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ISIS: Che fare?

par Alessandro Di Battista

Publie le domenica 17 agosto 2014 par Alessandro Di Battista - Open-Publishing
14 commenti

Dagli anni ’20 ai ’60

A Sèvres, nel 1921, Francia e Gran Bretagna si spartirono i possedimenti mediorientali dell’ormai decaduto Impero Ottomano.

Alla Francia andarono Libano e Siria, alla GB la Palestina, la Transgiordania e l’odierno Iraq. I confini vennero segnati utilizzando matite, righelli e, probabilmente, sotto l’influsso di qualche coppa di champagne.
Altrimenti come ci si potrebbe spiegare l’invenzione folle del Regno dell’Iraq, uno stato abitato, oltre che da decine di minoranze, da tre popolazioni profondamente diverse tra loro: i curdi, gli sciiti e i sunniti?
La drammatica storia dell’Iraq nasce tutta da qui. Colpi di stato, spinte autonomiste curde, resistenze sunnite, attentati sciiti, difesa del controllo petrolifero da parte del Regno Unito, intervento della Germania nazista. Non si sono fatti mancare nulla fuorché la pace.

La CIA e i colpi di Stato che fanno meno scalpore del terrorismo

Durante la crisi di Suez Baghdad divenne la principale base inglese, nel 1958 venne abolita la monarchia e nel 1963, anche in chiave anti-sovietica, la CIA favorì un colpo di stato per deporre Abd al-Karim Qasim, l’allora premier iracheno, colpevole di aver approvato una norma che proibiva l’assegnazione di nuove concessioni petrolifere alle multinazionali straniere. In Iraq, tra deserto, cammelli e rovine babilonesi accadde quel che già si era visto all’ombra delle piramidi maya nel 1954 quando Allen Dulles*, direttore della CIA, armò truppe mercenarie honduregne per buttare giù Jacobo Arbenz, il Presidente del Guatemala regolarmente eletto, colpevole di voler espropriare le terre inutilizzate appartenenti alla statunitenseUnited Fruit Company e distribuirle ai contadini. Risultato? Presidenti fantoccio, guerra civile e povertà.

Mi domando per quale razza di motivo si provi orrore per il terrorismo islamico e non per i colpi di stato promossi dalla CIA. Destituire, solo per osceni interessi economici, un governo regolarmente eletto con la conseguenza di favorire una guerra civile è meno grave di far esplodere un aereo in volo?

L’Iraq, come il Guatemala o il Congo RCD hanno avuto il torto di possedere delle risorse. I poveri hanno il torto di avere ricchezza sotto ai piedi. Il petrolio iracheno è stato il peggior nemico del popolo iracheno. A Baghdad nel 1960, tre anni prima della deposizione di Qasim, Iraq, Iran, Venezuela e Arabia Saudita avevano fondato l’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (OPEC), per contrastare lo strapotere delle “7 sorelle”, le principali compagnie petrolifere mondiali così chiamate da Enrico Mattei, il Presidente dell’ENI di quegli anni.

Mattei e la sovranità nazionale in Medio Oriente

Una digressione su Mattei è d’obbligo, se non altro per capire quanto, dall’invenzione del “profitto ad ogni costo”, ogni industriale, stato sovrano o partito politico si sia messo contro il capitalismo internazionale abbia fatto una brutta fine. E’ successo a brave persone e a delinquenti, a politici democratici e a dittatori sanguinari difesi fino a che lo spargimento di sangue dei quali erano responsabili non avesse intaccato gli interessi del grande capitale. Mattei, dopo aver concluso importanti affari con l’Iran, si stata avvicinando a Qasim quest’ultimo alla ricerca di un nuovo partner commerciale che gli garantisse maggiori introiti di quelli concessi dagli inglesi.

La sacrosanta ricerca di sovranità economica, politica ed energetica da parte di alcuni paesi mediorientali era ben vista da Mattei il quale, mosso da una intraprendenza tipicamente italiana e dall’ambizione di fare gli interessi dello Stato, ne scorgeva un’opportunità imperdibile.
Quando nel 1961 il Regno Unito concesse l’indipendenza al Kuwait Mattei fiutò l’affare. Baghdad ha sempre ritenuto il Kuwait parte del suo territorio e quando la GB lo proclamò stato sovrano Qasim si indignò per lo smacco subito convincendosi della necessità di trovare nuovi paesi con cui concludere affari**. Mattei e Qasim, nonostante il primo ministro Fanfani e il ministro degli esteri Segni negarono qualsiasi coinvolgimento italiano, iniziarono una serie di trattative e, sembra, che dei tecnici ENI si recarono in Iraq.

Quel che è certo è che le 7 sorelle sono come i fili della luce: “se li tocchi muori”. Tre mesi e mezzo prima che Qasim, con il beneplacito della CIA, venisse trucidato a Baghdad, Mattei esplode in aria con il suo aereo privato. I mandanti e gli esecutori del suo assassinio sono ancora ignoti tuttavia è bene ricordare che Tommaso Buscetta, il pentito che descrisse per filo e per segno la struttura di “Cosa Nostra” a Giovanni Falcone, dichiarò che Mattei venne ucciso dalla mafia per fare “un favore agli stranieri” e che Mauro De Mauro, il giornalista che stava indagando sulla morte di Mattei, venne rapito e ucciso da Mimmo Teresi su ordine di Stefano Bontade***.

Il futuro è nero, come l’oro che fa scorrere il sangue

In “La verità nascosta sul petrolio” Eric Laurent scrive: “Il mondo del petrolio è dello stesso colore del liquido tanto ricercato: nero, come le tendenze più oscure della natura umana. Suscita bramosie, accende passioni, provoca tradimenti e conflitti omicidi, porta alle manipolazioni più scandalose”.

“Conflitti omicidi, manipolazioni scandalose, tradimenti”. Queste parole sembrano descrivere perfettamente la storia dell’Iraq moderno.
Saddam Hussein divenne Presidente della Repubblica irachena nel 1979 sostituendoAl-Bakr, l’ex-leader del partito Ba’th che qualche anno prima aveva nazionalizzato l’impresa britannica Iraq Petroleum Company. Saddam, con l’enorme denaro ricavato dalla vendita di petrolio, cambiò radicalmente il Paese. Sostituì la legge coranica con dei codici di stampo occidentale, portò la corrente fino ai villaggi più poveri, fece approvare leggi che garantivano maggiori diritti alle donne.

L’istruzione e la salute divennero gratuite per tutti. In quegli anni di profonda instabilità regionale il regime di Saddam divenne un esempio di ordine e sicurezza. Tuttavia tutto questo ebbe un prezzo. I cristiani non erano un pericolo per il regime e vennero lasciati in pace ma i curdi, vuoi per le loro spinte autonomiste che per la loro presenza potenzialmente pericolosa in zone ricche di petrolio, vennero colpiti, discriminati e spesso trucidati. Lo stesso avvenne agli sciiti che non abbassavano la testa. Quando Saddam gli riversò contro le armi chimiche fornitegli dagli USA in chiave anti-iraniana nessuna istituzione statunitense parlò di genocidio, di diritti umani violati, di terrorismo islamico.

Saddam era ancora un buon amico. L’amichevole stretta di mano tra il leader iracheno e Donald Rumsfeld, all’epoca inviato speciale di Reagan, dimostra quanto per gli USA la violenza è un problema a giorni alterni. Negli anni ’80 Washington era preoccupata dall’intraprendenza economica di Teheran e Saddam era un possibile alleato per contrastare la linea anti-occidentale nata in Iran con la rivoluzione del ’79.

Anni di guerre

Tuttavia, sebbene la Repubblica islamica iraniana fosse apertamente anti-americana gli USA fornirono armi a Teheran durante la guerra Iran-Iraq. Il denaro è sempre denaro! Con i proventi della vendita di armi all’Iran gli USA finanziarono tra l’altro i paramilitari delle Contras che avevano come obiettivo la destituzione in Nicaragua del governo sandinista regolarmente eletto.

Ovviamente gli USA (anche l’URSS - la guerra fredda diventava tiepida se si potevano fare affari assieme) finanziarono contemporaneamente Saddam. Il sogno dell’industria bellica, una guerra infinita combattuta da due forze equivalenti, era diventato realtà. Per diversi anni le potenze occidentali lasciarono Iraq e Iran a scannarsi tra loro. Un milione di morti dell’epoca non valevano, evidentemente, le migliaia di vittime provocate dall’avanzata dell’ISIS di questi giorni. Le multinazionali della morte appena finito di parlare con Saddam alzavano la cornetta e chiamavano Teheran. «Ho appena venduto all’Iraq 200 carri armati ma a te ti do a un prezzo stracciano questa batteria anticarro». Le cose cambiarono quando l’esercito iraniano prese il sopravvento.

