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Rifondazione sul filo del rasoio: in cerca di segretario e di linea

Publie le sabato 26 luglio 2008 par Open-Publishing

Rifondazione: VII congresso

Secondo giorno di congresso, ancora nessun accordo tra le cinque mozioni

Tutto ruota intorno a quello che deciderà l’ex cossuttiano Grassi

Rifondazione sul filo del rasoio: in cerca di segretario e di linea

Un solo momento di unità, contro l’emergenza immigrazione decisa dal governo

di CLAUDIA FUSANI

CHIANCIANO - Al secondo giorno, più divisi che mai. L’unica cosa che unisce i 650 delegati del VII congresso di Rifondazione comunista, quello che "o la va o la spacca", è la mozione votata all’unanimità contro la decisione del governo Berlusconi di dichiarare lo stato d’emergenza sull’immigrazione. Per il resto cinque sono le mozioni con cui l’assise è cominciata giovedì, e cinque restano nonostante gli interventi e le dichiarazioni programmatiche. Anzi, forse sono proprio gli interventi che non aiutano a far trovare una strada comune per il futuro di Rifondazione. Il risultato è che resta uno solo il segretario candidato, Nichi Vendola, ma è di minoranza. La maggioranza guarda, attacca, dice no, prende tempo. Ferrero e i suoi fanno circolare nei vialetti del centro termale di Chianciano, in mezzo a squadre di signori e signore in fila col bicchiere in mano a consumare la loro dose di acqua, voci di una possibile candidatura dell’ex ministro alla Solidarietà sociale. Scherzando, Bertinotti si offre a Ferrero come "segretario di mediazione".

L’emozione di Bertinotti. L’intervento più scenografico, oggi, è stato quello dell’ex segretario Franco Giordano, salito sul palco come semplice delegato. Fa mea culpa: "E’ stata una sconfitta storica, non si può minimizzare la portata". Ma guarda avanti: "Adesso bisogna superare le divisioni interne. Da Vendola è arrivata l’idea possibile per una ricomposizione unitaria del partito, è giunto il momento di far tacere le piccole ambizioni e meschinità. Se non è così, chi ha più filo tessa". E rilancia: "Solo investendo nella ricostruzione di una sinistra, possiamo vivere, creando un campo largo, un orizzonte distinto e autonomo dal Pd" ma che parla col Pd, altrimenti "l’esodo dalla politica e la vocazione minoritaria sarà il trionfo della marginalità". Molti applausi, emozione tenuta a bada, una volta giù dal palco un bagno di abbracci. Il più lungo quello di Fausto Bertinotti che si emoziona. L’ipotetico applausometro, se ci fosse, assegnerebbe forse proprio a Giordano il più alto numero di applausi. A Bertinotti quelli più emozionati. A Vendola quelli della speranza. Al giovane Acerbo (portavoce della mozione Ferrero, la 1) quelli più arrabbiati.

Due linee politiche. Sono e restano nettamente due. Una, quella della mozione 2 (Vendola, Giordano, Migliore, Bertinotti, la ex maggioranza di Rc) vuole ricominciare da Rifondazione per ricostruire un nuovo blocco sociale a sinistra. Il rapporto con il Pd è possibile, ma non scontato. Di sicuro non sta con Di Pietro e la sua piazza, "con chi ha votato contro la Commissione d’inchiesta sul G8 di Genova". Divide il giustizialismo, nuova declinazione della questione morale, invocato invece dai delegati della prima mozione che, va da sé, vedono il Pd solo come un nemico da combattere.

Possibili scenari. Per la prima volta, Rifondazione arriva a congresso con i giochi tutti da fare, nulla di scontato, meno che mai il segretario. In sintesi sono possibili almeno tre scenari.

1) Vendola (mozione 2) ha il 47 % ma non la maggioranza assoluta. L’ex cossuttiano Claudio Grassi (mozione 1, Ferrero, 40 per cento) ha dato cenni di una possibile intesa con Vendola: si porterebbe dietro la metà dei delegati della mozione 1; significherebbe la maggioranza per il governatore della Puglia. Ma Grassi fa due passi avanti, due indietro e torna sempre alla casella di partenza. Come se alzasse continuamente il prezzo. Ad esempio: "Nichi dovrebbe dire un no secco alla costituente di sinistra". Ma questo è un prezzo impossibile. Se Grassi, che parlerà domattina, dovesse alla fine decidere di lasciare Ferrero, Vendola diventerebbe segretario sulla base di un accordo politico di maggioranza.

2) Vendola segretario sulla base di un accordo di programma tra le varie mozioni. Il tutto almeno per un anno, fino alle Europee. E’ l’ipotesi più probabile. Significa che nel partito restano due linee politiche diverse unite però da alcuni punti: opposizione al governo Berlusconi, ricostruzione di un blocco nuovo a sinistra; rilancio di Rifondazione; alle Europee con il simbolo di Rifondazione.

3) Il venticello di Chianciano non porta consiglio e si arriva al Comitato politico che domenica mattina dovrà eleggere il segretario. Si va cioè, alla conta. Lacrime e sangue. La mozione Ferrero potrebbe trovare nel frattempo un candidato (lo stesso Ferrero?) che unisce gli altri quattro documenti di minoranza e vince. Oppure Fosco Giannini (7,7%) si astiene, Vendola diventa segretario ma di minoranza. L’ipotesi peggiore. "Vendola ha voluto le primarie in questo congresso e ha perso, non ha la maggioranza" ripete l’ex ministro Ferrero. Si annunciano per la serata riunioni delle singole mozioni. In cerca di una soluzione.

repubblica