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Catena di Sanlibero 301

Publie le lunedì 12 settembre 2005 par Open-Publishing

riccardo orioles

La Catena di San Libero 13 settembre 2005 n. 301

Che devo fare? Ho sorpreso un’intercettazione (me l’ha data il
giudice Carnevale) in cui parlano amichevolmente fra loro Andreotti
e il boss Spatola. Oppure Crisafulli e il boss di Enna. Oppure Bin
Laden e Bush padre. Oppure Giuda e Ponzio Pilato. Che dite, la
pubblico? Oppure preferite non saperne niente, cosi’ la notte
dormite piu’ tranquilli? (Casomai i cinquemila euri me li date voi,
visto che il mio "lauto stipendio" non ci arriva? La liberta’ di
stampa e’ rincarata con tutto il resto, signora mia).


Primarie 1. Alla festa di Liberazione, dibattito (giusto l’otto
settembre) Bertinotti-Fassino. Moderatore? Maurizio Costanzo.
Informazioni in esclusiva per i due illustri compagni: a) Costanzo
era della P2; b) Lavora per Berlusconi. Ora che lo sanno, non lo
inviteranno piu’. (Ai muri, enormi "Viva Prodi" e "Vota Bertinotti"
con ciascuno dei quali Benanti o io camperemmo per un mese).


Primarie 2. A destra organizza Dell’Utri, nel senso che e’ lui che
seleziona i capisezione, li interroga, li valuta, gli fa l’esame e
alla fine li manda via con un bel kit del perfetto dirigente di
Forza Italia. L’esame: "Allora, mi dica. Mettiamo che nella sua
zona i commercianti si rifiutino di versare la quota per Forza
Italia. Che cosa fa a questo punto?". Oppure: "Sentiamo: che
differenza c’e’ fra una famiglia territoriale e un mandamento?". O
anche: "Da chi, come, in che citta’, con che arma e in che anno
preciso e’ stato ammazzato don Vito Genovese?". In tutto deve
selezionare 475 capisede, alcuni di Trapani o Villabate ma altri
con pochissima esperienza di queste cose. Un lavoraccio.


Dinasty. Non bastando i Savoia, sono tornati pure i Craxi. Siccome
anche loro sono una dinastia ereditaria, si litigano il regno (Bobo
contro Stefania, come Vittorio contro Amedeo) a colpi di citazioni
acide, fregandosene altamente del suddito bue. Hanno fortuna: fosse
qui Pertini, a calci nel sedere li rimanderebbe a Cascais e
Hammamet. Invece hanno trovato... (Basta, non voglio star sempre a
parlar male del povero Fassino. Ma Berlinguer era scemo, o era
ladrone Craxi?)


A piedi. Niente benzina per i magistrati della Direzione antimafia
a Roma. Un paio girano gia’ in motorino. La giustizia ideale?
Cieca, zoppa e imbavagliata.


Commissioni d’inchiesta. Sara’ presieduta da Gorge Bush quella sul
disastro della Louisiana. Quella sulle Twin Towers, invece, da Bin
Laden.


Revisionismo atomico 1. Le vittime dell’esplosione del quarto
reattore della centrale Lenin di Cernobyl saranno in tutto circa
4.000. Alle 59 morte nei giorni immediatamente successivi al 26
aprile 1986 bisogna aggiungere le 3940 che sono morte - o che
moriranno nei prossimi anni - per tumori dovuti all’esposizione
alle radiazioni. È quanto sostiene un rapporto del Forum Cernobyl,
che riunisce organismi internazionali come Fao, Onu e Banca
mondiale e i governi di Russia, Ucraina, Bielorussia.

