome del movimento delle donne per il Mercosur,
il mercato comune dell’America latina, speranza
alternatica all’ALCA voluto dagli USA. Parla di
identita’ multiple e nomadi, di questa meravigliosa
babele di lingue e culture, conto il pericolo dei
fondamentalismi, che offrono occasioni di identita’
nelle paure e nelle incertezze di oggi. Alle donne:
"Non e’ possibile lottare per la liberta’ se non
lottiamo anche per la nostra liberta’ come donne".

Sumila dello Sri Lanka, attivista per I diritti umani.
Denuncia che non c’e’ ancora abbastanza attenzione e
analisi degli impatti sulle donne della
globalizzazione. Solo dagli anni 90 si parla anche
della violenza sulle donne non solo fisica e sessuale
ma economica sociale.

L’intervento di Jayathi Ghosh docente dell’Universita’
di Delhi e’ tutto sulla vilenza economica e
strutturale della globalizzazione attuale, che e’ una
scelta consapevole degli stati e governi, che tagliano
le spese sociali , diminuiscono l’occupazione ,
scaricano servizi sulle donne. La migrazione non e’
mai stata cosi’ femminile In Sri lanka ci sono 12
donne per 1 uomo migrante. E’ sottile il confine tra
migrazione volontaria e traffico di umani e di donne.
E’ fiera di essere donna, le donne sono la parte piu’
dinamica e progressita dei movimenti sociali oggi e il
mondo diverso e’ possibile, inevitabile.

Susana della Malesia lavora a manila nei media e’
giovanissima. Esorta a stare attente alle forme di
patriarcato che sono nel mondo dei media, a esplorare
nuove frontiere e nuove tecnologie, a saper leggere
dentro le notizie, nei dettagli delle pagine
dieconomia e finanza, li’ ci sono le connessioni.

ALCUNI DEI CARTELLI APPESI AL TAVOLO DELLA HALL 1 LA
PIU’ GRANDE

Guerra e violenza non sono sostenibili e non vale la
pena sostenerle.
Guerra e violenza non hanno futuro. La pace e’ il
futuro.
Il sogno americano ha creato incubi
Diseguaglianza ingiustizia e violenza dei ricchi e
potenti nutrono il terrorismo.

17 gennaio Mumbai

La prima plenaria sull’acqua ha per titolo People’s
World Water Forum ed e’ l’occasione per presentare al
forum mondiale le testimonianze del Forum dell’acqua
du Dehli appena conclusosi e che ora continua qui a
Mumbai con tre seminari al giorno.
In sintonia con la "Diciarazione di Dehli" che verra
sicuramente tradota e messa in rete dal Comitato
Italiano per il Contratto mondiale dell’acqua, apre
gli interventi un portavoce degli indigeni mahori
ricordando che ( 1 punto della dicharazione) "L’acqua
e’ vita" e per gli indigeni si intende la sacralita’
dell’acqua da cui la necessita’ di dichiarare sacre
tutte le sorgenti.
L’acqua e’ la forma fisica dello spirito e tra aria e
cielo si compieil cerchio sacro.
Seguono dichiarazioni da parte di delegati USA di
adesione alle lotte di Plachimada contro la diga di
Tehri nello stato del Kerala e contro l’espropriazione
da parte della Coca Cola di milionidi litri di acqua
sottratta alle popolazioni locali.
Un canadese ricorda l’irreversibilita’ dei
danniprodotti dalle grandi dighe (5 punto dich Dehli)
e seguono interventi sul ruolo della banca Mondiale da
parte di delegati del Ghana, dell’Uruguay, Dell’ India
e delle Filippine.
Altro elemento unificatore delle battaglie e’ la
multinazionale Suez di cui vengono denunciati gli
interventi , oltre chenei paesi soparacitati anche in
Indonesia come ci raccontano rappresentanti dello Sri
lanka, della malesia, dellaThailandia, dove oltre
all’acqua per uso civile si privatizza anche
l’irrigazione dei campi.
Seguono testimonianze locali, dal Rajastan, dal
Gujarat, zone desertiche dove la scarsita’ amplifica I
problemi, si continua a parlare di privatizzazioni e
si toca il probleme del "finanziamento publlico"
dell’acqua che sara’ oggetto di un seminario lunedi’
19.
La prima europea che interviene e’ una tedesca che
articola I problemi del Diritto attraverso gli aspetti
ecologici, culturali e sociali.
Il prgramma ufficiale riporta tra I relatori Riccardo
petrella che pero’ spaete ha deciso di non venire a
Mumbai, chiedo allora a Vandana Shiva di intervenire
nel merito della "dichiarazione di Roma" (al punto 2
del documento di Dehli) mi viene tranquillamente
concesso,( lincontro e’ molto informale e dinamico,
non e’ blindato). La dichiarazione e’ riportata su un
opuscolo che viene distribuito a tutti e ne approfitto
per dichiarare il ruolo dell’Europa nelle politiche
dell’acqua, le richieste di cancun e la "Costituzione
Europea" in cui I beni comuni sono ignorati per
lasciare posto al mercato.
Seguono brevi testimonianze di dimostranti venuti
ingruppo con striscioni e slogan.
Alle 12 si chiude per darci appuntamento alle 13 in un
seminario organizzato dalla CEO (Coorprate European
Observatory) sul tema: "Quali alternative alla
privatizzazione dell’acqua"

