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PARADISI FISCALI

Publie le mercoledì 13 luglio 2005 par Open-Publishing

Lussemburgo, Liechtenstein, Svizzera, tre stati il cui sistema bancario dovrebbe essere in discussione se si vuole davvero costruire una Europa della legalita’, i cosiddetti paradisi fiscali che proteggono il crimine, anche se le altre banche europee non sono poi da meno nel coprire gli affari sporchi dei loro clienti e nel nascondere e ripulire i loro fondi neri e le loro spregiudicatezze fiscali, quelle che strozzano, tra l’altro, il welfare degli stati europei, mettendolo a rischio di scomparsa per mancanza di fondi.

Molti grossi problemi sono connessi all’evasione fiscale che queste banche favoriscono e tutelano: l’equita’, senza cui non esiste democrazia; la criminalita’ che dell’evasione fiscale si avvantaggia, in quanto i traffici illeciti di armi, droga e qualunque oggetto vietato da legge sono favoriti dai sistemi bancari compiacenti; il malaffare finanziario che moltiplica le speculazioni ciniche e disumane; il malaffare politico che permette a gente senza scrupoli di possedere e controllare gangli vitali dello stato, partiti, giornali ecc.; e infine il danno al buon funzionamento degli stati e la diminuzione di quello stato sociale su cui solo puo’ fondarsi una buona democrazia.

L’evasione fiscale e’ il primo terrorismo europeo, e dovrebbe essere la prima emergenza da combattere.

Sembra ora che disposizioni europee impongano alle banche dell’Unione di dire dov’e’ che i loro clienti pagano le tasse, per portare allo scoperto e limitare l’enormita’ dell’evasione fiscale, l’enorme patrimonio sommerso o sottratto alla legge. Un primo passo per quell’europa che era nata come Europa delle banche, che ha proseguito come Europa del libero mercato e che stenta a divenire Europa dei popoli. Ma Lussemburgo, Belgio e Austria si sono rifiutati di ’tradire’ il segreto bancario, ovvero di adeguarsi a un minimo di crismi di legalita’ internazionale, per timore di vedersi sfuggire i loro ricchi clienti. E’ come se un mafioso si rifiutasse di ’tradire’ Riina. La parola ’correttezza’ qui e’ del tutto fuori luogo. Complicita’ nel reato, piuttosto. La cosa e abbastanza vergognosa.

L’UE si e’ appena rallegrata dell’assenso dei lussemburghesi alla costituzione europea neoliberista. Visto che questo stato esiste solo in virtu’ dei fondi neri che il neoliberismo europeo ci ha messo al riparo e che senza questi potrebbe anche chiudere, l’assenso mi sembra piu’ che ovvio e tuttavia anche qui, su quasi mezzo milione di elettori, quasi 200.000 hanno detto di NO, dunque una gran vittoria non e’.

Il fatto perenne e sconcertante e’ che la stessa Europa che tanto grida all’antiterrorismo, non ci pensa assolutamente a prendere la misura piu’ ovvia: realizzare una trasparenza bancaria, un controllo e una tassazione dei patrimoni messi in banca o investiti tramite le banche.

Si immagina che i terroristi debbano pagarle, le armi. Si immagina che da qualche parte debbano ben trovarli i soldi per finanziarsi e che ci sia un fiorente giro soprattutto clandestino di armi e parecchi che ci ricavano un arricchimento smisurato. E si immagina che naturalmente i grossi gruppi criminali come la mafia ci sguazzino in questo giro sporco, aumentando ancora di piu’ il loro potere e influenzando attivamente il potere politico a loro vantaggio. Del resto tutti i gruppi criminali del mondo reinvestono i frutti del crimine (finanziario o ordinario) soprattutto in due ulteriori modi di arricchimento: droga e armi (noi ci abbiamo aggiunto anche le discariche e il traffico di scorie pericolose).

Imporre la trasparenza e il controllo dei depositi e flussi bancari europei (meglio sarebbe del mondo) dovrebbe essere il primo strumento per indagare sul terrorismo ma anche sulla criminalita’, la politica sporca e il malaffare finanziario. Insomma controllare i soldi vuol dire controllare i reati. E invece no. L’impero del bene che combatte l’impero del male ci pensa tre volte prima di fare quella cosa ovvia che sarebbe il controllo il denaro.

Controllano tutto, i diritti, la posta, internet, le telefonate, i cellulari, i movimenti dei cittadini, cosa mangiamo e quante volte andiamo in bagno, ma il denaro no, il denaro non si tocca. Da una parte ci si spreca in retoriche chiacchiere, sventoliop di bandiere e di parole-valori,poi in infami leggi che limitano le liberta’ e i diritti del cittadino perbene, in summit, G8, dichiarazioni pompose e altre stronzate, e dall’altra si tiene ben ferma l’omerta’ che tutela i paradisi fiscali del mondo (che poi sono circa 25, non una infinita’), si evitano con cura trasparenze, controlli e inchieste su movimenti di denaro sospetti e fonti di arricchimenti illecite, si chiude gli occhi sulla gigantesca mole dell’evasione fiscale, si insabbiamo inchieste come quella di Ilaria Alpi che mescolava scorie tossiche ad armi con complicita’ politiche ad alto livello, e addirittura dobbiamo vedere il bel compiacimento da parte di alte cariche statali per quante armi si sono vendute, senza badare se vanno a paesi sospetti di terrorismo o guerre sporche o a potenze molto poco democratiche e ree di crimini contro l’umanita’(vedi l’emerito comportamento di Ciampi, contento come una pasqua perche’ aveva aumentato il fatturato di armi con la Cina).

