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Il Fondo Pensioni BNL, le armi, gli "impicci" e l’ Opa
Publie le venerdì 24 giugno 2005 par Open-Publishing1 commento
Il Fondo Pensioni BNL, le armi, gli "impicci" e l’ Opa
by Rafaniello
Come vengono utilizzati i soldi dei lavoratori/soci nei Fondi Pensione
Il vertice del Fondo Pensioni della Bnl, formato in modo paritario da dirigenti nominati dalla Banca e da sindacalisti, e’ attualmente sottoprocesso per una vecchia storia di compravendita di alberghi in quel di Pesaro, alberghi venduti sottocosto ad un imprenditore locale e poi
ricomprati a prezzo maggiorato dallo stesso pochi mesi dopo.
Ma questa e’ solo la punta di un iceberg molto piu’ vasto che sta seriamente preoccupando i lavoratori soci dello stesso Fondo che, all’ atto dell’ assunzione, furono costretti ad iscriversi obbligatoriamente alla struttura previdenziale aggiuntiva.
Ad esempio, nonostante la riforma dello statuto avvenuta qualche anno fa vietasse l’ investimento azionario in titoli in qualche modo legati agli armamenti, risulta invece che nel portafoglio del Fondo esistano ancora azioni di questo tipo e che, anzi, una parte sia stata acquistata anche dopo questa riforma.
Ma soprattutto comincia, tra i lavoratori/soci, ad insinuarsi il dubbio che la conclamata liquidita’non sia completamente reale .
La citata riforma dello statuto prevede infatti la possibilita’, per i lavoratori-soci, di accedere all’ anticipo di parte del capitale maturato per una serie di motivazioni : spese di tipo sanitario, acquisto di casa per se’ e per i figli e ristrutturazioni degli appartamenti di abitazione.
Questa possibilita’, operativa dal 1 Gennaio del 2004, e’ stata utilizzata fino ad oggi dalla stessa Banca Nazionale del Lavoro per fare operazioni di "recupero crediti" rispetto a dipendenti appunto a vario titolo indebitati, spesso con la stessa banca.
Improvvisamente negli ultimi mesi, e senza una spegazione plausibile, c’ e’ stato prima un fermo totale di queste erogazioni e poi una ripresa, molto a singhiozzo, con pesanti restrizioni nei confronti dei lavoratori/soci che chiedevano di accedere al proprio capitale maturato.
Il dubbio e’ quello di una pesante mancanza di liquidita’ del Fondo Pensioni BNL che e’ stata finora nascosta e che crea ovviamente grande inquietudine per le pensioni future dei lavoratori/soci.
Al di la’ del rischio - sempre latente, visti i precedenti - di ruberie e di cattiva amministrazione in genere, cosa relativa a tutti i Fondi Pensione, si comincia a pensare pure alla possibilita’ che la liquidita’ del Fondo possa essere stata nascostamente utilizzata per sopperire alle difficolta’ della stessa Banca Nazionale del Lavoro.
Banca Nazionale del Lavoro che ha chiuso in rosso la gestione 2004, nonostante che a fine 2003 avesse messo in piedi un aumento di capitale, e che e’ oggi al centro di un duello a suon di Opa tra gli attuali proprietari ( Banco Bilbao, Della Valle, Generali ) e uno strano gruppo di assalitori dove ci sono sia palazzinari destrorsi ( Caltagirone, Coppola, Ricucci ) sia la assicurazione "rossa" Unipol.
Insomma una situazione veramente preoccupante per i soldini dei lavoratori Bnl che la dice lunga piu’ in generale sull’ affidabilita’ dei Fondi Pensione.





Messaggi
1. > Il Fondo Pensioni BNL, le armi, gli "impicci" e l’ Opa , 25 giugno 2005, 20:12
Le mani sulla Bnl
GALAPAGOS da "il manifesto" 24.6.O5
L’Offerta di pubblico scambio lanciata dal Banco di Bilbao sulla Bnl non infiamma i mercati. A 4 giorni dall’inizio dell’offerta i titoli consegnati sono pochissimi. Tutti stanno alla finestra in attesa degli eventi. Quello più importante potrebbe essere il lancio di un Opa da parte di Unipol o dalla Finsoe, la finanziaria che controlla la compagnia di assicurazioni. Nessun sa cosa abbia in mente Giovanni Consorte, presidente di Unipol che in più occasioni ha fatto sapere di essere interessato all’affare, ma di non aver ancora deciso nulla. Le «voci» sono il sale della speculazione, ma i non tantissimi che hanno ancora in mano azioni Bnl vorrebbero saperne di più. Quello che oggi prevale è una informazione asimmetrica nella quale la Consob dovrebbe ficcare un po’ di più il naso. E’ certo è che il «Contropatto» degli immobiliaristi ha fatto slittare in seconda convocazione l’assemblea dei soci per poter raccogliere altre munizioni (azioni) per cercare di sconfiggere il Patto capitanato dagli spagnoli del Bbva con dentro le Generali e Diego della Valle. Sembra che non tutte le azioni di cui è stato dichiarato il possesso siano state ammesse al voto, ma nessuno ha protestato. Perché? Se era un abuso del presidente della Bnl (accusato di essere schierato con il Banco di Bilbao) perché tutti hanno taciuto?
