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Notiziario sulle lotte dei lavoratori 20-24/2/05

Publie le venerdì 25 febbraio 2005 par Open-Publishing
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* Notiziario del Centro di Documentazione e Lotta 20-24/02/05 *
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SOMMARIO: Autostrade, Tnt, Itca, Genny, Ratti, Thyssen Krupp, Vitrociset,
Fonderia Portovesme, Italaquae, Fabbriche Bresciane, Accacinque, Piccioni,
Conad, Vgf, Ecosol, Call Center Alice, Finmek

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20 febbraio 20005

AUTORSTRADE: SCIOPERO 11 E 13 MARZO http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/

Sciopero di 4 ore i prossimi 11 e 13 marzo dei circa 14.000 dipendenti delle
concessionarie autostradali. L’11 marzo si fermeranno per 4 ore al termine
di ogni turno gli addetti agli uffici e il personale non turnista, mentre
domenica 13 marzo a incrociare le braccia, sempre per 4 ore al termine di
ogni turno, saranno gli addetti ai caselli autostradali e il personale
turnista. Lo sciopero, proclamato da Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt, Ugl e
Sla-Cisal, interessa a livello nazionale tutte le concessionarie
autostradali. I sindacati chiedono il rinnovo del contratto di lavoro del
settore, scaduto a dicembre del 2003, a fronte di una richiesta di aumento
salariale di 120 euro medi che salgono a 150 per altre indennità.
E’ un settore che registra utili stratosferici, non ha mercato, non ha
concorrenza, ma non c’è volontà di chiudere il contratto da un anno e i
datori di lavoro rifiutano una richiesta di aumento in linea con altri
contratti già siglati. I sindacati hanno chiesto di inserire nel nuovo
contratto un capitolo relativo alla qualità del servizio.

23 febbraio 2005

TNT DI RIETI: 7 POSTI A RISCHIO http://ilmessaggero.caltanet.it/

L’azienda è poco disponibile con i lavoratori e i 33 dipendenti della Tnt
Logistic Italia, dopo l’incontro a Roma tra sindacati e dirigenza, hanno
scritto al presidente della Provincia di Rieti, Fabio Melilli, per ribadire
le linee di azione che sono riassumibili in tre punti fondamentali. Almeno 7
di loro rischiano di perdere il posto di lavoro o di essere trasferiti a
Milano. Ed ecco i punti ribaditi dai lavoratori: disponibilità ad effettuare
sotto la guida di un responsabile Tnt, parte delle lavorazioni attualmente
svolte dalla cooperativa (attività preimballo) che continuerebbe a svolgere
determinate mansioni in collaborazione con Tnt (attività preimballo).
Disponibilità ad effettuare turnazioni e flessibilità dell’orario di lavoro.
Rifiuto del contratto di solidarietà proposto dall’azienda in alternativa ai
ventilati trasferimenti e licenziamenti. Rifiuto dell’ipotesi di distacco in
cooperativa di tutte le risorse attualmente impiegate in Tnt. Questa
situazione è il riflesso di quella dell’Alcatel: da circa un mese il
servizio spedizioni è stato trasferito a Milano su richiesta precisa di
Alcatel.

ITCA DI CASSINO http://ilmessaggero.caltanet.it/

Di fronte al prolungamento dello sciopero e al senza lavoro nelle fabbriche
della Fiat di mezza Italia la dirigenza dell’Itca di Cassino si è vista
costretta a riaprire le trattative. E così questa mattina rsu e sindacati si
ritroveranno faccia a faccia con la proprietà all’Unione Industriale di
Frosinone per cercare di riavviare la vertenza naufragata la settimana
scorsa per l’intransigenza della società torinese di ritirare i 200
licenziamenti su una forza lavoro di 543 unità. I lavoratori sono in
sciopero dal 14 febbraio con quattro ore per turno con una produzione
ridotta che ha messo in crisi gli altri stabilimenti per il mancato
rifornimento. E anche oggi la protesta proseguirà in attesa di notizie da
Frosinone. La proprietà dell’Itca,però, ha dichiarato gli esuberi anche in
altri stabilimenti come quello di Grugliasco (Torino) dove ieri i lavoratori
hanno scioperato per due ore.

