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Processo a Cagliari per Antonella, Paolo ed Ivano:sit-in (Cagliari 16 giugno)

Publie le martedì 15 giugno 2010 par Open-Publishing

http://imcsardinia.dyndns.org/article/418

il 16 giugno, al tribunale di Cagliari, ci sarà la revisione della sentenza d’Appello relativa al processo di Antonella, Paolo ed Ivano

Domani al tribunale di Cagliari si discute di quanto aumentare la pena ad Antonella, Paolo e Ivano, oppositori politici accusati di un attentato mai avvenuto a Nuoro, nel Marzo 2006,
quando una finta bomba (un “ordigno non adatto a esplodere”) viene rinvenuto nei pressi dell’ufficio elettorale di tale Bruno Murgia, candidato di A. N. alle elezioni Regionali.

Finto l’attentato, falsa la rivendicazione pubblicata dai giornali, risibile il processo indiziario (senza indizi) che ne è seguito, tutto basato su intercettazioni incomprensibili e forzatamente interpretate. Vero invece che i tre imputati erano da tempo schedati, spiati e intercettati in quanto noti sovversivi appartenenti all’area “anarco-comunista”; veri i due
anni di carcerazione preventiva subita, in gran parte da deportati nelle peggiori galere del continente; vere anche le allucinanti richieste di pena fatte dal PM De Angelis: 13 e 14
anni per associazione sovversiva e atti di terrorismo.

I processi di primo e secondo grado si chiudono nel 2009 con un evidente compromesso:
data l’evidente inconsistenza del teorema accusatorio gli imputati vengono condannati a
pene molto ridotte (da 2 a 3 anni) per ”l’attentato” del 2006, mentre, come contentino per i
PM della Dipartimento Distrettuale Antiterrorismo (DDA), viene comunque riconosciuta la
“finalità eversiva” degli imputati.

Antonella, Paolo e Ivano pagano così l’ignavia di quei giudici che non hanno avuto il
coraggio di riconoscere la loro piena estraneità ai fatti. Una brutta faccenda. Il compromesso
raggiunto non piace infatti alla Cassazione, secondo cui il riconoscimento della “finalità
eversiva” non può convivere con pene così ridotte: la sentenza è annullata, le pene devono
essere ridiscusse e aumentate, l’incubo continua.

UNA STORIA CHE CI RIGUARDA TUTTI

Dall’OVRA fascista, alle “squadre politiche” di Scelba, Tambroni e Cossiga, sino alle
attuali DIGOS e ROS, la prassi della schedatura di massa degli oppositori politici e sociali
non è mai passata di moda. Questo impressionante apparato repressivo è sempre all’opera:
spia, scheda, intercetta, reprime e, coordinato dal DDA, elabora sempre nuovi teoremi
accusatori. Spesso basta qualche conversazione intercettata ed interpretata ad arte per
cucire addosso agli antagonisti del potere l’abito dei criminali . L’esistenza stessa di
queste strutture di repressione e di terrore è una minaccia per la vita e la libertà di tutti.
L’allucinante vicenda toccata in sorte a Antonella, Paolo e Ivano è anche un’intimidazione
rivolta contro chi non si rassegna alla miseria dell’esistente e continua a lottare, è una
minaccia alla quale dobbiamo resistere e reagire, perché l’esistente fa schifo e ben merita
di essere sovvertito.

LIBERTA’ PER TUTTI I PRIGIONIERI POLITICI E SOCIALI
BASTA REPRESSIONE