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Bnl e Unipol si rimangiano il premio aziendale gia’ concordato
Publie le venerdì 9 settembre 2005 par Open-Publishing6 commenti
I Segretari Generali di categoria ed il Coordinamento Nazionale della Fiba/Cisl, Fisac/Cgil, Uilca e Dircredito della BNL condannano la posizione assunta dall’Unipol che ha di fatto impedito al C.d.A. della Banca Nazionale del Lavoro di deliberare l’erogazione del premio aziendale in azioni come previsto dagli accordi sindacali attraverso uno specifico aumento di capitale e si riservano di promuovere tutte le iniziative ritenute idonee
Nel sottolineare che tale obbligo contrattuale verso i 17.000 dipendenti del Gruppo BNL era già noto alla Unipol fin dal Luglio 2005 (che nel documento a supporto della richiesta di autorizzazione a salire al 15% dichiarava di essere a conoscenza della facoltà del CdA BNL: ..... di aumentare il capitale sociale, in una o più volte, fino al 31 marzo 2006, mediante emissione di azioni ordinarie da riservare ai dipendenti della Banca e delle società del Gruppo BNL, per un ammontare massimo complessivo di Euro 18.884.917,12) le scriventi OO.SS. sollecitano la rimozione degli impedimenti formali frapposti.
Tale atteggiamento è un gravissimo attacco alle consolidate tradizioni di relazioni sindacali partecipative e troverà una risposta adeguata.
Roma, 09 settembre 2005
I Segretari Generali di Categoria e le Segreterie di Coordinamento Nazionale BNL
FIBA-CISL FISAC-CGIL UILCA DIRCREDITO





Messaggi
1. > Bnl e Unipol si rimangiano il premio aziendale gia’ concordato, 9 settembre 2005, 19:58
ho la vaga impressione che l’ origine del problema stia proprio nelle "consolidate tradizioni di relazioni sindacali partecipative".
comunque oggi il problema e’ reagire adeguatamente e nel modo piu’ unitario possibile.
keoma
1. > Bnl e Unipol si rimangiano il premio aziendale gia’ concordato, 10 settembre 2005, 14:37
BNL/ FALCRI: UNIPOL NON PARTE CON IL PIEDE GIUSTO
09/09/2005 da Virgilio News
Spregio compagnia verso accordi sindacali
Roma, 9 set. (Apcom) - Dopo che il cda di Bnl ha sospeso l’aumento gratuito riservato ai dipendenti in seguito al no della Unipol all’acquisto in opa dei titoli, la segreteria dell’Organo di Coordinamento della Falcri Bnl "denuncia l’atteggiamento tenuto da Unipol nei confronti dei lavoratori della Banca Nazionale del Lavoro in completo spregio degli accordi sindacali in essere e di conseguenza conosciuti sin dal mese di Luglio 2005".
"Impedire di fatto l’erogazione del premio aziendale in azioni attraverso uno specifico aumento di capitale comporta un danno economico rilevante per chi sta già lavorando in difficili condizioni" si legge in una nota Falcri.
Il sindacato nota di aver messo subito in evidenza "che l’intera operazione Unipol sarebbe stata valutata in base all’atteggiamento che quest’ultima avrebbe tenuto nei confronti dei lavoratori".
"Se questo è l’inizio non possiamo certo dire che si stia partendo con il piede giusto, il nostro sindacato si riserva qualsiasi tipo di iniziativa per ristabilire il rispetto degli accordi sottoscritti" conclude il comunicato.
a cura Falcri Bnl
www.falcribnl.com falcribnl@yahoo.it
2. > Bnl e Unipol si rimangiano il premio aziendale gia’ concordato, 10 settembre 2005, 18:21
La vicenda del blocco del premio aziendale (Vap) dei lavoratori della Bnl e’ la logica conseguenza dell’ intera operazione sugli assetti proprietari della banca, ma anche di storie piu’ vecchie.
E ha ragione Keoma a dire che l’ origine del male sta nelle “relazioni sindacali partecipative” da lunga pezza esistenti nel mondo del credito, ma nella Bnl assai peggio in termini di consociativismo e subalternita’ che nelle altre banche.
