Home > L’ODIO PER GLI ZINGARI
Lo confesso: ho paura degli zingari, e non riesco a considerarli persone. Non posso considerare persona chi considera me come preda.
Non sono giovane e non ho molta forza, per cui mi tengo con cura alla larga dagli zingari, odio essere assillata quando mi puntano insistenti, odio essere trattata come una preda, essere inseguita a scopo di furto, essere toccata da mani sporche e aliene con cattive intenzioni, essere incalzata dalla loro predoneria, sono stata derubata tante di quelle volte e tante di quelle volte ho sentito di ragazzini presi decine di volte per mattina per borseggio e portati alla piu’ vicina sede di polizia e poi rilasciati, perche’ le pessime leggi che i potenti hanno per favorire se stessi vietano che si incarceri per pene sotto i due anni, e dunque se pure una zingara mi entrasse in casa, mi coartasse, mi imbavagliasse e mi derubasse non potrebbero farle niente, e questi leghisti che tanto sbraitano basterebbe che eliminassero il divieto di carcere sotto i due anni e che introducessero norme di tutela e di aiuto degli emarginati, specie bambini, (e potrebbero farlo benissimo visto che hanno il ministero del lavoro e quello della giustizia) per farmi stare piu’ tranquilla, mentre le loro volgari piazzate urlanti mi lasciano inebetita e insicura e da questo io misuro la loro enorme malafede....
E intanto vedo che nessuna forza pubblica si cura di questi neonati drogati che dormono per terra anche di inverno, di questo accattonaggio continuo che pure e’ vietato da legge, di questi ragazzini sporchi e non assistiti che non vanno a scuola e brancolano scalzi per le nostre citta’ e che ora qualche genitore rom, dicono, vende anche ai pedofili, di queste spose bambine costrette a vagare tutto il giorno per le citta’, sempre incinte o con figli piccoli appresso, di questi bambini che non vanno mai a scuola e non ricevono cibo a sufficienza, e sono sporchi e mal tenuti e vengono addestrati al furto e non impareranno mai nessun lavoro e gireranno ai limiti delle citta’ come randagi..., odio la strafottenza di questi uomini rom che trattano cosi’ le loro donne e i loro figli, odio essere assediata ai semafori dalle loro faccette sporche, stare in apprensione quando in autobus sale un’intero branco di rom urlanti e si intrufola fra la gente, odio le ragazze avvolte in scialli con neonato al collo e ragazzini sporchi al fianco che ti si attacca ai vestiti e non sai come difenderti, odio quando in un negozio entra un piccolo gruppo di ragazzini e si sparpaglia dappertutto e il negoziante non sa come controllarli, e piu’ volte ho sentito ragazzetti minacciare gli esercenti con vera faccia tosta di vetrine spaccate o bici rubate se non daranno loro quel che chiedono, odio vedere vestiti semi nuovi regalati buttati per strada e vedere lo stesso i bambini seminudi e sporchi, sono allibita quando bambini sotto i cinque anni, nudi dalla vita in giu’ sono buttati nei cassonetti per razzolare qualcosa con le donne che raspano qualche vecchio cesto di lattuga e qualche resto di cibo, mentre gli uomini non lavorano e girano con strafottenza fumando pieni di bracciali d’oro, mi agito quando qualche ragazzetto arriva nella mia terrazza o sta di piantone davanti alla mia casa o fa strani segni sul mio marciapiede o sul quadro dei campanelli....
Eppure queste sono persone.
Per cui la cosa che odio molto di piu’ non sono i rom ma i nostri presunti amministratori che sanno solo amministrare i privilegi di chi di diritti ne ha anche troppi e ruba in modi molto piu’ sottili e pervicaci dei rom. Mentre queste persone, questi emarginati sono chiusi in un doppio anello, il mio odio di preda che si difende e l’incuria di uno stato che li costringe a perseverare nel loro angolo di non integrati rifiutando di considerarli persone.
