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Morire in Ucraina

par Bob Fabiani

Publie le giovedì 17 aprile 2014 par Bob Fabiani - Open-Publishing

La situazione in Ucraina precipita di ora in ora e, di giorno in giorno. E’ di ieri la notizia che il governo di Majdan ha ufficialmente iniziato le cosiddette "operazioni anti-terrorismo" nell’est dell’Ucraina. Una tipologia di comportamento e di gestione della crisi molto "cara" alla Casa Bianca.
Non è cosa da poco ma, invece, lo snodo centrale per orientarsi e capire realmente cosa sta accadendo in Ucraina. Certo sarà solo un caso, una coincidenza ma, una volta che da Washington è stato annunciato che John Brennan - attuale capo Cia - è fisicamente a Kiev, un minuto dopo è partito il fatidico programma delle "operazioni anti-terrorismo che spingono, pericolosamente, drammaticamente l’Ucraina verso una sanguinosa Guerra Civile.

Allo stato attuale della situazione e dopo i morti -almeno 4 - causati nella parte orientale del paese, da parte dei militari ucraini a Kramatorsk, il precedente accordo, faticosamente trovato, a Monaco, non più tardi dello scorso febbraio, tra Usa e Russia deve essere considerato morto e sepolto. In quell’occasione era stato trovato l’accordo su alcuni passaggi che avrebbero potuto "contenere" la crisi ucraina, ossia, elezioni concordate entro l’estate, l’uscita morbida, quasi indolore dell’ex presidente Yanukovic e, per finire, un nuovo assetto istituzionale del paese.

 LA NUOVA SITUAZIONE

Cosa significa la presenza diretta della Cia a Kiev? Innazitutto rende ufficiale la presenza "sul campo" degli Usa e della Cia ma, sopratutto, la presenza di Brennan significa che la situazione è del tutto saltata, deteriorata e, che lo scenario è quello di una guerra. Del resto il "curriculum vitae" del capo Cia parla chiaro: egli è il responsabile delle cosiddette "guerre coperte" - quelle camuffate da rivolte più o meno sociali e popolari, per intenderci quelle che in questi stessi mesi stanno avvenendo in Venezuela e in parte in Bolivia - che, l’America, via via negli anni ha sostenuto in Iran, Libia e attualmente in Siria. Sopratutto quelle di Loibia e Siria stanno a dimostrare come, l’America avesse l’intenzione reale (la stessa di Kiev?) di farle lievitare e, infine, degenerare, in guerre totali, aperte e cruente.

Si tratta dunque di una presenza ufficiale che mette il sigillo alla conduzione Usa di questi ultimi quattro mesi quando, a Kieve sono successe alcune cose, alcuni passaggi del tutto classici in questo genere di situazioni:iorganizzazione e diffusione della protesta di una parte del popolo ucraino, protessta scoppiata dappriam contro la corruzione che, in un secondo tempo è cambiata, posizionandosi sulle posizioni filo-europeo e, subito dopo, antirusso. In tutti questi passaggi - come sappiamo - gli Usa c’erano ma non erano mai usciti allo scoperto come invece è accaduto, a partire da lunedì scorso con l’arrivo di John Brennan a Kiev.

 MOTIVAZIONI E OBIETTIVI DELLA PROTESTA

Il sasso ormai lanciato nello stagno-paizza Majdan rendeva la situazione fluida e produceva lo strappo del referendum della Crimea che, attraverso il voto decideva di tornare sotto l’ala protettiva della Russia. Era il pretesto che serviva a tutti gli "attori" presenti sul teatro ucraino: da parte di Kiev - che in modo strumentale si dichiarava a favore di una quanto mai sospetta adesione alla Ue - si provvedeva subito a gridare al complotto e all’azione di guerra lanciata da Mosca; da parte della Crimea invece si teneva la posizione opposta, quella del tutto lontana, distante anni luce dal "golpe di piazza Majdan" orchestrato, diretto e interpretato dai nazisti di Settore Destro.

Le parti contrapposte servivano ai direttori d’orchestra (Usa, Ue, Nato) a incanalare la protesta etorodiretta e su posizioni sempre più cangianti e radicali. Il passo seguente era quello della violenza. Puntalmente avvenuta. Violenza guidata dai gruppi paramilitari della formidabile estrema destra ucraina. Con la benedizione di Usa, Ue e Nato.