In qualche modo, all’ origine della questione c’e’ proprio il “premio in azioni” che , se e’ vero che ha portato negli scorsi anni qualche soldino in piu’ nelle tasche dei lavoratori, ha nella sua essenza culturale la logica della “compartecipazione agli utili” che non a caso e’ una richiesta storica del sindacato fascistoide Ugl ( ex Cisnal).
Essenza culturale che, in una fase di vacche magre, ha pure il principio della “compartecipazione alle perdite” e nei fatti, piu’ in generale, cosi’ ha funzionato non solo per i bancari, ma – con effetti piu’ drammatici – per tutti i lavoratori del mondo occidentale.
Sono abbastanza realista da considerare poco praticabile il ritorno al salario “variabile indipendente” che fu della sinistra rivoluzionaria e poi del “sindacato dei consigli” tra la fine dei sessanta e l’ inizio dei settanta ; ma perlomeno che quel poco salario che si strappa sia tutto in moneta sonante e non in pezzi di carta sarebbe buona cosa da ripristinare.
Nello specifico, non c’e’ dubbio che nell’ occasione l’ Unipol, con questa mossa avventurista si e’ del tutto sputtanata ; ha infatti dimostrato inequivocabilmente i due motivi per cui e’ buona cosa per i lavoratori opporsi alla sua scalata alla Banca Nazionale del Lavoro :
1) il fatto che non ha un euro, che l’ intera operazione e’ “a buffo” ; non si spiega infatti altrimenti il fatto che gli metta paura esercitare la sua Opa anche sulla misera percentuale ( lo 0,5 % dell’ intero capitale Bnl) che rappresenterebbe l’ aumento di capitale gratuito che ha bloccato
2) il fatto che, nonostante i richiami ideologici all’ antico cooperativismo e alla presunta solidarieta’ sociale cui sarebbe ispirata (patetiche in questo senso le difese d’ ufficio su “L’Unita’” di questi ultimi mesi ) le sue intenzioni immediate – quell’ “agire come belve” che consiglia Consorte nelle famose intercettazioni – sono di colpire i lavoratori della Bnl e anche della stessa Unipol Banca.
Una volta detto questo, che dire pero’ dell’ attuale gruppo dirigente della Bnl, in testa il Presidente rutelliano Luigi Abete ?
Se veramente si volevano opporre alla pretesa di Unipol avevano comunque la maggioranza nel cda per deliberare lo stesso, invece non l’ hanno fatto.
E, parlando in particolare di Abete, bisogna pure dire che aveva incontrato in gran segreto la sera di giovedi’ 8 settembre i Segretari Generali di tutti i sindacati ( anche quello della Falcri, Francesca Furfaro) per spiegare loro che lui “combatte la sua battaglia per la Banca e per i lavoratori e non per se’ stesso”. Pero’ col cavolo che li ha messi al corrente di questo problema che certo lui gia’ conosceva.
Ulteriore dimostrazione di grande malafede dello stesso Abete . Ed anche dei sindacati confederali che poi, nonostante i toni bellicosi e i richiami all’ unita’ dei lavoratori, hanno pensato bene di escludere un’ altra volta la Falcri dalla stesura del comunicato – stampa.
Malafede dimostrata ancora di piu’ dal fatto che la stessa Falcri ha poi ritenuto responsabilmente ( anche troppo) di stilare un comunicato sostanzialmente simile al loro, evitando ogni polemica diretta che potesse incrinare l’unita’ dei lavoratori nella reazione a questa carognata padronale.
E qui casca l’ asino. Se e’ giusto senza ombra di dubbio – e questo ultimo fatto lo dimostra inequivocabilmente – opporsi come lavoratori alla scalata della cosiddetta “finanza rossa” ( ma de che ?) alla Bnl, non e’ nemmeno possibile fare cio’ sposando in modo acritico e subalterno l’ attuale gruppo dirigente della stessa Bnl che ha le sue precise responsabilita’ nel fatto che la situazione e’ arrivata a questo punto critico.