Teheran stava per espugnare Bassora quando gli USA, sedicenti cacciatori di armi chimiche in tutto il mondo, inviarono una partita di gas cianuro a Saddam il quale non perse tempo e lo utilizzò per respingere le truppe iraniane. Ma si sa, gli USA sono generosi e di gas ne inviarono parecchio. Saddam pensò bene di utilizzarne la restante parte per gassare l’intera popolazione curda del villaggio di Halabja ma in occidente nessuno si strappò le vesti, il dittatore era ancora un buon amico. Saddam divenne un acerrimo nemico quando invase il Kuwait. Anche in quel caso non furono i morti o le centinaia di migliaia di profughi a preoccupare i funzionari di Washington sempre a stretto contatto con Wall Street. La conquista irachena del Kuwait metteva in pericolo gli interessi economici statunitensi. Una cosa inaccettabile per chi da anni lavora per il controllo mondiale del petrolio. L’operazione “Desert Storm” venne lanciata, il Kuwait “liberato” ma Saddam rimase al suo posto. Un’eccessivo indebolimento dell’Iraq avrebbe favorito Teheran e questo sarebbe stato intollerabile. I bombardamenti USA causarono oltre 30.000 bambini morti ma erano “bombe a fin di bene”.

L’11 settembre

L’attentato alle Torri Gemelle fu una panacea per il grande capitale nordamericano. Forse anche a New York qualcuno “alle 3 e mezza di mattina rideva dentro il letto” come capitò a quelle merde dopo il terremoto a L’Aquila. Quei 3.000 morti americani vennero utilizzati come pretesto per attaccare l’Afghanistan, un paese con delle leggi antitetiche rispetto al nostro diritto ma che con il terrorismo internazionale non ha mai avuto a che fare, e l’Iraq. Era ormai tempo di buttare giù Saddam e prendere il pieno controllo del petrolio iracheno. La vittoria della Nato fece piombare il Paese in una guerra civile senza precedenti e le fantomatiche armi di distruzione di massa non vennero mai trovate. Ripeto, Saddam le aveva, ahimè, già utilizzate e gli USA lo sapevano benissimo. A questo punto mi domando quanto un miliziano dell’ISIS capace di decapitare con una violenza inaudita un prigioniero sia così diverso dal Segretario di Stato Colin Powell colui che, mentendo e sapendo di mentire, mostrò una provetta di antrace fornitagli da chissà chi per giustificare l’imminente attacco all’Iraq. Una guerra che ha fatto un numero di morti tra i civili migliaia di volte superiore a quelli provocati dallo Stato Islamico in queste settimane.

La sconfitta del sunnita Saddam Hussein scatenò la popolazione sciita che covava da anni desideri di vendetta. Attentati alle reciproche moschee uccisero migliaia di persone. Da quel giorno in Iraq c’è l’inferno ma i responsabili fanno shopping sulla Fifth Avenue e vacanze alla Caiman. L’avanzata violenta, sanguinaria, feroce dell’ISIS è soltanto l’ultimo atto di una guerra innescata dai partiti occidentali costretti a restituire i favori ottenuti dalle multinazionali degli armamenti durante le campagne elettorali. Comprare F35 mentre l’Italia muore di fame o bombardare un villaggio iracheno mettendo in prevenivo i “danni collaterali” sono azioni criminali che hanno la stessa matrice: il primato del profitto sulla politica.
Cosa fare adesso?

L’ISIS avanza, conquista città importanti e minaccia migliaia di cristiani. In tutto ciò l’esercito iracheno, creato e addestrato anche con i soldi dei contribuenti italiani, si è liquefatto come neve al sole dimostrando, se ancora ve ne fosse bisogno, il totale fallimento del progetto made in USA che noi abbiamo sposato senza diritto di parola. E’ evidente che la comunità internazionale e l’Italia debbano prendere una posizione. Se non è semplice scegliere cosa fare, anche se delle idee logiche già esistono, è elementare capire quel che non si debba più fare.

1) Innanzitutto occorre mettere in discussione, una volta per tutte, la leadership nordamericana. Gli USA non ne hanno azzeccata una in Medio Oriente. Hanno portato morte, instabilità e povertà. Hanno dichiarato guerra al terrorismo e il risultato che hanno ottenuto è stato il moltiplicarsi del fenomeno stesso. A Roma, nel 2003, manifestammo contro l’intervento militare italiano in Iraq. Uno degli slogan era “se uccidi un terrorista ne nascono altri 100”. Siamo stati profeti anche se non ci voleva un genio per capirlo. Pensare di fermare la guerra in atto in Iraq armando i curdi è una follia che non credo che una persona intelligente come il Ministro Mogherini possa davvero pensare. Evidentemente le pressioni che ha subito in queste settimane e il desiderio che ha di occupare la poltrona di Ministro degli esteri della Commissione europea, l’hanno spinta ad avallare le posizioni di Obama e degli USA ormai autoproclamatisi, in barba al diritto internazionale, poliziotti del mondo. Loro, proprio loro, che hanno sostenuto colpi di stato in tutto il pianeta, venduto armi a dozzine di dittatori, loro che hanno impoverito mezzo mondo, loro che, da soli, utilizzano oltre il 50% delle risorse mondiali. Loro che hanno invaso Iraq e Afghanistan con il pretesto di distruggere le “cellule del terrore” ma che hanno soltanto progettato oleodotti, costruito a Baghdad la più grande ambasciata USA del mondo ed esportato, oltre alla loro democrazia, 25.000 contractors in Iraq, uomini e donne armati di 24ore che lavorano in tutti i campi, dalle armi al petrolio passando per la vendita di ambulanze. La guerra è davvero una meraviglia per le tasche di qualcuno.

2) L’Italia, ora che ne ha le possibilità, dovrebbe spingere affinché la UE promuova una conferenza di pace mondiale sul Medio Oriente alla quale partecipino i paesi dell’ALBA, della Lega araba, l’Iran, inserito stupidamente da Bush nell’asse del male e soprattutto la Russia un attore fondamentale che l’UE intende delegittimare andando contro i propri interessi per obbedire a Washington e sottoscrivere il TTIP il prima possibile. Essere alleati degli USA non significa essere sudditi, prima di applicare sanzioni economiche a Mosca, sanzioni che colpiscono più le imprese italiane che quelle russe, si dovrebbero pretendere le prove del coinvolgimento di Putin nell’abbattimento dell’aereo malese. Non dovrebbe bastare la parola di Washington, soprattuto alla luce delle menzogne dette sull’Iraq.

3) L’Italia dovrebbe promuovere una moratoria internazionale sulla vendita delle armi. Se vuoi la pace la smetti di lucrare sugli armamenti. «L’economia ne risentirebbe» sostiene qualcuno. Balle! Criminalità, povertà e immigrazione sono il frutto della guerra e la guerra si alimenta di sangue e di armi. Nel 2012 la Lockheed Martin, quella degli F35, ha incassato 44,8 miliardi di dollari, più del PIL dell’Etiopia, del Libano, del Kenya, del Ghana o della Tunisia. Chi si scandalizza dei crimini dell’ISIS è lo stesso che lo arma o, quanto meno, che lo ha armato. «Armiamo i curdi» sostiene la Mogherini. Chi ci dice che una volta vinta la guerra i curdi non utilizzeranno quelle armi sui civili sunniti? In fondo non è già successo con Saddam, con i signori della guerra in Afghanistan o in Libia dove la geniale linea franco-americana che l’Italia ha colpevolmente assecondato, ha eliminato dalla scena Gheddafi facendo cadere il Paese in un caos totale?

4) L’Italia dovrebbe trattare il terrorismo come il cancro. Il cancro si combatte eliminandone le cause non occupandosi esclusivamente degli effetti. Altrimenti se da un lato riduci la mortalità relativa da un altro la crescita del numero di malati fa aumentare ogni anno i decessi. E’ logico! Vanno affrontate le cause. Si condanna in Nigeria Boko Haram ma si tace di fronte ai fenomeni di corruzione promossi da ENI che impoveriscono i nigeriani dando benzina alle lotte violente dei fondamentalisti.