* * *

Revisionismo atomico 2. Dopo quattro anni di carcere e’ stato
liberato il medico bielorusso Yuri Bandajevsky, condannato da un
tribunale militare a otto anni di carcere duro per aver chiesto
bustarelle in cambio dell’ammissione all’istituto di medicina di
Gomel da lui presieduto (ma lo studente che lo aveva accusato aveva
ritrattato due giorni dopo). Prima di essere condannato,
Bandajevsky, direttore del Laboratorio centrale di ricerca
scientifica della Bielorussia, aveva pubblicato un rapporto medico
nel quale metteva in relazione la presenza anche lieve di
radionuclidi nell’organismo con una serie di patologie in forte
crescita nei bambini: cardiopatie, problemi renali, diminuzione
della vista, depressione del sistema immunitario. In contrasto col
rapporto dell’Unscear (il comitato scientifico dell’Onu per lo
studio delle radiazioni atomiche) del 1999, che parlava di 800 casi
di tumore alla tiroide, il rapporto di Bandajevsky sosteneva che,
nella sola Bielorussia, erano almeno diecimila i casi di tumore
alla tiroide dovuti alle radiazioni. [francesco feola]


Democracy. Elezioni a Guantanamo: due candidati, un partito blu e
uno arancione, televisione per tutti, e alcuni sapevano persino
per chi si votava. I controllori internazionali hanno espresso
qualche piccola riserva sulla regolarita’ dei conteggi, ma vabbe’,
e’ sempre gente un po’ notarile. Alla fine, come si prevedeva, ha
vinto il candidato Arancione (che poi e’ il comandante del campo) e
subito sono partiti i festeggiamenti popolari, affidati in
outsourcing a una ditta di Miami, la Happy People Inc.

"Guantanamo ha scoperto la democrazia!". Come l’Iraq, l’Afganistan,
la Florida, l’Uzbekistan, l’Egitto... Pare che il concetto di
democrazia si stia evolvendo un tantino. In Ucraina, i
"democratici" sono in lite fra loro: una e’ stata cacciata perche’
rubava un po’ troppo persino per i generosi standard locali;
l’altro, il presidente, difende con le unghie e coi denti il logo
della Liberta’ Democratica (un bel nastro arancione) che ha fatto
regolarmente brevettare dal suo avvocato, e ci fa un sacco di soldi
di royalties. Una volta c’erano elezioni bulgare: e ora?


Occidente. I manager di Yahoo hanno consegnato alle autorita’
cinesi il nome di un tizio che aveva parlato male del governo in
rete. S’e’ preso dieci anni. "Noi rispettiamo le leggi dei paesi
dove facciamo i portali" hanno detto i manager. Infatti. Anche Ibm,
negli anni Trenta, rispettava le leggi tedesche. E forniva i
programmi per censire gli ebrei nei lager, in ossequio alle "leggi
del paese". E facendoci dei bei miliardi, gia’ che c’erano. Non
usate Yahoo!


Tonga. Manifestazioni popolari contro il capo (ereditario) del
governo, re Toupu IV. Fra i motivi del malcontento alcuni aspetti
del cerimoniale di corte, che prevede in alcune cerimonie il bacio
dei piedi del sovrano.


Made in Italy. Del famoso designer Giorgetto Giugiaro l’ultimo
modello della Fiat, la Nuova Punto, e della Beretta, la P4 Storm
calibro 7.65.


Banche. Quella centrale ha il compito di stampare le banconote per
conto dello Stato. Ma non gli vende la banconota secondo i costi di
produzione (tipografia, carta, ecc.), ma secondo il valore nominale
(quello scritto sopra). Una banconota da cento euro, costata un
euro in tipografia, viene venduta cioe’ a cento euro. Piu’ il
"tasso di sconto", che fa altri due euro e mezzo. Lo Stato, per
avere una banconota da cento, spende 102,5 euro. E s’indebita con
le banche. La differenza tra valore nominale della banconota e
costo di produzione si chiama "signoraggio". Mettendo in bilancio
il valore nominale, la Banca Centrale ottiene inoltre un bel
bilancio passivo, dunque non tassabile: e infatti tasse non ne
paga. Ma perche’ le banconote non le produce direttamente lo Stato?
[antonella serafini]


Santi. Va in pensione, per disposizione del sindaco Veltroni, il
vecchio San Pietrino. Molto popolare fra i poveracci, cui aveva
dato un appoggio non indifferente in certi momenti difficili della
vita. Pensionato da tempo San Paganini (il santo degli impiegati di
fascia bassa) e ormai dimenticato il protettore degli interisti San
Siro, restano San Libero e San Precario. Speriamo bene.