La legge non consente agli immobiliaristi di possedere una banca. Di qui la ricerca di un socio affidabile del settore finanziario: assicurativo e bancario. A parte qualche banchettina locale nessuno però si è fatto sotto. A questo punto compare (o meglio si comincia a vociferare) un interesse dell’Unipol per Bnl. L’interesse c’è: non a caso Unipol ha fatto massicci acquisti di azioni Bnl fino a raccogliere quasi il 10% del capitale. Una operazione molto strana: all’interno di Bnl, sulla tolda di comando, c’è già un altra compagnia di assicurazioni - le Generali - oltretutto molto più potente e ricca di Unipol. Perché Bankitalia ha consentito questa scalatina di Unipol quando nell’azionariato già erano presenti le Generali?
La situazione attuale è molto complicata: le azioni Bnl a Piazzaffari quotano più di quanto offerto dagli spagnoli. Ovvio: c’è l’attesa di una contro Opa (dell’Unipol) e poi di un nuovo rilancio del Banco di Bilbao che difficilmente mollerà la preda. Anche perché la Bnl è vista come un trampolino per uno sbarco alla grande in Italia. Ma qui si torna alla domanda iniziale: Unipol che fa? Intanto c’è da dire che i potenziali soci della compagnia di assicurazione - il Monte dei Paschi - si stanno tirando fuori totalmente dall’affare, tanto che i titoli Mps sono schizzati in borsa. Unipol quindi è sola: per lanciare l’Opa dovrebbe sborsare parecchi soldini o puntare a una alleanza (che non piace tanto neppure a Fazio) con gli immobiliaristi. Se Unipol conquistasse Bnl c’è il rischio che a pagare la conquista siano i lavoratori della banca. Perché una cosa è certa: anche la finanza «rossa» quando si tratta di profitti non fa sconti a nessuno.
www.ilmanifesto.it
galapagos e la bnl
by keoma Saturday, Jun. 25, 2005 at 7:03 PM mail:
Galapagos, che pure e’ un bravo compagno e giornalista, ha pero’ storicamente, sulle questioni soprattutto "bancarie", la capacita’ di schierarsi quasi sempre secondo pregiudizi e schemini.
E’ sicuramente questo il caso ; dato che i sindacati confederali ( in primis la Cgil di cui e’ dirigente, sia pure in altra categoria, lo stesso Galapagos) e’ schierata con il BBVA in questa partita, lui - in un articolo tutto sommato equilibrato fino a quel punto - poi fa il sermoncino finale sui rischi occupazionali che deriverebbero da una vittoria dell’ Unipol nella partita.
Come se il BBVA non fosse gia’ da un decennio azionista di riferimento della Bnl e come se nello stesso periodo i dipendenti della Bnl non fossero diminuiti di oltre settemila unita’.
Certo queste uscite non hanno avuto nulla di traumatico ; si e’ applicato un ottimo accordo aziendale ( che i confederali non volevano perche’ piu’ "garantista" delle norme contrattuali nazionali ) nel quale solo i "volontari" se ne sono andati, pure con bei soldini in tasca.
Rimane il fatto che, con questo sistema e col normale turn-over, la Bnl si e’ gia’ svuotata di quasi un terzo dei dipendenti e quindi non si capisce perche’ ora, "dimagrita" oltre il limite, dovrebbe essere ulteriormente ridimensionata da una vittoria della Unipol.
Tra l’ altro, col BBVA che e’ una banca c’e’ il rischio di una fusione che potrebbe oggettivamente provocare nuovi "esuberi" di personale, con l’ Unipol, che e’ una assicurazione, questo rischio non esiste o comunque e’ assai piu’ improbabile.
Certo, fino a che lo scontro era tra l’ attuale assetto proprietario, guidato dal BBVA, e una banda di palazzinari romani - che certo sulla vicenda intendevano solo speculare e che comunque erano sospetti di fare i prestanome per qualcun altro (leggi Capitalia) - anche il sottoscritto, dipendente e suo malgrado azionista BNL( ci pagano in azioni il premio di produzione), aveva data la propria misera delega allo schieramento filo BBVA nell’ ultima assemblea degli azionisti di fine maggio.
Questo anche perche’ infastidito dalla campagna "nazionalpopolare" di Fazio e Berlusconi che gridavano che bisognava "sbarrare la strada allo straniero", come se poi i baschi del BBVA non comandassero gia’ da svariati anni in Bnl.
Ma adesso, con l’ ingresso nella battaglia dell’ Unipol, politicamente "rosa" come i baschi socialisti del BBVA, non si riesce piu’ a comprendere il senso di un certo tipo di schieramento di Cgil-Cisl- Uil con l’ attuale assetto proprietario della Bnl.
Se non nella ormai "storica" loro tendenza a schierarsi in Bnl sempre dalla parte del potere costituito, salvo poi saltare velocemente sul carro del vincitore se il vento cambia, come avvenne dopo lo scandalo Iraqgate-Atlanta.
Manco poi che gli attuali padroni di Bnl trattassero particolarmente bene i dipendenti della banca.
Come dimostra, sia pure con qualche pressapochismo e semplicismo, l’ articolo iniziale di Rafaniello.