5) L’Italia dovrebbe porre all’attenzione della comunità internazionale un problema che va risolto una volta per tutte: i confini degli stati. Non sta scritto da nessuna parta che popolazioni diverse debbano vivere sotto la stessa bandiera. Occorre, finalmente, trovare il coraggio di riflettere su un nuovo principio organizzativo. Troppi confini sono stati tracciati a tavolino con il righello dalle potenze coloniali del ’900. L’obiettivo politico (parlo dell’obiettivo politico non delle assurde violenze commesse) dell’ISIS, ovvero la messa in discussione di alcuni stati-nazione imposti dall’occidente dopo la I guerra mondiale ha una sua logica. Il processo di nascita di nuove realtà su base etnica è inarrestabile sia in Medio Oriente che in Europa. Bisogna prenderne atto e, assieme a tutti gli attori coinvolti, trovare nuove e coraggiose soluzioni.

6) Dovremmo smetterla di considerare il terrorista un soggetto disumano con il quale nemmeno intavolare una discussione. Questo è un punto complesso ma decisivo. Nell’era dei droni e del totale squilibrio degli armamenti il terrorismo, purtroppo, è la sola arma violenta rimasta a chi si ribella. E’ triste ma è una realtà. Se a bombardare il mio villaggio è un aereo telecomandato a distanza io ho una sola strada per difendermi a parte le tecniche nonviolente che sono le migliori: caricarmi di esplosivo e farmi saltare in aria in una metropolitana. Non sto ne giustificando né approvando, lungi da me. Sto provando a capire. Per la sua natura di soggetto che risponde ad un’azione violenta subita il terrorista non lo sconfiggi mandando più droni, ma elevandolo ad interlocutore. Compito difficile ma necessario, altrimenti non si farà altro che far crescere il fenomeno.

7) Occorre legare indissolubilmente il terrorismo all’ingiustizia sociale. Il fatto che in Africa nera la prima causa di morte per i bambini sotto i 5 anni sia la diarrea ha qualcosa a che fare con l’insicurezza mondiale o con il terrorismo di Boko Haram? Il fatto che Gaza sia un lager ha a che fare con la scelta della lotta armata da parte di Hamas?

Cool L’Italia dovrebbe cominciare a pensare alla costruzione di una società post-petrolifera. Il petrolio è la causa della stragrande maggioranza delle morti del XX e XXI secolo. Costruire una società post-petrolifera richiederà 40 anni forse ma prima cominci prima finisci. Non devi aspettare che il petrolio finisca. Come disse Beppe Grillo in uno dei suoi spettacoli illuminanti: «L’energia è la civiltà. Lasciarla in mano ai piromani/petrolieri è criminale. Perché aspettare che finisca il petrolio? L’età della pietra non è mica finita per mancanza di pietre»."

Alessadro Di Battista

http://www.beppegrillo.it/2014/08/isis_che_fare.html

Note:

*Allen Dulle, famoso per aver preso parte alla “Commissione Warren”, la commissione presidenziale sull’assassinio di JFK, fu contemporaneamente direttore della CIA e avvocato delle United Fruit Company, l’attuale Chiquita. Qualche mese prima di aver sostenuto il colpo di stato ai danni di Arbenz si era macchiato della stessa vergogna in Iran. Sotto la sua direzione, infatti, venne lanciata l’Operazione Ajax per sovvertire il governo presieduto da Mohammad Mossadeq, anch’egli colpevole di aver nazionalizzato l’industria petrolifera il che avrebbe garantito introiti per il popolo iraniano e non più per le imprese anglo-americane.

**Anche in quest’ottica va letta l’invasione del Kuwait da parte di Saddam. Non si è trattato di un capriccio di un pazzo.

***Bontade e Teresi sono i due mafiosi che stipularono il “patto di non-aggressione” con Silvio Berlusconi grazie all’intermediazione criminale di Dell’Utri.

Portfolio

Messaggi

  • Ottima analisi storico politica. Peccato però che a questa non segue anche una azione politica conseguente. Intanto DiBattista si dovrebbe chiedere è conseguenziale la sua analisi con l’azione politica che conduce in Parlamento? E il suo movimento cosa ne pensa diquesta sua analisi? Perché se entrambi non sono conseguenziali la sua analisi restano solo parole di una notte di mezz’estate! O NO?

    • Al risveglio di una notte di mezza estate, dopo aver letto ste robe, ne vien fuori che il terrorismo è l’unica forma di ribellione, che chi si ribella è un terrorista e chi è terrorista è un resistente.
      Foraggio per il sistema... missione compiuta!

