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Il premier sulle macerie

Publie le mercoledì 20 luglio 2005 par Open-Publishing

Il premier sulle macerie

di Bruno Miserendino

In politica, come insegnano gli ex democristiani che nella maggioranza abbondano, si può sempre mediare su tutto, se si è bravi. Si può ricucire, aggiustare il tiro. E far finta di essere uniti, magari votando insieme o col ricatto della fiducia una riforma che non piace a nessuno. Ma è possibile mediare sul nulla? Ecco l’interrogativo di queste ore. Berlusconi dirà che tutto va bene, ma ormai il premier nella sua ex casa delle libertà deve far fronte all’impossibile: mediare tra posizioni così distanti da apparire inconciliabili, e tenere unita una coalizione che si sta sfarinando sotto gli occhi di tutti.

Così, senza infingimenti.

Problema numero uno. Il secondo partito della maggioranza, che esprime il vicepremier, da ieri mattina è formalmente senza gruppo dirigente. Fini ha azzerato gli incarichi, ha revocato vicepresidenti e coordinatori, ha rotto definitivamente i legami politici che garantivano la stabilità del suo partito e tramite questo, dello stesso governo. Le liti nei partiti sono avvenimenti a loro modo democratici, ma quello che è accaduto ieri è senza precedenti ed è il culmine di una stagione di veleni che dentro An nessuno si è premurato o è riuscito a nascondere. Compresa l’escalation di volgarità che gli ex fedelissimi di Fini hanno espresso contro Fini medesimo. Poichè le scuse dei colonnelli ovviamente non bastano, la realtà è che il partito rischia l’implosione, e chi conosce An sa che il «chiarimento» sarà forse più doloroso della rottura di ieri.

Ma ecco il problema numero due. La Lega ha ormai intrapreso una marcia separata rispetto al resto della maggioranza, sta riprendendo in pieno la sua libertà d’azione in vista delle elezioni, crea un problema dietro l’altro (è solo di qualche giorno fa l’eurovergogna della piazzata contro Ciampi a Strasburgo), ha fatto fallire un consiglio dei ministri dedicato al tema cruciale della lotta al terrorismo, proponendo addirittura un contropiano rispetto a quello, sostanzialmente apprezzato anche dall’opposizione, del ministro Pisanu. La Lega non fa mistero di voler puntare a un obiettivo semplice: confondere l’opinione pubblica, scambiando la lotta al terrorismo per la lotta all’Islam e agli immigrati. Per il governo il danno è doppio, perchè l’asse con la Lega continua a essere il perno degli equilibri politici pensati e perseguiti da Berlusconi. Bossi, è vero, ha lievemente ammorbidito il contropiano dicendo che si può sovrapporre e non soltanto opporre a quello di Pisanu, ma ha confermato la richiesta di uscire dagli accordi di Schengen, richiesta palesemente demagogica già bocciata dal premier, e ovviamente inutile (Londra non è mai entrata negli accordi di Schengen ed è lì che i terroristi hanno colpito, mentra in Francia hanno prevalso molte motivazioni di politica interna nella decisione di uscire dagli accordi).

Problema numero tre. In questo scenario si preparano a salutare la Cdl anche quelli del Nuovo Psi. Si dirà che la collocazione a destra di un partito che si richiama al Psi era un’anomalia planetaria e che quindi prima o poi il tema si sarebbe posto. Ma intanto il nuovo Psi esprime un ministro, Caldoro, che non sarà centrale nella mappa dell’azione governativa, ma è pur sempre un personaggio che sta in un esecutivo e la prossima legislatura potrebbe appoggiare una maggioranza del tutto diversa.

Infine, ma non ultimo problema, il tema del partito unico del centrodestra. Il paradosso, che ha persino degli aspetti grotteschi, è questo: Berlusconi rischia di essere vittima proprio del suo avventato e precipitoso progetto politico. Ieri mattina Casini e Pera, ormai propiettati su altri scenari, hanno rilanciato la palla del partito unico o unitario, sostenendo che «è nato» già e che rinviare non ha più senso. La cosa chiara è che se questo partito c’è deve essere dei valori e non degli interessi e quindi il capo non può essere Berlusconi.

Finirà che il premier dovrà dire no al partito dei moderati.

Intanto si guarda intorno e vede macerie. Il guaio è che anche gli italiani, per semplice buon senso, vedono macerie e considerano inutilmente lungo il tempo che ci separa dalle elezioni.

http://www.unita.it/index.asp?sezione_cod=CMTO