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Dal SULT... a tutti ... nessuno escluso
Lo sciopero di 48 ore proclamato dal Sult assistenti di volo per il 6 e 7 settembre, in difesa del sacrosanto diritto di libera associazione e di riconoscimento della rappresentatività di organizzazione di maggioranza relativa di categoria, ha registrato una forte adesione nonostante l’Ordinanza del Ministro Lunardi ed ha portato alla cancellazione di oltre 110 voli che l’azienda ha giustificato con netta difficoltà ed in modo pretestuoso.
Ci sentiamo di ringraziare tutti i colleghi che hanno partecipato a questa azione di lotta, che hanno preferito schierarsi per la rivendicazione dei principi di democrazia ed hanno colto l’urgenza di reagire ad atti violenti e distruttivi come il disconoscimento del Sult da parte di Alitalia, scegliendo di non volare in questi giorni. Questa decisione, per nulla scontata, si è positivamente contrapposta al clima di paura e repressione che si era creato in questi giorni.
Altresì deve essere apparso chiaro a molti quale inquietudine e stupore abbia suscitato nella pubblica opinione una simile presa di posizione aziendale. Questa vicenda a poco a poco ha assunto caratteristiche non esclusivamente di vertenza sindacale ma di questione politica di livello nazionale, coinvolgendo le forze e i partiti di ogni colore e suscitando un dibattito pubblico importante che la stampa ha registrato quotidianamente.
Non vogliamo fare il processo o condannare nessuno, non facciamo la lista dei buoni e dei cattivi. Troppo spesso è stata fatta e mai ha portato risultati positivi alla categoria. A chi si è voltato dall’altra parte o ha preferito rinviare il problema, a chi addirittura è partito in spregio al contratto che altri tutti i giorni difendono, vogliamo soltanto dire che questa volta ha perso. Non ha colto la possibilità di far parte di quella rete di alleanza e solidarietà umana che cambia le cose. Si illude chi pensa di poter curare il proprio orticello: le condizioni di lavoro non lo consentiranno, le prospettive di carriera non ci saranno se non a certe condizioni, le tutele sulla salute, la sicurezza, la previdenza si ridurranno. Sicuramente il 6 e il 7 settembre la tensione era tanta, il timore ancora di più e a dimostrazione di ciò ci sono anche quei colleghi che sono andati a lavorare con gli occhi lucidi. Ci saranno purtroppo altre occasioni per poter valorizzare anche il comportamento di chi oggi ha deciso di non partecipare.
Ringraziamo chi è stato al nostro fianco durante questi due lunghi giorni. Dai Cobas della Fiat di Cassino, agli autoferrotranvieri, ai ferrovieri, ai colleghi dell’Atitech di Napoli che ieri hanno manifestato per noi e con noi. Tutto il Sult ha lottato unito. Contiamo anche sul loro sostegno.
Una cassa di solidarietà è stata costituita per le necessità di questa vertenza e sin dai prossimi giorni sarà possibile contribuire in modo concreto.
Ci sentiamo di ringraziare i passeggeri che hanno riconosciuto anch’essi la dignità e la serietà di questa organizzazione seguendo le nostre indicazioni anche in assenza di informazioni da parte della compagnia.
Gli obiettivi di questa azienda che ha ingaggiato uno scontro sciocco con il Sult, sono veramente di basso livello. E’ palese ormai il tentativo di liberarsi del testimone più scomodo di scelte sbagliate a livello industriale ma anche di gettare tanto fumo negli occhi dei lavoratori distogliendoli dal realizzare quale sia il punto di arrivo finale pensato per quest’azienda e per questa categoria: il totale e completo annichilimento in un lavoro adatto alle bestie da soma.
Ben altri sono i problemi che questa dirigenza avrebbe dovuto affrontare in questi giorni se davvero avesse voluto almeno mostrare di tenere fede all’impegno di recupero preso oltre un anno fa.
Le prospettive finanziare che si delineano oggi sono realmente preoccupanti e non solo per le ragioni contingenti legate all’aumento del prezzo del carburante. Mostrano tutti i limiti delle scelte strategiche operate e da noi non condivise e per questo non accettate. Sentiamo già riproporre misure contenitive, di risparmio, di sacrificio. Non siamo ancora arrivati all’osso e sui lavoratori si può ancora stringere.
A chi si è distinto per aver tentato di spaventare i colleghi in sciopero prospettando addirittura il licenziamento, diciamo che la bassezza non ha limite. Noti rappresentanti degli stessi sindacati che cercano di trovare vantaggio in questa situazione si sono distinti nel seminare paura e disinformazione. Ebbene questa categoria non ha più bisogno di loro.
In ultimo agli uomini e alle donne di questa azienda che hanno responsabilità organizzative e di gestione e che dentro di loro riconoscono ancora i valori, i principi di democrazia e di equità, vogliamo chiedere come essi possano assistere a tutto questo in modo del tutto impersonale e passivo. Vogliamo chiedere come si arriva ad essere strumenti di esecuzione di logiche allucinanti senza battere ciglio, senza problemi. Constatiamo l’ignavia di chi si traveste, giacca e cravatta, e si trincera dietro al ruolo che ricopre in azienda, di chi si assolve. Voi forse non lo sapete ma “siete lo stesso coinvolti”.
Noi senza dubbio siamo fatti di un’altra pasta.
Resisteremo
E non siamo soli
Non molleremo su questioni di tale importanza e delicatezza perché ne va della nostra dignità come persone, delle nostre condizioni come lavoratori.
Nei prossimi giorni organizzeremo altre iniziative di lotta e continueremo la presenza al briefing: chiediamo a tutti il massimo della partecipazione
Ricordiamo sempre che uniti si vince.
Resisteremo un minuto di più della loro idiozia.
Fiumicino, 8 settembre 2005
SULT - Comparto Assistenti di Volo