Napoli. "Il Comune avalla l’invito alle occupazioni" - dice il
deputato della Margherita. "Di quello spazio devono usufruire anche
altre associazioni" - aggiunge il consigliere dello stesso partito.
"Mettiamoci un centro antiracket" - incalza quello dei Ds. Dopo
l’acquisto da parte del comune dello stabile occupato da 15 anni
dal centro sociale Officina 99, i politici si scaldano, in vista
del dibattito in consiglio comunale. L’assessore ai servizi sociali
di Rifondazione, promotore dell’operazione, replica ai colleghi:
"Proposta farisaica voler sezionare 500 metri quadri tra tante
associazioni. Abbiamo acquistato l’edificio per preservare
un’esperienza storica". In una lettera aperta, il collettivo di
Officina, che qualche settimana fa ha festeggiato il recupero di un
campetto di calcio come area attrezzata per il quartiere, dice:
"Noi restiamo qui, i gruppi che hanno bisogno di spazi vadano a
occuparne uno, in citta’ quelli abbandonati sono decine".

Il comune aveva deciso di muoversi qualche mese fa, dopo l’ennesima
campagna a favore dello sgombero da parte di giornali e politici
della destra cittadina, avallati stavolta da un intervento in
televisione del ministro della giustizia. Finora, in questioni
simili, l’amministrazione aveva sempre lasciato correre, confidando
che le cose si sarebbero aggiustate da sole. Se si tornera’ a
questa tendenza, un misto di lassismo e pigro buon senso che guida
da anni l’azione amministrativa, lo stabile dovrebbe essere
lasciato a Officina, magari firmando qualche carta, senza ulteriori
intromissioni. Qualsiasi altro provvedimento sarebbe da segnalare,
sconvolgendo la quieta convivenza tra movimenti sociali e
amministrazione di centro sinistra. (Per il momento il vero affare
l’ha fatto il vecchio proprietario: un milione e duecentomila euro
per un edificio che non utilizzava da piu’ di vent’anni). [luca
rossomando]


Cronaca, Molinella. Uscendo dal pub dopo qualche bicchiere di
troppo ha scambiato una volante dei carabinieri per un taxi e vi si
e’ chiuso dentro chiedendo di essere portato a casa. I militari
hanno tentato di indurlo a scendere, ma non c’e’ stato niente da
fare. Solo dopo un po’ l’uomo - un trentunenne di Ravenna - si e’
laciato convincere ad aprire la portiera e a lasciare la macchina
ai carabinieri.


Cronaca. Roma. Non destano preoccupazioni le condizioni di Luigi
Einaudi, il giovane vigile del fuoco rimasto ferito ieri nel
tentativo di soccorrere un anziano che, per un’improvvisa crisi
causata forse della calura estiva, da quasi due settimane viveva
rinchiuso nella filiale romana della Banca d’Italia respingendo
ogni tentativo di soccorrerlo. I pompieri, alla fine, sono riusciti
a raggiungerlo mediante una scala. L’Einaudi stava gia’ cominciando
a trasferire su di essa lo squilibrato quando quest’ultimo, in un
improvviso raptus, ha violentemente respinto l’attrezzo che e’
precipitato al suolo trascinando con se’ il pompiere. Per fortuna
la finestra cui era stata applicata la scala si trovava al primo
piano e lo sfortunato soccorritore se l’e’ cavata con escoriazioni
sparse e una lussazione alla caviglia sinistra guaribili in dieci
giorni salvo complicazioni. In tarda serata il giovane e’ gia’
stato dimesso dall’ospedale di San Giovanni mentre, per riuscire a
recuperare l’anziano "occupante", si e’ reso necessario
l’intervento della speciale Unita’ Amazzonica dei Carabinieri che
ha utilizzato un potente fucile ad aghi soporiferi normalmente
utilizzato per la cattura di esemplari rari nelle foreste
tropicali.


La storia piu’ triste dell’estate. I tre zingarelli di nove, dieci
e undici anni che hanno forzato di notte una villa incustodita
sopra Bologna e sono stati sorpresi dalla polizia mentre
scappavano con un borsone pieno di bambole, costruzioni e
orsacchiotti di peluche che avevano trovato nella villa. Non
avevano portato via nient’altro.