I rom, come ogni essere umano, avrebbero bisogno di un posto decente dove stare, con luce e acqua corrente, gabinetti e bagni, con abitazioni prefabbricate o bungalov, e magari terra da coltivare, una scuola vicina, assistenti sociali che li aiutano, servizi sanitari, un controllo sui figli e una scuola affinche’ siano puliti, vaccinati, educati, sfamati, salvati dai pedofili o dal furto, una parrocchia che li cura, qualcuno che rispetti le loro tradizioni e li riconosca come popolo.
Uno stato civile reintegra i suoi figli piu’ deboli e li aiuta. Ci sono paesi dove di zingari non se ne vedono, in Turchia e’ vietato l’accattonaggio e gli zingari hanno il compito di vendere i fiori per la strada. Ma non augurerei a nessuno la brutalita’ della polizia turca.
Quello che e’ successo a Milano e’ bestiale, peggiore di tutte le mie piccole paure, indegno di uno stato civile. E io profondamente me ne vergogno.
A Bologna qualcosa di simile si e’ avuto contro i migranti, che erano ospitati in baracche di metallo presso la tangenziale e stavano li’ senza far danno, pigiati in tanti in ogni cubicolo, con le loro file di panni stesi e le loro vecchie auto in rovina, in un posto marginalizzato, inabitabile per il frastuono della tangenziale. Poi un giorno sono arrivate le ruspe e hanno distrutto tutto, baracche, cose e vecchie auto, senza rispettare nemmeno il primo diritto di ogni societa’ capitalistica che e’ il rispetto della proprieta’ privata. Non hanno permesso nemmeno lo spostamento delle cose, hanno distrutto tutto con ferocia cieca e inconsulta, nella civilissima Bologna, cosi’ come e’ successo a Milano. Bestie. Bestie che dovrebbero essere incarcerate per la loro bestialita’. Non i rom ma chi ha dato questi ordini di distruzione.
E questo assessore Guido Manca che “si compiace” del suo cuore di pietra! La civile Milano!!?? ’’Non abbiamo nessuna intenzione di aprire nuovi campi nomadi’’, afferma l’assessore alla Sicurezza del Comune di Milano Guido Manca. ’’Quello che chiediamo fortemente e’ la necessita’ di eliminare gli insediamenti abusivi” Dunque: non vuole dare ai nomadi un luogo o una possibilita’. Vuole solo distruggerli. Ma questo e’ nazismo!
Ma non e’ lo stesso Guido Manca, capo dei servizi tecnici del Pio Albergo Trivulzio, primo grande caso di tangentopoli, che poi divenne capogruppo di Forza Italia nel consiglio comunale di Milano?
I grandi ladroni si’, pure al governo, quelli piccoli a morte?!? E’ questa la filosofia della Lega? Ma filosofia e’ una parola grossa. Dovremmo dire: e’ questo il rozzo pensiero dei nuovi padroni? O forse anche pensiero e’ una parola grossa?
Di fronte agli atti di piccola ruberia degli zingari, quello che e’ stata perpetrato contro di loro dai civili governi e’ ben peggiore. Si parla sempre largamente dell’olocausto ebraico, ma nessuno parla dell’olocausto gitano.
In Svezia dal 34 al 75 gli zingari subirono una sterilizzazione forzata. Applicazioni analoghe di eugenetica si ebbero nella civilissima Svizzera
"Mi hanno portata via da mia madre poco dopo la mia nascita ... I primi sei mesi di vita, li ho passati in un centro pediatrico per ritardati mentali. Li’ ho vissuto le prime torture psichiatriche di un bambino jenische... Quando per la prima volta ho chiesto al mio tutore, il dottor Siegfried, chi fossero i miei genitori, mi ha detto...: tua madre e’ una puttana, tuo padre un asociale. E questo, me lo sono portato dietro per dieci anni. Finche’ ho capito il significato di quelle parole: i miei genitori erano zingari ", dice Mariella Mehr.