  • Pura idiozia. Ultimamente si sono sentite le cose piudisparate sul conflitto sunniti/sciiti. Questo articolo da la colpa alla partizione post prima  guerra mondiale, altrove si puo leggere che andavano tutti d’accordo prima che l’invasione USA compromettesse l’identitanazionale, etc. In realta, il conflitto sciiti/sunniti eesistito quasi da quando e nata la religione, e nel caso specifico dell’Iraq dall’inizio del 1500, quando l’area era contesa tra gli imperi Persiano e Ottomato (l’argomentazione che la vorrebbe "nata" dalla partizione). Per quanto riguarda la presunta assenza di conflitti settari sotto il regime di Saddam, va ricordato che la dittatura favoriva i sunniti, e opprimeva curdi e sciiti. I sunniti hanno controllato l’Iraq dai tempi della monarchia negli anni venti. Il conflitto sciita/sunnita si colloca all’interno di un piuampio quadro di lotta con l'Iran: si ricordi a questo proposito la guerra Iran/Iraq negli anni 80. L'Iraq all'epoca temeva un'insurrezione della popolazione sciita oppressa dopo l'ondata rivoluzionaria in Iran, e al contempo aspirava a diventare uno stato dominante nell'area del golfo (con il benestare americano). Non esattamente "privo di conflitti". Un'altro evento chiave fu l'insurrezione di curdi e sciiti del 1991 (http://en.wikipedia.org/wiki/1991_uprisings_in_Iraq, forse non essendo in italiano Di Battista era al di fuori della letteratura disponibile a Di Battista), occasione in cui gli americani mostrarono nuovamente segni di schizofrenia. La storia del conflitto tra i due movimenti islamici e la repressione, in particolare della minoranza curda, e una storia antica (questo mette a tacere l’argomentazione che la vorrebbe creata dall’invasione americana... no, esempre esistita, i gruppi sunniti avevano il potere dagli anni venti e le minoranze erano represse, se si eccettuano i rari tentativi di ribellione prontamente repressi nel sangue -non esattamente una situazione dove i conflitti settari "non c'erano" e "tutti si sentivano iracheni prima, sunniti/sciiti/curdi poi"-). Semplicemente, dopo il crollo della dittatura, il gruppo al potere ha subito un calo di influenza, diventando marginalizzato in una prospettiva di governo. Certo non la decisione piu saggia possibile (se si contrasta con l’approccio conciliante di Mandela in Sud Africa), ma certo non difficile da interpretare storicamente: dopo la caduta del nazifascismo in Italia, difficilmente gruppi esplicitamente nazifascisti o di estrema destra sarebbero stati accolti a braccia aperte al governo. Ad aggiungerci a questo (che comunque resta un’osservazione abbastanza scontata a prescindere), c’eda considerare l'aspetto geopolitico nella connessione Iran/potere sciita. In ogni caso, non si puo certo parlare di una repressione millenaria contro i sunniti. I terroristi di oggi sono il gruppo dominante dell’altroieri, che si evisto estromesso dagli affari di governo -una scelta poco lungimirante, ma certamente non tale da poter essere una spiegazione dignitosa della lotta armata, e certo non con questi termini di ingaggio (genocidio, istituzionalizzazione dello stupro di guerra tramite la creazione di un mercado delle schiave del sesso: entrambi crimini di guerra e crimini contro l'umanita)... si contrasti questo con altre organizzazioni terroristiche quali IRA, ETA e terrorismo curdo (Pannella ha fatto un paragone con le Brigate Rosse... mi permetta di far notare che quantunque omicidi, bombe, gamdizzazioni siano da condannare, qui si tratta di far violentare donne dalla soldataglia, di venderle come bestie ad un mercato degli schiavi, di fotografare bambini con in mano teste mozzate... non euna situazione paragonabile con altri tipi di terrorismo o criminalita, per cui compariamo mele con mele e arance con arance... c’eun elemento di base di *follia* in tutto questo, simile alla pazzia e malvagita dei campi di sterminio, ipotizzare un interlocutore sano di mente mi sembra eccessivo)-. I commenti sulla posizione dell’Italia riguardo la guerra, le armi, il terrorismo, etc. meritano qualche ulteriore commento, particolarmente in questa sede (Bellaciao). Parlando di nazifascismo, non credo di avere mai sentito nessuno che i partigiani hanno sbagliato a combattere contro l’oppressione totalitaria perche"il nazifascista non e un mostro disumano con cui non si puodialogare", e "va elevato ad interlocutore". La posizione italiana e una di contrarietaalla guerra di conquista, ma certamente *non* alla lotta di resistenza contro la repressione totalitaria. Non riesco ad immaginare membri della resistenza partigiana rinfacciare agli alleati di aver dato loro le armi, o fare decostruzionismo dicendo che, in realta, il nazifascista stava "reagendo alla pace punitiva degli accordi di Versailles", etc. Faccio notare, a questo proposito, che la leadership curda era addirittura contraria all’esecuzione di Saddam (considerando il caso italiano, e il fatto che fortunatamente abbiamo ricevuto le armi dagli Alleati che hanno reso possibile la resistenza al nazifascismo, bisognerebbe pensarci due volte prima di fare del qualunquisto all’italiana dando la colpa, guarda caso, alla vittima -piuche imperialisti, i curdi sembrano essere sempre quelli che se la prendono in quel posto nei conflitti in quella regione, per non dire nulla degli yazidi-). Un paragone col terrorismo "convenzionale" non e evidentemente possibile. IRA e ETA non sono certo famose per attentati suicidi. Le brigate rosse, per quanto crudeli ed oscene, non vendevano certo donne rapite e stuprate dalla soldataglia esaltata dopo un saccheggio al mercato delle schiave. Deve esserci uno standard morale di base (qui tra un po’ si relativizza anche Auschvitz, o si va su "brutto certo, ma ha risolevato l’economia", cazzate da revisionista). Tra l’altro, molti dei miliziani vengono da Inghilterra, Francia, Svezia (dove certo non hanno subito fame ed oppressione), e l’organizzazione, oltre ad avere milioni, miliardi in denaro (la piuricca organizzazione terroristica esistente), ha le armi avanzate abbandonate dall'esercito iraqeno in rotta. Il fanatico evangelico americano che odia gli omosessuali non e certo oppresso da essi, esemplicemente fanatico. Il nazifascista che detesta le persone di colore non e certo soggiogato da esse (nelo e mai stato storicamente), ma perchee fanatico. Magari sono isolati politicamente (cosa corretta, visti i comportamenti). Il fanatismo ha, in sestesso, la sua spiegazione. Ne, del resto, ciopuo servire come adeguata spiegazione, se non altro, dei metodi. Rispetto a ETA, IRA, PKK, siamo semplicemente su un altro livello (e chi ha giagiustificato attentati sucidi, che non mi risultanto siano stati all'orgine del giorno per, ad esempio, le brigate rosse, potrebbe forse spiegare in che modo, esattamente, l'istituzione di un mercato delle schiave del sesso aiuterebbe un piano antiimperialista). Se Di Battista riuscisse a dire, onestamente, che i curdi o gli yazidi non dovrebbero combattere, ma andare disarmati da chi uccide i loro vecchi e bambini, rapisce e stupra le loro madri, mogli e figlie, per non parlare di mostrare le teste mozzate dei loro fratelli come "decorazioni", dopo aver visto uno dei tanti video delle aggressioni che l'organizzazione posta su Youtube (non si puo, in questa circostanza, dire di "non sapere" come nel caso dei Khmer Rossi), sarei piuttosto stupito. Con le stesse identiche argomentazioni, potrebbe giustificare il nazionalsocialista tedesco che si evisto in una condizione di oppressione rispetto alle altre potenze europee dopo la pace di Versailles. Ma chi, di fronde al genocidio, potrebbe seriamente considerarla una spiegazione sufficiente, e dire "e per disperazione?". IRA, ETA, PKK. In che modo lo stupro di guerra, la vendita di donne rapite come schiave, e quant’altro, avrebbero a che vedere con la scelta di intraprendere la lotta armata? Anche per chi sceglie la lotta armata, certe cose sono semplicemente crudeltagratuita, folle, senza alcun fine tattico, e francamente oltre le possibilita di persone con degli standard morali anche minimi. I crimini di guerra, come quelli contro l’umanita (sturpo di guerra, genocidio), dovrebbero portare chi li commette diritto all’Aia, non elevarlo alla dignitadi interlocutore da rispettare. Quento, naturalmente, non vuol dire non poter parlare con i moderati (come sembra voglia fare il nuovo presidente), ma non certo con i terroristi che vorrebbero ucciderti (o assoggettarti come schiavo, bestia, oggetto, nel caso di vittime femminili -qui servirebbe veramente una delle  femministe PCI vecchia scuola, quando si vede gente (presumibilmente uomini) mettere da parte piccole minuzie come gli stupri di gruppo da parte della soldataglia o la tratta delle schiave in virtu della "resistenza armata" motivata dalle "potenze imperialistiche europee"-). Non si vede del resto percheproprio i curdi, il piu grande popolo senza una nazione, o gli yazidi, che sono sempre stati libravi senza rompere mai il cazzo a nessuno, dovrebbero subire una deportazione di massa. Si prega di notare che le vittime di questi "ribelli antiimperialisti" non sono, in effetti, americani in tank e carrarmati armati fino ai denti, ma civili, donne, vecchi, bambini, appartenenti a minoranze entiche (in molti casi, storicamente, minoranze represse ed oppresse molto piu duramente, ma che per la maggior parte non hanno mai scelto la strada della violenza "in massa", e certamente non sono mai scese al livello del genocidio, della pulizia etnica, dello stupro di guerra, del mercato delle schiave). Un ragionamento come quello di De Battista avrebbe lasciato i partigiani antifascisti senza armi alleate, le potenze europee ed americane non avrebbero dovuto intervenire contro i nazisti per via della pace punitiva di Versailles, etc., etc. Se eper questo, e recente la condanna dell’Olanda (16 luglio 2014). per il mancato intervento a Srebrenica, quando Radko Mladic massacroi musulmani bosniaci. Cambiate "ISIS" con "Nazismo/Fascismo/Repubblica di Salo", "curdi" con "ebrei", "partigiani", e questo articolo eun perfetto esempio di revisionismo. In Italia, siamo stati abbastanza fortunati a ricevere le armi degli Alleati, e con tale appoggio la Repubblica di Salo estata rovesciata. In Spagna i partigiani antifranchisti non sono stati altrettanto fortunati, e siccome chiaramente a fuffa ed aria fritte il dittatore totalitario non si sloggia, si e dovuti aspettare la fine per morte naturale del despota (1975), fortunatamente senza successori (o quantomento, senza successori efficaci, dato che il tentativo di golpe c’estato), mentre il mondo si grattava con indifferenza buonista. Quanto al paragone di Colin Powell con il decapitatore di un prigioniero indifeso, oltre a rimarcare l'esistenza di regole di ingaggio e la distinzione tra "azione di guerra", o anche solo "crimine", e "crimine contro l'umanita" o "crimine di guerra", si rileva la volontadi evitare un confronto onesto, dato che le azioni del terrorista in questione vanno ben oltre la decisione di ricorrere alla lotta armata senza valida ragione -l'accusa mossa a Powell, qui descritto al limite come allo stesso livello di un terrorista "normale", che, se non si e ancora capito, per quanto violento e rivoltante non ecerto automaticamente al livello di tali fanatici- (oltre a questo, ci sarebbe da precisare che simili accuse andrebbero mosse in un aula di tribunale, se si fosse seri riguardo alla questione, non in un "processo sul web"... tra l'altro, cio non ha nulla a che fare con le minoranze curde o yazide, che, come si puofacilmente osservare, sono composte da civili disarmati, non certo da marines addestrati armati fino ai denti -qualunque sia la visione sulla giustizia privata, non si puo certo usare la vendetta come motivazione, dato che non stanno certo colpendo Powell, ma massacrando elementi piudeboli della popolazione che non centrano niente: non stanno certo colpendo "l'imperialista americano"-): le Brigate Rosse, per prendere un altro esempio, hanno ucciso Moro, azione orrenda e crudele, ma qui si parla di genocidio, istituzione di un mercato delle schiave, bambini fotografati in mezzo a dozzine di teste mozzate... esaltazione e fanatismo, malvagita e follia, il tipo di mente malata che porta all’olocausto. Tra l’altro, il semplice fatto che due azioni siano negative, non vuol dire che lo siano allo stesso modo. Per questo Primo Levi sosteneva che un reale confronto tra gulag e campi di sterminio non fosse possibile. Piuprosaicamente, nessuna persona moralmente onesta potrebbe equiparare l'Inghilterra alla Germania Nazista mettendo sullo stesso piano il bombardamento di Dresda (scelgo questa perche, come nel caso precedente, la questione e, tecnicamente, aperta, quantunque ciascuno sembra considerarla "chiusa" in un modo o nell'altro a seconda delle proprie opinioni ed ideologie) e l'Olocausto. La pulizia etnica, lo sterminio delle minoranze, l'istituzionalizzazione dello stupro, sono azioni folle che non hanno, evidentemente, lo scopo di soddisfare alcuno scopo militare (e non possono quindi essere caratterizzati come "mali necessari" o comunque "utilii" secondo una visione utilitaristica), ma appetiti ed istinti piu prosaici e bestiali, e una generale isteria collettiva o follia che dovrebbe essere facilmente identificabile da qualsiasi persona moralmente normale. Sfido chiunque a visionare uno qualsiasi dei rivoltanti filmati messi in rete dall’organizzazione e poi provare sostenere un apologia del genere, a relativizzare le azioni commesse *in questi giorni* con la scusante di una prospettiva *storica* che si riconnette agli anni venti del secolo scorso. Paragonare lo sterminio di minoranze, lo stupro di guerra, la compravendita di esseri umani al mercato degli schiavi, da usare in stupri di gruppo per soddisfare gli appetiti di una soldataglia esaltata, l’orrenda abitudine di vantarsi e mostrare le teste mozzate dei nemici uccisi, fotografandole in mano ai propri figli, a movimenti come le brigate rosse esemplicemente dare prova di idiozia o disonesta intellettuale. Il semplice motivo di considerarli entrambi due mali, e due esempi di terrorismo (cosa discutibile... quando, con l’ISIS, si tratta essenzialemente di migliaia di soldati con armamenti americani all’ultimo grido, che conquista intere cittae regioni, siamo ben lontani dalla bomba o rapimento di terroristi baschi, irlandesi o brigatisti, e piu in una direzione alla germania nazista/tentativo di instaurare una "grande serbia"/etc.: una guerra contro un vero e proprio esercito, non una cellula terroristica che compie attentati -uno scenario completamente differente-), non significa affatto che siano due mali uguali per entita-in termini di follia e fanatismo, siamo piu simile alla germania nazista o alla Serbia di Milosevich, particolarmente per quanto riguarda l’irrealistico piano di "dominazione totale" (il piano in se, tra l'altro, ha esattamente la stessa dignita dell’espansionismo hitleriano o del concetto di ’grande serbia’, cioenessuna: ritornare al "vecchio stato" dell'impero ottomano non e possibile, ne, francamente, desiderabile -fra l'altro, le tensioni interreligiose esistevano anche all'epoca, nel contesto dell'antica guerra del '500 contro l'impero persiano-, tantomeno un ritorno al califfato che unisce territori dalla Spagna al Mar Nero)-. Trovo comunque orrendo relativizzare le sofferenze, e negare il diritto all'autodifesa e alla resistenza partigiana, alle minoranze oppresse e sterminate dallo stesso gruppo che, se si eccettua la recente calata di prestigio, ha sempre dominato la regione come "capobranco" dai tempi della monarchia negli anni vendi del secolo scorso, ignorando palesemente precedenti insurrezioni come quella del '91, che chiaramente puntano il dito verso l'esistenza di un meccanismo di violenza e repressione decennale, se non secolare, nell'altra direzione (con notevole assenza di istutizione di un mercato degli schiavi da parte dei curdi -evidentemente, nonostante il tentativo di renderlo naturale "conseguenza" dell'oppressione da parte dell'apologeta autore di questo articolo, non ne hanno mai sentito la necessita, cosicome non l'ha sentita la resistenza antifascista-). Ripugnante, soprattutto, la caratterizzazione dei terroristi come banda allo sbaraglio con archi e frecce, quando posseggono le armi all'ultimo grido abbandonate dall'esercito iraqeno, dispongono di milioni su milioni di finanziamenti, hanno migliaia di adepti, con numeri che crescono ogni giorno, sia per l'unione di sunniti locali, sia per l'arrivo dai pasciuti paesi occidentali (Inghilterra, Francia, Svezia, ...) di fanatici che mai sono stati affamati, dileggiati o repressi, o ignoranti, ma con elevato livello culturale e disponibilita di risorse (si noti, a questo proposito, il cambio professionale dei filmati, a confronto degli sgranati messaggi qaedisti: si tratta di un gruppo scalto ed istruito, a suo agio quantomeno con l’aspetto della modernitacostitituito dalla tecnologia). Quanto al tentativo di paragone con altri tipi di terrorismo (Brigate Rosse, ref. Pannella), basti ricordare che il movimento e talmente folle e fanatico da essere risultato intollerabile persino ad Al Qaeda (uno degli uomini piupericolosi, Al Zawari, descritto come innocuo e passivo a confronto del califfo). Che (voglio sperare prima di aver visto le foto dei bambini con in mano le teste mozzate, o uno dei video disponibili su Youtube -non cercano esattamente di nascondere il loro operato, dunque ignoranza e fraintenidmento della situazione non possono essere che volontari, "non c'e piu` sordo di chi non vuol sentire", o, in questo case, vuole negare l’evidenza-) certi politici italiani possano pensarla diversamente, ed addirittura "ricompensarli" ergendoli al ruolo di interlocutori (si vuol sperare con un piano, anche se date le alternative... come minimo prevederebbe una deportazione di massa di curdi, yazidi, sciiti... o si vorrebbe invece lascirli semplicemente crepare? Da gente che mi relativizza, trivializza, minimizza, lo stupro di massa, la vendita di persone come schiave, l’omicidio di civili che non centrano un cazzo in attentati kamikaze -che, come detto, colpiscono gli inermi ed indifesi, certo non l’"esercito imperialista", il che dovrebbe squalificare il movente retributivo come "cazzata"... elevare il massacro di innocenti allo status di giusta ribellione partigiana contro l’oppressore dovrebbe causare il rivoltamento di qualsiasi partigiano: sturpi di gruppo e genocidio, come lo sterminio di minoranze inermi non hanno posto in simile processo-) ha dell’incredibile... ma forse anche non troppo.