Del resto il padre dell’attuale presidente americano vendeva armi agli stessi iracheni mentre aveva una guerra in corso con loro. Il che la dice lunga sugli sbandierati principi democratici, su cosa nascondano, e su cosa sia in effetti quell’esportazione di democrazia che ci stanno spacciando. Per la ricostruzione di Afganistan o Irak puo’ valere la stessa falsita’, visti gli attuali risultati.
Si prosegue cosi’ con la massima ipocrisia a predicare bene a razzolare male. La guerra, si sa, e’ una bel business, e’ una voce altissima nel cosiddetto libero mercato, e le banche, i vari paradisi fiscali e le borse trovano qui la loro complicita’ peggiore.

Il neoliberismo e’ intessuto essenzialmente di guerra e di crimini. E’ la peste del
mondo. Per questo nessuna voce sara’ credibile e avra’ aura di legittimita’ se non si interverra’ sul campo finanziario per bonificarlo dagli arricchimenti prodotti dalle armi (altro che aumentare il giro delle armi leggere come auspica Calderoli!). E gli arricchimenti sporchi, si sa, sono la prima via per il potere, perche’ il denaro per alcuni e’ bello comunque arrivi e da’ potenza e carisma e pulisce ogni misfatto. Il potere e’ il maggiore ripulitore di denaro sporco del mondo, perche’ trova in se stesso la sua garanzia e legittimita’.

E nessun potere mette sotto critica le sue uova d’oro anche se sono identiche a quelle che permettono al terrorismo e alla criminalita’ di prolificare, cosi’ il potente, difendendo i propri arricchimenti illeciti, protegge anche quel terrorismo che a parole, molto a parole, dice di combattere.

Certo qualche pesce piccolo si puo’ sempre prendere, ci si puo’ scagliare contro intere etnie, imprigionando senza processo interi gruppi di persone o rendendo piu’ rapide le loro espulsioni o addirittura consegnandoli senza batter ciglio a torturatori stranieri in sequestri indebiti, chiudendo gli occhi su questa o quella nefandezza. Cosi’ facendo, lo stato che si definisce legittimo compira’ atti illegittimi contro vittime designate del tutto innocenti e potra’ anche fingere di combattere il terrorismo, mentre non sfiorera’ nemmeno i centri finanziari del terrore.

Del resto sappiamo tutti come, dopo l’11 settembre, Bush si affretto’ a far uscire dagli USA con la massima rapidita’ l’intera ricchissima famiglia di bin Laden, offrendo jet velocissimi ai ricchi amici arabi (gli unici che ebbero il permesso di viaggiare in quei giorni terribili), e sappiamo che a tutt’oggi nessuna inchiesta e’ stata mai fatta sui loro patrimoni ne’ sui flussi finanziari di altri grandi sceicchi arabi.

Il potere non danneggia se stesso, e oggi il grande potere finanziario internazionale e’ l’unica classe che conta, al di la’ di ogni etichetta ideologica e sappiamo anzi che nel suo profondo delle etichette ideologiche se ne sbatte proprio. Lupo non mangia lupo. Del resto uno di questi ricchi arabi dal patrimonio sospetto e’ grande amico del nostro presidente del consiglio e fa affari con lui. Si puo’ fare la caccia indiscriminata al marocchino, ma se il marocchino e’ un multimiliardario diventa ipso facto un caro amico.

Dal che si vede che quando si parla di democrazia si dovrebbe intendere piuttosto plutocrazia e quando si parla di guerra si dovrebbe intendere piuttosto mercato illecito concordato, di armi e morte, per la truffa del mondo, sventolando false bandiere di democrazia. Insomma tutto si tiene: crimine, armi, guerre, banche compiacenti, segreto bancario, non controllo dei flussi finanziari, libero mercato delle armi, collusione tra criminalita’ e politica e in ultima analisi collusione tra grandi centrali del terrore e grandi centrali finanziarie, tutti amici-nemici, utili gli uni agli altri e consociati in un business comune. Solo i poveri illusi continuano a fare da carne da macello, i kamikaze come i cittadini ignari, nelle mani dei mercanti del terrore alias della finanza internazionale.

Per cominciare almeno da qualche parte a sgominare questa rete iniqua, per mostrare almeno un minimo di credibilita’ in una lotta seria c’e’ un inizio: affrontare in modo deciso la lotta all’evasione.

Le banche sono il ganglio decisivo per cominciare la pulizia dell’Europa, le leggi antievasione all’interno dello stato, concordate all’interno dell’Europa. Nessun partito serio che non affronti in modo serio questo problema puo’ avere un minimo di attendibilita’. Naturalmente non certo uno schieramento guidato da un uomo che sull’evasione e il nascondimento ha fatto la sua fortuna.