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Agnoletto: tra gli imputati doveva esserci De Gennaro

Publie le domenica 4 luglio 2004 par Open-Publishing

dal mercantile

Ha scelto, non a caso, Genova Per il primo ringraziamento e festeggiamento
pubblico per la sua’ eiezione a parlamentare europeo e, non a ca so, nel
giorno fissato, proprio a Genova, per l’udienza preliminare a carico di 29
poliziotti sotto accusa per l’irruzione alla scuola Diaz nella notte fra il
20 .e il 21 luglio 2001. Inevitabile, quindi, che Vittorio Agnoletto,
portavoce del Genoa social forum e neo-parlamentare europeo eletto, come
indipendente, nella lista di Rifondazione comunista nella circoscrizione
nord ovest, ieri all’Informagiovani di Palazzo Ducale, dopo aver
ringraziato chi ha sostenuto la: sua candidatura, intervenga sul processo
per i fatti della Diaz e sul secondo rinvio dell’udienza deciso ieri. "Io
trovo grave -’commenta - che il vicepresidente della Camera (Alfredo Biondi
ndr) abbia fatto di tutto per rinviare questo processo.

E’ grave perché chi
ha fatto questo ha un ruolo istituzionale e dovrebbe lavorare per accertare
la verità. questo processo - sottolinea fa parte; Questa città ed e giusto
che si svolga qui, Noi dobbiamo dare atto aì magistrati non tanto di aver
dimostrato coraggio ma di aver fatto il loro mestiere, nonostante le
pressioni che é facile immaginare abbiano ricevuto". Detto questo Agnoletto
denuncia, però, il "grande assente in questo processo, l’imputato. numero
uno, De Gennaro, il capo della polizia, che, invece, non siede al banco
degli imputati. Alla Diaz - spiega - ci sono state responsabilità
individuali ma anche responsabilità apicali di chi ha dato quegli ordini, e
l’indice va puntato verso il vertice della polizia.

La mia interpretazione
é che l’assalto notturno alla Diaz e le cariche del 21 luglio contro i
manifestanti furono usate come "merce di oscambio" per dimostrare la
fedeltà del capo della polizia al nuovo Governo. Si sarebbe dovuto salire
più in alto nella scala delle responsabilità, e - non bisogna dimenticare
che il vicepremier, Fini il 20 luglio era nella sala; operativa dei
carabinieri". Ma il legarne con Genova non è legato soltanto al passato,
lontano e recente. "Ho deciso di fare e questo ringraziamento . prima a
Genova che nella mia città Milano - spiega . Agnoletto,perché i simboli,
contano:’ il movimento ha preso la sua forma a Genova e qui io torno a
restituire un pezzo di questo percorso il mio rapporto con questa città,
sarà particolarmente intenso e siccome il terzo anniversario delle giornate
di Genova coinciderà con la seduta inaugurale del Parlamento europeo, il
20 luglio penso che sarebbe significativo costruire, in quel giorno, un
"ponte" fra Genova e Strasburgo, ricordando quanto e accaduto qui, anche
perché grazie all’Europa; abbiamo svelato la repressione compiuto ai
Genovesi , furono le cancellerie e le televisioni di mezzo continente a
raccontare la verità su quella settimana di brutale repressione".

Intanto
Agnoletto eurodeputato da 58 mila preferenze "frutto dice - di un combinato
disposto: una candidatura nata da Rifondazione comunista ma condivisa anche
da molti altri", spiega che "sono e rimango indipendente ma mi considero
interno al percorso di costruzione di una sinistra europea anti-liberista
che sappia stare insieme sulle cose da fare". E le cose da fare, per il
neo-parlamentare europeo, saranno innanzitutto i temi della pace e quelli
ambientali "Mi batterò per la difesa popolare non violenta - annuncia - e
vorrei creare un gruppo di, parlamentari che si ponga come interfaccia del
movimento: in vista del forum sociale di Londra, a ottobre, e di quello di
Porto Alegre, a gennaio". L’impegno per la pace passi anche attraverso la
campagna di mobilitazione, annunciata, per far sì che nella Costituzione
europea sia inserito l’articolo che impegni l’Europa a ripudiare la guerra
ca come mezzo di soluzione delle controversie internazionali. "La lotta del
movimento non si ferma e io dichiara Agnoletto - continuerò a far parte del
movimento e a lavorare con le associazioni con cui ho lavorato finora,:
anche perché un parlamentare non può sapere tutto".

[a.c.]