Sognavamo cavalli selvaggi
![]() de Luca Visentini via FR ![]() Sono cento racconti brevi o brevissimi che nell’insieme ricostruiscono, in un’unica vicenda, la Milano dal 1968 al 1977 di un ragazzo della nuova sinistra. Un compagno di base, non un dirigente, né un pentito. Non si parla di analisi politiche o dispute ideologiche, ma di amore, amicizie, famiglia, lotte e scontri concreti.
Si legge un “clima”, un’umanità. Sono storie anche vere ma che trascendono, con la scrittura, l’autoreferenzialità. (...)
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Perché «tifiamo rivolta» nel Movimento 5 Stelle
di : Wu Ming mercoledì 27 febbraio 2013 - 17h40 11 commenti
![]() Mettetevi comodi, vi raccontiamo una storia. - Alt, mozione d’ordine! Appunti diseguali sulla frase «Né destra né sinistra» (2 gennaio 2012) Un Grillo qualunque. Wu Ming 2 intervista Giuliano Santoro (8 novembre 2012) Un Grillo qualunque. Audio completo della presentazione bolognese (6 dicembre 2012) Consigli per riconoscere la destra sotto qualunque maschera (20 febbraio 2013) Intendiamoci, è sempre poca roba rispetto alla mole dei commenti in cui, nel corso degli anni, abbiamo eviscerato la pochezza e l’abiezione del «centrosinistra» (qualcuno ancora ricorda quando definimmo il PD «fossa di scolo di ogni vergogna»), comunque sono quattro post belli densi, che hanno scatenato dibattiti pieni di esempi, link, precedenti storici, casi di studio, testimonianze etc. 1. «Sì, ma voi chi cazzo siete?»Giusto, è necessario un chiarimento per chi non ci conosce e magari viene su Giap oggi per la prima volta. Dove siamo «situati», noialtri? Da dove scriviamo e prendiamo posizione?
Non potremmo essere più d’accordo, è la stessa distinzione destra-sinistra da cui partiamo noi, pari pari. Il discrimine è proprio il falso universalismo. Qualche giorno fa abbiamo anche ricapitolato come la pensiamo su questo in 8 punti numerati (come mai otto? Beh, perché ne sono venuti fuori otto). Li riproponiamo qui sotto, a fine post. Ecco, noi scriviamo da un nodo della storia preciso. Abbiamo preso parte, e tuttora prendiamo parte, a lotte per gli spazi sociali; abbiamo scarpinato contro diverse guerre imperialistiche, dalla prima guerra nel Golfo in avanti; da precari abbiamo lottato sui nostri luoghi di lavoro; ci siamo battuti contro il razzismo e per i diritti dei migranti, contro i CPT / CIE, anche partecipando ad azioni dirette; abbiamo fatto cortei contro privatizzazioni e tagli al welfare; abbiamo manifestato a Praga nel 2000 contro il Fondo Monetario Internazionale, a Québec nel 2001 contro l’approvazione dell’ALCA, e un mese dopo abbiamo partecipato alla «Marcia della dignità» zapatista dal Chiapas a Città del Messico. Al G8 di Genova eravamo dietro la prima fila di scudi quand’è partita la carica di via Tolemaide. La nostra critica alle ambiguità del «grillismo» (inteso come struttura organizzativa e comunicativa, e soprattutto come orizzonte di discorso), alla sua natura di movimento «diversivo», è situata in tutto questo. E’ figlia di una lunga prassi, e di un approccio onestamente partigiano. 2. Con chi non ce l’abbiamoSiamo convinti che il grillismo sia fondamentalmente un’ideologia e un racconto del mondo di destra, proprio nel senso che dicevamo sopra. I motivi per cui ne siamo convinti, e gli esempi che abbiamo fatto, sono tanti. Per noi il discorso di Grillo/Casaleggio è un mix di vari populismi e miti interclassisti, con fortissimi elementi di liberismo e addirittura di ideologia da destra «anarcocapitalista» statunitense (non a caso un esponente di punta del M5S, Vittorio Bertola, proprio qui su Giap ha dichiarato: «Mi piace Ron Paul»). Su alcune tematiche, come sull’immigrazione, tanto dal blog di Grillo quanto da certi meandri del suo moVimento sono partiti enunciati addirittura criptofascisti. Chi vuole potrà approfondire seguendo i link sopra. Il fatto che il programma del M5S elenchi molti punti che sollecitano provvedimenti tradizionalmente considerati «di sinistra» non solo non inficia le nostre conclusioni, ma è stato una delle premesse del dibattito. Anche le considerazioni specifiche sul programma le trovate nelle discussioni di cui sopra. Il paradosso è che il M5S ha molti attivisti e moltissimi elettori (andando a spanne in base alle percentuali dei sondaggi, non meno di tre milioni) che vengono da sinistra e tuttora si considerano di sinistra. 