GENNY: RISCHIO CHIUSURA http://ilmessaggero.caltanet.it/

Un primo passo è stato compiuto ieri dal Comune di Ancona per tentare di
fare chiarezza sul futuro della Genny, nota azienda tessile del Gruppo
Prada, la cui direzione ha dichiarato esuberi. Nessuna notizia sulla cifra
esatta: solo a metà marzo, dicono Cgil, Cisl e Uil, potrà essere fatta
maggiore chiarezza. Preoccupazione per il destino non solo dei 210 operai
attualmente impiegati nello stabilimento alla Baraccola.

24 febbraio 2005

RATTI: ACCORDO SUGLI ESBUERI http://www.laprovinciadicomo.it

Si riducono i licenziamenti alla Ratti di Como. È questa quanto emerso ieri
nel corso dell’incontro tra la proprietà e i sindacati Filtea-Cgil e
Femca-Cisl. Le parti sembrano aver trovato un’intesa sugli esuberi: da 105
si è scesi a 89. Alla decisione si è arrivati dopo una lunga analisi sui
reparti, sui carichi di lavoro, gli orari e gli organici degli stabilimenti
di Guanzate e Malnate. A margine dell’incontro i sindacati hanno presentato
anche la loro proposta che prevede oltre alla mobilità per i volontari e per
i lavoratori ormai vicini alla pensione, anche l’utilizzo della cassa
integrazione straordinaria. Il piano sociale durerebbe un anno, rimandando
le uscite per cercare nel frattempo nuovi sbocchi occupazionali al personale
a rischio di licenziamento. Tutto è quindi rimandato ai primi di marzo.

LINEA DURA DEL GRUPPO THYSSEN: SOSPESI IN 630 http://www.corriere.it/

Crisi sempre più acuta alle acciaierie di Terni, dopo che Thyssen Krupp ha
annunciato ieri la sospensione di altri 630 dipendenti. Motivo: impossibile
garantire le scorte di prodotti, a causa del blocco delle merci deciso dai
lavoratori per protesta contro la chiusura del reparto magnetico e la cassa
integrazione per 360 addetti. Prefetto, sindaco e politici hanno chiesto l’
intervento del governo.

VITROCISET: LA PROTESTA A ROMA http://www.unionesarda.it/

Nei giorni scorsi si è conclusa positivamente la vicenda dei 20 lavoratori
della Comic messi in mobilità dallo scorso mese, assorbiti dalla Icom
dell’imprenditore Furio Vissani e per loro si risolvono oltre ai problemi di
lavoro, anche quelli riguardanti il temuto mancato pagamento del Tfr. Nei
momenti di maggior sviluppo dell’industria chimica di Macchiareddu, la Comic
era riuscita a contare fino a 200 dipendenti impegnati nelle manutenzioni
degli impianti oltre che della fabbrica ex Eni, anche delle saline
Contivecchi. Ultimamente i lavoratori a libro paga della Comic erano appena
venti. L’auspicio è ora di veder rilanciare l’attività stessa della Syndial
non solo attraverso le bonifiche e le dismissioni degli impianti ma anche
con le produzioni eco-compatibili del cloro derivati con i quali si potrà
garantire un futuro all’intero territorio industriale cagliaritano.
Per quanto riguarda i lavoratori della Vitrociset di Macchiareddu per domani
è annunciata la manifestazione a Roma di una sessantina di lavoratori delle
due aziende, di Macchiareddu e del poligono di San Lorenzo, davanti alla
sede della presidenza del Consiglio dei ministri. L’obiettivo posto dai
lavoratori è quello di consentire la chiusura dello stabilimento Vitrociset
di Macchiareddu come già annunciato dalla direzione. Terminata l’ultima
commessa per la manutenzione del sistema Spada antiaereo, per gli 85
lavoratori della Vitrociset, il futuro è già stato delineato: 35 di loro
verranno messi in mobilità, licenziati, mentre per gli altri 50 si prospetta
il trasferimento nelle altre sedi nazionali ed estere. I più "fortunati"
potranno aspirare al trasferimento a San Lorenzo. Per gli altri, invece,
sono pronte le sedi sparpagliate nei vari aeroporti italiani ed europei e
persino nella base spaziale delle Guyane francesi. Una prospettiva che ha
mobilitato lavoratori e sindacati.

