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LA REPUBBLICA: UNA MUCCA PER I PARLAMENTARI

Publie le mercoledì 6 luglio 2005 par Open-Publishing

di Verdi Tradotto dal francese da karl&rosa

In qualche decennio, deputati e senatori sono diventati una casta che si riempie le tasche, pur esigendo tutti i sacrifici possibili da parte dei Francesi più esposti alle difficoltà finanziarie: esclusi dall’impiego, giovani, ricercatori, pensionati, salariati e precari, dipendenti pubblici con stipendi modesti, artisti, indipendenti, sans papiers etc. Perfino in periodi di pretesa carestia, i parlamentari non si sognano di stringere la cinghia.

In dieci anni, hanno aumentato le loro indennità del 50%. Un parlamentare, deputato o senatore, costa 2400 euro al giorno alla collettività, mentre, nello stesso tempo, un ASS (percettore di un Sussidio Specifico di Solidarietà, NdT) e/o un RMI (percettore di un Reddito Minimo di Inserzione, NdT), il cui sussidio é aumentato, in tutto, del 30% dal 1992, devono accontentarsi di 14 euro al giorno per tentare di sopravvivere!

A che serve veramente un parlamentare oggi? In verità non a gran che. Lo dimostra il recente procedimento per ordinanze usato dal primo ministro De Villepin per imporre autoritariamente i suoi provvedimenti liberisti contro il mondo del lavoro!

La Repubblica da mungere o l’avvento di una nuova classe di privilegiati: i deputati e i senatori

Molti Francesi ignorano i privilegi, specialmente finanziari, di quelli che eleggono. La remunerazione esorbitante dei parlamentari, paragonata alla loro efficienza, é un vero insulto alla probità repubblicana. Infatti la loro utilità, sotto questo regime presidenziale autocratico, é quasi nulla. Inoltre, la loro appartenenza ad un partito li obbliga ad una disciplina che ne riduce il ruolo alla funzione di esecutori passivi. L’Assemblea offre quasi sempre lo spettacolo penoso di banchi vuoti. Questi deputati servono appena a legittimare democraticamente la repubblica delle banane francese.

Quando appartengono alla maggiorenza di governo, caso attuale dei sinistri deputati e senatori UMP/UDF, votano senza batter ciglio leggi inque senza mai assumerne la responsabilità e nemmeno curarsi delle conseguenze per coloro che le subiscono. L’immagine di costoro (UMP/UDF) é tanto peggiore dato che, invece di essere delegati degli abitanti della loro circoscrizione, sono zelanti legislatori al servizio della distruzione del tessuto sociale francese, in quanto servono un’ignominiosa politica di ultradestra.

La Francia non ha i mezzi per pagare questi parlamentari di "lusso"

Dunque, paghiamo incredibilmente cari questi 923 parlamentari nazionali che non hanno alcun obbligo di risultati, che siedono in assemblee diventati semplici camere per registrare leggi decise dal governo. Altra aberrazione scandalosa: il bilancio del parlamento, 800 milioni di euro nel 2005, sfugge quasi ad ogni controllo, col pretesto di preservare l’indipendenza del potere legislativo rispetto agli altri, specialmente all’esecutivo!

Troppo numerosi, cumulando i privilegi ed altri vantaggi o prebende, i deputati francesi sono pagati troppo rispetto alla loro utilità o alla loro efficienza. A titolo di confronto, in proporzione la Francia mantiene, a caro prezzo per i contribuenti, il doppio dei parlamentari della Germania e 7 volte quelli degli USA! La Francia ha i mezzi per pagarsi questi parlamentari di lusso, più occupati a difendere i loro interessi che quelli dei loro concittadini? Certo che no!

Quanto guadagna ogni parlamentare

Fra l’80 e il 90% degli attuali parlamentari, cioé 577 deputati nazionali, 78 deputati europei e 346 senatori (erano 321 fino all’anno scorso) cumulano guadagni che vanno da 25 a 30.000 euro al mese ed anche di più!

 Come deputato, 21.434 euro al mese :
 a titolo personale, il deputato intasca almeno 12.881,39 euro, di cui 6.769,39 euro sono indennità parlamentari lorde (compresa un’indennità di funzione di 1.340,44 euro, non imponibile) e 6.112 euro indennità per spese inerenti al mandato (non imponibili)
 crediti per collaboratori (1): 8.553 euro

 Come senatore, percepisce 21.420 euro al mese:
 a titolo personale, il senatore intasca almeno 13.219,65 euro, di cui 6.769,39 euro per indennità parlamentari lorde (compresa un’indennità di funzione di 1.340,44 euro, non imponibile), 6.450,26 euro per indennità per spese inerenti al mandato (non imponibile),
 crediti per i collaboratori (1): 6.894,51 euro
 sovvenzione mensile del gruppo politico: 1.306,36 euro

(1) Un parlamentare puo’ assumere dei dipendenti, anche se sono membri della sua famiglia (coniuge, figli, parenti prossimi etc.). Buona parte di loro non ci rinuncia...