3. Perché l’Italia non ha avuto movimenti come Occupy o il «15 de Mayo» spagnolo?Nel pezzo per Internazionale abbiamo ribadito quanto appena detto, in forma il più possibile contratta perché ci era stato richiesto un intervento breve. Santoro scrive un’altra cosa interessante correlata a questo: nel discorso grillino gli altri movimenti non esistono. Quando il M5s partecipa a una lotta avviata da altri, Grillo tende a descrivere quella lotta come se fosse patrimonio esclusivo cinque stelle, e la sua descrizione diviene ben presto quella di prammatica: Noi abbiamo usato i nostri corpi per fermare il TAV, noi abbiamo fermato il ponte sullo Stretto, noi abbiamo vinto i referendum per l’acqua etc. In qusto modo, negli anni, Grillo ha «messo il cappello» o provato a mettere il cappello su quasi tutte le mobilitazioni e rivendicazioni dei movimenti sociali in Italia. Ma qui ci dilungheremmo troppo, leggete il libro. Su Giap ci siamo più volte chiesti perché in Italia non siano nati movimenti radicali e dritti-al-punto come quelli che negli ultimi tre anni si sono manifestati in Grecia, in Spagna, sull’altra sponda del Mediterraneo, negli Stati Uniti, in Francia contro la riforma delle pensioni e, negli ultimi mesi, persino nella piccola Slovenia. Uno dei motivi principali, sui quali abbiamo più volte insistito, è, per quanto possa sembrare strano di primo acchito, l’antiberlusconismo, ovvero l’interpretazione destoricizzata (e quindi «berluscocentrica») dello sfascio italiano. Berlusconi non è una causa, ma principalmente una conseguenza. Aver concentrato tutta l’attenzione su di lui e sulle sue malefatte ha disarmato concettualmente la sinistra e i movimenti, impedendo di aggredire i nodi di fondo che generano i Berlusconi. Questo ha causato gravi danni, oltre ad aver regalato una «luna di miele» al governo Monti, per il solo fatto che a Palazzo Chigi non c’era più Lui. Abbiamo anche indicato altre possibili cause. Una di quelle «di breve corso», cioè recenti, è proprio la comparsa del Movimento 5 Stelle. Non solo: la «cattura» grillina ha retroagito su una condizione di debolezza, marginalità e riflusso del movimento altermondialista (quello frettolosamente etichettato «no global»), che a partire dal 2002-2003 aveva subito tutti i possibili contraccolpi e «aftershock» della batosta genovese. Il M5S, appropriandosi di parte dei discorsi altermondialisti e proponendoli in un’altra chiave, ha dato il colpo di grazia a quell’ambito già sfiancato e deperito. 5. «Occupy? Acampadas? Ma di che andate blaterando?»Terminata la diretta web, Internazionale ha ripubblicato il nostro testo come articolo sul suo sito. Apriti cielo! In calce, scariche di insulti, basta con gli intellettuali, siete finiti, andate a lavorare, la sinistra è morta, mi avete deluso, siete servi etc. Un’altra osservazione che viene da fare è che quei commenti non sembrano affatto scritti da lettori di Internazionale, nonostante molte comincino con frasi sulla falsariga: «Che delusione voi di Internazionale, ho sempre apprezzato etc. etc. ma con questo articolo scritto da idioti etc. etc.» ![]() «Non è una crisi, è che non ti amo più.» Se ci si dà la pena di leggerli tutti, si capisce che si tratta in larga parte dello stesso commento, della stessa argomentazione ripetuta in serie con poche variazioni, quasi si fosse compilato un modulo (non diciamo che sia accaduto questo, diciamo che l’effetto è quello), da parte di persone che con tutta evidenza non sanno niente dei movimenti europei e americani che abbiamo citato. Il pattern/pateracchiern è questo:
6. Sull’espressione di destra «intellettuali radical-chic»![]() Tom Wolfe Lasciamo perdere le origini del termine «radical-chic», inventato dallo scrittore conservatore Tom Wolfe per irridere gli artisti di sinistra – su tutti Leonard Bernstein - che raccoglievano fondi per le spese processuali delle Pantere Nere. Oggi «intellettuali radical-chic» è l’espressione stereotipata per dire che chiunque svolga un ragionamento complesso non fa parte del «Popolo», fa perdere tempo prezioso al «Popolo», annoia il «Popolo», perché il Popolo – per definizione – non capisce le vostre seghe mentali!» Il sottotesto è che un intellettuale possa solo essere un benestante staccato dal mondo. Che figli di proletari abbiano sviluppato la passione per la cultura e lo spirito critico grazie agli sforzi delle loro famiglie e poi abbiano lavorato per pagarsi gli studi non è uno scenario contemplato, come non è contemplato che un intellettuale possa essere un precario. Questo dopo vent’anni di discorsi sul «cognitariato» fatti anche da pensatori di movimento che oggi votano Grillo. Discorsi che evidentemente hanno lasciato il tempo che avevano trovato, e sono stati messi in soffitta. Questi elementi di complessità non possono essere introdotti, perché incompatibili con la narrazione del Popolo «uno e indivisibile» che rappresenta in blocco la “società onesta» e si oppone ai «politici», alla «casta», ai «ladri» (che evidentemente non fanno parte del Popolo, chissà da dove sbucano!). Perché questa narrazione rimanga in piedi, ogni nemico dev’essere esterno all’immagine di popolo che il movimento diversivo propaganda. Ancora: nonostante nell’articolo si dica esplicitamente che il M5S non è la causa principale dell’assenza di movimenti radicali (ma, essendo quello l’argomento, di quello avremmo parlato); che chi lo ha votato lo ha fatto come extrema ratio perché ha riconosciuto le altre proposte come orribili e, infine, che noi «tifiamo rivolta» dentro il M5S (cioè ci auguriamo che le energie convogliate da Grillo trovino altri sbocchi, cosa difficile ma non impossibile), il riassuntino frequente dell’articolo è: «Questo signor Ming dice che i milioni di persone che hanno votato M5S sono decerebrati ed è solo colpa loro se in Italia non ci sono movimenti!» Anche questo è riconducibile al frame di destra: se viene espressa una critica al M5S che distingue (la base dal vertice, gli elettori dal capo politico, una causa dalle altre, una motivazione per il voto dall’altra, una destra da una sinistra), va subito «schiacciata» (nel senso di schiacciare una prospettiva, in modo da ammucchiare i diversi elementi di un’inquadratura) affinché tali distinzioni scompaiano, perché il Popolo è indiviso, non ha classi ed è animato da un’unica volontà di cambiamento etc. etc. 7. Ma davvero, noi chi cazzo siamo?La cosa più interessante da analizzare è il fatto stesso che questi commenti vengano scritti. Nemmeno adesso che hanno stravinto e dovrebbero sentirsi fortissimi i troll/propagandisti tollerano la minima critica. Perché? In fondo, se sul M5S avremo torto, a smentirci saranno i fatti e faremo una figura di merda. Inoltre, noi siamo irrilevanti. Che minaccia possono mai costituire, di fronte a una potenza mediatico-politica da nove milioni di voti, le parole di quattro scrittori precari, mezzi ammazzati dalla crisi (e che a dire il vero, anche quando le cose andavano benino, non contavano nulla perchè in Italia non si legge e la letteratura non conta nulla)? Come mai, anche il giorno dopo la festa tutto quest’astio, questa voglia di accerchiamento, questi attacchi a «intellettuali» che, a detta degli stessi che li attaccano, «non spostano un cazzo» (cosa tristemente vera)? Viene da pensare che simili reazioni servano soprattutto a placare un’ansia, a rassicurare se stessi e la tribù. Forse dietro il successo del M5S c’è più incertezza e debolezza di quella che traspare, e anche un intervento estemporaneo da una posizione marginale può gettarci sopra un piccolo fascio di luce, che va subito offuscato alzando un polverone. Insomma, sicuramente «noi siamo gli ultimi di un mondo», ma forse quel mondo tormenta la cattiva coscienza di qualcuno e… va ucciso anche da morto. 