Home > Per un Primo Maggio di mobilitazione al di fuori da concerti e concertazione

Per un Primo Maggio di mobilitazione al di fuori da concerti e concertazione

Publie le lunedì 4 aprile 2011 par Open-Publishing
1 commento

Per un Primo Maggio di mobilitazione al di fuori da concerti e concertazione
Sabato 16 aprile 2011 incontro nazionale
aperto a tutte le opposizioni sociali
negli Stati Generali della Precarietà 3.0
Verso uno sciopero generale

e generalizzato vero e unitario

Gli ultimi due anni sono stati contrassegnati da una crisi devastante. E’ la crisi di un intero sistema economico e di un modello sociale finalizzato alla ricchezza di poch* a costo della miseria di tant*. Ma questa crisi viene utilizzata dai padroni e dalla logica delle imprese per arricchirsi ancora di più e per cancellare le residue conquiste del mondo del lavoro, prima fra tutti il contratto nazionale, quello strumento che fino a qualche anno fa unificava nei diritti e nelle retribuzioni i lavoratori del Sud e quelli del Nord, quelli delle grandi e quelli delle piccole aziende.
Da parecchi anni a questa parte, grazie a tutti i governi di destra e di centrosinistra succedutisi alla guida del paese, un numero crescente di lavoratrici e di lavoratori sono stati già espulsi dal sistema dei contratti nazionali, attraverso una progressiva e dilagante introduzione di precarietà che dal mondo del lavoro è straripata in tutta la società.
Per questi motivi, oggi le piazze delle mille vertenze contro i licenziamenti e le chiusure aziendali, per la difesa del salario e per l’accesso e la continuità del reddito devono trovare linguaggi comuni e tentare una saldatura con le lotte per la sopravvivenza della Scuola Pubblica e dell’Università, per lo sviluppo di Scienza e Ricerca autonome dalle logiche aziendalistiche, per la salvaguardia dei territori dalle devastazioni ambientali, per il diritto a una casa per tutti.
Voci differenti che si devono sentire unite nella lotta per il nostro futuro e per la nostra dignità che ora Governo, Confindustria e BCE vogliono negarci con la complicità di CISL, UIL e altri sindacati collaborazionisti. Un’opposizione corale per costruire un segnale forte di autonomia di interessi rispetto alle logiche del profitto, di vera opposizione sociale alla crisi e alle politiche di austerity che ci vengono imposte.
Le lavoratrici e i lavoratori autoconvocati ritengono oggi centrale affrontare il nodo cruciale della precarietà mettendo in comunicazione propositiva su questo terreno i lavoratori flessibili e la generazione precaria.
Proprio per questo abbiamo già condiviso, con molti altri movimenti, il percorso degli Stati Generali della Precarietà partecipando agli appuntamenti di Milano dei mesi scorsi. E per lo stesso motivo sosteniamo la costruzione della prossima sessione degli SGP 3.0 che si terrà a Roma nelle giornate del 15, 16 e 17 aprile.
La stessa battaglia per lo sciopero generale che le/gli autoconvocate/i stanno conducendo da mesi trasversalmente a tutte le sigle sindacali, e che ha dato vita all’assemblea nazionale del 26 febbraio scorso, ha visto nella generalizzazione dello sciopero un obiettivo che occorre perseguire. C’è bisogno di uno sciopero generale per unificare le lotte e rispondere all’aggressione padronale e governativa.
Tuttavia, la proliferazione di scioperi importanti ma parziali del sindacalismo di base e il finto sciopero generale proclamato dalla Camusso per il 6 maggio sono segnali insufficienti e rinchiusi in una ritualità che non sembra in grado di cambiare i rapporti di forza in campo, oggi sfavorevoli ai lavoratori dipendenti, ai precari, agli esternalizzati, alle donne e agli immigrati.
Qualsiasi sciopero che si voglia veramente generale e incisivo rischia di essere sconfitto in partenza se non sarà generalizzato, cioè se non riuscirà a coinvolgere e a rendere protagonist* anche i milioni di precar* che costituiscono una parte fondamentale del mondo del lavoro. Lo sciopero nei luoghi di lavoro e lo sciopero precario sono due facce della stessa medaglia che possono dialogare nel blocco della produzione e della circolazione in una grande giornata di lotta e di resistenza sociale. L’azione comune di chi ogni giorno produce la ricchezza ed è costretto nel ricatto del lavoro senza diritti e garanzie come condizione da sempre tipica (e non certo “atipica”) di questo modello economico-sociale.
Questa è la base dello sciopero generale vero e unitario che tutt* auspichiamo e per cui tutt* agiremo dentro e oltre il 6 maggio stesso.
Allo stesso modo, occorre coinvolgere nello sciopero anche tutte le vertenze sociali, territoriali, ambientali e democratiche in cui si articola il conflitto nella società e che sono la risposta allo sfruttamento ed alla precarietà che partendo dal lavoro ha contagiato ogni aspetto della nostra vita.
Ecco perché proponiamo che sabato 16 aprile, nell’ambito della tre giorni degli SGP 3.0, si svolga un incontro nazionale aperto a tutti i movimenti sindacali, sociali, ambientali che si oppongono all’offensiva padronale e governativa, per costruire una giornata di mobilitazione nazionale in un Primo Maggio di lotta per un futuro dignitoso al di fuori da concerti e concertazione.

Il coordinamento delle lavoratrici e dei lavoratori autoconvocati contro la crisi

http://www.scioperogenerale.org/