PORTOVESME SRL: CIG http://www.unionesarda.it/

Cassa integrazione, come previsto, anche per i lavoratori della fonderia di
San Gavino, ma con un mese di ritardo rispetto agli altri lavoratori della
Portovesme Srl. In mattinata i confederali avevano firmato l’accordo con la
direzione dell’azienda per l’avvio della cassa integrazione per i dipendenti
di Portovesme e San Gavino. Una scelta quasi inevitabile, dovuta alla
fermata del ciclo di lavorazione Imperial Smelting. Tutti i lavoratori del
gruppo, in base agli accordi, andranno in cassa integrazione a rotazione.
Dai conteggi fatti, i dipendenti non dovranno presentarsi al lavoro per tre
giorni e mezzo alla settimana. L’accordo riguarda anche i settanta della
fonderia di San Gavino che ruoteranno dal primo aprile. Sarà poi la Rsu
aziendale della fonderia, eletta il mese scorso, a incontrare l’azienda per
pianificare turni e competenze dei lavoratori. La cassa integrazione, salvo
imprevisti, si concluderà il 31 dicembre.

ITALAQUAE: CONFERMATI GLI ESUBERI http://www.bresciaoggi.it

Ancora una trattativa inutile per il futuro dello stabilimento di
imbottigliamento di Boario (e non solo) del gruppo "Italaquae". E vista l’
attuale indisponibilità dell’azienda a retrocedere dall’intenzione di
licenziare decine di lavoratori, le organizzazioni sindacali hanno alzato il
tono minacciando l’occupazione degli stabilimenti.
L’ennesimo incontro si è tenuto ieri a Roma, nella sede del ministero del
Lavoro, fra la direzione aziendale di Italaquae spa e i rappresentanti
sindacali dei lavoratori dei diversi siti produttivi. Per il momento tutto
resta sospeso fino a lunedì 14 marzo quando ci sarà un nuovo incontro al
ministero del Lavoro. Ma se in quella occasione non si riuscirà a fare l’
accordo, e l’azienda aprirà la procedura di licenziamento, i lavoratori
passeranno all’occupazione dello stabilimento.
La società ha ribadito la propria determinazione: investimenti significativi
nei diversi stabilimenti ma, insieme, l’allontanamento dalla produzione di
130 lavoratori nelle diverse sedi produttive; 40 solo in Valcamonica.

METALMECCANICI: NEL BRESCIANO MOBILITAZIONI ALLA BERGA, ALLA THERA, ALLA
TIMKEN. ACCORDO ALLA METAWORK http://www.bresciaoggi.it/

