Home > Dalla stampa estera...Interni L’ultimatum di An
"Silvio Berlusconi non ha potuto fare di meglio che ingoiare il
rospo e pagare la prima frattura dovuta ai cattivi risultati del suo
partito alle elezioni europee e amministrative. Il premier
italiano", spiega lo spagnolo El Mundo, "si è visto obbligato a
silurare Giulio Tremonti, che fino a oggi era stato uno dei suoi
ministri più potenti: sono stati gli alleati di governo a chiedere
la sua testa, come condizione imprescindibile per non mandare in
pezzi la coalizione e scongiurare una grave crisi politica".
Le Figaro racconta che "la crisi è scoppiata venerdì sera, al
ritorno di Silvio Berlusconi da Parigi. Durante una cena con i
leader della maggioranza e i suoi principali ministri, Berlusconi è
stato messo di fronte all’ultimatum di Alleanza nazionale: `O
Tremonti se ne va o noi ce ne andiamo dal governo’, ha detto Fini
alla prima forchettata di spaghetti". "Tremonti lascia il suo
incarico dopo tre anni, con un’economia ferma per il 2002 e 2003 e
con l’Italia all’ultimo posto tra i sette paesi più industrializzati
d’Europa", scrive l’Independent, che parla della fine di
un’era: "Tremonti era l’incarnazione di quella nozione - sventolata
con successo da Silvio Berlusconi nelle campagne elettorali del 1994
e del 2001 - secondo la quale il successo che Berlusconi aveva
raggiunto per sé poteva essere raggiunto dall’Italia intera".
"L’allontanamento di Tremonti però ha fatto arrabbiate la Lega
nord", nota il Guardian, che ricorda come nel 1994 fu proprio il
partito di Umberto Bossi a provocare la caduta del primo governo
Berlusconi. "Ma alla fine la lega ha preferito abbandonarlo
piuttosto che far esplodere la coalizione", racconta
Libération, "sperando in questo modo di salvare il progetto di
riforma federalista, vera ossessione dei leghisti". El País si
occupa della candidatura di Mario Monti al dicastero economico: una
scelta che "potrebbe placare le tensioni provocate all’interno della
maggioranza dalle dimissioni di Tremonti: il commissario europeo
alla concorrenza è infatti una figura indipendente all’interno della
Casa delle libertà", e può contare anche sull’appoggio del
presidente della repubblica.
Mentre Le Monde annuncia che "sarà Berlusconi stesso, dopo aver
assunto l’interim dell’economia, a presentare la manovra correttiva
del suo governo ai partner dell’Econfin", il Wall Street Journal
mette in guardia l’Italia sull’early warning di Bruxelles e
precisa: "anche se l’Italia riuscirà a evitare l’avvertimento, le
dimissioni di Tremonti non promettono nulla di buono". "Berlusconi e
Tremonti erano impegnati su in una serie di tagli alle tasse che il
premier aveva promesso in campagna elettorale", spiega il Financial
Times, ma il debito pubblico e le rivendicazioni di An e Udc
lasciano poco spazio di manovra. "Berlusconi dovrà utilizzare tutto
il suo repertorio di scherzi, pacche sulle spalle e favori per
appianare le divergenze che continuano a sussistere anche sulle
privatizzazioni, sulla riforma delle pensioni e dell’ordinamento
giudiziario e sulla finanziaria del 2005".