Accueil > Fermare la guerra è possibile, ed è necessario

Fermare la guerra è possibile, ed è necessario

Publie le mardi 18 février 2003 par Open-Publishing

Fermare la guerra è possibile, impedire la guerra è
necessario

L’incredibile successo politico della manifestazione di sabato, con
milioni di donne e uomini che hanno dimostrato con chiarezza la
loro opposizione "senza se e senza ma" alla guerra contro l’Iraq -
rende necessario moltiplicare l’iniziativa da subilto per cercare di
impedire che la guerra prenda avvio, e in particolare per impedire la
partecipazione italiana a questa guerra : questo è il compito che
abbiamo di fronte nei prossimi giorni, perchè non ci rassegnamo
all’idea che la guerra comunque scoppierà.

Per questo abbiamo deciso di continuare la pressione sui
parlamentari affinchè votino contro la partecipazione italiana
all’intervento in Iraq - in tutte le sue forme : saremo allora presenti
mercoledì 19 febbraio davanti al Parlamento - in occasione della
discussione ed eventuale voto - portando una gigantografia della
manifestazione, per ricordare ai parlamentari che la maggioranza
dei cittadini e delle cittadine italiane sono contro la guerra - ai
parlamentari di opposizione perchè siano coerenti con la loro
partecipazione alla manifestazione, e a quelli di maggioranza
perchè si schierino anch’essi contro la guerra.
Verrà inviato un messaggio a tutti i parlamentari per chiedere
questo impegno.

Naturalmente il nostro impegno per cercare di fermare la guerra
non ci impedisce di pensare che prevedibilmente questa prenderà
avvio, che l’intervento comunque verrà portato avanti, che il governo
italiano sarà responsabile della partecipazione del nostro paese al
conflitto. E allora dovremo saperci mobilitare con forza per
"fermare la guerra" e per boicottare la macchina bellica.

L’assemblea ha concordato sull’importanza di mantenere in vita e
rilanciare il Comitato "fermiamo la guerra" che ha organizzato la
manifestazione del 15 febbraio e che rappresenta un luogo unitario
necessario per mantenere il livello ampio e allargare la
partecipazione pacifista ; questo ambito unitario dovrebbe anzi
essere diffuso localmente, costruendo comitati "fermiamo la
guerra" nelle città e nei paesi.
La piattaforma su cui costruire questi comitati deve essere il
documento letto da Fabio Alberti dal palco di Piazza S.Giovanni,
che nei prossimi giorni verrà diffuso in tutte le reti e che verrà
possibilmente stampato - perchè rappresenta impegni che ci siamo
presi e non semplicemente un appello per chiudere il corteo in
qualche modo.

Per cercare di fermare la guerra abbiamo deciso di rilanciare quelle
iniziative che già abbiamo indicato nel documento del coord.
italiano del FSE del 6 febbraio :

* scenderemo per le strade di tutte le città il giorno dell’attacco
alll’Iraq e organizzeremo manifestazioni per il sabato successivo ;

* rilanciamo con decisione l’appello a tutte le organizzazioni
sindacali perchè venga indetto uno sciopero generale contro la
guerra e sia costruito lo sciopero generale europeo ;

* accogliamo la proposta dell’assemblea delle reti di donne per fare
dell’8 marzo una giornata di iniziative contro la guerra ;

* cominciamo a programmare l’organizzazione iniziative di azione
diretta (disobbedienti, pacifiche, nonviolente, di boicottaggio ecc.)
che si pongano l’obiettivo di bloccare la macchina della guerra :

 contro le basi militari, le infrastrutture e la logistica che
permettono il loro funzionamento ;
 contro l’economia della guerra (finanza e banche armate in
particolare) ;
 si propone una "commissione popolare di vigilanza" sui mezzi di
informazione che controbatta e confuti la "propaganda di guerra" e
il tentativo di costruire il consenso alla guerra ;
 per organizzare il boicottaggio delle benzine Usa e inglesi -
riprendendo ed estendendo la campagna contro la Esso ;
 per rilanciare le iniziative di obiezione e testimonianza individuali
(bandiere alle finestre, obiezione alle spese militari ecc.).

Questa agenda può e deve essere un agenda condivisa da tutte le
reti e i soggetti del movimento, per questo si propone l’attivazione
di un "D.A.N." tra tutte le reti nazionali, per discutere e concordare
forme condivise di azioni comuni e diffuse.

L’assemblea ha anche ribadito la necessità di ribaltare i temi e le
priorità che vogliono imporci, secondo le quali l’attuale rischio per
l’umanità è rappresentato dalle armi di Saddam Hussein : noi invece
pensiamo, sulla linea di Porto Alegre e dei movimenti che si sono
moltiplicati in questi anni, che i pericoli per l’umanità siano la fame,
lo sfruttamento, le guerre per imporre l’ordine neoliberista ecc.
Allo stesso modo rispondiamo con chiarezza a chi ci dipinge come
"amici di saddam" che il moviemnto rappresenta la vera alternativa
al terrorismo, perchè costruisce partecipazione.

L’assemblea ha anche ribadito l’importanza dei progetti di
solidarietà concreta con le popolazioni vittime della guerra - a
partire dalle iniziative in occasione del Newroz in Kurdistan, di
interposizione e presenza in Palestina, di sostegno alla
popolazione irachena.

E’ un percorso che si apre di fronte a noi, un percorso non solo
italiano ma internazionale : per questo saremo presenti a Londra il
1° marzo in occasione della riunione del coordinamento europeo e
internazionale, con una delegazione decisa collettivamente.

L’incontro ha infine ribadito la necessità di arrivare in tempi stretti
all’asemblea nazionale dei movimenti sociali - come deciso dal
Coord. italiano per il FSE e discusso oggi a Roma.