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Forum Sociale Europeo : la petizione francese

Publie le venerdì 16 settembre 2005 par Open-Publishing

Carissimi/e

Abbiamo continuato a riflettere sulla proposta di petizione europea del collettivo francese e vogliamo comunicarvi alcune osservazioni e preoccupazioni.

La vittoria del no al Trattato costituzionale è una tappa che giudichiamo storica perché per la prima volta la costruzione europea entra in crisi per un voto popolare e non per contrasti di potere tra gli Stati.

L’Unione continua però a funzionare businnes as usual perché si fonda su Trattati in vigore, non scalfiti dal no. Per questo oggi occorre condurre una lotta anche contro i Trattati fondativi (Roma, Maastricht ecc.), che sono i parametri guida dell’azione delle istituzioni europee (Commissione, Consigli, Corte di giustizia, BCE ecc.).

È necessario, pertanto, condurre le mobilitazioni su due piani paralleli:1. battersi contro le politiche dell’Unione; 2. prospettare un’alternativa alla costruzione intergovernativa dell’Europa trovando le vie perché le/i cittadine/i d’Europa, nativi e non nativi, entrino in scena per esercitare il ’potere costituente’ volto a creare l’altra Europa,.

L’FSE e la reti dei movimenti hanno ormai da tempo sviluppato una ’cultura della vertenza’, cioè la capacità di investire con la loro lotta le scelte politiche, economiche e sociali dell’Unione: il ritiro della Bolkenstein, le vertenze sui migranti, la cittadinanza di residenza e le lotte contro il razzismo, la direttiva sull’orario, il precariato, l’educazione, la sanità e il diffuso e ormai storico impegno contro la guerra e il disarmo sono esempi di questa capacità di articolazione del movimento. Tutto ciò è parte dell’agenda politica dei movimenti sociali. Essa deve rimanere un asse permanente di mobilitazione.

Abbiamo iniziato, grazie al no al Trattato, un altro percorso - il secondo piano - : quello della costruzione dell’altra Europa. Per questo occorre - come primo passo - definire una comune Carta dei principi, espressione dei ’valori’ dei movimenti altermondialisti per un’Europa sociale, democratica, pacifica, femminista, ecologista, solidale ( come dice il documento di Parigi).

La nostra preoccupazione relativa alla petizione nasce dal fatto che in essa sono sovrapposti i due piani, quasi che la petizione volesse riassumere e rappresentare tutte le espressioni dei movimenti nei differenti ambiti.

Noi riteniamo che il piano dell’agenda politica vada separato da quello dei principi, pur essendoci delle naturali connessioni, e che la petizione può essere uno degli strumenti dell’attivazione delle energie sociali, ma a nostro parere non è né l’unico né quello centrale: la direttiva Bolkenstein, la petizione sulla cittadinanza di residenza, le lotte contro le privatizzazioni nei servizi pubblici e nel campo della sanità e della scuola, contro il WTO, contro la guerra sono alcuni degli altri terreni su cui attive sono le reti sociali. Infatti queste hanno trovato spazio nelle EPA, tanto che il primo giorno è ormai dedicato alle loro discussioni e decisioni, che vengono poi comunicate all’Assemblea (come è avvenuto anche nell’ultima EPA di Praga).

La petizione inoltre non ha destinatario. A che serve allora? È assolutamente legittimo e utile proporla alla discussione il venerdì 23 settembre (e noi vi parteciperemo), così come avverrà anche per l’assemblea di Firenze. La petizione non può essere il centro delle iniziative europee, né del dibattito dell’EPA di Istanbul, dove invece dovremo affrontare i nodi irrisolti del Forum sociale di Atene (programma, assemblee, ruolo delle reti, ecc.) come sono stati già proposti dal comitato organizzatore.

Ricordiamo infine che a Parigi la proposta della petizione, inclusa nella dichiarazione finale, era uno dei punti ma non certo quello basilare, così come l’assemblea di Firenze era vista solo come una tappa del lavoro sulla Carta (o Manifesto) dei principi che si dovrà concludere in un’assemblea ad Atene. Nel documento di Parigi del 25 giugno tutti insieme avevamo indicato Istanbul come una sede di confronto per definire contenuti e modalità dell’assemblea di Firenze: il comitato organizzatore italiano ha elaborato delle proposte, che vi abbiamo già inviato, e su queste vogliamo discutere con i movimenti europei a Istanbul venerdì 23 settembre alle ore 16.15.

Abbiamo espresso queste preoccupazioni con l’intento di lavorare nel migliore dei modi a Istanbul così da costruire intorno alle diverse esigenze e proposte il consenso come finora è sempre accaduto.

Saluti affettuosi

Piero Bernocchi
Raffaella Bolini
Alessandra Mecozzi
Franco Russo