8. You can’t have it both ways, comrades![]() Finalità incompatibili Che significa, nel concreto, «tifare rivolta» dentro il M5S? E’ inevitabile che vi siano contraddizioni nel M5S, vista l’estrema contraddittorietà del discorso e del programma: liberismo e «beni comuni», «meritocrazia» e «reddito di cittadinanza», pulsioni libertarie e pulsioni forcaiole, afflato universalistico e invettive contro i migranti che insidiano le nostre donne (si veda l’infame comunicato del M5S di Pontedera) o i romeni «sconsacrano i confini della patria» (questo è Grillo in persona, o chi gli scrive i post), democrazia «liquida» e uso verticale della rete, retorica dell’apertura e controllo rigido del trademark, un «capo politico» che non è stato eletto ma è presidente de facto di entrambi i gruppi parlamentari… Su qualunque punto nevralgico si posi il dito, si tocca una contraddizione destinata ad acuirsi, perché una contraddizione può essere rimossa per qualche tempo ma non per sempre. Quale delle due strade imboccherà il M5S dopo il suo boom nazionale, che inevitabilmente porta a maggiori responsabilità anche nelle città, sui territori? Se prevarrà l’impostazione liberista e «anarco-capitalista» (richiesta di abolire tout court i sindacati, tagli per espellere dalla macchina dello stato i «parassiti», privatizzazioni etc.), di fatto il M5S si inserirà senza troppi scossoni nel solco dell’austerity. Sta già governando l’austerity nelle amministrazioni locali che governa, in primis a Parma. Senz’altro, questo decorso se lo auspicano quei settori di Confindustria che negli ultimi tempi hanno pronunciato mezzi endorsement o comunque rivolto sorrisi al moVimento. Del resto, i precedenti storici parlano di altri programmi che contenevano tutto e il contrario di tutto. Chi li sventolava si è sempre piegato, presto o tardi, alla difesa dell’esistente. Di programmi così – si veda quello di San Sepolcro del primo fascismo, 1919 – in poco tempo resta solo la retorica, mentre la sostanza dei punti più «sovversivi» viene sacrificata. Se invece prevarranno le rivendicazioni più «sociali» e «di sinistra», lo scenario è meno prevedibile. Quel che è certo è che le contraddizioni si acuiranno. Finora, Grillo è stato il garante simbolico e Casaleggio l’amministratore reale della compresenza di questo e di quello. Ora che si tratta di scegliere, per quanto tempo ancora riusciranno a esercitare quei ruoli? Agli attivisti del M5S, anche ai compagni che si sono riposizionati nel M5S, noi diciamo questo: o si sceglie l’anarcocapitalismo (tendenza che per sua natura porta a chiedere la privatizzazione di tutto e la distruzione del welfare) o si sceglie la difesa dei beni comuni, il reddito garantito etc. Tertium non datur. Per fare un esempio, cosa ne pensano i grillini della retorica del cancro della «sussidiarietà» che sui territori, pur conservando un’apparenza di «pubblico», sta di fatto divorando e privatizzando tutti i servizi sociali? *** Appendice: otto (ap)punti sulla distinzione destra-sinistra [tratti da questa discussione]
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27 febbraio 2013 - 22h49 - Di GAP - b88acb491bc7b72b79d2b73d54b7259f...
Siete dei grandi! Grazie di esistere :-) Vi leggo sempre, sono del ’70, e ho fatto il vero movimento con voi, dalla Pantera ai centri sociali, fino a Genova e ben oltre....Meno male che esistete voi con cui mi ritrovo perfettamente e pienamente. Sarà il background ma é da anni che accuso il M5s di essere intrinsecamente di destra. Io ora i "compagni" che lo hanno votato non me li dimenticherò più. Per me é come avessero votato Berlusconi nel 1994....lo spirito è molto simile. Ma ridono sulle macerie, ora di fronte alle contraddizioni cadranno e dobbiamo smascherarli....Grillo and Casaleggio sono due reazionari, ora sono di fronte alla prova della concretezza...da ridere che Grillo, eletto da nessuno, si propone di andare da Napolitano con Casaleggio....la democrazia orizzontale dei miei maroni...