    • Non a caso il primo endorsement pubblico gli arriva proprio da Pannella.
      Dispiace però che anche qualche compagno distratto non capisca l’obiettivo di questa mossa mediatica.

    • Terrorismo e ingiustizia. Proibito ragionare

      L’anatema contro i 5Stelle. I lemmi più sfuggenti della scienza politica. Sansone, Beghin, i partigiani, tutti terroristi? Chi fa l’elenco?

      Hans Magnus Enzen­sber­ger in un libretto (piut­to­sto insulso, a dire il vero) del 2006 trac­ciava un ritratto del “per­dente radi­cale”; ossia il kami­kaze, che egli inse­ri­sce tra gli “uomini ter­ro­riz­zati”, desti­nati a semi­nare a loro volta ter­rore, ma soprat­tutto indi­riz­zati a un ine­so­ra­bile destino di scon­fitta. Quanto più dram­ma­ti­che ed effi­caci le parole di Frantz Fanon, che spie­gava, con l’avallo cele­bre di Jean Paul Sar­tre, come la vio­lenza, la vio­lenza estrema, fosse la sola rispo­sta pos­si­bile da parte dei popoli colo­niz­zati verso i colonizzatori.

      Sol­le­ci­tato dalla situa­zione medio­rien­tale, il depu­tato Ales­san­dro Di Bat­ti­sta, del M5S (del quale non sono sim­pa­tiz­zante, pre­ciso subito), ha com­piuto, in un arti­colo sul sito di Beppe Grillo, una sin­te­tica rico­stru­zione storico-politica della vicenda medio­rien­tale nel qua­dro inter­na­zio­nale, scri­vendo parole sen­sate, e per­sino ovvie, quasi banali. Ma in que­sto Paese le verità susci­tano scon­certo, o addi­rit­tura ripro­va­zione, ed ecco che l’analisi della situa­zione in Iraq, e in gene­rale del “ter­ro­ri­smo” in Medio Oriente, susci­tano un “una­nime coro di dis­senso”, come ripe­tono pap­pa­gal­le­sca­mente i media main­stream. Che cosa c’è di scan­da­loso a invi­tare a riflet­tere sul nesso tra ingiu­sti­zia sociale e ter­ro­ri­smo? O a riflet­tere sui con­fini tra Stati dise­gnati a tavo­lino dalle Grandi potenze dopo il 1945? O, infine, dire che si diventa ter­ro­ri­sti quando non ci sono altre vie per difen­dersi, davanti a una mostruosa spro­por­zione di mezzi militari?

      Il kami­kaze tra­sforma il suo corpo in un’arma. È la verità, della quale non pos­siamo che pren­dere atto. Que­sto signi­fica invi­tare a diven­tare tutti kami­kaze? No. Anzi Di Bat­ti­sta, esprime una posi­zione anti­mi­li­ta­ri­sta e paci­fi­sta, come ha notato con ragione Marco Pan­nella su Radio Radi­cale. E oppor­tu­na­mente con­danna il mer­cato delle armi, e mette in rilievo l’appiattimento della poli­tica estera agli Usa. Egli invita a sfor­zarsi di capire, e pro­porre mosse poli­ti­che con­se­guenti, invece di spu­tare sen­tenze stereotipate.