A questi importi si aggiungono altri vantaggi o "facilitazioni":
 spese di trasporto gratuite
 telefono e spese postali gratuite
 Internet gratuito
 rimborso delle spese d’albergo, 100 euro al giorno, etc.
I deputati possono contrarre prestiti immobiliari fino a 76.225 euro a tassi irrisori: 2% su 10 anni.
I senatori possono contrarre prestiti immobiliari fino a 152.000 euro ad un tasso altrettanto irrisorio del 3% su 18 anni.
Sussidio mensile per aiuto a tornare al lavoro: 5.257,78 euro. Sul modello del sistema previsto per gli ex ministri, gli ex deputati non rieletti possono esigere, fino al sesto mese successivo alla fine della legislatura, un sussidio per aiutarli a tornare al lavoro che garantisce loro, tenuto conto delle remunerazioni per attività o pensioni che percepiscono altrove, un reddito lordo mensile uguale all’indennità parlamentare di base. In seguito, questo sussidio viene ridotto progressivamente.
Pensione piena dopo soli 20 anni di contributi. Un deputato puo’ andare in pensione a 55 anni. Questa pensione é cumulabile con le altre.
5O% dei reditti dei parlamentari sfuggono al fisco.

Altre fonti di reddito dei parlamentari:

Indennità mensile di consigliere generale (provinciale, NdT) o regionale:
da 1.435 a 2.511 euro, secondo le regioni o i dipartimenti (province, NdT). La poltrona di vicepresidente da diritto ad una maggiorazione del 40%.

Indennità mensile di sindaco, o assessore (40% della prima):
610 euro per un comune di meno di 500 abitanti
2.500 euro per una città fra 5.000 e 10.000 abitanti
3.228 euro per una città di 20.000 abitanti
5.201 euro per una città di 100.000 abitanti e oltre...

Indennità mensile di presidente del consiglio regionale o generale (provinciale, NdT):
5.165 euro, un lussuoso appartamento di servizio e vettura di grossa cilindrata con autista.

Indennità mensile di presidente di comunità di comuni:
75% dell’indennità di sindaco o assessore.

Il cumulo dei mandati, un affare con i fiocchi

Sebbene la legge del 25 febbraio 1992 limiti il cumulo delle indennità ad una volta e mezzo l’importo dell’indennità parlamentare di base, il che porta il massimo percepito in caso di cumulo a 7.886,67 euro netti, non si tratta che di una parte degli emolumenti. Chi cumula risulta largamente vincente, superando spessissimo i 15.000 euro mensili con le indennità complementari diverse (indennità di residenza, di funzione, di segreteria, per i collaboratori), senza contari i molteplici vantaggi in natura ed altre facilitazioni (posta, telefono, trasporti etc..).

Uso scandaloso delle somme eccedenti il tetto fissato per coloro che cumulano

Diversamente da quanto vorrebbe la logica, invece di restare nei fondi pubblici, l’eccedenza, oltre il tetto di 7.886,67 euro, é redistribuita dalla stessa persona che cumula, a sua discrezione, agli amici eletti dello stesso partito o della stessa assemblea. Cosi’ i parlamentari aggirano, nel modo più "legale" del mondo, la limitazione dei redditi che dovrebbe essere imposta dalla legge sul cumulo dei mandati. Deputati e senatori avrebbero fatto incassare al loro partito, grazie a questo sistema di finanziamento occulto, più di 50 milioni di euro nel 2004.

E’ lontana, molto lontana, l’epoca in cui i parlamentari francesi, disinteressati, facevano politica spinti solo dalla passione di servire il loro paese ed i loro concittadini. Oggi essere eletto deputato o senatore é un buon affare. Tanto più lucroso dato che non impedisce (o quasi) di cumulare altri redditi provenienti da diversi mandati locali o funzioni esecutive. Una nuova casta di privilegiati munge dunque senza vergogna la Repubblica, mentre 10 milioni di Francesi tirano la cinghia ed altri milioni fanno fatica a mettere insieme il pranzo con la cena.

Fonti: Bilancio 2005 delle assemblee parlamentari. Contribuenti Associati. Assemblea nazionale. Senato. Inchiesta NCO 1997

300 milioni di euro: é il risparmio annuo che lo Stato potrebbe realizzare sopprimendo il Senato (346 senatori). Nel 1969, De Gaulle aveva contestato la sua utilità.

http://vive.laliberte.chez.tiscali.fr


Commento di un lettore

Deputati, senatori ed amministratori locali iscritti al PCF versano le loro indennità al partito. E’ il partito che ci presenta e ci permette di difendere le nostre idee. Non siamo un partito di ricchi, é naturale fare questo gesto perché il partito possa sopravvivere ed inoltre non siamo stati eletti per arricchirci facendo politica. Dunque versiamo tutta l’indennità ed in compenso il partito ci rimborsa le spese che il mandato puo’ comportare.

Io sono stato eletto in un consiglio comunale e so che funziona cosi’ dal più grande al più piccolo comunista eletto e la regola é rispettata (anche se, come ovunque, qualcuno rifiuta di stare al gioco...)

In effetti, credo che siamo i soli a fare questo (salvo errore da parte mia) e confesso che ne sono abbastanza orgoglioso. Occorre anche dire che gli altri grandi partiti non ne hanno necessariamente bisogno.

http://bellaciao.org/fr/article.php3?id_article=16772