Preoccupazione e mobilitazione: è quanto emerso ieri dall’assemblea
organizzata dal sindacato con i dipendenti Thera : un confronto all’indomani
dell’apertura, da parte dell’azienda, della procedura per la messa in
mobilità di 69 addetti su un totale di 318 in tutto il gruppo (16 gli
interessati a Brescia). La decisione della società di aprire una procedura
di licenziamenti collettivi, mobilità, dopo la verifica positiva, al
ministero del Lavoro, sull’utilizzo della Cigs, "rende la decisione
inaccettabile. Ancora una volta - aggiunge la nota - le scelte sbagliate del
gruppo, sia dal punto di vista industriale, sia finanziario, sono subite dai
lavoratori". I dipendenti hanno deciso in assemblea di contrastare la scelta
aziendale partendo dalla decisione di non aprire un tavolo di trattativa
sulla procedura. Per giovedì 3 marzo annunciano un presidio, dalle 10,30
alle 12,30, in via Aldo Moro con volantinaggio informativo sulla vicenda.
Sempre a Brescia durante l’ennesimo incontro per il rinnovo dell’integrativo
alla Berga (20 addetti) l’azienda ha dichiarato la sua indisponibilità ad
aprire un confronto sulle richieste sindacali. Oggi è in programma l’
assemblea per decidere le iniziative da intraprendere per contrastare questa
posizione.
A Villa Carcina, invece, via libera dai lavoratori alla piattaforma unitaria
per arrivare al rinnovo dell’integrativo alla Timken Italia (135 addetti).
Tra le richieste da sottoporre alla controparte, la conferma del vecchio
PdR, l’istituzione di un nuovo Premio di risultato di 1050 euro annui a
regime, un aumento in busta paga oraria di 50 euro al mese per tredici
mensilità, l’incremento della maggiorazione del turno di notte al 40%. La
piattaforma contiene la richiesta di una soluzione economica per gli anni
2004-2005.
Restando in Valtrompia sindacati e lavoratori della Metawork di Sarezzo (la
società che ha preso in affitto il ramo d’azienda della Simonelli Trafilerie
di Sarezzo) sono di nuovo all’attacco: oggi, dalle 13 alle 14, è in
programma un’assemblea con i lavoratori (un centinaio, quasi tutti in Cigs)
nel piazzale antistante la fabbrica per decidere le iniziative da
intraprendere. I lavoratori non hanno ricevuto il pagamento degli stipendi
di dicembre e gennaio, oltre alla tredicesima.

ACCACINQUE DI CARRE’: 49 POSTI A RISCHIO http://www.ilgiornaledivicenza.it

Rischiano il licenziamento per il fallimento dell’azienda in cui lavorano.
Oggi le 49 dipendenti della ditta Accacinque di Carrè (VI) incontrano il
sindaco per chiedere il sostegno dell’Amministrazione comunale rispetto alle
richieste avanzate dal sindacato. La Accacinque è di proprietà della
Vestimenta di Mattarello, nel Trentino, un importante gruppo che opera nel
settore della moda di alta qualità. Le lavoratrici hanno concordato con l’
azienda un percorso teso a ridurre l’impatto sociale dei licenziamenti, con
il ricorso alla cassa integrazione per 12 mesi e a percorsi di formazione e
riqualificazione professionale. Tuttavia, recentemente la situazione è
precipitata. La Accacinque è stata messa in liquidazione; il liquidatore ha
comunicato che i soci non hanno più intenzione di adempiere agli impegni
presi, e che il 25 febbraio si terrà un’assemblea dei soci che deciderà di
portare la Accacinque al fallimento volontario. Una scelta di questo tipo
potrebbe precludere alle 49 dipendenti la possibilità di ottenere la cassa
integrazione e la riqualificazione professionale. Inoltre, affrontare un
fallimento significherebbe dover attendere a lungo per ottenere le spettanze
di fine rapporto.