27 febbraio 2013 - 22h55 - Di federico - bb9ae55c7119b07c76bca5b8dddda65a...
grazie del vostro articolo, molto interessante, ma vorrei sapere come mai non parliate del nuovo fascismo, il potere delle mafie, dei media, delle lobbies, che condizionano pesantemente la consapevolezza delle persone, e quindi creano le condizioni di una conservazione che impedisce l’emergere di un pensiero "creativo" nuovo, in contrapposizione al pensiero consumista del capitalismo, che genera falsi bisogni e dà pure l’impressione di poter dare con queste distrazioni l’impressione di vivere da spettatori, e quindi da conservatori....Il movimento partito di Grillo ha portato i giovani a fare politica, dopo anni di disimpegno e deculturizzazione mediatica, si sono così occupati di territorio e ambiente, di socialità e giustizia sociale, pur senza mettere alla base del pensiero una ideologia, ma neanche la sinistra storica è stata veramente "base" per un impegno dal basso, dimenticando il "che fare?" per strada....insomma, Grillo è un personaggio controverso, atipico, ma non è il caso di giudicarlo troppo, perchè adesso vedremo come si comporterà nei riguardi del popolo e delle problematiche devastanti, dall’assenza di uno sviluppo e quindi di lavoro sino ai temi sociali e del welfare, e a quelli dell’illegalità diffusa, che in paesi del Nord Europa hanno risolto, anche per l’enorme marginalità della corruzione e dell’illegalità...per questo io avevo scelto e ancora sostengo Ingroia !!! grazie !!!
27 febbraio 2013 - 23h19 - Di c9c7ede544097e84a5147fb813a966ae...
behhh.... oddio, non ne parlano in _questo_ articolo (che gia’ e’ "lungo" cosi’), ma non mi pare proprio che potere di mafie e lobbies (per me sinonimi) siano argomenti trascurati da WuMing .... (anche solo leggendo uno qualsiasi dei loro libri, mi verrebbe da dire)
28 febbraio 2013 - 15h04 - Di 2841dc22cce75c784bc593b551f99e7d...
Leggo su Internazionale che i Wu Ming si lamentano del fatto che il movimento di Beppe Grillo amministra l’assenza di movimento in Italia. Ragionamento bislacco davvero. Dal momento che la società italiana è incapace di muoversi allora debbono stare tutti fermi? Dal momento che gli amichetti di wu ming sono stanchi allora tutto deve restare ad attendere i tempi del loro risveglio? Fate movimento invece di lamentarvi perché qualcun altro lo fa al posto vostro, magari in maniera un po’ più rozza di come piacerebbe ai raffinati intellettuali.
Franco Bifo Berardi
28 febbraio 2013 - 17h23 - Di zzzzzzzzzzzz - 7797da348fdf94d5cfaf6ae3e778eae6...
Infatti, è esattamente questo il vero punto della questione: il movimento grillino occupa lo spazio lasciato vuoto dalla sinistra antagonista e radicale che da sempre figura tra i principali protagonisti delle lotte e del movimentismo politico e sociale in Italia. Ora, sarà per stanchezza, per inerzia, per cause di altra natura, sarà per una serie di ragioni e di responsabilità ben precise, di ordine oggettivo e soggettivo, ma l’inattività, la passività, la stasi in cui è sprofondata l’area del movimentismo politico di sinistra, ha permesso ad altri soggetti di inserirsi abilmente ed astutamente in modo da occupare tale vuoto politico e sociale. Dunque, le colpe principali sono da ascrivere senza dubbio a chi ha consentito che ciò accadesse, anche e soprattutto a quei settori e a quei gruppi che fanno capo alla sinistra alternativa e radicale che sembra si siano assopiti o stancati, come era inevitabile che accadesse ed era pure prevedibile, vale a dire i movimenti cosiddetti "antagonisti", ma è altresì vero che esistono oggettivamente altre responsabilità, di tipo soggettivo, che sono ascrivibili al sistema medesimo, cioè agli organi ufficiali della stampa e dell’informazione di regime, in modo particolare alle televisioni nazionali, che negli ultimi anni hanno concesso un’ospitalità a senso unico alle iniziative di Grillo e del suo movimento proprio per oscurare ed emarginare intenzionalmente altre azioni e movimenti di lotta.
28 febbraio 2013 - 18h12 - Di 6bd45488ce8e5df3ca38df122d6925d3...
o anche perché non di rado i compagni son vissuti come fossero appartenenti a conventicole di inziati con un linguaggio oscuro del tutto incapaci di farsi capire... o forse perché, sempre non di rado, pretendono di paralre con militanti mentre chi si trovano di fronte magari han votto bossi fino all’anno prima o chissachi... Non saprei dire se è la gente che non capisce più i compagni o sono i compagni che non riescono più a farsi capire dalla gente... Basti leggersi qualche botta e risposta... ove tornano fuori questini di inizio secolo. Il secolo passato.
