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L’opportunista

par Antonio Recanatini

Publie le domenica 3 maggio 2015 par Antonio Recanatini - Open-Publishing

Ieri la ragione mi ha convinto a non scrivere nulla sui fatti di Milano, nonostante le sollecitazioni intorno ho resistito; quando noto il terreno offuscato da sciacalli che pubblicano in prima pagina, mi astengo sempre, per capire meglio. Credo di aver letto tutto o quasi, perfino del rolex messo in bella vista da un black bloc, gli infiltrati e la congiura annessa. Oggi voglio inserire a voce bassa una piccola riflessione su Saviano e il suo editoriale, specie sulla parte -I poliziotti «non ci sono cascati» e sono riusciti a evitare le provocazioni dei manifestanti più violenti-. Saviano ha molti estimatori in questa sinistra rabberciata, forse più di Arrigoni che lo ridicolizzò con un suo corto videomessaggio. Forse sono io ad avere grossi problemi con la sinistra odierna, ma questo lo sa qualsiasi individuo che passa la vita a leggere e scrivere; egli sa che difficilmente troverà il suo porto, succedeva ieri, figuriamoci oggi. Quel che mi spaventa è l’assurda sintesi di chi si pone al di sopra, di chi non si sente più parte del popolo, ma la voce del padrone. Saviano è nato per servire, un po’ come un illustre voltafaccia della nostra letteratura, un certo Vincenzo Monti. Un tipo che non lesinava strofe e tifo per i vincenti, qualche mio prof amava definirlo "l’opportunista". Adesso i tempi cambiati, se dovesse rinascere un Vincenzo Monti avrebbe il corpo e il volto di Saviano. Concludo ricordando al vs Saviano che nella caserma Diaz ci fu tortura, quel giorno c’erano i suoi amati poliziotti e se avessero commesso altri reati, oltre ai soliti e ben noti abusi di potere, sarebbe scoppiato uno scandaloso internazionale senza precedenti. "Quindi, sig Opportunista, sappi che la sua scorta dorata non è immune da colpe, lei non difende l’esercito della salvezza. Ne approfitto per ricordarle le parole di un perdente con ideali grandiosi, come grandiosa è stata la sua vita "Sia maledetto il soldato che spara contro il suo stesso popolo". Aggiungo, sempre da perdente "siano maledetti tutti gli sciacalli che usano il potere conferito per annebbiare e distogliere le ragioni della lotta". {{}}

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