Come varie centinaia di altri figli di nomadi, Mariella fu stata tolta di forza ai suoi genitori. Nella sua famiglia, tre generazioni sono state vittime di questa politica di sedentarizzazione forzata... L’Opera di soccorso svizzera ‘Enfants de la grand-route’ fu un agghiacciante esempio di discriminazione e persecuzione di una minoranza che non condivide il modello di vita della maggioranza e che fu tacciata di tare ereditarie e nomadismo criminale. In Svizzera 600 bambini furono strappati alle famiglia e chiusi in manicomi, carceri o orfanotrofi, definiti "inferiori", "psicopatici", "deficienti" o "mentalmente ritardati “, al fine di “sradicare il nomadismo”. Questi fatti efferati continuarono fino al 1972 con risultati bestiali, torture fisiche, sterilizzazioni forzate e l’aiuto del clero che spesso abuso’ sessualmente dei bambini.
L’eugenetica, creata dagli inglesi Galton e Pearson nel 1907, per migliorare la razza, imponeva di eliminare gli inividui tarati, cosa che porto’ allo sterminio di 500.000 zingari. Lo psichiatra svizzero Ernst, presidente della Società di Igiene razziale tedesca, fu coautore della legge di sterilizzazione obbligatoria di ritardati mentali congeniti, maniaco-depressivi, schizofrenici, epilettici, ciechi e sordi per cause ereditarie, alcolisti gravi, portatori di malattie ereditarie e genitori giudicati inadatti. Questa bella teoria castro’ 400.000 persone nel ‘33, e nel 39 applico’ anche l’eutanasia ai malati mentali.
Queste pratiche furono applicate in 30 paesi tra cui Germania, Svizzera, Francia, Svezia, Norvegia, Danimarca e Finlandia. Soltanto nella spopolata Norvegia si ebbero 40.000 castrazioni. Paesi che giudichiamo civili come la Svezia usarono queste pratiche fino al 1975! Su donne e adolescenti “!
Nell’Italia fascista, dalla fine del 1940 a tutto il 1944, piu’ di 6.000 zingari, vennero internati dalle squadre fasciste in campi di concentramento italiani e tedeschi.
A questo punto, di fronte a questi efferati delitti di stato, i furti degli zingari diventano una sciocchezza.
Dovremmo considerarli insieme ad altri grandi nomadi perseguitati e repressi, come gli aborigeni australiani e i pellirosse americani, che sono stati analogamente distrutti con eguale ferocia dai cosiddetti popoli civilizzati per la loro difficolta’ ad omologarsi alle loro culture, ma la nostra educazione e le nostre letture di bambini ci hanno portato a parteggiare per i poveri indiani mentre nessuna forma educativa ne’ della chiesa ne’ dello stato ci hanno insegnato a considerare un rom uguale un essere umano perseguitato.
Che queste cosiddette culture civili apprezzino e difendano i furti dei potenti, le malversazioni dei furbi, il malaffare dei politici, le laide speculazioni laiche o religiose, i grandi sistemi mafiosi, la criminalita’ organizzata, i colonialismi rapaci, le aggressioni militari di interi popoli.... ma ci aizzino ad aggredire gli emarginati non e’ ne’ ne’ civile ne’ cristiano. La piccola persona debole come me sentira’ lontane e indecifrabili le razzie delle multinazionali, come le invasioni di interi stati o le ladronerie dei malgoverni o lo strapotere dei militari, ma sentira’ come un pericolo tangibile, vicinissimo, il ladruncolo gitano che vuol rubarmi il portafoglio. E in fondo colui che aizza il mio piccolo odio proprietario non fa che servire alla causa piu’ grande di allontanare il mio giusto sdegno dai veri predoni del mondo.
Quelli stessi leghisti che arrivano con Borghezio a Bologna per incitare gli istinti peggiori della gente davanti al Ferrhotel contro i migranti o a Villa Spada contro i marocchini stupratori e quegli stessi Forzisti che a Milano distruggono con compiacimento le povere baracche di extracomunitari e rom, sono gli stessi pronti a dividersi le spoglie con i grandi mafiosi di stato, con i grandi invasori internazionali, con i grandi arricchiti di denaro sporco, con le grandi massonerie internazionali o le rapaci chiese politiche! Pranzano coi banditi grossi e aggrediscono gli emarginati piccoli! Bella etica da furfanti!
