Home > C’E’ UN GIUDICE A L’AJA
La sentenza della Corte Internazionale di Giustizia de L’Aja, che
dichiara l’illegalità del Muro dell’Apartheid in Palestina, è un evento
di portata storica. La sentenza, infatti, non si limita a dichiarare che
la costruzione del Muro dell’Apartheid è una palese violazione del
diritto internazionale e dei diritti umani dei Palestinesi, ma ribadisce
lo status giuridico dei Territori occupati da Israele nel 1967,
dichiarando che proprio di occupazione si tratta, con tutto quel che ne
consegue, in primo luogo l’obbligo per gli Israeliani di rispettare la
Convenzione di Ginevra. Importanti anche le parti della sentenza che
riguardano Gerusalemme est, ritenuta a tutti gli effetti palestinese,
nonostante l’arbitraria annessione ad Israele.
Ora, cadono tutti gli alibi di coloro che si sono nascosti dietro una
improbabile equidistanza, evitando di impegnarsi a fondo nella lotta
contro l’occupazione. Ora, è chiaro a tutti che l’obiettivo delle
iniziative e delle mobilitazioni non può che essere l’adozione di
sanzioni internazionali nei confronti di Israele, esattamente come
avvenne nei confronti del Sudafrica razzista dopo un’analoga sentenza
della Corte nel 1971.
La sentenza della Corte Internazionale di Giustizia è un formidabile
incoraggiamento per tutti noi, amici della Palestina e di tutti i popoli
in lotta per la propria liberazione, dall’Iraq alla Colombia. Le
manifestazioni lanciate dalla Campagna Palestinese contro il Muro
dell’Apartheid per la fine di settembre e la settimana intorno al 9
novembre devono diventare già da ora appuntamenti fondamentali
nell’agenda politica del movimento, e saranno manifestazioni con
obiettivi chiari e inequivocabili: per il ritiro delle truppe dall’Iraq,
per il boicottaggio dell’economia di guerra israeliana e l’adozione di
sanzioni verso Israele fino a quando non porrà fine alle violazioni del
Diritto internazionale, il che significa evacuazione delle truppe e dei
coloni da tutti i territori occupati nel 1967 - inclusa l’intera
Gerusalemme est - e riconoscimento del dyritto al ritorno dei profughi.
Oggi la nostra lotta è più forte. Oggi inizia la fine dell’occupazione
della Palestina.*
/*Sul valore effettivo della sentenza de L’Aja, pubblichiamo una nota di
Fabio Marcelli (Giuristi Democratici), che si preoccupa di fare
chiarezza sulle interpretazioni al ribasso che - non a caso - vengono
amplificate dai media.*/
NOTA SULLA SENTENZA DELLA CORTE INTERNAZIONALE DI GIUSTIZIA
Il problema del carattere vincolante o meno dei pareri della Corte
internazionale di giustizia, come quello recentemente adottato sulla
questione del muro israeliano in Cisgiordania, viene solitamente mal
posto da parte della stampa e dei media. L’art. 96 della Carta delle
Nazioni Unite, infatti, si limita a stabilire che l’Assemblea generale,
il Consiglio di sicurezza o altri organi delle Nazioni Unite possano
chiedere alla Corte di dare opinioni consultive su questioni giuridiche.
La Corte, quindi, stabilisce qual’è il diritto in materia. Ad esempio,
nel caso del muro, essa ha stabilito che il muro è illegittimo e va
abbattuto, che Israele, in quanto potenza occupante è tenuta a
rispettare la IV Convenzione di Ginevra e che sono applicabili gli
strumenti internazionali relativi ai diritti umani.
Questo è lo stato
del diritto internazionale nella questione. E tutti, sia organizzazioni
internazionali che Stati, sono tenuti ad applicare il diritto
internazionale. Specialmente tale obbligo incombe sugli organi delle
Nazioni Unite, ivi compreso il Consiglio di sicurezza. Ciò vale in
particolare per l’Unione europea, a norma dell’art. 1, para. 3, del
Trattato costituzionale, infatti, essa deve contribuire "alla rigorosa
osservanza e allo sviluppo del diritto internazionale". Si pone pertanto
in modo ineludibile il nodo delle sanzioni da adottare nei confronti di
Israele se il governo di quest’ultimo non applicherà immediatamente
quanto stabilito dalla Corte. La prima di tali sanzioni è costituita
dalla sospensione a tempo indeterminato dell’Accordo di associazione fra
Israele ed Unione europea.
Fabio Marcelli Giuristi Democratici