Assemblea antimafia. A Porto Sant’Elpidio (Ascoli) sabato 17
pomeriggio al palasport del comune.

Info: fabioregolo@hotmail.com


In edicola. Il Mucchio Selvaggio di settembre. Rock e politica.
Forse il miglior mensile del momento: non e’ palloso e il direttore
 che era amico di Caponnetto - perlomeno ha un cognome solo.


Musica. Messina. Roy Paci alla fine suonera’ nella citta’ dello
stretto. Prima aveva cancellato il suo concerto perche’ era entrato
in scontro con le autorita’ dopo l’annuncio del musicista di un
intervento dal palco del coordinamento contro il ponte.
Allora la sinistra messinese (praticamente tutta), ha organizzato
per lunedi’ 12 settembre una grande festa a Piazza Duomo dalle
18.30 con gruppi siciliani e calabresi che si concludera’ con il
concerto di Roy Paci & Aretuska. [shining]


Compagni. Subire l’ingiustizia non rende migliori. C’e’ quella che
si subisce dai nemici (i mafiosi che ti vogliono ammazzare, Cossiga
che intrallazza per farti rimuovere) e quella che si puo’ subire
dagli amici, prima o poi. Padre Ennio Pintacuda ha subito l’una e
l’altra. Alla prima ha resistito gloriosamente, con un sorriso
ironico e un coraggio da leone. Alla seconda no. E in realta’,
nessuno ti puo’ ferire come un compagno, nessuno ti puo’ cambiare
cosi’ profondamente. Come reagisce ognuno, non e’ questione di
merito - io credo - ma di fortuna. Quella di Pintacuda e’ stata
amara, morto lontano da noi.

Tuttavia, quando uno muore, e’ l’intera sua vita che va pesata.
Quella di padre Ennio e’ stata buona, utile, umana e - nel momento
decisivo - risplendente. "Nell’ora tragica della Patria, di fronte
al barbaro nemico, il Corpo Volontari della Liberta’...". Ecco.
Quel che si e’ fatto dopo, ha molto meno importanza.

Si’, e’ vero, ci siamo divisi. E’ vero, alla fine ci siamo feriti
fra noi - per stanchezza, per insufficienza, per troppo dolore: non
lo so - e non abbiamo portato a termine il compito che ci avevate
dato. Ricordatevene - ne avete il diritto - e analizzateci
spietatamente, e non ci imitate. Ma ricordatevi anche come eravamo
quand’eravamo ancora noi stessi. La tirannia imperversava, tra
assassini mafiosi e ladroni di palazzo. Fummo noi ad alzare la
testa, a chiamare il popolo alla rivolta. Orlando che passa pallido
fra la scorta, Carmine al coordinamento antimafia, Angela accanto a
lui, Galasso che scandisce: "Chiedo l’incriminazione del teste
Andreotti!", Cimino che organizza la fiaccolata, Carlo Palermo,
Diego, Resca, Fabio Passiglia, e Nando, e Claudio e Miki e tutti
gli altri di noi... E padre Ennio che ha appena detto qualcosa,
incoraggiandoci tutti, andando avanti. E dietro di loro centinaia e
migliaia di siciliani, di italiani, di persone oneste e buone che
hanno appena capito di essere insieme una forza, e che si puo’
cambiare.

Ricordateci cosi’, tutti insieme. Nessuno di noi e’ stato un eroe o
un genio, ma ciascuno, nel momento piu’ difficile, e’ stato un
soldato. Siamo stati superbi, impazienti, disorganizzati, rissosi,
ma abbiamo amato questro paese, e abbiamo lottato per esso, come
nessuno aveva piu’ fatto dai tempi dei partigiani. Non imitateci
nelle divisioni, ma imitateci nel coraggio di allora e nel fare
rete. E ricordatevi di padre Ennio, che ha lottato per voi.


