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Un colpo serio alla globalizzazione

Publie le lunedì 27 giugno 2005 par Open-Publishing

di Vittorio Agnoletto

E’una buona notizia, un’ottima notizia: riapre grandi speranze e chiama alla battaglia. Il governo brasiliano ha mostrato molto coraggio a prendere questa decisione: infrangere le regole del Wto (l’organizzazione mondiale del commercio), muovere all’assalto delle potenti multinazionali farmaceutiche, stabilire il principio che la vita degli esseri umani - e quindi la possibilità di curarli dalle malattie gravi - è più importante dei profitti e del funzionamento dell’economia e della finanza internazionale liberista. Sembrerebbe un semplice principio di buonsenso, invece è rivoluzionario.

Il governo brasiliano, con la sua scelta di ignorare il potere dei brevetti e di produrre direttamente farmaci anti-aids (in modo da poterli mettere in circolazione a prezzi bassissimi e accessibili a tutti e non solo ai ricchi), lancia il guanto di sfida agli Stati Uniti (che proteggono le multinazionali e ne sono l’espressione politica) e a quel gigante virtuale che noi solitamente chiamiamo la "globalizzazione". Se Lula vincerà questa battaglia avrà inferto un colpo micidiale a tutta la struttura economica e finanziaria che è l’impianto fondamentale della globalizzazione liberista. Se la perderà sarà stritolato.

I rischi, per presidente brasiliano, sono enormi. Il Brasile è isolato. L’India ha smesso di produrre farmaci anti-aids fuori dai brevetti esattamente all’inizio del 2005 (era l’unico paese che ancora lo faceva), e cioè ha ceduto alle imposizioni del Wto. Si è votato in parlamento, a Nuova Delhi, e a maggioranza si è deciso di cedere. Anche una parte della sinistra, purtroppo, ha votato a favore e ha piegato la testa. Con quali conseguenze? Che circa la metà dei 750 mila malati di Aids che fino all’anno scorso si curavano coi farmaci a basso costo prodotti dall’India, sono rimasti senza cure e sono andati ad aggiungersi agli altri 29 milioni di malati abbandonati a se stessi che popolano l’emisfero sud del mondo.

La decisione di Lula di rompere il cerchio del ricatto pone il Wto di fronte a un bivio. Nel summit che si terrà a dicembre a Hong Kong il Wto dovrà decidere se schierarsi con gli Usa o dar via libera a Lula. Se sceglierà gli Usa deciderà punizioni e sanzioni economiche che per il Brasile potrebbero essere letali, fino al punto da costringerlo a tornare indietro sulla sua linea anti-aids. L’altra possibilità per il Wto è quella di cedere al fatto compiuto e lasciar correre. Non opporsi al Brasile. Il primo caso sarebbe una condanna a morte per centinaia di migliaia di persone malate di Aids, e sarebbe la fine della politica di Lula. Il secondo caso vorrebbe dire disco verde per moltissimi altri governi, e quindi la fine del monopolio di Big-Pharma, un enorme indebolimento del potere delle multinazionali e un colpo al cuore alla globalizzazione neoliberista.

Da che dipende la decisione del Wto? Dalla posizione che assumeranno i governi, dal ruolo che vorrà giocare l’Europa e anche dalla capacità di mobilitazione che sapremo dimostrare, in tutto il mondo, da qui a dicembre.

http://www.liberazione.it/giornale/050626/LB12D6F8.asp