Home > Ucciso a sprangate al grido di “Negro di merda”

Ucciso a sprangate al grido di “Negro di merda”

Publie le lunedì 15 settembre 2008 par Open-Publishing
4 commenti

Ucciso a sprangate al grido di “Negro di merda”

di Michele Bono

MILANO - Abdul Salam Guibre, 19enne italiano originario del Burkina Faso, muore ucciso a sprangate per mano di due uomini, padre e figlio, che in seguito ad un furto di un pacco di biscotti nel loro chiosco ambulante, roventi d’ira razzista, mentre urlano frasi ingiuriose contro il ragazzo, lo massacrano a randellate.

Gli agenti di polizia accorsi sul fatto del delitto dichiarano a cuor leggero che “nonostante gli insulti l’omicidio non ha nulla a che fare con il razzismo”. Certo, perché anche se il taccheggiatore fosse stato italiano, avrebbe fatto la stessa fine. Massacrato a sprangate. Giusto Così.

La Lega, con una coda di paglia in fiamme che brucia le natiche dei suoi esponenti intransigenti, quelli dalla tolleranza zero in stile Giancarlo Gentilini, sindaco di Treviso, che saluta col braccio teso fascista la sua platea di dementi, butta le mani avanti e dichiara che tutte le polemiche che sorgeranno non sono altro che semplice strumentalizzazione politica.

Già…strumentalizzazione. Una parola che indica la manomissione della verità per scopi secondari che si allontanano dalla realtà dei fatti. Quale sarebbe, allora, il motivo celato dietro al rovesciamento di una verità tanto palese? Mettere in difficoltà la propaganda autoreferenziale del partito del nord? Attribuirgli un omicidio a sfondo politico?

Forse. Ma la verità è che un ragazzo di colore è morto per aver rubato un pacco di biscotti mentre i suoi sicari inveivano contro il suo colore della pelle. “Negro di merda” dicevano, mentre la sua testa veniva fracassata a colpi di razzismo, che poi, secondo la polizia, razzismo non è. Cos’è allora? Giustizia sociale? Divina? Politica?

Semplicemente la giustizia di un paese soffocato dalla propaganda, essa sì strumentalizzata, di chi invoca un problema sicurezza legato all’immigrazione clandestina che individua nel diverso il virus da debellare per poter finalmente tornare alla prosperità economica. Come se lo straniero fosse delinquente in quanto straniero, un malvagio fine a se stesso de-storicizzato che verrebbe in Italia per mettere in pratica il male gratuito.

Giustizia, invece, secondo gli antichi, secondo la tradizione platonica, è la virtù secondo la quale ognuno, all’interno dello Stato di appartenenza, svolge il compito che più gli è proprio. Secondo questo principio, quindi, la morte di Abdul Salam Guibre è giusta.

Il ragazzo stava rubando, cosa che è propria solo degli extra-comunitari; gli italiani che lo hanno ammazzato come un cane stavano difendendo la loro proprietà privata, atteggiamento degno del miglior capitalismo occidentale; i poliziotti che sono accorsi per accertare le cause del delitto hanno asservito il padrone politico di turno rilasciando dichiarazioni neutro, come si fa nelle migliori dittature mediatiche; i politici che hanno sprecato tante parole per un fatto di cui non gliene frega nulla hanno assolto al loro compito di retori, come la peggiore propaganda di destra e di sinistra insegna da decenni.

Messaggi