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Agnoletto "Nel 2001 bussammo alla chiesa, chiusero le porte"
Publie le domenica 4 luglio 2004 par Open-PublishingPiazza Alimonda, sfida aperta "Porteremo altre bandiere"
Un gesto che reputo sbagliato" dice Vittorio Agnoletto, portavoce del Genoa
Social Forum, il movimento no global del G8 e appena eletto eurodeputato,
commentando il fatto che don Timossi, il parroco della chiesa di piazza
Alimonda Alimonda, l’altro pomeriggio ha cominciato a "smontare" pezzo a
pezzo l’altare laico dedicato a Carlo Giuliani. La notizia è sulle pagine
genovesi di "Repubblica" proprie ieri, giorno in cui a palazzo di giustizia
è programmata la seconda giornata di udienza preliminare a carico di 29
poliziotti, accusati avario titolo di falso, calunnia, falso ideologico e
lesioni gravi in concorso, avvenuti dopo l’irruzione nella scuola Diaz,
nelle giornate del G8. Ed è giorno che Agnoletto ha scelto per riunire a
palazzo Ducale amici e sostenitori e ’ringraziarli per l’aiuto in campagna
elettorale, spiegando una volta di più che il suo lavoro di parlamentare
europeo adesso sarà l’espressione del movimento nato a Genova in
quell’estate di tre anni fa.
I riflettori inevitabilmente guardano però a
piazza Alimonda. Dal mondo dei pacifisti il messaggio che sale è
chiarissimo: "accogliamo il gesto di don Timossi come uno stimolo a
migliorare quelle che c’è: in effetti le bandiere erano vecchie, le
sostituiremo e coni fiori, gli oggetti: ne metteremo anca, ne metteremo di
nuovi", dice " Bruno. E’ ancora lui a rilanciare il tema per porlo nel
calendario dei lavori del consiglio comunale: "perché se il Comune, la cui
maggioranza è peraltro appoggiata da esponenti del Genova social forum,
avesse consentito la costruzione dei cippo, non avremmo i problemi della
cancellata della chiesa".
Problemi che tuttavia esistono e non sono neppure nuovi. dice Heidi
Giuliani, la mamma di Carlo: "Non è la prima volta che la cancellata viene
spogliata; è già stata bruciata e c’è anche chi fa pipi sui fiori", ma
contínua a rimanere come un simbolo, dice la mamma del ragazzo ucciso in
strada in quel giorno di luglio di 3 anni fa: "un simbolo che va al di là
dell’assassinio di un ragazzo, ma è contro la repressione".
Di questo altare laico, nato spontaneamente la sera stessa della morte di
Carlo, mamma Heidi dice : "né come famiglia, né come comitato abbiamo mai
pensato che quella cancellata ci appartenesse. Forse don Timossi si è
trovato davanti ad una cosa più grossa di lui, nata dalla volontà popolare"
E se la scusa sono problemi igienici, dice Agnoletto: "ai miei colleghi
me dell’igiene vorrei dire che Genova non è una città sporca, ma c’è ben
altro da fare".
Agnoletto poi si rivolge direttamente a don Timossi: "vorrei dirgli di
rinunciare; nessuno priori ha deciso di costruire quello che ormai tutti
definiscono l’altare laico in ricordo di Carlo, non lo ha deciso nessuno ma
è il frutto di persone che hanno voluto ricordare gli anni, sapendo che
Carlo appartiene alla nostra e alla storia di questa città".
Lui, don Timossi, risponde a distanza nella lettera che pubblichiamo oggi
nella prima pagina dell’edizione ligure del nostro giornale. Simone
Leoncini di Rifondazione Comunista, dice: "quanto è accaduto dimostra che
quell’esperienza è ancora scomoda. A nome del mio partito mi impegno a
trovare una soluzione. Rimettiamo a tema il discorso del cippo, ma quella
vicenda lì non è solo una vicenda politica è, stata un’esperienza
colletìva, umana che lega affettivamente e di:cui si può condividere nulla
ma che è da rispettare",
Nella saletta del Ducale dove l’onorevole, anzi, l’eurodeputato Agnoletto
ha raccolto i suoi sostenitori chîede la parola una ragazza bionda, capelli
cortissimi. La sua è una comunicazione quasi telegrafica; e non vuole
aggiungere altro. Dice: "Non mi stupisce l’atteggiamento dei parroco di
piazza Alimonda, perché io ero là quei giorni ero là abbiamo battuto contro
le sue porte perché aprisse e ci desse ospitalità e invece non le ha aperte".
Intanto manca ormai poco al terzo anniversario delle giornate, Agnoletto ha
spiegato anche ieri di voler portare in Europa, a cominciare dal giorno in
cui si insedierà come parlamentare.
"A volte - dice Agnoletto - la storia si fa anche con le date: il terzo
anniversario delle giornate di Genova coincide con l’apertura del
Parlamento europeo il prossimo 20 luglio: penso che sarebbe giusto quel
giorno costruire un ponte tra Genova e Strasburgo". Quale ponte e come,
dice il neo parlamentare europeo, lo studierà insieme alle persone delle
associazioni, dei partiti e dei movimenti che: "si sono impegnati nelle
giornate di Genova, ispirati da valori che ora chiederò di portare avanti
anche ad altri colleghi, pur restando ciascuno nei propri gruppi".
La mamma di Carlo, ieri ha anticipato la nascita di un portale internet,
che funzionerà a partire dal prossimo 20 luglio: "si chiama
"www.retiinvisibili.net": questa rete unisce le vittime che per caso si
sono trovate in una banca, in una piazza, in una stazione con le vittime
uccise dalle forze dell’ordine, da fascisti, per i quali le forze
dell’ordine hanno contribuito a scrivere menzogne. Il filo rosso che ci
unisce è la verità, non voglio neanche più parlare di giustizia. In quella
rete ci saranno tutti, dal 1948 ad oggi".