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Cile : L’altro, quasi dimenticato 11 settembre
Publie le martedì 13 settembre 2005 par Open-Publishing"Il vero americano non va all’estero in cerca di mostri da distruggere".
John Quincy Adams, 4 luglio 1821.
di Saul Landau
"Sono pronto a resistere con qualsiasi mezzo, anche a costo della mia vita, così che questo possa servire di lezione riguardo la vergognosa storia di quelli che usano la forza e non la ragione." Il dottor Salvador Allende, nel suo ultimo messaggio dalla radio al popolo cileno, 8.30 del mattino dell’11 settembre 1973.
Cosa hanno in comune la cospirazione di Richard Nixon e Henry Kissinger del 1970/73 per rovesciare il governo del Cile e l’intrigo di Osama bin Laden e Al Qaeda per distruggere il World Trade Center e il Pentagono? Risposta: ambedue questi intrighi criminali hanno raggiunto il culmine l’11 settembre.
Quasi tutti gli americani sanno che l’11 settembre si riferisce agli orrendi eventi di due anni fa quando circa 3000 persone morirono negli attacchi terroristici. Pochi americani, comunque, ricordano che l’11 settembre si riferisce anche al giorno in cui, nel 1973, le forze armate cilene, con l’incoraggiamento e l’aiuto degli Stati Uniti, lanciarono attacchi di terra e di aria contro il palazzo presidenziale, l’ufficio del dottor Salvador Allende, il Presidente eletto. Allende morì quel mattino. Dopo il golpe si instaurò un regno del terrore in cui 10.000 cileni subirono la tortura, centinaia di migliaia furono costretti all’esilio o fuggirono e le istituzioni democratiche del paese furono sistematicamente distrutte. Il leader del golpe, Generale Augusto Pinochet, rimase dittatore del Cile per diciassette anni, quattro più di Hitler.
"I terroristi odiano le nostre libertà", gli operai, i contadini e gli studenti cileni avrebbero potuto fare gli stessi commenti di George W.Bush dopo l’11 settembre 2001. Essi potrebbero spiegare, comunque, cosa c’era dietro i cospiratori militari cileni e americani che resero possibile il golpe, proprio come George W.Bush semplicisticamente ha spiegato l’attacco dei terroristi in massima parte dell’Arabia Saudita.
Il suo predecessore repubblicano nel 1970, Richard Nixon, affidò ai servizi segreti l’incarico di distruggere la libertà dei cileni, che avevano scelto un presidente in un’elezione più libera e più imparziale di quella statunitense del 2000. Invero, i cileni videro la loro democrazia andare in fiamme. I loro militari col pieno sostegno di Washington procedettero a distruggere il loro antico sistema bicamerale di legislatura indipendente dal potere giudiziario, le istituzioni locali e regionali elette, sindacati e mezzi di comunicazione liberi e le loro ampie libertà civili.
Il governo degli Stati Uniti non ha ancora ammesso il suo ruolo nel golpe. Secondo una fonte della sicurezza nazionale, la flotta cilena era coordinata con quella statunitense per trattenere le manovre lontano dalla costa proprio nel momento deciso per il loro colpo di stato. Le navi spia militari intercettarono i comunicati delle basi militari cilene e li trasmisero ai golpisti. Il generale e gli ammiragli ammutinati volevano poter mandare forze sufficienti per reprimere quelle unità i cui messaggi indicavano lealtà al governo eletto e così evitare la guerra civile.
Il Segretario di Stato Colin Powell ha ammesso nell’aprile di quest’anno che "non è una parte della storia americana di cui siamo orgogliosi".
Powell attribuisce il ruolo degli Stati Uniti nella destabilizzazione del Cile nel periodo 1970/73 (una parte è documentata nel Volume 7 del 1975 del Rapporto della Commissione del Senato Church sui servizi segreti americani) alla guerra fredda. Ciò si riferisce al "peccato " politico di Allende di aver ammesso il Partito Comunista Cileno fra i cinque gruppi politici della coalizione di Unità Popolare.
In effetti, per oltre un secolo, i politici americani hanno consistentemente complottato per rovesciare i regimi "disobbedienti come la coalizione socialista in Cile. Le forze statunitensi occuparono il Nicaragua e Haiti ciascuno per vent’anni all’inizio del XX secolo dopo aver rovesciato i governi di quei paesi poichè rifiutavano obbedienza a Washington. Ugualmente Cuba: nei termini dell’Emendamento Platt le forze armate occuparono l’isola in diverse occasioni (1906-9, 1912 e 1917-22).
Fra il 1900 e il 1910 le truppe americane andarono in Colombia, Honduras, Repubblica Dominicana e Panama, soprattutto per reprimere i movimenti rivoluzionari. Questi sbarchi di truppe si riferiscono ad azioni militari solo di questo emisfero. Durante lo stesso decennio, i Presidenti americani dispiegarono truppe in Cina (1900), Siria (1903), Corea (1904-5) e Marocco (1904).