1 marzo 2013 - 18h30 - Di 61e3f87e91b454ce0aa361a90f8f26e8...
Ancora Bifo sull’argomento ...
Per il momento preferisco concentrarmi sullo scenario che l’evento 5 Stelle / elezioni, ambiguo quanto si vuole, ha prodotto.
Ecco cinque punti per sintetizzare:
1. la dittatura finanziaria è il pericolo più grande per la vita sociale e la pace in Europa. Il capitalismo finanziario sta producendo miseria, fascismo e creando le condizioni per la violenza.
2. I movimenti cui abbiamo partecipato negli ultimi tre anni in Grecia, Italia, Spagna e Gran Bretagna sono stati importanti per la coscienza collettiva, ma non hanno modificato di un millimetro le politiche della classe finanziaria e dell’Unione europea.
3. Qualsiasi azione e qualsiasi atto possa contribuire a bloccare l’offensiva finazista va considerata positiva, a prescindere dalle sue coloriture ideologiche. Se debbo lanciare un sasso contro il vetro di una finestra non mi chiedo se sia di granito o di quarzo. Mi interessa che rompa il vetro. E mi pare che il sasso di Grillo abbia rotto il vetro della Banca centrale europea.
4. Non penso affatto che il movimento di Grillo sia una forza di governo né che si prepari a creare le condizioni per una trasformazione sociale egualitaria e libertaria. Però questo movimento ha rotto, per la prima volta l’ordine ultraliberista privatista e finazista del ceto governante in Europa. Le elezioni italiane hanno fermato il treno dell’offensiva finanziaria e aperto la strada a un processo di ricostruzione sociale di cui si devono occupare i movimenti della società. Sapranno farlo? Non lo so.Sapremo evitare una precipitazione catastrofica? Non lo so. Quello che so è che l’offensiva è stata fermata, l’Unione europea entra in una crisi definitiva e adesso tocca a noi rifondare l’Europa come costruzione sociale e non finanziaria.Tutto qui.
5. La sola cosa che mi interessa è che il movimento cinque stelle sia riuscito dove non erano riusciti scioperi e dimostrazioni: bloccare la dinamica del dominio finanziario in Europa.
Il resto tocca al movimento, non a quello cinque stelle, ma al movimento sociale che fino a questo momento non ha avuto in Italia la capacità di esprimersi perché paralizzato dal sentimento di impotenza. Non condivido l’idea che il movimento non sia cresciuto per colpa di Grillo - che per parte sua ha appoggiato l’unico movimento che si sia manifestato in Italia, quello NO TAV. Al contrario penso che gli studenti e i lavoratori possano trarre energia dal fatto che per la prima volta in Europa si manifesta l’evento capace di mandare il tilt la governance neoliberista e finanzista.
Non sono affatto ottimista sul futuro, però lo sono più di quanto lo ero una settimana fa.
Franco Berardi "Bifo"
1 marzo 2013 - 18h59 - Di Francisco - 6c5bef93aa31ee38296f0171137f2e6f...
Io invece sono ancora più pessimista perché vedo che c’è ancora chi, nonostante la lunga militanza, non ha capito che la BCE non si Autoprende a mattonate i vetri. C’ha servito-imposto Grillo su un piatto d’argento perché tirerà sassi di polistirolo.
1 marzo 2013 - 20h09 - Di cd7a9310e8890fed4a4efeb9ec62bbc7...
e poi c’è il mossad che dietro a tutto muove le sue pedine...
1 marzo 2013 - 20h21 - Di Francisco - 6c5bef93aa31ee38296f0171137f2e6f...
Questa del Mossad è carina e me la conservo... per vedere quanto passerà perché questo posto diventi da luogo di discussione e confronto e informazione a luogo di battutine insulse tipiche del blog più visitato nel bel paese. Argomentare, grazie!
2 marzo 2013 - 09h28 - Di 17fd27167038213f1e769cfeafdaee6f...
allora segnati anche questa:
Goldman Sachs, «entusiasmo» per il M5S
http://www.corriere.it/politica/13_...
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