Home > Andamento delle borse mondiali dal 09/10/2007 al 31/10/2011

Andamento delle borse mondiali dal 09/10/2007 al 31/10/2011

par Attilio Folliero

Publie le venerdì 4 novembre 2011 par Attilio Folliero - Open-Publishing
1 commento

Fonte e tabella

Tutti i giorni i media parlano della cadiuta delle borse, però nessuno dice di quanto sono cadute (o aumentate) rispetto a prima della crisi. Il 09/10/2007, il Dow Jones, l’indice della Borsa di New York faceva segnare il suo massimo storico (per quanto rigurda la chiusura di una giornata borsistica). Anche molte altre borse, quel giorno o in quel periodo facevano segnare i loro massimi storici o valori molto prossimi ai massimi.

Rispetto a quella data, che possiamo considerare vigilia della grande crisi attuale, come sono evolute le borse del mondo? Nel nostro elenco, che potete leggere di seguito, riportiamo i dati di una borsa in più, quella iraniana, rispetto ai dati delle borse prese in considerazione da Bloomberg, la bibbia delle borse, che appunto non prende in considerazione la borsa di Teheran.

In questi 4 anni, fra il 9 ottobre del 2007 ed il 31 di ottobre del 2011, la borsa di New York non ha subito grosse variazioni, dato che sta perdendo solo il 15% circa; altre borse invece hanno subito veri tracolli, come la borsa di Cipro o quella dell’Islanda, che stanno perdendo più del 92%, o la borsa grega che perde oltre l’84%.

Ventisei borse stanno perdendo più del 50%, tra queste la Borsa Italiana che perde sattamente il 61%. L’80% circa delle borse del mondo è comunque in perdita e solo il 20% è in crescita, rispetto alla data da noi prsa in considerazione.

Tra le borse in crescita, solo 5 hanno percentuali di crescita superiori al 50% e 3 borse sono oltre il 100%. Da 4 anni a questa parte la miglior borsa in assoluto al mondo è quella di Caracas (Venzeuela), che sta sperimentando tassi di crescita del 176%, seguita dalla borsa iraniana (+151%) e dalla borsa dello Sri Lanka (+146%).

Anche nel corso dell’ultimo anno, la borsa di Caracas continua ad essere la miglior borsa del mondo in assoluto con un tasso di crescita superiore al 62%.

E la borsa italiana? Come detto sta perdendo fortemente: il 61%, quattordicesima peggior borsa del mondo. E’ interesante scendere maggiormente nei dettagli, analizando le varie azioni. Ovviamente in questi anni varie imprese hanno provveduto a cambiare il valore della propia azione, procedendo ad raggruppamento o frazionamento delle azioni; per le date prese in considerazione, abbiamo considerato il valore dell’azione raggruppata o frazionata.

Abbiamo prso in considerazione solo le aziende quotate in entrabe le date, dato che alcune aziende non erano quotate nel 2007 ed altre quotate nel 2007 sono fuoriuscite dal listino; infine non abbiamo considerato le aziende internazionali quotate al MTA INternazionale della Borsa di Milano. In totale, quindi abbiamo analizzato 238 aziende, delle quali solo 21 stanno guadagnando o per meglio dire non stanno perdendo; tutte le altre sono in perdita. 59 hanno perdite superiori all’80% e di queste 28 presentano perdite superiori al 90%; 6 stanno perdendo oltre il 98%!

Molte imprese del settore finanziario, banche ed assicurazioni sono al bordo del fallimento con grosse svalutazionid el valore delle loro azioni e indebitamenti enromemente superiori al valore dell’impresa.

Portfolio

Messaggi

  • I governani dei paesi occidentali si preoccupano solo dei mercati. Se questi vogliono vedere crescere le loro borse debbono piu’ o meno attuare politiche tipo quelle attuate in Venezuela, paese della miglior borsa del mondo:
     introduzione della scala; in Venezuela esiste un meccanismo tipo la scala mobile che esisteva in Italia: il governo ogni anno, il primo maggio aumenta i salari di una quota pari o superiore all’inflazione;
     riduzione dell’orario di lavoro; se vogliono veder crescere le borse debbono eliminare i dieci milioni di disoccupati, sottocupati e precari ch ci sono in Italia. Come? Riduzione dell’orario di lavoro a 6 ore; passare dai 3 turni di otto ore a 4 turni di 6 ore (ovviamente a parita’ di stipendio);
     Abolire il precariato e tutte le forme di contratti di lavoro che non permettono all’uomo una vita dignitosa;
     Proibire il licenziamento senza giusta causa e assoluta proibizione di licenziare o allontanare personale per i prossimi 2 anni;
     riduzione delle imposte e delle tasse, in particolare dell’IVA, da portare ad un valore compreso fra il 9 ed il 12%;
     Pensioni a 55 anni per le donne, 60 per gli uomini e senza limiti d’eta’ per chi ha lavorato 35 anni;
     Fissare un salario ed una pensione minima
     Eliminare le pensioni per i ricchi; se una persona e’ ricca (per esempio ha guadagnato 100.000 euro al mese per tutta la vita) non e’ giustificata la pensione; l’istituto della pensione nasce ed esiste per dare un reddito al proletariato, al lavoratore che vivendo del suo salario (misero), quando non ha la forza di lavorare non avrebbe alcun sostentamento e epr conseguenza si creo’ l’istituto della pensione. Lo stato non deve aiutare i ricchi, quindi vanno abolite tutte le pensioni ad esempio superiori a 4/5.000 euro mensili. Fissare un tetto massimo per le pensioni, oltre che uno minimo.
     Dato che l’Italia ha il problema dell’invecchiamento e dello spopolamento (50 milioni di abitanti al 2050) deve creare politiche per favorire il ritorno dei figli dei cittadini italiani, introducendo ad esempio il diritto di cittadinanza anche a chi aveva il nonno/nonna italiana.
     L’universita’ italiana si sta spopolando; favorire l’accesso per riportare il numero degli studenti ad almeno due milioni, attraverso programmi di apertura di nuove universita’ (una per ogni provincia almeno), abolizione degli esami di accesso, accesso gratuito; libri, computer ed internet gratis, per gli studenti di ogni ordine e grado
     Nazionalizzare la Banca d’Italia, qualche banca commerciale (Unicredito, Intesa), qualche Assicurazione (Fondiaria) ed importanti imprese strategiche (TElecom, ENI, Ferrovie, Autostrade)

    A seguito delle stesse politiche neoliberali che si applicando in Europa, il Venezuela ando’ incontro a grandi esplosioni sociali, fino ad arrivare al 27 febbraio del 1989, quando la repressione poliziesca in 48 ore fece migliaia di vittime (il numero non e’ mai stato accertato, ma si stima che i morti oscillino fra i 3.000 ed i 5/6.000, con calcoli piu’ pessimisti che vanno anche oltre.

    Il venezuela dopo aver toccato il fondo, a partire del 1999 ha applicato progressivamente tutti i punti indicati; i risultati sono sotto gli occhi di tutti: da paese altamente idnebitato e privatizzato, con 80% di povrta’ oggi ha la miglior borsa del mondo in assoluto ed il popolo tra i piu’ felici del mondo.