      Se fos­simo oppressi, nella nostra terra, da un nemico infi­ni­ta­mente più potente, se que­sto nemico ci umi­liasse quo­ti­dia­na­mente, se ci fosse pre­clusa ogni spe­ranza di riscatto e di libe­ra­zione, se non aves­simo appunto altro mezzo offen­sivo che il nostro corpo, quando ogni altra via ci fosse pre­clusa, come ci com­por­te­remmo? Insomma, per­ché non sfor­zarsi (almeno) di capire chi sce­glie come gesto estremo di immo­larsi? Ecco: il “per­dente radi­cale”, non è che la ripro­po­si­zione della figura di San­sone che fa crol­lare le colonne del tem­pio, pro­fe­rendo le cele­bri parole: «Muoia San­sone con tutti i fili­stei!». C’è una nobiltà in quel gesto, tra­man­da­toci dalle Scrit­ture; men­tre non ce n’è affatto, natu­ral­mente, nell’altra forma di ter­ro­ri­sta, quello stra­gi­sta: il ter­ro­ri­smo che col­pi­sce alla cieca, vil­mente. Noi non sim­pa­tiz­ziamo, né con­di­vi­diamo, ma per­ché non ten­tare di com­pren­dere e spie­gare, invece di limi­tarsi a con­dan­nare, e dare il via libera a un’altra forma di ter­ro­ri­smo, quello del car­pet bombing, il bom­bar­da­mento che riduce in cenere intere città, e manda tutti, a comin­ciare dagli inermi, a morte?

      In realtà, i lemmi “ter­ro­ri­sta” e “ter­ro­ri­smo”, sono tra i più sfug­genti della scienza poli­tica. Fra le tante defi­ni­zioni nes­suna ha otte­nuto un con­senso gene­rale, e tra le più con­vin­centi, anche se fra le meno scien­ti­fi­che, è che il ter­ro­ri­sta è il rivo­lu­zio­na­rio che non ha vinto, o fin­ché non vin­cerà la sua bat­ta­glia, a pre­scin­dere dagli obiet­tivi che per­se­guiva semi­nando ter­rore. Mena­hem Beghin fu un ter­ro­ri­sta, che divenne capo del governo israe­liano, per fare un solo esem­pio; ma nes­suno oggi lo defi­ni­rebbe tale. E i nostri par­ti­giani non erano ter­ro­ri­sti e ban­diti per i nazi­sti e i repub­bli­chini? Oggi non solo in sto­rio­gra­fia, ma nel discorso pub­blico i ter­ro­ri­sti sono loro – giu­sta­mente –, i nazi­fa­sci­sti. Detto altri­menti, il ter­ro­ri­sta è sol­tanto il com­bat­tente armato visto dall’altra parte, il com­bat­tente sconfitto.

      Del resto la Cia nei suoi elen­chi cam­bia perio­di­ca­mente le orga­niz­za­zioni “ter­ro­ri­ste”: l’Uck era inse­rita nell’elenco, poi è stata inviata al governo di uno Stato fan­toc­cio come il Kosovo, anche in que­sto caso per fare un unico esem­pio. Men­tre Hamas da quell’elenco non è mai uscita. Ma il mute­vole giu­di­zio dei ser­vizi di Washing­ton può essere pie­tra di misura atten­di­bile? A giu­di­care dai risul­tati si direbbe pro­prio di no. Eppure nes­suno si prende la briga di veri­fi­care, di andare a stu­diare la sto­ria e i docu­menti di Hamas, per esem­pio. E cosa sap­piamo dell’Isis o dell’Isil, i movi­menti che stanno lot­tando, in modo fero­cis­simo, spesso per quel che ne sap­piamo per noi inac­cet­ta­bile, in Siria e in Iraq? Certo, è più sem­plice eti­chet­tarli con ter­mini quali “taglia­gole”, “bar­bari” e così via: il ben noto pro­cesso di disu­ma­niz­za­zione, che con­sente a coloro che si pro­cla­mano “civili”, di fare qual­siasi cosa. Ridurre in mace­rie Gaza, per esem­pio. O isti­tuire strut­ture dove tutti i diritti sono “sospesi”, come Guantanamo… .

      E ora andiamo tran­quil­la­mente a bom­bar­dare i sun­niti, e armiamo i curdi che in pas­sato i tur­chi e i sun­niti di Sad­dam (quando era un uomo degli Usa) ave­vano bom­bar­dato e gasato. Nel con­senso gene­rale, tranne che poche frange eti­chet­tate come sim­pa­tiz­zanti filoi­sla­mi­sti: e il buon Di Bat­ti­sta qui ha, appunto, com­messo l’altro “errore”. Invece di bom­bar­dare que­sti e quelli, non si potrebbe trat­tare? Apriti cielo. Trat­tare coi “ter­ro­ri­sti”? Non stu­pi­sce che Angelo Pane­bianco sen­tenzi sul Cor­riere, met­tendo tutto nello stesso sacco, sotto la cate­go­ria di filo-islamismo radi­cale, e quindi, anti­se­mi­ti­smo; “ana­lisi” in cui si trova in buona com­pa­gnia di Magdi Allam, sul Gior­nale. Anche il più ragio­ne­vole Gad Ler­ner sul suo blog lan­cia l’anatema, seguendo la cor­rente, e dicendo parole che non appa­iono distanti da quelle dei lea­der del Pd e del Pdl scesi in campo con­tro lo sven­ta­tello Di Bat­ti­sta. Ma dif­fe­ren­zian­dosi, tira in ballo la posi­zione di Grillo sui migranti, facendo un paral­lelo a mio avviso insen­sato. Tant’è. La sostanza è che quando non ti pos­sono dare del ter­ro­ri­sta, ti bec­chi del sim­pa­tiz­zante. E allora non ci rimarrà che repli­care: «Ter­ro­ri­sta sarà lei!».

      Angelo D’Orsi

      * da Il manifesto del 20 agosto


      Ieri anche Vauro Senesi, non certo "amico" dei 5 Stelle, ha pubblicamente dichiarato la sua posizione. L’ha fatto con un post che vi invito a leggere molto attentamente:

      GUERRA E TERRORISMO, di Vauro Senesi

      “Ho pensato spesso al significato della parola “terrorismo”. Ci ho pensato quando ero in Afghanistan, in Iraq, in Palestina. Là dove si combattevano e si combattono le “Guerre al terrorismo”, quelle “giuste”, le nostre. Una sola risposta sono riuscito a darmi : Terrorismo è uccidere persone inermi ed innocenti. E là in quei luoghi di orrore erano vecchi, donne, bambini, tanti bambini quelli che vedevo dilaniati da missili, cluster bombs, ed altre armi ad “alta tecnologia”. Certo un bambino, una donna si possono uccidere anche con un semplice Kalashnikov, facendosi saltare con un giubbotto riempito di esplosivo o addirittura con un coltellaccio. Ma qual è allora la differenza tra “ guerra giusta” e terrorismo? Può essere determinata soltanto dal grado di sofisticatezza tecnologica delle armi con le quali si perpetrano massacri? Credo che sia demenziale il solo pensarlo. Non resta perciò che una conclusione. Guerra e terrorismo sono sinonimi. Le nostre “guerre giuste” sono state e sono azioni terroristiche. Afghanistan, Iraq, Libia, Gaza e potremmo continuare il macabro elenco, si sono trasformati in mattatoi anche e principalmente a causa di quelle guerre. E’ una realtà tremenda, sotto gli occhi di tutti, anche se i media tentano spesso di occultarla. Le guerre hanno portato il terrore. Il portato della guerra è il terrore ed il portato del terrore è la guerra. Davvero qualcuno può pensare che l’avvento dei feroci miliziani dell’IS non sia anche un derivato mostruoso dello stato di devastazione civile, sociale, economica, politica e morale nelle quali la guerra ha lasciato l’Iraq? Ho letto con attenzione il pezzo di Di Battista. Non vi ho trovato alcuna “giustificazione “ delle atrocità del terrorismo. Tutt’altro. Mi sono parse le sue parole di semplice buon senso. Dialogo invece di armi. Dialogo anche quando pare impossibile. Contro di lui si è scatenata subito la baraonda truce e volgare del “Dagli al traditore” a quello che sta dalla parte dei “tagliagole”, dalla parte del nemico. Scandalo, vergogna. Anatemi scagliati da chi non si è mai scandalizzato e non si scandalizza, non si è mai vergognato e non si vergogna delle tante Abu Ghraib, di Guantanamo, delle bombe al fosforo e dei missili”intelligenti”, anzi trova per tutto ciò addirittura motivazioni “Umanitarie”. Ecco semplicemente io ritengo che siano questi ultimi e non i Di Battista a giustificare il terrorismo. Di più, ad esserne complici”