PICCIONI: SCIOPERO A OLTRANZA http://www.corriereadriatico.it/a

I 35 dipendenti della Piccioni srl - azienda specializzata nel montaggio di
componenti per realtà del calibro di Ariete e Olivetti - hanno incrociato le
braccia e proseguiranno ad oltranza lo sciopero fino a quando la proprietà
non fornirà garanzie sul pagamento della mensilità di dicembre, della
tredicesima e dello stipendio di gennaio. Ma anche per la mensilità di
febbraio c’è il rischio concreto di un ulteriore slittamento. La Piccioni di
Jesi è legata a doppio filo alla Know How, del gruppo controllato dall’
imprenditore Bellocchi, a Camerata, ma è la quale sta attraversando una fase
di crisi.
Gli operai e gli impiegati della Piccioni hanno incrociato le braccia alle
14 e per 40 minuti hanno dato vita ad un presidio davanti ai cancelli. La
situazione, quanto agli stipendi, non si è ancora sbloccata. Le commesse ci
sono, tant’è vero che la produzione non ha mai conosciuto battute d’arresto.
Le difficoltà, spiegano i sindacalisti, nascono dai ritardi nei pagamenti da
parte della Know How di Camerata. Insomma, è la mancanza di liquidità a
generare non poche apprensioni e tensioni all’interno della fabbrica.

CONAD: PRSIDIO DEI LAVORATORI IN MOBILITA’ http://www.corriereadriatico.it/

Prima giornata di sciopero dei dipendenti di Conad Adriatico contro
l’azienda, che ha aperto una nuova procedura di mobilità per 125 lavoratori
facenti parte dei magazzini di Monsampolo del Tronto Centobuchi e Porto
D’Ascoli. Resistendo anche alle intemperie del tempo, i lavoratori di Conad
Adriatico hanno scioperato ieri in maniera massiccia per tutta la giornata,
con molti di loro che hanno dato vita ad un presidio davanti ai cancelli
della sede di Monsampolo, protrattosi sino a pomeriggio inoltrato e
riconfermato anche per la giornata odierna.

VGF: CIG PER 32 LAVORATORI http://www.corriereadriatico.it

Cassa integrazione per 32 operai su 36 addetti, alla Vgf di Maltignano. La
cassa integrazione, che riguarda la quasi totalità delle maestranze dovrebbe
terminare il 13 marzo. A ottobre scorso la vertenza dell’azienda
metalmeccanica che ha tra i suoi clienti la Nuovo Pignone, era iniziata dopo
che le maestranze diedero vita una serie di proteste reclamando i salari
arretrati. Dovettero intervenire le forze dell’ordine e la Digos, e solo
dopo una trattativa tra i Carabinieri e la proprietà, gli operai misero fine
alle proteste.
Dopo quella prova di forza che si concluse con il pagamento degli arretrai,
sembrava che la situazione fosse tornata alla normalità. Anche perché gli
operai, secondo l’accordo tra azienda e sindacati, rinunciarono a riposi e
ferie pur di mantenere gli impegni con i committenti, tra i quali la Nuovo
Pignone. Ma a dicembre ecco il primo colpo di scena, con la decisione della
proprietà di mettere in cassa integrazione 32 maestranze, per 13 settimane.
Motivo la scarsità delle commesse pervenute. Ma i colpi di scena non sono
finiti, perché, proprio mentre viene chiesta la cassa integrazione, i
proprietari della Vgf, i fratelli Cicconi, vendono l’azienda a Pasquale
Maddalo.
I nuovi proprietari fanno sapere alle parti sociali che si sta cercando di
acquisire commesse sul mercato, ma, questo dieci giorni fa, ancora no si era
concretizzato nulla. A questo punto, secondo i sindacati, sembra inevitabile
un riassorbimento delle maestranze per due settimane in azienda, così come
prevede la legge per poi far scattare nuovamente la cassa integrazione. Un
provvedimento che, sempre secondo le parti sociali, potrebbe trasformarsi
nella richiesta della mobilità se le commesse non dovessero arrivare.

ECOSOL: SCIOPERO http://www.lasicilia.it

Tredici lavoratori della Ecosol di San Giovanni La Punta (CT), azienda di
impianti per energia solare, sono in sciopero. I lavoratori, da tre mesi
senza stipendio, protestano anche contro la mancanza di chiarezza sulle
prospettive del progetto "Comune solarizzato", in cui sono impegnati, che
vede coinvolto anche il Comune di Catania, e soprattutto sul loro futuro.