Ovviamente non riesco a raggiungere il seminario in
orario, non si puo’ non farsi coinvolgere nella
strabordante festa che riempie I viali e gli stand
del forum.
I colori della bandiera della Pace sono in buona
compagnia con i cromatismi dei costumi di donne e
uomini di ogni dove dell’india che inscenano danze,
marce, cori, preghiere cortei . Ci si ubriaca di
colore anche ai luoghi dove si prepara il cibo a cui
si aggiungono profumi e sapori.
Il servizio e’ veloce, non si usano vassoi o piatti di
plastica, sono le foglie che vengono modellate per
comporre piatti e scodelline per tutti gli usi.
Ovunque si trovano rubinetti che erogano acqua
purificate e distributori in Boccioni e acqua Minerale
( Pepsi cola).
Un "esercito" di volontari, specialmente donne,
pulisce tutto, raccoglie e separa I rifiuti, I
gabineti sono puliti, qui il lavoro manuale si vede
ounque. Hanno inentato una cittadella fatta di bambu’
e teli di juta, in cui hanno inserito tecnologia,
ventilatori e impianti di amplificazione.
Davvero un lavoro incredibile, ci fa bene a tutti
vedere cosa e’ "possibile" quando si e’ motivati e
solidali, fuori da qui abbiamo visto una metropoli su
cui premono Slum pieni di miseria dove anche la
speranza fa fatica a trovare posto nella dimensione
del "possibile".

Arrivo al seminario quando sta intervenendo un
portavoce di Porto Alegre sul bilancio partecipato e
la scelta pubblica di cosa finanziare. Ciricorda che
la democrazia che ha prodotto l’elezione di lula e’
costata 25 anni di lotte che hanno lasciato molte
vittime sul terreno del conflitto.
Rappresentanti di ONG raccontano le loro esperienze in
Vietnam, in Sud Africa.
Danielle Mitterand del Conttatto Mondiale ricorda che
le tasse sono un finanziamento publico e chee’
necessaria una campagna per sostituire ai capitoli di
spesa degli armementi, quelli dei servizi pubblici,
choede una tassa in % sulla produzone di armamenti.
Un rappresentante della germania dichiara che I
"Politici" non sono la soluzione del priblema ma parte
del problema.
Segue una relazione sull’esperienza dell’Uruguay che
co Argentina Brasile e paraguai fa parte del secondo
piu’ grande acquaifero de mondo, il Guarany.
Sono state raccolte 300.000 firme su 3 milioni di
aitanti per difendere l’acqua pubblica..
Un rappresentante della ONG francese "Ingenieri senza
frontiere" puntualizza che il problema non sono I
soldi ma il "management" del denaro.
Dichiara che prima di avventurarsi in finanze
alternative bisogna affrontare la realizzazione di una
gestione corretta , trasparente e pianificata.
Nella sua esperienza in Sud Africa e in Somalia dice
che prima si devonomettere I soldi per I progetti
sull’uso civile dell’acqua e poi per gli usi agricoli.

Ci lasciamo danc\doci appuntamento per iprossimi
seminari SALUTI DA LAURA BERGOMI DI ASSOPACE
E PAOLO RIZZI DEL COMITATO ITALIANO CONTRATTO ACQUA