 IL CONTROCANTO DI "REGIME" A LIVELLO PLANETARIO

Nell’Europa travolta dalla spaventosa crisi e con la democrazia sempre più messa all’angolo suil piano sociale e dei diritti umani, non deve essere stato troppo difficile per la potente "lobby della guerra" a livello mondiale, mettere in gioco il solito, stucchevole, ripetitivo "schema neoliberista" che prevede il "tema a senso unico", l’odiosa, semplicistica divisione del bene / male: in questo caso: bene Kiev che si schiera con le destre nazionaliste, xenofobe, razziste, naziste che si consegnano a Usa e Nato. Di concerto, in questo schema del tutto privo di verità oggettiva si addita come pericolosi terroristi tutti i cittadini ucraini che si sentono filo-russi e sognano, come la Crimea, di ritornare sotto l’ala protettrice di Mosca. Insiema a questa parte del paese ucraino c’è la Russia, descritta come se fosse d’improvviso tornata sotto le insegne dell’Unione delle Repubbliche Sovietiche.

Non esiste mass media internazionale che non si sia prestato a questo gioco al massacro (per il popolo ucraino), non esiste organo d’informazione che non abbia richiamato e tirato fuori - anche qui a "reti unificate" - lo spauracchio della cosiddetta "guerra fredda". Mentre il mondo e le lobby della guerra scherzavano un pò troppo con il fuoco, i neonazisti di piazza Majdan intanto costituivano le "Squadre Speciali" del Ministero dell’Interno ucraino e, a Izium, a Kramatorsk portavano il paese,a un passo dalla guerra civile, con la benedizione e l’approvazione degli Usa.

 LA SOLITA DEFICITARIA POLITICA ESTERA DELL’UNIONE EUROPEA

A volte si dice che la storia insegna e, in qualche modo permette di non ripetere gli errori drammatici del passato. Evidentemente questa massima non si addice all’Unione Europea. Se si deve ragionare sulla gestione del "Caso Ucraina" si rimane come sempre allibiti dal pressappochismo, dalla superficialità e dalla nullità della azione politica di Bruxelles. A ben vedere, il "Caso-Kiev" - qualora ce ne fosse bisogno - mette a nudo tutti i limiti dell’Unione; mette in evidenza ciò che l’Europa poteva essere e non è mai stata: l’Ue dovrebbe muoversi armonicamente, con una idea di politica estera concordata tra i tutti i paesi membri, azione questa fondamentale se si vuole salvaguardare la vera tutela e la sicurezza di tutti i cittadini del Vecchio Continente. Invece, una volta di più, Bruxelles dimostra di essere solo un’alleanza monetaria e, peggio ancora, un’alleanza militare sotto l’effige Nato.

Passa anche da questo incredibile impasse di Bruxelles, la crisi ucraina: infatti, nei propositi più o meno energici sul fronte bellico degli attori principali (Usa e Russia) che si alternano di giorno in giorno, si scopre - se si legge bene tra le righe senza eccedere nè in un senso nè in un altro e, senza cadere nel ridicolo "gioco delle ideologie" post-guerra fredda; che Putin e Obama non ardono dalla voglia di far infuriare la tempesta. Nessuno ha intenzione che qui, in Ucraina, nel 2014 accada quello che accaduto nei primi anni ’90, con la cruenta guerra dei Balcani per far implodere l’ex Jugoslavia.

Questo schema però avrebbe bisogno della presenza politica della Ue che, per sue storiche, croniche incapacità politiche ( nessuna politica comunitaria, nessuna presa di posizione che non sia a nome di quel paese o di quell’altro; con la Germania che un giorno a nome di Bruxelles e, il giorno dopo magari, di contro voglia lascia lo scettro a Parigi che, magari dice l’opposto di Berlino...) non sa tenere una posizione e, lascia parlare la Nato. Un’alleanza militare non può avere la sensibilità nè la capacità politica di risolvere il problema di fondo del "Caso-Ucraina": una questione che si gioca tutto intorno al gas con l’America che vorrebbe subentrare alla Gazprom e quindi ai russi. In tutto questo l’Ue non sa cosa fare nè cosa dire: si limita drammaticamente a ripetere ciò che dicono Nato e Usa.

La guerra civile allora è a un passo perché nel frattempo, a Kiev, a Sebastopoli o a Kramatorsk e, nelle zone orientali e del Nord dell’Ucraina, sono scoppiati i problemi interetnci tra filo-occidentali (Usa) e filo-russi. Con questi ultimi additati da tutti come terroristi per volere della Troika di Bruxelles che, a quanto pare non sa trovare una soluzione politica per diventare finalmente matura e indipendente dall’ala protettiva degli Usa e dal cappio mortale della Nato ma sa molto bene come azzerare diritti sociali e umani con l’intento dichiarato di svolte autoritarie sempre più fuori controllo che, come a Piazza Majdan favoriscono la presa del potere delle formazioni para-naziste, xenofobe e razziste.

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