      E poi c’è Mario Albanesi, storico comunista doc, ex Pci, Paese Sera, Avvenimenti, Liberazione :

      https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=kFdjN_mznmM

    • E ora solo perché il Di Battista ci butta in mezzo la CIA (e sai che scoperta) gli si dovrebbe pure dare la patente?
      E’ veramente disarmante constatare come tutta questa gente, professionisi in politica e nell’informazione, non (?) si renda conto che mettere sullo stesso piano forme di resistenza e lotta drammaticamente diverse è una bieca forma di revisionismo d’accatto, l’eterno tentativo di stravolgere la semantica di una parola scomoda, nel caso comoda, come appunto "terrorismo".
      Se i nazifascisti chiamavano terroristi i partigiani veniva messo nel conto finché erano loro e i fiancheggiatori a dirlo , era nel loro "diritto" usare quelle armi di propaganda, ma da lì a dargliene una giustificazione quasi dandogli ragione ce ne corre!
      Ma è altrettanto disarmante constatare anche che questa stessa gente ha capito benissimo il tutto e lacrima vittimismo, la mancanza di rappresentatività di una fascia di popolazione esclusa dal dibattito politico e privata di qualsiasi forma di visibilità solo perché rivendica la storia comunista sta diventando linfa vitale per il m5s, un movimento reazionario, qualunquista e dai connotati xenofobi razzisti.
      Banalità da bar dello sport elevate a processo alla storia, un processo il cui fine ultimo è ribaltare il verdetto precedente, una forma lenta, inesorabile e vergognosa di riscriverla la storia.
      Meno male che Pannella col suo "accorato" endorsement ha chiarito tutto e fatto capire "involontariamente" cosa è il m5s, o peggio è un preciso segnale per buon inteditore, chi è Di Battista e a cosa sia servito questo polverone, il suo intervento infatti è la chiosa a una linea e un progetto politici che per primo incarico hanno l’annientamento della sinistra, e meno male pure che ste cose si leggano sul Manifesto, almeno si chiarisce su quale sponda s’è traghettata questa testata.
      E poi qualcuno dica a Di Battista & Compagni delusi che di kamikaze non si vede ombra e cenere da tempo, e che i più orrendi crimini sono commessi con in mano armi ben oliate, altro che disperazione!
      Nel mese tragico di Gaza il Dibba non ha aperto bocca... evidentemente non era il caso di alzare polveroni, meglio ora coi bombardamenti mai interroti su Gaza, che insieme alla carneficina ucraina viene surclassata da Di Battista e Foley... , provvidenzialmente il pupillo della neo sinistra fa un minestrone, e provvidenzialmente i media di regime e il regime stesso lo supportano, altro che anatemi, "casualmente" ti arriva il video di Folley, e i media congolano, illustrando tra le righe, e manco tanto, Hamas e resistenti palestinesi alla stregua dell’ISIS e altre orrende quanto torbide organzzazioni criminali... l’obiettivo dovrebbe essere chiaro soprattutto ai compagni.
      Alcuni compagni (ma bisgnerebbe indagare se veramene lo fossero) sono caduti nella trappola mediatica della potenza della rete: balle, se non ci fosse la TV a parlare di Facebook, Twitter, rassegne stampa e previsioni del tempo saremmo tutti ad armi pari... invece il SISTEMA ci propina sta monnezza, sbandiera il grillismo da 3 anni ininterrottamente, chissà perché si coccola il suo peggior "nemico"!
      Quanto ancora durerà questa depressione da oscuramento?

    • Errata corr. Ovviamente è "gongolano"

    • Oltretutto, trovo invece ridicolo che tutti su Di Battista, in primo luogo i detrattori di tutte le risme ma il discorso vale pure per certi improvvisati novelli estimatori come Vauro, cadano oggi dal pero ...

      Di Battista ste cose le scrive da un decennio buono, da prima ancora non solo di essere deputato ma anche da prima che il M5S fosse proprio fondato ...

      Ad esempio i suoi numerosissimi interventi, più o meno a metà del decennio scorso, su "Nuestra America", rivista vicina all’area di Contropiano/Usb .... ma anche la sua partecipazione, anche in termini di acute analisi come questa, all’elaborazione di movimenti pacifisti come la "Rete No War" sin dai tempi della protesta di massa contro l’invasione dell’ Irak ...

      La verità vera è che Di Battista dice "cose de sinistra", anzi proprio cose "comuniste", persino un po "vetero-comuniste" .... cose che però tanta "sinistra", non necessariamente solo quella governativa, invece non dice più ... e questo fa quindi incazzare anche tanti sedicenti "comunisti" che immaginano , in forma davvero demenziale, che si tratti di una indebita invasione del proprio campo ... anzi del proprio campetto spesso auto-ghettizzato ...

      Per fortuna stavolta, mi sembra però molti meno del solito .... prima ho citato Vauro che sul M5S ha sempre detto cose orrende .... ora sembra che anche lui, almeno rispetto a Di Battista, abbia cambiato opinione ....

      Ed ho visto pure che l’intervento di Di Battista campeggia in quasi tutti i siti "antagonisti" ... e comunque se ne parla ampiamente e sostanzialmente in termini positivi .... e persino su un paio di vicini a Rifondazione ... spero sia il segno della fine di un gravissimo "pregiudizio" e l’inizio di un giudicare in base invece ai contenuti, anche se, conoscendo le "bestie" e sentendo anche certi demenziali interventi qua sopra ... allucinante la tesa sui presunti "secondi o terzi fini" di Di Battista .... come se ogni tipo di atto politico in genere non avesse ovviamente sempre più di un "fine" e come se questa ovvietà fosse una cosa scandalosa .... ci credo purtroppo molto poco ...

      Pannella poi, oltre al fatto che è da tempo un pò rincoglionito e sta pure malissimo in salute, non ha fatto nessun "endorsement" a Di Battista ed ai 5 Stelle ...

      Si è limitato a dire quello che dice da sempre, lo disse pure su Saddam Hussein, che è meglio "trattare" che scatenare le guerre che poi portano a situazioni ancora peggiori .. e, su Iraq e Siria, mi pare difficile dargli torto ....... facendo poi un parallelo decisamente molto forzato e fuori luogo con la vicenda Moro ... e poi ha esaltato, da un punto di vista meramente "tecnico", la pratica parlamentare dell’ostruzionismo, ricordando, peraltro giustamente, che a suo tempo l’ha inventata lui ... niente di più ...

    • Eccoti qua, di corsa a parlare d’altro e creare ammuina per sviare le indagini... ma non ti mollo, come tu non molli me.
      Vauro che ha detto cose "orrende" sul m5s non lo ricordo, m’ha sempre dato l’idea di una cristica "costruttiva" la sua, e su questo non ho dubbi, il connubio col Santoro di stampo legaiolo non è certo da mettere in discussione, troppo evidente e di lunga data... valli a capire sti "sinistri" (di nome).
      Pannella se è per questo se l’è proprio affiliato il Dibba, è andato praticamente oltre l’endorsement, il marchio di fabbrica pannelliano è storicamente questo: praticar bene e razzolar male. Illuminante esempio la Bonino in carica di Commissaria Europea, spero non ci si dimentichi ste robe. Anzi, a leggerlo bene l’editto del pupillo grillino i dubbi che sia stato scritto a più mani aumentano proprio.
      Il fatto che il suo "spettacolare" commento campeggi anche nei siti antagonisti, o addirittura vicini a Rifondazione, gli stessi che definisci di norma campetto ghettizato, non fa testo, anche perché ce ne girano di cazzate e personaggi in cerca d’autore: o l’una o laltra... sorprende questo tuo sguardo benevolo ai vetero.
      Manca all’appello la Palestina, come sempre... si dovesse offendere il Pannella, vero? O la "redazione" de il FQ, avamposto del pensiero, e anche prassi va, dei filoisraeliani di casa nostra.
      Detto questo un grillino lo dovrebbe schifare Pannella, ma sai che non è possibile, le fila dei grillini nei meet up pullulano di radicali in missione extrapartito, ma questa è storia vecchia, ne conosco a frotte.
      Quello cui non hai risposto è la dicotomia teoria-prassi, e su questo come al solito non ti trattieni, resisti resisti ma appena esce una virgoletta che metta in evidenza le contraddizioni immani che caratterizzano il movimento nell’esercizio della prassi riparti lancia in resta.
      Chissà se quando Grillo e Casaleggio flirtavano in gran segreto con certi diplomatici yankee durante la campagna elettorale riuscirono a nascondergli che razza di bolscevico come Dibba fosse in prima fila nel m5s. Questa CIA che tutto può sta vedere che è roba da scolaretti, vero?
      Quello che dice il Dibba da anni non va oltre quel che si dice nei bar da secoli, e come nei bar una volta sorbito il caffè si ritorna al nulla di fatto.
      Qualunquismo d’accatto.
      Inoltre come al solito manca la risposta alla domanda delle domande, da sempre: cosa ha fatto finora il m5s col suo 25%?
      Mi piacerebbe conoscerne UNA di cosa encomievole che sia anche lontanamente "di sinistra". Una, e chiudiamo sta pratica per sempre, e ti libererai pure dei "dementi" qui sopra.
      E’ che vi piacerebbe vincere facile, e il sistema ci sta provando in tutte le maniere a non farvi capitolare, siete degli splendidi utili idioti, ma non è certo sto linguaggio supponente, offensivo e al tempo stesso becero e da bettola che usate sempre voi grillini che vi eleverà a eroi nella politica italiana. Un linguaggio fascistoide che si sposa superbamente con una prassi fascistoide.