Solo da una trentina di anni i paesi europei hanno abbandonato la feroce e barbara repressione di una minoranza, il cui torto maggiore non e’ l’accattonaggio o il furto ma la non integrazione, la non omologazione.
E ora che potremmo guardare a loro con occhio diverso e piu’ civile, contemperando i loro eccessi ma lasciano loro una possibilita’, emergono i liquami velenosi delle nuove destre che ripropongono castrazioni, campagne di odio, distruzioni di accampamenti, senza la minima proposizione utile.
Per questo noi, che temiamo gli zingari in ragione della nostra debolezza ed eta’ e in difesa dei nostri beni personali, siamo allibiti e sconvolti non dagli zingari ma dalla presenza nelle istituzioni di persone pericolose come questo assessore Manca di Milano di FI, che si compiace ed e’ soddisfatto del danno materiale e umano che ha compiuto, degno della peggiore SS, mentre il cattolicissimo Formigoni tace consenziente e il Papa, tanto sensibile alle sorti dell’embrione, nulla dice e nulla fa con la sua chiesa spettacolare per rispettare e considerare tutti questi che sono, comunque, esseri umani.
Poesie rom:
Padre,
lo sguardo concedimi con gli occhi di chi non
vuol vedere
per svanire indelebile, completamente diluito
tra le ali del popolo invisibile.
Santino Spinelli
Figlio del vento
Imé ©havó tri bravàl,
dat di bar drom...
Bar ©iar mrú dummó a liá,
dox di graÒt zoralé
ta Òukuàr gilipé di ©iliklé
mri khàn a Òunjé.
Tarné rukh a ningirié
mru drom baró,
ta paní ta ©ikká
ta thèm ta khàm
ta dùt ta tatipé
andré li divès miré;
ni ’ngiràt siné mrù khèr,
Òunasinèm baró!
U tit ta kaná a simm
kirem tikunuró
ta kalá mur kirdé
kiàl la©©é
ki li firiddià
ki li Òungengr a Òtarènm,
sàr andré ni Òtaribbé!
Ni Þungalí gilí
di ©ilikló bi nàv
ki firìd a karèmm;
ni ©ilikló bi nàv
ta bi kakiá
kirèl pi ta naÒel,
ni dàb andré
u nuÒt tru kuwìt.
Sàr ni panuró ta pirèl
maÒkaràl ki lèn a ©iá,
ta na ninguá ta làv li rìv
pi ta kiràl miré.
U paní ningirdó
ki bravàl tri li dàt
aká ningiriammàng li suné miré.
Ni vèl a cil0i ningaddí
ta aká imé a ©ijom
sàr ma sin’ni bandìer.
Io figlio del vento,
padre di lungo cammino...
Vaste distese erbose la mia schiena ha toccato,
fiati di poderosi cavalli
e dolci cinguettii di uccelli
le mie orecchie hanno udito.
Verdi alberi hanno guidato
il mio inteminabile cammino,
e acque e terre
e cieli e sole
e luce e calore
nei miei giorni vissuti;
una tenda era il mio nido,
mi sentivo libero!
Il tetto or mi protegge
mi rimpicciolisce
e queste pareti
così ben costruite
con le finestre
in fiore mi imprigionano,
una gabbia di sbarre!
Un rauco cinguettio
di uccello senza nome
alla finestra mi attira; un uccello
sconosciuto
con ali deturpate
tenta un volo,
un tonfo nel
vuoto silenzio.
Come una goccia che cade
nel fiume galleggio,
non riesco a toccare le sponde
per proclamarle mie.
Le acque spinte
dal vento dei padri
qui hanno portato i miei sogni.
Una vela e’ stata ammainata
e qui, io l’ho piantata
come fosse una bandiera.
Viviana