E che, dopo la squallida vicenda dei 23 massimi dirigenti che, al limite dell’ insider trading, avevano guadagnato milioni di euro scommettendo in borsa contro se’ stessi e la banca che dirigono e dopo i vari scandali che hanno caratterizzato la storia recente della Bnl ( il caso Pesce, la banca clandestina cinese ecc. ecc. ) hanno ormai perso ogni personale credibilita’.
E che, anche per coprire le loro incapacita’ e anche, come gia’ detto, molto peggio, sono mesi che rompono i coglioni a colleghi e delegati sindacali - soprattutto della Falcri ma anche della minoranza Cgil e semplici comuni lavoratori - che non sono allineati alle loro direttive, con provvedimenti disciplinari e altre iniziative repressive.
Per cui, certo che bisogna reagire compattamente a questa stupida e meschina violazione di un accordo sindacale , ma bisogna anche cominciare a saper distinguere tra gli improbabili alleati e naturalmente anche rispetto a chi pretende di rappresentare i lavoratori.
Rafaniello by Napoli
3. > Bnl e Unipol si rimangiano il premio aziendale gia’ concordato, 16 settembre 2005, 17:43
PROMEMORIA PER ……………..
BNL
Ricordiamo al Consiglio d’Amministrazione della Banca che, prescindendo dagli inopportuni “veti” di Unipol e degli utili approfondimenti giuridico-legali che riterrà di effettuare, l’aumento di capitale al servizio del pagamento del VAP non può essere messo in discussione e quindi lo sollecitiamo a dare puntualmente corso agli adempimenti necessari per rendere operativo l’accordo sindacale sottoscritto il 14/7/2005, in esecuzione del verbale d’accordo del 10 marzo 2005, la cui applicazione nelle modalità e scadenze concordate non è ovviamente negoziabile.
Naturalmente, ove ciò non si realizzasse, si ravviserebbe nel CDA della Banca una diretta responsabilità in violazione contrattuale; le scriventi OO.SS ne trarrebbero tutte le doverose conseguenze.
UNIPOL
Ricordiamo al Management della Compagnia bolognese che le informazioni sull’emissione di azioni al servizio del pagamento del VAP erano a loro conoscenza come puntualmente scritto (pag. 5, ultimo comma, lettera b) nel documento, presente fino alla scorsa settimana nel sito Unipol, relativo all’acquisizione del 14,89% di BNL (la cui richiesta d’autorizzazione è stata avanzata – e prontamente accolta – a Banca d’Italia il 1/7/2005) e successivamente depositata presso Borsa Italiana S.p.A. il 2/8/2005.
Il lavorio effettuato tra il 18 e il 22 luglio con i numerosissimi soggetti coinvolti (partner, banche straniere finanziatrici, e advisor finanziari) è attinente ad atti fra privati antecedenti la formalizzazione dell’OPA che si è realizzata solo il 16/8/2005 con la presentazione a Consob dell’offerta di acquisto.
Se ritornare su propri passi rappresenta per Unipol una scomodità ce ne rammarichiamo, ma di certo non sono motivazioni opponibili ai lavoratori e alle lavoratrici di BNL.
Prendiamo atto, con piacere, che Unipol riconosce il diritto dei dipendenti BNL a percepire il premio aziendale ma ci corre l’obbligo di rilevare l’erroneo uso del tempo “futuro” del verbo “concordare”. Nell’ultimo comma delle “Precisazioni in merito alle azioni oggetto di offerta” al posto di “concorderanno” deve leggersi “hanno concordato”.
Prendiamo altresì atto che Unipol si cura di ricordare di aver inserito nelle azioni oggetto di OPA quelle relative ai piani di stock option (piani deliberati unilateralmente da BNL e indirizzati ad un ristrettissimo numero di alti dirigenti presenti e passati). Ci amareggia non poco che pari attenzione non sia stata dedicata al premio aziendale (frutto di accordo sindacale) indirizzato al residuo 99,5% dei dipendenti. Pessimo esordio.
CONSOB
Siamo certi che, nella sua funzione di garante della trasparente applicazione delle regole, non mancherà di vigilare affinché un ‘OPA obbligatoria non sia nei fatti totalitaria.
