Home > A proposito della liberazione dell’Iraq

A proposito della liberazione dell’Iraq

Publie le martedì 8 giugno 2004 par Open-Publishing

Alì il ragazzino senza mani, danno collaterale di un fuoco di sbarramento
proveniente dall’inferno,vuole suicidarsi se gli americani non gli daranno
delle nuove mani al posto di quelle che gli hanno bruciato e cancellato.

Nel luogo dove è nato Abramo dove c’era il Giardino dell’Eden dove è nata
la scrittura dove le prime leggi vennero scritte su pietra l’America ha
sacrificato biblioteche e musei pieni di antichità mentre si davano da fare
per proteggere il Ministero del Petrolio dove c’erano gli archivi dei campi
di estrazione e il ministero dell’Interno dove stava la polizia segreta
con succulente informazioni su ogni Irakeno.

E’ un’invasione barbarica e loro la chiamano liberazione amazzano senza
pietà e non si prendono neanche la briga di contare i corpi.
La storia ricorda che i romani massacrarono 500000 Cartaginesi per dominare
le rotte commerciali del mediterraneo.

Ma il Pentagono non vuole contare i morti e iferiti del carnaio Irakeno:
La faccenda potrebbe spaventare la gente libera d’America e turbare gli
Arabi e gli Europei.

Gli orrori dlla guerra potrebbero imbarazzare qualche patriota , farglio
venire il rimorso o scioccarlo - corpi bruciati,membra staccate e decapitazioni,
bambini feriti e resi orfani, madri private dei figli e dei mariti e poi
soldati ammucchiati a palate nelle sepolture di massa.

Poi forse potrebbe alzarsi un richiamo qualcosa che inizia come un sospiro
e che si trasforma prima in un urlo e poi in una preghiera

perla fine della guerra

per la guarigione delle ferite

per tregue e trattati

per il disarmo nucleare

per la messa al bando delle armi

in favore di cibo e case e medicine.

Allora ci sveglieremo dall’incubo delle storia

e sconfiggeremo il centro del petrolio e dell’impero.

Ma rieccomi qua ancora a sognare u nuovo paradigma

un universo alternativo

ad aspettare u miracolo

come Mosè e Aronne in Egitto

e Tom Paine in America

e Gandhi in India,

come la stessa creazione

e la coscienza

che immagina queste visioni.

All’anno prossimo - in un mondo nuovo e trasfigurato