CALL CENTER ALICE SERVICE http://www.lasicilia.it

Doveva essere una nuova opportunità di lavoro, un’attività legata alle
imprese della cosiddetta new economy, ma per troppi giovani - quelli che per
telefono propongono contratti legati a servizi per comunicare e navigare in
Rete in modo più vantaggioso - sembra essersi trasformata in una cocente
delusione.
E’ un dato di fatto: dove c’è un call center sembra esserci inevitabilmente
precarietà e disagio, ovvero qualcosa di ben diverso dalla flessibilità
richiesta dal mercato del lavoro.
Ancora una volta davanti alla sede di un call center è stata di scena una
protesta, anche se in questo caso le caratteristiche della nuova vertenza
escono dai consueti canoni: gli ormai ex lavoratori chiedono il
riconoscimento delle spettanze maturate e denunciano condizioni
improponibili, mentre l’azienda, l’Alice Service, partner di Telecom,
replica di essere disposta a riconoscere i crediti maturati, ma in base ad
un conteggio definito in base ad un rapporto considerato "prestazione
occasionale".
I giovani che hanno lavorato in Alice Service sono su posizioni decisamente
differenti da quelle dell’azienda. Parlano di turni di lavoro che si
protraevano dalle quattro alle sei ore giornaliere, effettuati senza alcun
tipo di contratto con una retribuzione fissa di 2 euro e 50 centesimi
all’ora, con un’ulteriore provvigione - legata alla produttività - su ogni
contratto realizzato relativo alla linea adsl oppure ad altri servizi di
telefonia proposti ai clienti.
Posizioni differenti anche sul numero di ex lavoratori addetti al call
center Alice Service: 23 in tutto, secondo l’azienda, una cinquantina invece
secondo la Cgil, che sta seguendo questa vertenza. "La proposta
dell’azienda, che offrirebbe ai lavoratori il 40 per cento del credito
maturato - dice Massimo Malerba della Cgil - è inaccettabile perché la
prestazione occasionale in base a quanto previsto dalla riforma Biagi non
può andare oltre i trenta giorni di lavoro nel corso di un anno. Per
questo - aggiunge - su questa vertenza inoltreremo un esposto alla Procura,
oltre alla causa di lavoro".

FINMEK: SCIOPERO» http://www.gazzettino.it/

I lavoratori di Gorizia in sciopero, oggi. È in programma questa mattina,
con inizio alle 9.30 dal campo sportivo di Ronchi dei Legionari, il corteo
ufficialmente annunciato già nei giorni scorsi quale espressione di uno
sciopero di quattro ore del settore metalmeccanico isontino per sostenere la
lotta dei 300 dipendenti della Finmek il cui piano industriale (presentato a
Roma dal commissario straordinario del gruppo) prevede una dismissione che
potrebbe rivelarsi deleteria per un territorio già alle prese con un grave
problema di carattere occupazionale.
Ostilità anche nei confronti della proposta di una cassa integrazione a zero
ore per tutti i lavoratori coinvolti nonostante venga auspicata
l’acquisizione da parte di altri soggetti come la Microsoft.

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VOGLIAMO DOCUMENTARE L’ATTUALITA’
DELLA LOTTA DI CLASSE, STANDO AL SUO INTERNO

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Web page:

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E-mail: cen_doc_lotta@yahoo.it

Messaggi

  • ULTIMA PASQUA PER I LAVORATORI DI CONAD ADRIATICO - 125 LAVORATORI MESSI IN MOBILITA’