Roma, 15 settembre 2005
Segreterie di Coordinamento Nazionale BNL
FIBA-CISL FISAC-CGIL UILCA DIRCREDITO
1. > Bnl e Unipol si rimangiano il premio aziendale gia’ concordato, 17 settembre 2005, 17:16
EDITORIALE
A via Stalingrado
GALAPAGOS
Come previsto e anticipato da "il capitale" la scorsa settimana, la vicenda Antonveneta è chiusa. Soddisfatti tutti i protagonisti, molti dei quali si porteranno a casa tanti soldini grazie al cash della Abn Amro. Anche la vicenda Bnl è in dirittura di arrivo. Al sigillo finale manca solo l’autorizzazione di Bankitalia e dell’Isvap, ma non c’è motivo di credere che saranno frapposti ostacoli al lancio di questa Opa che fa uscire definitivamente di scena gli spagnoli del Banco di Bilbao; il cui ritorno in campo appare improbabile, vista la quota Bnl che Unipol ha già teoricamente in mano. C’è da dire che nei giorni scorsi circolavano indiscrezioni secondo le quali la banca spagnola potrebbe rilanciare, soprattutto aumentando la quota in contanti. Sarebbe affascinante e creerebbe valore per gli attuali azionisti, ma la nuova Opa appare improbabile: il Banco di Bilbao, infatti, non vuole impegnare denaro contante nell’operazione. Anzi, si dice, aderendo all’Opa di Unipol si creerebbe una buona riserva di liquidità per nuove scorribande. D’altra parte il limite dell’Opa del Bilbao era proprio nella scarsa quota di contante offerta per le azioni Bnl per le quali l’offerta teorica era generosa, ma con il limite di un eccesso di «carta».
A questo punto, Unipol sembra avere via libera, anche se, per tappare un po’ di buchi, per fare cassa, ha già annunciato che dopo l’Opa ricreerà il flottante per rimanere in borsa. Ma del successo Unipol non tutti gioiscono: i 17 mila dipendenti Bnl tremano. Non solo perché, con un brutto esordio, ha cancellato l’aumento di capitale loro destinato (mentre le stock option per i dirigenti rimangono in vita) come premio di produttività, anche se al momento - il 2 agosto - della trasmissione del documento informativo Unipol era consapevole dell’impegno. Che oltretutto non è enorme visto che ha un «ammontare massimo complessivo di euro 18.884.917,12», all’incirca 37 miliardi di lire. Inoltre, il piano di distribuzione di azioni ai dipendenti, iniziato nel 2001, non si può assolutamente configurare che possa «contrastare gli obiettivi dell’Opa».
Quello che più preoccupa i lavoratori Bnl però non sono i soldi, anche se da anni la dinamica salariale da anni per scelta sindacale procede a rilento. Ad allarmare è la mancanza di un piano industriale di sviluppo della banca che faticosamente stava ritrovando, dopo anni non certo felici, la via di una redditività più elevata, anche se inferiore a quella media delle banche. I lavoratori temono, tra l’altro, che gli accordi parasociali possano essere il preludio a cessioni di cespiti. E più in generale temono per l’occupazione visto che si mormora di circa 2.000 eccedenze in Bnl. Chiacchiere, forse. Però finora Unipol ha snobbato qualsiasi rapporto con i lavoratori Bnl che sono pronti a scendere sul piede di guerra: a Stalingrado, ci dicono, il nazismo fu sconfitto; non vorremmo essere costretti a manifestare in Via Stalingrado contro dei compagni per difendere i nostri diritti.
DA "IL MANIFESTO" 16/9/2005
4. > Bnl e Unipol si rimangiano il premio aziendale gia’ concordato, 30 settembre 2005, 22:00
RISPETTATO L’ACCORDO SINDACALE RIGUARDANTE L’EROGAZIONE DEL PREMIO AZIENDALE (VAP) ANCHE IN AZIONI.
LA PRONTA REAZIONE DEI LAVORATORI E DEI SINDACATI HA DATO L’ESITO SPERATO.
LA DELIBERA E’ STATA ASSUNTA DAL CONSIGLIO D’AMMINISTRAZIONE BNL RIUNITOSI OGGI.
FALCRI BNL 30.9.05