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La campagna elettorale è alle porte...
di Marco Forlani
Nell’aprile 2006 ci saranno le elezioni politiche: ci attendono perciò dieci mesi di campagna elettorale. Dieci mesi in cui tutta l’area dei gruppi, delle associazioni, delle reti di movimento si dovrà confrontare con la macchina elettorale dei partiti e dei loro candidati (vedi anche l’editoriale di P. Sullo su sito di Carta). Non c’è scelta: il confronto è inevitabile per una serie di motivi. Innanzitutto perchè molti temi a noi cari (pace, ambiente, diritti, immigrazione, ecc) saranno utilizzati e/o strumentalizzati dai partiti e loro coalizioni per poter arricchire i programmi elettorali di contenuti capaci di aggregare consenso. In secondo luogo perchè qualcuno che fino ad ora ha fatto politica nel movimento potrebbe decidere di candidarsi (auspicabile o meno che sia questa scelta, sappiamo che è già successo e probabilmente succederà ancora). Infine perchè non esiste una distinzione netta tra movimento e partiti: alcune persone, alcune aree interne al movimento sono già sia l’uno che l’altro (l’esempio più evidente di questo è Rifondazione, ma anche i Verdi fanno la loro parte).
Se le cose stanno così non si tratta di decidere se tenere conto oppure no della campagna elettorale, ma come gestire il rapporto con i partiti in questo periodo particolare. Questo richiede una nostra consapevolezza, una capacità di analisi, di proposta, di definizione di comportamenti chiari. La proposta che faccio non è solo in termini negativi e difensivi: ovvero come facciamo a non farci strumentalizzare (problema del tutto legittimo che richiede di definire delle scelte e degli strumenti per tutelarci). Un movimento maturo deve a mio parere porsi il problema di come gestire a proprio favore il periodo elettorale senza preclusioni ideologiche e senza ingenuità.
Due proposte.
1) Dovremmo innanzitutto essere capaci di definire una serie di documenti politici a tema (redatti con un linguaggio da non addetti ai lavori e comprensibili anche all’elettorato poco attento), che sappiano interrogare i partiti su alcuni temi chiave e che contengano, inoltre, delle richieste concrete a garanzia che le eventuali dichiarazioni di intenti siano accompagnate da scelte politiche che vanno nella stessa direzione. Eviterei documenti onnicomprensivi che potrebbero diventare un modo facile offerto ai candidati per farsi pubblicità impegnandosi genericamente su tutto, ma in concreto su nulla.
Per la redazione di questi documenti politici tematici (le aree per es. potrebbero essere: pace, ambiente, lavoro, diritti, ecc.) potremmo utilizzare e valorizzare il contributo delle diverse campagne in corso (per quanto riguarda il tema pace/disarmo cito a mò di esempio: Banche Armate, Sbilanciamoci, Osm, Controlarms, Disarmiamo la Lombardia).
Anche in passato prima delle elezioni politiche o amministrative abbiamo utilizzato queste "richieste di impegni" rivolte ai singoli candidati: riproporrei questo tipo di azioni in forma più strutturata e sfruttandola meglio in termini comunicativi anche rispetto all’elettorato.
2) Se siamo, come spero, interessati a salvaguardare la nostra indipendenza e autonomia rispetto alla politica partitica dobbiamo allora scegliere comportamenti coerenti e dotarci di strumenti utili per rendere concreto questo principio. Gruppi/associazioni/reti se vogliono davvero essere un soggetto politico della società civile capace di dialogare, confrontarsi, scontrarsi con i soggetti politici istituzionali (=partiti), devono mantenere una propria identità, sia su un livello sostanziale che su un livello formale. Non si tratta di distinguersi a tutti i costi e di segnare confini valoriali: da una parte la bella e buona società civile, dall’altra i partiti cattivi e corrotti. Si tratta di tenere distinti i ruoli per creare (e sperimentare) un nuovo sistema di rapporti dove i partiti non cerchino di “cavalcare” le iniziative o di sfruttare le nostre sigle/luoghi/attività/campagne ecc e dove noi realtà di movimento non ci lasciamo strumentalizzare, ma anzi accresciamo il nostro potere e sviluppiamo partecipazione politica dal basso per "costringere" i soggetti politici istituzionali a tenere conto delle nostre istanze.
In questa ottica dovremmo dotarci di alcune regole (codice di condotta?) durante la campagna elettorale che andrebbero opportunamente pubblicizzate e fatte conoscere. Su questo si tratta di impostare un lavoro di discussione e scrittura partecipata capace di coinvolgere singoli/gruppi/reti ecc. Un lavoro che dovrebbe concludersi nel giro di pochi mesi ed essere poi pubblicizzato su vasta scala
Di seguito ho provato ad abbozzare alcune di queste regole. Si tratta solo di un esempio che serve a dare un’idea di quali aspetti dovremmo occuparci: comunicazione delle nostre posizioni ai partiti e ai cittadini, modalità del confronto con i partiti, candidature di persone del movimento, partecipazione ad iniziative organizzate dai partiti. Sicuramente mancano altri aspetti importanti.
Qualche regola per la prossima campagna elettorale:
a) ci impegniamo a diffondere a tutti i partiti e coalizioni i documenti tematici con le nostre priorità politiche e le richieste di impegni ai candidati/partiti; ci impegniamo a diffondere e pubblicizzare ai cittadini le risposte che otterremo in proposito;
b) durante la campagna elettorale, se organizzeremo di nostra iniziativa dei momenti pubblici di confronto con i partiti, ci impegniamo ad invitare più candidati e di partiti diversi per permettere un confronto democratico tra differenti posizioni; comunque, tutti questi momenti pubblici saranno caratterizzati da una cura della comunicazione per favorire il confronto democratico sui contenuti e non saranno finalizzati alla pura propaganda elettorale di parte;
c) se saremo chiamati a partecipare a momenti pubblici di confronto, durante la campagna elettorale, chiediamo che vengano rispettate le condizioni citate al punto precedente: questo significa che rifiuteremo confronti pubblici con una solo partito/candidato o di semplice propaganda senza possibilità di un confronto ed eventuale contraddittorio sui contenuti;
d) chiediamo a tutti coloro che si candidano ed in particolar modo alle persone che fanno parte di realtà di movimento di autosospendersi da incarichi formali rilevanti (presidenti, portavoce, ecc) che hanno in queste realtà (almeno fino alla fine della campagna elettorale; confermando eventualmente le proprie dimissioni in caso di elezione) e di non utilizzare le sigle, i nomi, i simboli delle nostre realtà per promuovere la propria campagna elettorale;
e) ci impegniamo, durante la campagna elettorale a non aderire ad iniziative di propaganda elettorale di parte (dichiarate o manifestamente tali).
Attendo reazioni, commenti, proposte.