    “Il senso di appartenenza ad uno stato democratico, per il quale abbiamo a lungo lottato, merita di essere difeso. E’possibile cambiare il nostro futuro se si ci si impegna veramente a farlo.”
    Queste parole, espresse da Marialeonia, una delle 5500 persone che nel piceno e nel fermano vivono nella precarietà e insicurezza del lavoro, ci ha spinte oggi a trovarci fuori dai cancelli di Conad Adriatico per solidarietà ai lavoratori dei magazzini di Monsampolo del Tronto, Monteprandone, Porto d’Ascoli in sciopero per salvaguardare 125 posti lavoro.
    Ci siamo guardate attorno ed abbiamo chiesto commenti.
    Maria Grazia Gabrielli – Filcams CGIL
    In termini di prospettive, cosa potrà avvenire in futuro nel mercato del lavoro?E’ questo lo scenario che troveranno questi lavoratori che oggi hanno il problema della perdita del posto di lavoro, qui presso l’azienda Conad. Noi siamo arrivati di un punto di profonda costernazione rispetto alle vicende che abbiamo vissuto in questi ultimi mesi nella trattativa sindacale. Oggi la situazione è che dato il clima sempre più teso e la delusione che i lavoratori provano rispetto a qusta vicenda aziendale… la cosa che ci auguriamo e che per la quale stiamo lavorando, sostenuti da tutti i dipendenti interessati, è quella di riuscire a trovare una soluzione a questa vertenza che sia ovviamente dignitosa, ciò significa che purtroppo siamo in condizioni di dover pensare che la soluzione non riuscirà a risolvere completamente il problema, quando un’azienda decide ed assume posizioni di rigidità rispetto alle proprie strategie aziendali, così come ha fatto Conad, diventa poi complicato pensare che si possa trovare una soluzione omnicomprensiva. Ma sicuramente stiamo lavorando affinché ci sia la soluzione migliore possibile. Sia intermini di riconoscimento, diciamo così, economico , perché ci sono state vicende interne che ci portano purtroppo a ragionare anche di questo problema, ma soprattutto alla ricollocazione, ad un sistema di ricollocazione che però non deve significare il destino da parte del lavoratore, di dover affrontare una condizione peggiorativa rispetto a quella che fino ad oggi ha avuto in Conad. Questi i due capisaldi sui quali ci stiamo battendo e per i quali porteremo avanti nella trattativa. La considerazione che c’è e che riguarda questa azienda, ma più in generale gli obiettivi del sindacato, sono quelle di dover pensare che i sistemi di riorganizzazione aziendale, i processi di riorganizzazione, di ristrutturazione, o comunque anche di sviluppo, perché in questo caso si parla anche di sviluppo aziendale, siano coniugabili non tanto con le logiche di mercato, ma soprattutto con il non peggioramento delle condizioni dei lavoratori e il rispetto e la valorizzazione della risorsa umana.
    Luciano Agostini
    C’è un atteggiamento ingiustificato in questa vicenda Conad, perché non ci troviamo di fronte ad una situazione di crisi, ma all’ostinazione di un’azienda che vuole sviluppare un progetto industriale difficilmente comprensibile. Se poi quest’azienda non è un industria, ma è una cooperativa, qualche dubbio è più che giustificato, il principio della mutualità che è alla base di un’impresa cooperativa dovrebbe essere sempre comunque perseguito. In questo caso mi sembra che l’atteggiamento dell’azienda non persegua questo tipo di finalità. Ripeto, non si tratta di una crisi aziendale, di profitto, ci troviamo di fronte ad un progetto industriale difficilmente comprensibile. Su questo siamo vicini ai lavoratori e quello che si potrà fare, verrà fatto affinché la crisi si risolva al più presto
    Antonio Giordani RSU Conad
    Con l’iniziativa di oggi intendiamo dare una forte valenza a sostegno dell’occupazione e vorremmo, con il nostro intervento, quello dei Sindaci, della Giunta Provinciale, l’azienda facesse un passo indietro, ritornando sulle sue decisioni per quanto riguarda la terziarizzazione del magazzino di Monsapolo- L’azienda e il suo CDA decida per mantenere la gestione diretta del magazzino di Monsampolo. Crediamo che l’azienda riesca, questa volta, a capire le nostre problematiche e che la vertenza possa chiudersi in fretta. Sarà un bene per tutti.