Nel periodo 1910-20 le truppe americane fecero numerose incursioni in Messico durante la sua era rivoluzionaria e sbarcarono delle spedizioni in Guatemala e Costarica. Nell’altro emisfero le truppe americane andarono in Cina (1911,1912 e 1920), Turchia (1912) e Unione Sovietica (1918-22), oltre a partecipare alla Prima Guerra Mondiale.
Così, quando Powell fornisce come scusa la guerra fredda, ignora i significativi antecedenti interventisti della politica estera degli Stati Uniti nel XX secolo. Invero, durante la guerra fredda la CIA agì in flagrante violazione di una schiera di nuovi trattati firmati dagli Stati Uniti che escludevano l’intervento negli affari interni delle altre nazioni. Ma che le convenzioni dell’ONU e dell’OAS, della NATO e del Trattato di Rio siano dannate, disse il presidente Eisenhower nel 1953 dando l’incarico alla CIA di rovesciare il governo democraticamente eletto dell’Iran. Nel 1954, l’Agenzia fece cadere il governo del Guatemala. Nel 1964, Lyndon Johnson sostenne il golpe in Brasile e, secondo le parole dell’ex Primo Ministro giamaicano Michael Manley, egli stesso una vittima della destabilizzazione della CIA fra il 1976 e il 1980, "schiacciò il buon ordine della società" in diversi paesi. L’ex funzionario della CIA Phillip Agee documentò la normale interferenza della CIA nelle politiche di Ecuador, Uruguay e Messico.
Ma nel 1973 il Cile prese la proverbiale palma della vistosa illegalità dell’impero. Pochi giorni dopo la vittoria elettorale di Allende nel settembre del 1970, il Segretario di Stato Kissinger e il Presidente Nixon cospirarono nella Stanza Ovale per "correggere il destino dei cileni che avevano scioccamente eletto l’uomo sbagliato come Presidente.
Nei tre anni successivi al trionfo elettorale di Allende, la CIA complottò violenze, sabotaggio economico e guerra psicologica contro il suo governo perchè non si metteva in riga con i dettami di Washington: non permettere ai comunisti di entrare nel governo; non espropriare, neanche con indennizzazioni, le proprietà degli Stati Uniti; seguire l’economia del libero mercato; evitare ogni relazione con la Cuba di Castro e mai votare contro gli Stati Uniti in nessun consesso internazionale.
Come testimoniò allora il Direttore della CIA Richard Helms alla Commissione Church, Nixon "voleva un maggiore sforzo per evitare ad Allende l’accesso al potere." Nixon ordinò anche, come indicano le note di Helms, che "l’economia cilena doveva essere schiacciata fino a farla urlare." La CIA non riuscì a impedire l’investitura di Allende, sebbene nell’ottobre del 1970 assoldò dei killers per assassinare il Capo dell’esercito cileno Generale Rene Schneider poichè si era opposto al golpe militare.
Nixon e Kissinger volevano "salvare il Cile", come dissero a Helms, intendendo che essi vedevano Allende, un socialista eletto, quintessenza del parlamentarismo, come un comunista sovietico. Sebbene Mosca non diede un significativo aiuto ad Allende, il dogma ideologico di Nixon e Kissinger fu sufficiente a motivare il sostegno al golpe o il terrorismo diretto della CIA.
E’ stato un difetto della memoria a spingere George W. Bush a nominare il terrorista Kissinger, che ritirò il suo nome qualche giorno dopo, per investigare sull’atto terroristico dell’11/9/01, o qualche saggio della Casa Bianca pensò che "dal momento che Kissinger era pratico di terrorismo nella vita reale, poteva avere il tipo giusto di conoscenza e esperienza per guidare un’investigazione sull’argomento"? Invero, ci riferiamo di nuovo agli appunti del Capo della CIA Helms presi durante la sua conversazione nel settembre 1970 nella Stanza Ovale con Nixon e Kissinger, dove ricevette l’ordine di rovesciare il governo del Cile. "Non preoccuparsi dei rischi connessi", scrisse Helms.
"10.000.000 di dollari disponibili, di più se necessario." Una conversazione simile potrebbe aver avuto luogo dovunque in Arabia Saudita due anni prima dell’11/9/01, fra Osama bin Laden e i suoi amici sui rischi e i costi necessari per dirottare gli aerei e farli volare sopra le torri gemelle e il Pentagono.
Supponiamo, mi chiedo, che io abbia perso mio padre o mio fratello al Palazzo della Moneda nel 1973! Non si può far processare Kissinger e neanche perseguire la giustizia all’estero. Le autorità militari e politiche degli Stati Uniti, insiste Bush, devono avere l’immunità dai processi al di fuori degli Stati Uniti, porteggendo così i terroristi all’interno dell’amministrazione e quei violenti fantasmi dei regimi del passato.
In questa rinata nazione, con la gente che fa i pellegrinaggi al monumento ai Dieci Comandamenti in Alabama recentemente rimosso e la religiosità grondante dalle labbra fondamentaliste dei leaders politici, sembra strano che pochi ricordino le parole che seguono la frase di apertura dell’adagio cristiano "Fai agli altri".