    • Fermo restando che sono inequivocabilmente comunista ... e che del M5S mi interessa solo il fatto che si è trovato ad essere, per mancanza di volontà politica di altri, veicolo casuale e strumentale di una protesta di massa contro "lo stato di cose presenti" ... e non certo la sua nomenklatura ... tra l’altro l’ho votato esclusivamente al Senato nelle elezioni del febbraio 2013 per non "sprecare" il voto dato invece alla Camera a rivoluzione Civile, questo sprecatissimo invece ... e poi non l’ho più votato nè alle comunali romane, dove ho appoggiato Sandro medici e Rifondazione ... nè alle europee dove invece ho ritenuto di astenermi ...

      Una volta chiarito ciò, però conosco Di Battista dal 2003 ... quando il M5S non esisteva ... e conosco le sue personali battaglie internazionaliste, prima di diventare deputato, soprattutto per quanto riguarda l’America Latina ma anche la Palestina ... ed anche quelle tutte romane contro le privatizzazioni delle municipalizzate ed in difesa dell’acqua pubblica ... insieme abbiamo occupato l’aula consiliare del comune di Roma e ci siamo pure trovati a fare a botte con gli scherani di Alemanno ... e so quindi cosa pensa di certe cose sin da allora ...

      Per il resto, cosa ha fatto il M5S con quel 25% di voti ... decisamente non molto ... un pò per oggettiva incapacità complessiva ma anche perchè è stato "isolato" in parlamento come forse nessuno mai nella storia italiana ...

      Però la battaglia conseguente contro le "riforme istituzionali" del duo Renzi/Berlusca la sta facendo ... e seriamente .... certamente più seriamente di Sel che prima ha presentato tremila emendamenti ( il M5S solo 200 ) salvo poi ritirarli tutti in cambio della promessa di Renzi di non alzare troppo l’asticella del quorum minimo ...

      Normale quindi che, di fronte a certi paragoni, il M5S possa apparire come comunque l’ "unica opposizione" conseguente, almeno sul piano istituzionale ...

      Del resto, anche chi è fuori dal parlamento e si definisce a vario titolo "comunista" non è che abbia fatto granchè, diciamocelo chiaramente .... milito nel movimento per la casa romano, una delle poche realtà vive ed attive in questi mesi, e so quindi bene quanto partiti e partitini neo-comunisti ci abbiano solo creato problemi, salvo poi lasciarci completamente soli in occasione del 12 aprile e poi degli arresti e degli sgomberi successivi ...

      Ed anche qui, mentre Sel che esprime vicesindaco di Roma ( una brava persona, ma sostanzialmente impotente) e vicepresidente della Regione Lazio ( invece un vero e proprio lestofante, totale scherano del Pd ) ci ha praticamente sempre preso per il culo ... gli unici che qualcosa in nostro favore (almeno qualche interrogazione e qualche comunicato/stampa) hanno fatto sono stati i consiglieri comunali e regionali del M5S ...

    • Io invece t’ho spiegato che non è stata la mancanza di volontà politica di altri ma la volontà politica del sistema a portarlo dov’è, e non è la prima volta che te lo scrivo, parlo di fatti, non ipotesi.
      Per il Di Battista parlane tu come vuoi, a me poco interessa delle vostre intimità, e come il resto mi attengo ai fatti... se era veramente come dici (ma non ci credo) allora s’è venduto... uno che bussa alla porta della De Filippi è roba da chiodi!
      Spiegato anche questo ti pregherei per l’ennesima volta di non ributtarmi in mezzo Sel o altra roba ormai da tempo traghettata altrove.
      Rimani sul pezzo.

    • So bene che non c’entri nulla con Sel ... non è questo il problema ...

      Ma è pure vero che se fosse esistita una "opposizione" credibile anche di tipo "socialdemocratico" il M5S al 25% ( ed anche al 20% delle europee che non è poi così poco) non ci sarebbe mai arrivato .... probabilmente nemmeno alla metà ... e magari non ne staremmo nemmeno discutendo ora ...

      E con questo dato i conti bisogna farceli ...

      Poi, più in generale ... muovendomi su un terreno più "sociale" che direttamente "politico" ... a farmi passare la voglia della "politica" propriamente detta ci è riuscita Rifondazione nella quale ero dirigente romano ai tempi del secondo governo Prodi ... io ho bisogno di "sponde istituzionali" ... non posso solo gingillarmi con le "ideologie" e con le "dietrologie" ...

      E l’unica "sponda", pur certamente carente, che ho trovato in questi mesi è stato il M5s ... anche perchè, proprio su pressione di Di Battista, i gruppi sia comunale che regionale del M5S hanno mantenuto i vecchi "staff" che lavoravano prima per Rifondazione ... e quindi si tratta di contatti con vecchi compagni ultra-consolidati ormai da decenni ...

      Questo non vuol dire che quelli del M5S me li sposo ... e nemmeno che li voto .... pure i radicali nel 1977 ed anni successivi ci fecero un pò oggettivamente da "sponda" ma non è che per questo li abbiamo sposati ... ma da "sindacalista sociale" i conti con la realtà "in carne ed ossa" devo fatalmente farli ...

      E quanto a Di Battista ... pur nelle diversità, lui veramente ha una formazione "vetero-comunista" in stile Contropiano che proprio a me, figlio di quel 1977, oggettivamente non appartiene ... non posso comunque personalmente che stimarlo ....

    • Vabbé, tanto non ci capiamo.
      Io ti dico, e ne parlo da anni riportando fatti reali, che se il sistema mi propone sto giocattolo una ragione ce l’avrà.
      Mi sa che ti devi rileggere tutto il pamphlet, così capisci meglio.
      E se lo vuoi sapere la questione Contropiano prima o poi verrà a galla, il movimentismo non ha mai portato bene ai comunisti e alla sinistra in genere, è un po’ di tempo che più di tanto non si possono mettere a nudo le contraddizioni del m5s, criticare sì, ma passare ai fatti con dati alla mano fa venire l’orticaria un po’ a tutti.
      Cos’è sto mt5s, un piacione da fotoromanzi?

    • "il movimentismo non ha mai portato bene ai comunisti" ...

      Su questo certamente non saremo mai d’accordo ...

      Rimane il fatto, paradossale ma non troppo, che in materia Di Battista la pensa precisamente come te ... viene proprio da quel tipo di impostazione ... e pensa, un pò togliattianamente, di praticarla anche dentro il M5S ... anche queste uscite "storico/geopolitiche" sono state chiaramente pure un modo di "forzare la mano" ai 5 Stelle su certi argomenti ... farsi attaccare pesantemente dai media di regime ed obbligare così la dirigenza M5S a schierarsi "a falange" in sua difesa e quindi a fare propri, di fatto, certi contenuti ...

      Io invece, come "prassi" di lavoro politico/sociale, la penso del tutto diversamente ... sono decisamente influenzato da certa tradizione anarco/sindacalista .... a me interessa la "pratica dell’obiettivo" ... e quindi gli strumenti pratici, strategici ma anche tattici, per arrivare all’obiettivo medesimo ....

      Stiamo proprio su due piani completamente diversi ... che spiegano tatticamente anche il diverso giudizio politico sul M5S .... bisogna prenderne atto ... non è un dramma ...