tillneu@mercurioproductions.com wrote:
< Non si tratta di "onorare" Enzo (che non ha bisogno di medaglie
di nessun tipo). E tanto meno di sottolineare la scarsissima
credibilita’ di questo moscio capo di Stato (che non e’ stato in
grado di rimettere a posto alcune minime cose fondamentali:
l’autorevolezza della magistratura, il ruolo della Consob,
l’indipendenza dello Stato, una dignita’ economica a livello
internazionale). No.
Nel contesto politico e sociale attuale, una medaglia ufficiale e
pubblica per Enzo avrebbe un valore simbolico enorme. Sarebbe un
riconoscimento ufficiale (non solo da parte di alcune migliaia di
amici), che le cose che Enzo aveva fatto qui a Milano, nel mondo e,
in modo particolare, nell’Iraq sono importanti per l’intera
nazione. Per te, per me, per Milena Gabanelli, per Beppe Grillo, ma
anche per Ricucci, per Ruini, per Berlusconi, per i tifosi della
Lazio e del Livorno, per Orietta Berti e per Marina Rei, per Enrico
Deaglio e per Aldo Biscardi, per i famigliari di Enzo e per
Vittorio Feltri.
Sarebbe un’autentica bomba etica. Esattamente come se il Nobel, al
posto di una Fallaci qualsiasi, lo dessero a Margherita Hack. Ecco
perche’ dobbiamo firmare in tanti.
Questo paese e’ gestito da una banda di affaristi ignoranti,
volgari e mascalzoni. Obbligarli a riconoscere che un cittadino
indipendente, laico e poco noto, era un italiano giusto e
equilibrato, sarebbe un segnale di grande incoraggiamento per i
nostri figli >


Domenico Stimolo wrote:
< Ho letto lo scritto di Andrea di Cagliari riguardo l’opposizione
cittadina che si e’ "messa in moto" contro la costruzione di un
parcheggio multipiano nell’area centrale della citta’. Ottimo.
Evidentemente il "vento" sardo fa molto bene alla coscienza civile
dei cittadini cagliaritani (e del Social Forum). A Catania
l’amministrazione di destra del sindaco Scapagnini ha progettato
gia’ da tempo la costruzione di parecchi mega parcheggi sotterranei
multipiani nelle aree centrali e semicentrali della citta’, per
migliaia di posti-auto (sono state gia’ espletate le gare di
appalto)... 5, 6, 7 siti, si e’ perso il conto. Tutto e’ stato
"scientificamente" sincronizzato per fare perennamente invadere le
aree centrali dalle ruote inquinanti.
Ebbene, tutto tace. Tace l’opposizione, tutta, con un silenzio
assordante. Zitti e muti, la "societa’ civile", i movimenti, le
associazioni ambientaliste. Tutti "allineati e coperti". Alcuni
cittadini e qualche comitato spontaneo ha cercato di fare emergere
il problema. I loro appelli, purtroppo, non sono stati raccolti da
nessuno. E poi, Loro, i Signori del politichese della sinistra
catanese, piangono stizziti, nel prendere atto che alle ultime
comunali (giugno) tutti assieme raggiungono a malapena l’11% dei
consensi. Non hanno mai detto e agito su nulla. Sui megaparcheggi e
su molto altro ancora che riguarda la citta’ e la vivibilita’ dei
cittadini >


Orfeo Z. wrote:
< Io ci sto capendo veramente poco della faccenda Fazio/bankitalia.
Nel senso che non capisco cosa ci stia dietro, chi rappresenti
quali gruppi di potere; constato come il risultato netto sia che
gli olandesi ringraziano e si offrono di rilevare il pacchetto di
maggioranza di antonveneta. Chi comanda le banche, compresa
bankitalia, influenzera’ la nostra esistenza concreta, quotidiana e
non solo, molto piu’ dei burattini che vinceranno le prossime
elezioni. Mi viene in mente il piano di rinascita democratica di
Gelli, chi sono i "clubs" che si contendono la poltrona di Fazio?
Massoneria del grande oriente d’Italia contro nuovo rito scozzese?
Dove trovare informazione seria, anziche’ cronache da latteria come
ci propinano i cosiddetti mezzi di informazione di massa? >


Giovanni wrote:
< Endrigo. Ora che e’ morto si ricordano di lui, non molti,
ovviamente. Qualche giornale gli ha dedicato mezza pagina, qualcuno
perfino un richiamo in prima. Eppure con pochi altri (Tenco, De
Andre’, Conte, De Gregori) ha scritto le piu’ belle canzoni
italiane degli ultimi cinquant’anni. Non si vedeva ne’ sentiva piu’
da un pezzo. Dicono perche’ era timido. Io dico perche’ era uno che
non si vendeva e che si sarebbe trovato a disagio tra un
grandefratello, una velina ed un emiliofede. De Gregori si incazza
quando gli dicono che e’ un poeta : la poesia e’ una cosa, le
canzoni (musica e parole) un’altra, dice. Forse ha ragione. Ma per
molti e’ poesia tutto quello che ti da’ un brivido, una certa
emozione, puo’ esserlo un libro, un quadro, un film, un semplice
gesto. Sergio Endrigo era un poeta >


Toti O’Brien wrote:
< Los Angeles, 6 settembre. Ciao R., non scrivo mai alla catena,
nonostante sia la mia fonte di informazione piu’ preziosa, perche’
mi sembra di non avere mai nulla da aggiungere a quanto viene
detto. Questa volta si’. Nonostante sia sacrosanta la disfatta del
governo americano, come tata anche di se’ stesso, e palese, in modo
clamorosissimo, il suo non intento di aiutare i cittadini neri,
proprio perche’ neri, e null’altro, come se si fosse tornati
indietro di duecentanni (le cazzate antidarwiniane, sono state
sparate PROPRIO AL MOMENTO GIUSTO)... nonostante cio’, la societa’
civile o quel che ne resta SI COMPORTA IN MODO CIVILE, proprio come
si comporterebbe in europa, in africa, ovunque. Il dolore, la
rabbia, la partecipazione e lo sforzo del comune mortale sono
quelli di sempre... probabilmente piu’ di sempre, perche’ gonfiati
della protesta di chi non e’ ASSOLUTAMENTE d’accordo.
Qui, escludendo solo il magnate e il patriziato incosciente, of
course (purtroppo si tratta di una massa critica, lo so), tutti
stanno aiutando il post Katrina con tutte le forze, Red Cross sta
svolgendo un lavoro eccellente per organizzare gli spontaneismi, e
supplire alle deficienze statali. Cio’ accade nonostante l’angoscia
privata, acutissima, dovuta al triplicarsi del costo della benzina
(in un mese), e alla prospettiva che tale costo salga di piu’
(poiche’ le chiatte di trasporto agricolo non possono piu’
transitare il Mississipi, dunque, lo faranno i camion), alla
gravita’ della recessione, della non occupazione, eccetera. Ottime
scuse per lavarsi le mani del recente disastro. E INVECE NO. Gli
umani sono umani qui come altrove, credimi: ti assicuro che altre
volte ne ho dubitato >


Uno di noi wrote:
< Spesso mi chiedo se il mio scrivere (senza uno stipendio,
prendendo solo mazzate e margine) sia davvero necessario o e’ solo
un gioco al martirio... >

* * *

E chi lo sa se serviamo: i punti si contano alla fine, diceva mio
nonno. Io penso di si’, alle persone normali serve che ci sia gente
che fa casino. Ma anche se non fosse cosi’, sarebbe sempre piu’
bello vivere come noi che come i quaquaraqua’.


Arcoiris. Dibattito, riorganizzazione. (Da gennaio, aumentata di
cinque volte la diffusione in rete). Progetti tecnici gia’
presentati o in corso. Incontro operativo 24-25. (Ipotesi: usiamola
come centro d’aggregazione-informazione come una volta abbiamo
usato Clarence o Avvenimenti).

Bookmark: http://www.arcoiris.tv
Info: riccardoorioles@sanlibero.it


Meleagro wrote:

< Sono l’ultima pagina, e vi dico:
finisce qui il lavoro di Meleagro.
Tutti i poeti ha accolto in questo libro
fiore a fiore intrecciando. Viva a lungo
quest’opera: e’ dedicata a Dione.
Io, qui di guardia, resto a sorvegliare
questi ultimi confini della bella ghirlanda. >


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semplicemente per liberarsene, basta scrivere a
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"A che serve vivere, se non c’e’ il coraggio di lottare?" (Giuseppe
Fava)


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